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Agenti AI: lo “Stregatto” e il potere del codice aperto per imprese e PA



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L’innovazione AI è in rapida evoluzione, con focus sugli agenti AI avanzati. Il progetto italiano Cheshire Cat AI guida questa rivoluzione, promuovendo un modello open source che favorisce trasparenza e cooperazione, con implicazioni strategiche per imprese e pubbliche amministrazioni

Pubblicato il 20 feb 2025

Vincenzo Patruno

Data Manager e Open Data Expert – Istat



cheshire cat

Cosa sta accadendo oggi nel mondo legato all’innovazione digitale e in particolare in quello che ruota attorno all’intelligenza artificiale? La risposta non è banale, stiamo vedendo come sia un settore in rapida e continua evoluzione e ad altissimo grado di innovazione su cui si sta giocando una partita strategica economica e politica di livello mondiale.

Stiamo vedendo come l’AI stia infatti rivoluzionando profondamente e in modo irreversibile il modo di “fare le cose”.

Ma se fino a pochissimo tempo fa il focus era essenzialmente concentrato sui modelli linguistici e i large language model, oggi l’interesse si sta spostando sugli agenti AI avanzati. Questi sono delle applicazioni software che utilizzano l’intelligenza artificiale per svolgere compiti specifici in modo automatico o supervisionato. In questo modo, gli agenti AI diventano  elementi fondamentali che possono essere progettati e costruiti per eseguire i compiti più disparati, ad esempio per l’integrazione di sistemi e per ridisegnare in questa logica interi processi aziendali, in modo da aggiungere nuovi gradi di automazione e di integrazione tra sistemi e dati.

Cheshire Cat AI: il progetto italiano

Qualche mese abbiamo scritto del Cheshire Cat AI, un framework Open Source che consente proprio di costruire agenti AI. Ho reincontrato a distanza di qualche mese Piero Savastano, data scientist e grande esperto di Intelligenza Artificiale nonché ideatore dello “Stregatto” (seguitelo sul suo canale Tik Tok) per una nuova chiacchierata sullo stato del progetto e sugli scenari futuri legati all’AI.

Il modello di sviluppo open

Mi interessava inoltre capire se e come stesse funzionando il modello di sviluppo Open. Sappiamo infatti come sia fondamentale rendere sostenibile qualunque progetto e quanto questo aspetto sia più complesso da affrontare quando si ha a che fare con progetti sviluppati in modalità Open Source, che si basano essenzialmente sul lavoro di una community e che non hanno in generale grossi capitali alle spalle su cui fare affidamento.

Sono da sempre un “hacker” e un “innovatore” della PA nonché un convinto sostenitore della cultura Open in tutte le sue declinazioni. So bene quanto un modello di sviluppo Open sia sostanzialmente una strada più “sana” da percorrere. Che guarda caso sono le stesse parole utilizzate da Piero durante la chiacchierata quando a un certo punto mi dice che “la strada Open è la strada più sana anche per le piccole imprese. Facendo le cose in Open i sistemi che vengono costruiti vengono costantemente messi alla prova. E il software che ne esce è molto più robusto, sicuro ed efficiente”. 

Il modello Open favorisce infatti la trasparenza, l’interoperabilità e una maggiore affidabilità dei sistemi. Ed è qualcosa su cui vale sicuramente la pena investire, “soprattutto in un territorio come il nostro, dove diventa fondamentale fare rete e convergere su standard che raggruppino imprese che condividono codice”.

La community dello Stregatto

La community che è nata attorno allo Stregatto conta oggi qualche migliaio di persone. È una community internazionale dove sono comunque tanti gli italiani e che è riuscita a coinvolgere soprattutto tanti giovani di talento e tante professionalità, “gente diversa che vuole fare community”. E qui scopriamo che “gli individui sono molto più generosi delle imprese, che invece vogliono subito capire qual’è il ritorno”. Bisognerebbe far capire bene alle imprese che progetti di questo tipo godono di “effetti di rete che non si possono ottenere lavorando a porte chiuse in una piccola impresa”.

Benefici ed effetti di rete

E lo Stregatto sta beneficiando proprio di questi effetti di rete, impossibili da ottenere in altro modo. È stata appena rilasciata la versione 1.8 e si sta lavorando allo sviluppo della versione 2.0. L’idea alla base della versione 2 è che il sistema sarà esteso per avere più agenti di conversazione. Oggi infatti lo Stregatto è essenzialmente un solo agente AI.

Le prospettive della versione 2.0: evoluzione verso multi-agente e multi-modale

È un agente che, ricordiamo, lavora al di sopra dei Large Language Model. 

È possibile infatti configurare il sistema  in modo da farlo interagire con uno tra gli LLM oggi a disposizione. Lo Stregatto può infatti utilizzare indifferentemente uno qualunque tra i modelli delle “famiglie” GPT, Llama, Mistral e così via, sfruttandone appieno le capacità linguistiche e consentendo in questo modo di ideare, progettare e ottenere forme di automazione sempre più spinte. Se ci pensiamo un attimo, tutto ciò ci consente di intravedere “le prime avvisaglie di quello che potrà essere la robotica in un prossimo futuro”. L’idea alla base della versione 2.0 è che sarà estesa per diventare multi-agente e multi-modale, potendo gestire anche le immagini. Non solo. Nella versione 2.0 si potrà parlare senza scrivere, sarà infatti totalmente vocale oppure sia vocale che testuale. Tanta roba!

Caratteristiche fondamentali del sistema

E non dobbiamo poi dimenticare due caratteristiche fondamentali che ritroviamo nella versione attuale e che ritroveremo anche nella versione 2.0. La prima è la gestione di un sistema RAG che permette al “Gatto” di lavorare su dati e documenti testuali che possono essere caricati sul sistema. In questo modo sarà possibile estendere la base informativa su cui va a lavorare il “Gatto” con dati e documenti che verranno utilizzati dal modello linguistico per migliorare la qualità delle risposte, degli output generati e quindi delle azioni che possono essere attivate.

Lo Stregatto, il wordpress degli agenti AI

La seconda caratteristica riguarda invece la possibilità di estenderne il funzionamento attraverso l’installazione di plug-in. Lo Stregatto è un po’ “il Wordpress degli agenti AI”. Wordpress è uno degli strumenti più popolari al mondo per la creazione di siti web grazie alla sua facilità d’uso, flessibilità e vasta gamma di funzionalità. Funzionalità che possono essere estese grazie ad un ampio catalogo di plug-in aggiuntivi. E come accade in Wordpress,  anche lo “Stregatto” può avvalersi di un catalogo di plug-in che permettono di aggiungere nuove funzionalità all’intero sistema. Ce ne sono già diversi pronti da installare e da utilizzare, ma è possibile ovviamente idearne e scriverne di nuovi, a seconda delle proprie esigenze, esattamente come accade nell’ecosistema Wordpress.

Le opportunità per la pubblica amministrazione

Faccio ora qualche considerazione, in particolare a riguardo della Pubblica Amministrazione. Ritengo infatti che la PA possa ottenere grossi benefici dall’introduzione di agenti AI all’interno dei propri processi produttivi. E infatti un po’ tutte le Pubbliche Amministrazioni si stanno già muovendo su questo fronte. E’ il tema del momento e nessuna amministrazione vuol far vedere che non se ne sta occupando.

Ritengo però che una PA non possa e, anzi,  debba evitare di affidarsi a sistemi e a modelli “chiusi”. Questo per svariati motivi, sia “tecnici” che “etici” ma anche strategici e di opportunità legate al controllo dei costi di gestione. Cheshire Cat abbinato ad esempio ad un LLM Open può essere veramente una interessante opportunità da valutare molto seriamente. Una opportunità che potrà crescere e guardare lontano proprio grazie anche all’interesse delle PA e del sistema delle imprese.

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