La questione

Rimborsi Iva 2020, se l’Agenzia delle entrate chiede copie di cortesia delle fatture elettroniche

L’Agenzia delle entrate richiede copie di cortesia delle fatture elettroniche emesse e ricevute nel corso del 2019: l’obiettivo è avere la conferma del diritto al rimborso dell’IVA a credito per il 2020, ma la vicenda esprime una disorganizzazione che rischia di ricadere sui portafogli dei contribuenti

Pubblicato il 17 Feb 2020

Daniele Tumietto

Dottore commercialista

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L’Agenzia delle Entrate richiede copie di cortesia delle fatture elettroniche.

Una situazione senza precedenti che sta creando confusione tra contribuenti e commercialisti.

In particolari, numerosi contribuenti hanno ricevuto delle comunicazioni trasmesse dall’Agenzia delle entrate in cui sono richieste le copie di cortesia delle fatture elettroniche emesse e ricevute relative all’anno 2019 per avere conferma dell’effettivo diritto al rimborso relativo alla dichiarazione IVA 2020.

Diritto al rimborso

Per cominciare a vederci chiaro, ricordiamo che il contribuente, in Italia, ha la possibilità di presentare la dichiarazione annuale IVA a partire dal primo di febbraio per poter richiedere velocemente il rimborso dell’IVA a credito, cioè quella che è stata pagata in eccesso rispetto al dovuto. Quindi in sede di compilazione del modello fiscale di dichiarazione annuale IVA può compilare i campi previsti per esercitare questo diritto.

Per questo l’Agenzia delle entrate può richiedere della documentazione aggiuntiva comprovante l’esistenza del credito e l’effettivo diritto ad ottenere il rimborso.

Copia di cortesia fatture elettroniche

Le fatture elettroniche sono emesse tramite il Sistema di Interscambio, gestito da Sogei per conto dell’Agenzia delle entrate, e tutte le comunicazioni collegate alla fattura elettronica, come la notifica di recapito al destinatario, sono singolarmente identificate tramite l’apposizione di un sigillo elettronico. Si sottolinea che la vigente normativa di Legge prevede che copia di cortesia sia obbligatoria solo verso consumatori senza partita iva e con il solo codice fiscale, ovvero per i soggetti esteri, che non possono accedere al Sistema di Interscambio per ricevere la fattura elettronica.

Ricordo che la trasmissione della fattura al Sistema di Interscambio assolve a quanto previsto nell’articolo 21, comma 1, ultimo periodo, del DPR 633/73 che dispone “La fattura, cartacea o elettronica, si ha per emessa all’atto della sua consegna, spedizione, trasmissione o messa a disposizione del cessionario o committente”. Non viene specificato e richiesto null’altro nei rapporti B2B, infatti la copia di cortesia non è obbligatoria nel B2B e, sul punto, ci sono delle considerazioni doverose:

  • un provvedimento amministrativo non può disporre diversamente in merito a quanto già definito a livello legislativo, come il predetto DPR 633/72, e con provvedimenti del Direttore dell’Agenza delle entrate, in particolare il provvedimento n.89757 del 30 aprile 2018;
  • costituiscono un’eccezione i soggetti in regime di vantaggio o forfettari che, pur non essendo obbligati all’utilizzo della fatturazione elettronica, ricevono la fattura elettronica che verrà inviata da parte del soggetto emittente presso il (facoltativo) canale di trasmissione indicato dal cliente. Se non specificato nulla l’emittente ha l’obbligo di informare il cliente della messa a disposizione della fattura presso l’area riservata web nel sito Agenzia delle entrate e della consegna di una copia analogica;
  • può costituire un atto vessatorio quello di richiedere la consegna di copie di cortesia delle fatture elettroniche in forza dello Statuto del Contribuente che all’articolo 6, comma 4, della Legge 212/2000 non possono essere richiesti documenti o informazioni già necessariamente in possesso dell’Amministrazione che ai sensi dell’articolo 18, punto 2, della Legge 241/90 è tenuta d’ufficio ad acquisire o produrre il documento in questione o copia di esso;
  • Il Codice dell’Amministrazione digitale, noto come CAD, che riguarda tutti i soggetti sia pubblici che privati, dispone all’articolo 40 “Formazione di documenti informatici – Le pubbliche amministrazioni formano gli originali dei propri documenti, inclusi quelli inerenti ad albi, elenchi e pubblici registri, con mezzi informatici secondo le disposizioni di cui al presente codice e le regole tecniche di cui all’articolo 71”. Chiedendo la copia cartacea, come possono procedere in tal senso? Se si produce un costo inutile non si crea un danno erariale?
  • in merito anche a possibili obiezioni che possono essere sostenute in base alle regole imposte dal Garante della protezione dei dati personali in merito al contenuto della fattura elettronica in casi circoscritti e particolari, osservo che l’Agenzia ha necessità di riconciliare i dati fiscali e non tutti i dati contenuti nella fattura elettronica.

Conclusione

Tralasciando altri aspetti relativi al contenuto delle richieste che l’Agenzia delle entrate sta inviando ai contribuenti, spiace osservare che per l’ennesima volta vi sono iniziative amministrative che vanificano gli sforzi fatti da tutti (Agenzia delle entrate, professionisti, contribuenti) per realizzare una trasformazione digitale che si basi su una reale e concreta semplificazione e sburocratizzazione che purtroppo è ancora molto lontana dall’essere avviata. Questa inefficienza ricade sulle spalle e portafogli dei contribuenti.

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