Autorizzati dal MiSE sei accordi di sviluppo e tre accordi di programma con una serie di aziende e le Regioni Abruzzo, Campania, Emilia-Romagna, Lombardia, Sardegna e Veneto.
Investimento totale circa 286 milioni, con una ricaduta occupazionale attesa di circa 450 nuove unità lavorative. Questi accordi vanno ad aggiungersi a quello già autorizzato ad aprile, siglato con le Regioni Lombardia e Sicilia e le aziende STMicroelectronics, FCA Italy e Comau, per la realizzazione di un progetto innovativo nel settore delle produzioni microelettroniche dal valore di 18 milioni.
Passa anche da questi strumenti di politica industriale il rafforzamento delle filiere italiane, che dovrebbero portare a un miglioramento delle stime sul Pil per l’Italia, che Bankitalia ha alzato al 4,9-5% per il 2021 e al 4,5% nel 2022. Le previsioni precedenti si fermavano al 4,7% quest’anno e al 4,2% nel 2022.
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La riconfigurazione, in chiave digitale, delle filiere industriali del commercio e l’emersione di nuove filiere oggi non ancora pienamente sviluppate rappresentano una straordinaria opportunità di sviluppo per le Pmi. A questa riconfigurazione delle filiere, le Pmi – circa 25 mila aziende con fatturati tra 10 e 200 milioni – devono partecipare da protagoniste. Questo significa che le Pmi hanno davanti una straordinaria opportunità strategica: riuscire a passare da fornitore a partner di queste grandi aziende capofila e ambire a fare un salto in termini di crescita dimensionale e occupazionale.
Le società coinvolte nei contratti di sviluppo
L’art. 4, comma 6, del decreto MiSE del 9 dicembre 2014 prevede la possibilità di sottoscrivere specifici Accordi di programma al fine di destinare una quota parte delle risorse disponibili al “finanziamento di iniziative di rilevante e significativo impatto sulla competitività del sistema produttivo dei territori cui le iniziative stesse si riferiscono”. Agli accordi, oltre al Ministero, partecipano le Regioni, gli enti pubblici e le imprese interessate nonché l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa S.p.A. – Invitalia.
Negli accordi recentemente sottoscritti sono stati definiti gli interventi programmati, tra cui gli impegni delle parti sottoscrittrici, i tempi di attuazione ed il quadro finanziario con indicazione delle risorse necessarie per l’agevolazione del programma di sviluppo e della puntuale ripartizione delle medesime tra le amministrazioni coinvolte.
Più in dettaglio, a favore del Gruppo Beretta sono stati messi a disposizione del MiSE 9,45 milioni, su un totale di 24,8 milioni di investimenti complessivamente previsti per l’ammodernamento ed efficientamento delle linee di produzione delle società Salumificio Fratelli Beretta S.p.A., CIM Alimentari S.p.A. e Bresaole Del Zoppo S.r.l. – tutte facenti parte del “Gruppo Beretta” e operanti nel settore della trasformazione della carne – negli stabilimenti di Garbagnate Monastero (Lecco), Trezzo sull’Adda (Milano), Langhirano (Parma) e Buglio in Monte (Sondrio). Con la realizzazione del programma, l’incremento occupazionale complessivamente previsto per le tre aziende è di 74 unità lavorative.
Per Heineken Italia, il programma di investimenti prevede spese per oltre 70 milioni, a fronte delle quali il MiSE ha destinato 14,2 milioni a titolo di agevolazioni. L’intervento, coerente con il Piano Nazionale Industria 4.0, prevede l’ampliamento e l’innovazione del sito di produzione di Assemini (Cagliari), con l’introduzione di macchinari automatizzati di ultima generazione per consentire un miglioramento del livello qualitativo della birra prodotta, una riduzione degli impatti ambientali e dei costi di produzione, nonché l’efficientamento dell’intero impianto. L’incremento occupazione atteso è di 25 unità.
L’ampliamento del complesso industriale della Orogel di Cesena è finalizzato all’incremento della capacità produttiva dei reparti di trasformazione dei prodotti orticoli in foglia, alla realizzazione di un nuovo reparto di confezionamento, di un tunnel aereo di movimentazione automatizzata e di un impianto di autoproduzione energetica trigenerativo. Lo stanziamento complessivo ammonta a circa 25 milioni, di cui 8,65 milioni a carico del MiSE, con una previsione di 30 unità lavorative aggiuntive a regime.
Il programma di sviluppo industriale finalizzato all’efficientamento del ciclo produttivo riguarda gli stabilimenti di proprietà della A.I.A. Agricola Italiana Alimentare S.p.A. – società leader nel settore agroalimentare, parte del “Gruppo Veronesi” – siti nei comuni di Castegnero (Vicenza) e Nogarole Rocca (Verona). Il programma consentirà di realizzare, a regime, un incremento occupazionale di 78 unità lavorative, e sarà rivolto al rafforzamento dell’attività di filiera, con un effetto indiretto positivo sulla occupazione delle cooperative della filiera esterne al Gruppo.
Per un progetto di investimento finalizzato ad incrementare la capacità produttiva dello stabilimento della Mister Pet S.p.A. di Traversetolo (Parma), è previsto un ammontare di circa 25 milioni, a sostegno dei quali il MiSE ha destinato circa 10 milioni, prevedendo un incremento occupazionale a regime di 50 unità lavorative. Il programma è mirato, nello specifico, all’implementazione di quattro nuove linee di produzione, che si andranno ad aggiungere alle due già esistenti, e alla realizzazione di un magazzino automatizzato. L’investimento consentirà di incrementare la produzione dei prodotti già commercializzati e di introdurre nuovi prodotti e nuovi imballi.
Per la realizzazione, nell’area industriale di Nusco (Avellino), di uno stabilimento per la produzione in serie automatizzata di componenti per auto, è previsto un investimento che sarà realizzato dalla Schlote Automotive Italia S.r.l. attiva nel settore dell’automotive. Il programma, che prevede spese per oltre 52 milioni di euro, determinerà l’inserimento, entro il 2024, di 122 nuovi addetti. Le risorse messe a disposizione dal MiSE per il sostegno dell’intervento ammontano a circa 31 milioni di euro.
I progetti autorizzati con gli accordi di programma
Al fine di potenziare le filiere allargate, a livello regionale e nazionale, sono stati sottoscritti tre accordi di programma a forte impatto sulla competitività dei territori coinvolti.
Due progetti nel settore della trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli e uno nel comparto aerospaziale, in collaborazione con l’Università degli Studi di Napoli Federico II e dell’intera filiera di settore.
Nello specifico, un progetto riguarda l’ampliamento dello stabilimento per la lavorazione della carne di proprietà della All.Coop Società cooperativa agricola di Mosciano Sant’Angelo (Teramo). Gli investimenti, che consentiranno di ottenere una migliore qualità finale del prodotto e notevoli risparmi in termini di consumi energetici ed emissioni di vapori, sono volti ad aumentare il livello di automazione complessivo dell’unità produttiva, nell’ottica Industria 4.0, con l’obiettivo di interconnettere tutti gli impianti per aumentare l’efficienza dei processi; il programma di sviluppo è volto altresì, a consolidare i sistemi di filiera all’interno della Filiera Amadori. Il programma proposto prevede investimenti per oltre 17 milioni di euro, a fronte dei quali il MiSE mette a disposizione agevolazioni per 6,2 milioni. La realizzazione del programma di sviluppo consentirà di salvaguardare gli addetti già impiegati nello stabilimento e di aumentare l’occupazione di ulteriori 33 unità.
Un secondo progetto prevede la creazione, da parte della DWB Proteins S.r.l. – società operativa nella commercializzazione di derivati del siero di latte bovino, per il settore alimentare, sia zootecnico sia umano – di un nuovo sito produttivo nel Comune di Villafranca di Verona (Verona). L’intervento, coerente con il piano nazionale Industria 4.0, è finalizzato all’installazione di macchinari e impianti tecnologici ad automazione avanzata (advanced manufacturing solutions, industrial internet) e comporterà un incremento occupazionale quantificato in 30 unità lavorative. La realizzazione del programma assicurerà un rilevante impatto sulla filiera in termini di occupazione, innovazione di prodotto e di processo e di remunerazione per i fornitori della materia prima, con i quali si prevede di consolidare ed ampliare il rapporto collaborativo. Nel complesso, sono previsti investimenti per 19 milioni di euro, a fronte dei quali le risorse pubbliche che saranno messe a disposizione dal MiSE sono pari a 5,6 milioni.
Il terzo accordo prevede la realizzazione, da parte delle società Magnaghi Aeronautica S.p.A., Metal Sud S.r.l., Geven S.p.A. e Skytecno S.r.l, di un programma di sviluppo che prevede lo svolgimento di quattro programmi di investimento produttivi e di un progetto di ricerca e sviluppo in collaborazione con l’Università degli Studi di Napoli Federico II, finalizzati a migliorare e innovare i processi produttivi delle imprese coinvolte, tutte operanti nel comparto aerospaziale, e dell’intera filiera di settore. In particolare, gli investimenti sono finalizzati allo sviluppo di prodotti e servizi innovativi ed al miglioramento dell’efficacia e dell’efficienza produttiva, con l’obiettivo finale di rafforzare il posizionamento competitivo in un comparto caratterizzato da dinamiche molto complesse. Il progetto di ricerca industriale e sviluppo sperimentale è finalizzato allo sviluppo di innovazioni riconducibili al tema Industria 4.0, e più specificamente all’applicazione di tecnologie innovative di additive manufacturing e rivestimenti tribologici a basso impatto ambientale. A sostegno del programma di investimento, che prevede spese per complessivi di 28 milioni di euro, il MiSE destina risorse per circa 10 milioni.
Conclusioni
Il MiSE sta dimostrando nei fatti di riuscire a facilitare processi di irrobustimento delle filiere italiane, portando avanti una doppia strategia: da un lato la valorizzazione del Made in Italy nelle produzioni tradizionali, dall’altro rendere gli investimenti più facili nella produzione industriale di avanguardia, puntando alla creazione di nuovo valore.
I casi concreti di chi ha avviato il proprio posizionamento nelle filiere di appartenenza dimostra come sia possibile privilegiare nuovi modelli di business ad alta intensità di beni intangibili, quali l’utilizzo strategico ed operativo di masse ampie di dati, le competenze tecnologiche, la digitalizzazione e le capacità organizzative digitali, le metriche ESG per ridurre gli impatti ambientali, la rapidità di innovazione del modello di business (da azienda con impianti tradizionali a piattaforme con impianti automatizzati) e, per i più lungimiranti, l’utilizzo di intelligenza artificiale per la strutturazione dell’azione commerciale e della funzione ricerca e sviluppo.
Con gli strumenti e le possibilità che saranno offerte dal PNRR, sarà cruciale continuare a puntare su un’azione coordinata tra diversi livelli di amministrazioni per dare continuità all’azione di rilancio dei nuovi asset strategici. Con un protagonismo delle imprese chiamate a dare prova di dinamicità e lungimiranza.