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Agricoltura 4.0 in Italia: a che punto siamo?



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Il settore agricolo italiano affronta le sfide dei cambiamenti climatici e delle crescenti esigenze di mercato attraverso l’adozione di tecnologie innovative. Le soluzioni di Agricoltura 4.0 promettono di aumentare l’efficienza e la sostenibilità, ma richiedono investimenti, nuove competenze e superamento delle resistenze culturali

Pubblicato il 18 lug 2024

Andrea Bacchetti

Osservatorio Smart AgriFood del Politecnico di Milano e dell’Università degli Studi di Brescia

Chiara Corbo

Osservatorio Smart AgriFood del Politecnico di Milano e dell’Università degli Studi di Brescia

Cosimo Pacciani

Osservatorio Smart AgriFood del Politecnico di Milano e dell’Università degli Studi di Brescia

Maria Pavesi

Osservatorio Smart AgriFood del Politecnico di Milano e dell’Università degli Studi di Brescia



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L’agricoltura italiana si trova a un bivio storico, pressata tra le sfide imposte dai cambiamenti climatici e le opportunità generate dall’innovazione tecnologica, che offre soluzioni avanzate per il monitoraggio e la gestione ottimale delle risorse, riducendo gli sprechi e aumentando le rese in condizioni ambientali avverse.

Nonostante l’elevato potenziale delle tecnologie 4.0, il tasso di adozione, però, varia significativamente tra le diverse realtà agricole italiane.

Contesto attuale: impatti climatici e mercato su Agricoltura 4.0

Dopo un 2022 critico per il settore agroalimentare, a causa dell’instabilità dei mercati delle materie prime e dell’energia, aggravata dal conflitto russo-ucraino, nel 2023, sebbene alcune di queste criticità si siano attenuate, le difficoltà sono rimaste, soprattutto a causa del cambiamento climatico e degli eventi meteorologici estremi che hanno colpito l’Italia.

Temperature primaverili sotto la media, ondate di calore estive e alluvioni hanno determinato, secondo l’Istat[1], un calo dell’1,4% nella produzione agricola, con un’incidenza particolarmente negativa su alcuni prodotti come vino (- 9,5%), frutta fresca (- 9,8%), patate (- 6,8%) e olio d’oliva (-5%).

Il ruolo della digitalizzazione nel settore agricolo italiano

In questo contesto, anche nel 2023, l’innovazione digitale ha continuato a dimostrare il suo ruolo cruciale nel rendere il settore più sostenibile, efficiente e competitivo. Numerosi casi analizzati dall’Osservatorio lo confermano.

Ad esempio, le soluzioni di irrigazione di precisione permettono di stimare meglio le esigenze idriche delle colture, incrementando al contempo le rese: un caso in Portogallo ha mostrato un aumento delle rese del mais di quasi il 30%.

L’uso dei sistemi di supporto alle decisioni (DSS) può ottimizzare l’uso degli input tecnici, con conseguente risparmio non solo di prodotti, ma anche nell’impiego delle macchine: in un’applicazione in un vigneto italiano, il risparmio di agrofarmaci è stato di circa il 35%. Anche la qualità del prodotto beneficia di queste innovazioni: in Romania, una soluzione di supporto alle decisioni applicata al frumento ha migliorato il contenuto proteico del prodotto finale[2].

Investimenti e crescita del mercato delle soluzioni 4.0

Nonostante questo contesto sfidante, l’innovazione digitale nel nostro Paese ha continuato a essere un punto di riferimento per rendere il settore agricolo più efficiente, sostenibile e competitivo. Lo dimostra il mercato italiano dell’Agricoltura 4.0, che ha raggiunto il valore di 2,5 miliardi di euro, con un tasso di crescita del +19% rispetto all’anno precedente. Si tratta di un aumento ancora in doppia cifra, pur inferiore al +31% registrato tra il 2021 e il 2022.

Il mercato sta attraversando alcune trasformazioni rispetto agli anni passati: sebbene circa la metà del valore sia ancora generata dalla vendita di macchinari agricoli connessi e sistemi di monitoraggio e controllo, queste categorie hanno subito una diminuzione rispettivamente del 7% e del 10% rispetto al 2022. Il boom nell’acquisto di trattori e macchinari agricoli, favorito dagli incentivi del piano “Transizione 4.0”, ha spostato la domanda verso le soluzioni software, sempre più necessarie per l’integrazione hardware.

È la consapevolezza dell’importanza e del valore dei dati a guidare la crescita del mercato. Incidono infatti i software gestionali e FMIS (che compongono l’11% del mercato, +5% rispetto all’anno precedente), le piattaforme di integrazione dati (8%), sistemi di mappatura di coltivazioni e terreni (8%, +4%) e Decision Support Systems (5%, +2%).

A sottolineare la dinamicità del mercato è la proliferazione di soluzioni innovative presenti sul mercato italiano (+10%), accompagnata da un aumento dei provider tecnologici (+13%). Questa crescita è alimentata anche dal contributo delle startup, che rappresentano il 20% delle aziende dell’offerta, che sperimentano tecnologie più “disruptive” come l’intelligenza artificiale, il machine learning e la robotica.

Infine, emerge un buon allineamento tra i fabbisogni indicati come prioritari dalle aziende agricole e le soluzioni 4.0 più diffuse sul mercato italiano. Tra queste, i sistemi di controllo di macchinari e attrezzature (26%), le soluzioni per il monitoraggio remoto delle colture e dei terreni (21%) e i sistemi di supporto alle decisioni (18%). Le priorità delle aziende agricole includono infatti l’ottimizzazione degli input produttivi, come acqua, fertilizzanti e prodotti fitosanitari, il miglioramento dell’efficienza del lavoro degli operatori e del parco macchine, l’aumento della consapevolezza sulle attività aziendali, e la semplificazione delle decisioni gestionali e agronomiche.

Livello di adozione delle tecnologie 4.0 nelle aziende agricole

Guardando alla domanda, nel 2023, la percentuale di aziende agricole italiane che utilizzano soluzioni di Agricoltura 4.0 è rimasta quasi invariata (72%, +1% rispetto al 2022), mentre è aumentato leggermente il numero medio di soluzioni per azienda (3,4 rispetto a 3,2 del 2022). Gli investimenti sono principalmente realizzati da aziende già digitalizzate, e la superficie coltivata con tecnologie digitali è cresciuta moderatamente (dall’8% al 9%).

Tra le soluzioni maggiormente adottate, dopo i software gestionali aziendali (57%, in crescita del +10% rispetto al 2022), si trovano i sistemi di monitoraggio e controllo di macchine e attrezzature (42%, +8%) e di terreni e coltivazioni (30%, +4%), seguiti dai DSS (25%, +5%) e dalle soluzioni basate su dati satellitari per la mappatura di coltivazioni e terreni (23%, +5%).

Barriere alla completa digitalizzazione

Tuttavia, nonostante queste evidenze complessivamente positive, emerge che solo l’8% delle aziende agricole del campione può essere considerato digitalmente maturo o perlomeno vicino a una completa digitalizzazione. Circa il 50% delle aziende si trova invece ancora in transizione e il 42% ancora in ritardo nel percorso di adozione delle soluzioni di Agricoltura 4.0. Profilando le aziende appartenenti alle diverse classi emerge che le più mature sono quelle di grandi dimensioni collocate nel Nord Italia (84% delle aziende “star”); tra le realtà “in cammino”, invece, si riscontra maggiore eterogeneità sia a livello dimensionale, sia geografico e settoriale.

Agricoltura e digitalizzazione: quali prospettive per il settore?

In conclusione, il mondo agricolo italiano continua a mostrare una spinta positiva verso la digitalizzazione: lo dimostra la crescita del mercato (nonostante le criticità che continuano a pesare sul settore), gli investimenti, il livello di adozione. Nel complesso, però, è evidente che resta ancora molto da fare per supportare le aziende agricole, in particolare le più piccole, nella loro transizione verso la digitalizzazione. Il livello di adozione è tutt’altro che irrilevante, ma non basta aver adottate una soluzione digitale per dirsi “digitalmente maturi”. Occorre aver ben chiara la strada che si vuole percorrere, possedere una chiara strategia digitale, che va oltre l’acquisto della singola soluzione. Bisogna comprendere il reale “valore dei dati”, adottando un approccio di filiera: e, da questo punto di vista, è fondamentale restituire agli agricoltori il giusto valore (non solo economico) della grande mole di dati che producono e che condividono con gli attori della filiera.

Formazione e competenze necessarie per l’Agricoltura 4.0

Diventa sempre più importante lavorare sulle competenze e sulla formazione all’interno del settore agricolo, lavorando su più livelli: dalla formazione accademica, che può formare figure specializzate su materie legate all’agraria, all’innovazione, all’ingegneria; e anche, introducendo nuove figure professionali (come gli “agronomi digitali”, innovation broker e consulenti per l’innovazione) che fungano da ponte tra il mondo agricolo e l’offerta digitale, così facilitando l’integrazione delle nuove tecnologie nelle aziende agricole.

Inoltre, gli incentivi si sono rivelati ancora una volta fondamentali per favorire l’innovazione nel settore agricolo. Tuttavia, per essere realmente efficaci, questi incentivi devono essere parte di una strategia più ampia di digitalizzazione che comprenda una chiara comprensione delle opportunità offerte a livello di sistema. Senza una visione strategica, gli incentivi rischiano di essere inefficaci e di non portare a un cambiamento significativo.

Non meno importanti sono le analisi costi/benefici per valutare gli investimenti per la digitalizzazione del settore agricolo, che identificano le aree dove il digitale può portare i maggiori benefici, sia in termini di aumento della produttività sia di riduzione dei costi operativi.

Solo così sarà possibile sfruttare appieno le opportunità offerte dalla trasformazione digitale nel settore agricolo, garantendo una produzione sostenibile e competitiva.

Note


[1] https://www.istat.it/it/archivio/293172

[2] Risultati preliminari ottenuti attraverso le analisi costo-beneficio di alcuni casi pilota all’interno del progetto EU QuantiFarm https://quantifarm.eu.

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