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Come si digitalizza una stalla? Ecco in che modo la filiera zootecnica si innova



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Quando si parla di transizione digitale, la mente va immediatamente all’automazione nelle fabbriche: ma l’innovazione tecnologica sta rivoluzionando anche settori più tradizionali l’agricoltura e, in particolare, la zootecnia

Pubblicato il 1 lug 2024

Antonio Picasso

Direttore Competere.Eu – Policies for Stustainable Development



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La mancanza di dialogo tra il settore primario e la rivoluzione digitale in corso è un cliché di facile confutazione. Questo porta a dire che il rapporto dell’agricoltura con le nuove tecnologie non è molto differente da quello di altre filiere. Il settimo censimento generale dell’agricoltura dell’Istat spiega che più del 15% delle aziende zootecniche è digitalizzata, percentuale che sale al 71,6% per quelle più grandi, quindi con oltre cento capi adulti. Come in molti altri settori, le grandi aziende sono più sensibili al cambiamento, mentre le Pmi sono spesso più riluttanti, o non possono permettersi l’investimento.

Questo porta alla necessità di accelerare l’introduzione delle nuove tecnologie anche nel mondo della zootecnia. Lo si legge bene nel rapporto “La transizione digitale delle filiere italiane della carne”, realizzato dalla Fondazione per la Sostenibilità Digitale, con il contributo scientifico del centro studi di Carni Sostenibili.

Zootecnica, settore in evoluzione: numeri e tendenze

In Europa oggi, ai contano 9,1 milioni di aziende agricole, di cui 3,2 milioni sono zootecniche e miste. La produzione agricola complessiva nei Paesi europei ammonta a 537,5 miliardi di euro, con 206 miliardi derivanti dalla produzione animale.

In Italia, ci sono oltre 160 mila aziende zootecniche, di cui circa 130 mila specializzate nell’allevamento bovino, 28 mila nel suino e quasi 7 mila nel settore avicolo. Con il suo mezzo milione di addetti, la zootecnia italiana vale 33 miliardi di euro. Tuttavia, non eccelliamo nei consumi. Contro i 3,69 milioni di tonnellate di carne prodotta, che assegnano all’Italia il quinto posto in Europa, restiamo penultimi nei consumi pro-capite di carne.

Questo quadro d’insieme rappresenta un punto di partenza per una riflessione sulla filiera, sia in termini di digitalizzazione, sia per efficientamento produttivo. La sostenibilità digitale nell’allevamento di carne implica infatti l’ottimizzazione delle risorse, il miglioramento del benessere animale e la riduzione dell’impronta ecologica dell’intera filiera.

Filiere della carne e digitale, i nodi

Quello che emerge dal Rapporto è che le filiere della carne, oggi, anche a valle degli investimenti fatti nell’ambito di Industria 4.0 e delle risorse dispiegate dal Pnrr, potrebbero trarre vantaggi significativi da un approccio orientato alla sostenibilità digitale. Tuttavia, l’impatto resta marginale.

La mancanza di infrastrutture pervasive, la scarsa diffusione nel settore di una cultura orientata al digitale e la difficoltà di gestire un processo di cambiamento che per essere efficace deve toccare tutti gli anelli di una catena del valore complessa e multiforme sono gli ostacoli ancora da superare. A questi fanno da contraltare esperienze, modelli e casi d’eccellenza meritevoli di essere divulgati.

Il Manifesto Smart meat 2030

Il Manifesto “Smart meat 2030” (Sustainable management and advanced responsible technologies for meat ecosystems and agri-food tracking) vuole essere una sorta di industrial deal con cui la filiera definisce il proprio percorso di transizione digitale. “Smart meat 2030” nasce per sostenere le aziende del settore zootecnico italiano nel loro percorso verso gli obiettivi europei 2030 di sostenibilità, valorizzando la tecnologia digitale e la sostenibilità digitale come pilastri delle filiere di produzione della carne. Dalla costruzione di ecosistemi data-driven, all’adozione di tecnologie avanzate fino al monitoraggio delle emissioni e del benessere animale. Dalla questione della sicurezza informatica, al ruolo strategico delle istituzioni.

Le tecnologie digitali per la zootecnia

Le tecnologie digitali possono migliorare l’allocazione del capitale fisico, naturale e umano nelle aziende della filiera delle carni, riducendo i costi e aumentando l’efficienza. Sistemi IoT avanzati monitorano in tempo reale le condizioni degli animali e dell’ambiente, permettendo interventi tempestivi che migliorano la salute e il benessere degli animali e riducono la necessità di trattamenti farmacologici.

Tecnologie come la telemetria avanzata e l’analisi predittiva sono impiegate per monitorare la salute e il comportamento degli animali, con sensori che raccolgono dati su parametri vitali e attività, contribuendo a prevenire malattie e a migliorare le condizioni di vita degli animali. Questo approccio non solo impatta positivamente sulla sostenibilità delle operazioni, ma migliora anche la qualità del prodotto finito, come dimostrato da studi che evidenziano una diminuzione del 20% nel tasso di mortalità e una riduzione del 15% nell’uso di antibiotici.

La sfida è utilizzare queste informazioni per aumentare l’efficienza produttiva, riprogrammando i sistemi in chiave digitale perseguendo l’intensificazione intelligente dei sistemi agro-zootecnici.

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