Una delle principali critiche mosse all’AI Act, ma in generale alla Commissione europea, è che il recente pacchetto normativo che regola il digitale punta troppo sulle regole e poco sullo sviluppo delle aziende europee, che possano competere con le americane e le cinesi in primis.
Le politiche europee a favore dello sviluppo tecnologico
Bisogna riconoscere che, laddove gli Stati Uniti siano piuttosto allergici alle regole, le loro aziende, presenti in quasi tutto il mondo, riescono comunque a influenzare in qualche misura le politiche dei Paesi in cui sono presenti, essendo i loro prodotti e servizi usati da milioni di persone ovunque nel mondo. D’altro canto, anche gli Stati Uniti e la Cina hanno capito di recente che occorre regolare anche i propri unicorni se i governi stessi non vogliono favorire la crescita senza freni di attori che in alcuni casi fatturano quanto un piccolo Paese.
A ogni modo, sarebbe ingiusto dire che l’Europa si occupa solo di regole e non di investimenti e misure a sostegno dell’innovazione. Negli ultimi anni si sono sviluppate politiche a favore dello sviluppo di chip, quantum e super computer (Bologna ne ospita uno), connessioni 5G e presto 6G. Se lo sviluppo di super computer aiuterà le aziende e le startup a sviluppare i propri modelli di intelligenza artificiale potendo sfruttare una potenza di calcolo di cui oggi solo le big tech dispongono, anche l’AI act ha previsto alcune norme a sostegno delle aziende che sono state potenziate nella versione finale del testo.
L’introduzione delle sandbox per la sperimentazione normativa
La principale soluzione in tal senso è la creazione delle sandbox, spazi di sperimentazione normativa (art. 57 ss.), dove le aziende potranno sperimentare senza rischiare sanzioni. Spetterà agli Stati crearle e saranno gestite dalle Autorità designate dagli stati membri, probabilmente AGID e ACN nel caso italiano, con l’assistenza tecnica della Commissione.
Dice il paragrafo 5 dell’articolo 57: “Gli spazi di sperimentazione normativa per l’IA istituiti a norma del paragrafo 1 garantiscono un ambiente controllato che promuove l’innovazione e facilita lo sviluppo, l’addestramento, la sperimentazione e la convalida di sistemi di IA innovativi per un periodo di tempo limitato prima della loro immissione sul mercato o della loro messa in servizio conformemente a un piano specifico dello spazio di sperimentazione concordato tra i potenziali fornitori e l’autorità competente. Tali spazi di sperimentazione normativa possono comprendere prove in condizioni reali soggette a controllo nell’ambito dello spazio di sperimentazione.”
I benefici e le responsabilità delle sandbox
Le aziende potranno dunque sperimentare, in una zona protetta e sotto controllo, in condizioni verosimili, i loro prodotti e servizi per comprendere meglio i rischi di una futura immissione sul mercato. Le Autorità si dovranno concentrarsi sui rischi che riguardano “i diritti fondamentali, la salute e la sicurezza” e valutare “le prove, le misure di attenuazione e la loro efficacia” implementate dal provider e fornire “orientamenti sulle aspettative normative e sulle modalità per soddisfare i requisiti e gli obblighi [del] regolamento”.
Ma le sandbox non saranno delle zone totalmente franche. Gli eventuali danni verificatisi durante la sperimentazione non saranno esenti da responsabilità. Tuttavia, se le aziende avranno seguito le indicazioni delle Autorità, in caso di violazione delle norme dell’AI Act non riceveranno una sanzione. Al contrario, se non fosse possibile attenuare in modo efficace i rischi, le Autorità potranno sospendere l’uso della sandbox avvisando anche l’ufficio europeo dell’AI.
Per condividere le buone pratiche a livello europeo, le Autorità nazionali manderanno un report annuale alla Commissione contenente “informazioni sui progressi e sui risultati dell’attuazione di tali spazi di sperimentazione, comprese le migliori pratiche, gli incidenti, gli insegnamenti tratti e le raccomandazioni sulla loro configurazione e, ove pertinente, sull’applicazione ed eventuale revisione del presente regolamento”.
Criteri di accesso e partecipazione alle sandbox
Per accedere alle sandbox sono stabiliti dei criteri di partecipazione che favoriscono la più larga partecipazione possibile. L’accesso sarà gratuito per le PMI e le start-up, fatti i salvi i costi straordinari che saranno richiesti in maniera proporzionata alla dimensione delle PMI. Le Autorità, inoltre, faciliteranno l’incontro tra aziende e centri di ricerca e stakeholder per una cooperazione fruttuosa tra le parti.
Per quanto riguarda l’uso di dati personali ottenuti per altri fini, durante la fase di sperimentazione nelle sandbox potranno essere usati se lo sviluppo dell’AI sarà dedicato alla soddisfazione di un interesse pubblico tra quelli elencati (il settore sanitario è uno di questi), se non sarà possibile raggiungere gli stessi risultati con dati anonimizzati o sintetici, se saranno presenti meccanismi di monitoraggio per individuare rischi per i diritti e le libertà e misure tecniche e organizzative adeguate, e se saranno cancellati dopo la sperimentazione.
Per le PMI gli Stati dovranno offrire un accesso prioritario alle sandbox e istituire canali di comunicazione e informazione sull’applicazione del regolamento. Anche l’Ufficio europeo dell’AI dovrà favorire una comunicazione semplice del regolamento, attraverso una piattaforma e campagne di comunicazione.
Il futuro delle sandbox e l’impegno degli Stati membri
Anche se le misure economiche non fanno parte di questo regolamento, le previsioni e le eccezioni a favore delle PMI sono indubbiamente un ottimo passo avanti per favorire la sperimentazione e la compliance di chi non può permettersi costi elevati in tal senso.
Starà anche molto agli Stati membri di stanziare i fondi e le risorse adeguate per favorire lo sviluppo e la crescita delle proprie aziende in questo settore.