Con ritardo l’Europa sta provando a recuperare il terreno perso nella competizione tecnologica con Cina e Stati Uniti. Nel libro bianco sull’intelligenza artificiale e nella strategia sui dati della Commissione europea sono contenute molte idee ambiziose, messe ora come proposte in consultazione pubblica.
Le proposte spingono per cambiare il modo in cui i dati vengono raccolti e condivisi., per creare un “vero mercato unico europeo” dei dati non personali per imprese, governi e amministrazioni, con norme “eque e chiare” sull’accesso e l’uso dei dati e incentivi per l’interoperabilità e lo scambio transfrontaliero.
Obiettivo duplice excellence e trust, come si sottotitola il libro bianco (European approach to excellence and trust): ossia aumentare fiducia e trasparenza in questa tecnologia e al tempo stesso diminuire il divario competitivo con USA e CINA.
Si vuole insomma una AI che metta le persone al primo posto, tra l’altro regolando e limitando fortemente il riconoscimento facciale e proibendo algoritmi discriminatori.
Come dice la commissaria ue Margrethe Vestager, “tutte le applicazioni di intelligenza artificiale sono benvenute sul mercato europeo purché rispettino le norme dell’UE”.
Ma la differenza tra le parole e i fatti sarà determinata soprattutto dagli investimenti che l’Europa e gli Stati Membri saranno disponibili ad effettuare. Un primo passaggio chiave sarà rappresentato nelle prossime ore proprio dalla discussione del budget europeo 2021-2027 nel vertice straordinario dei capi di stato e di governo. Dove mi auguro che la posizione del Governo italiano, la cui strategia AI speriamo trovi finalmente la luce nelle prossime settimane, contribuisca a ottenere un livello di finanziamento adeguato per le tecnologie digitali e dunque per il futuro dell’Europa.