L’innovazione passa anche dai bandi di finanziamento dei progetti di ricerca. In quest’ottica si contestualizzano i due bandi da 3,4 milioni di euro pubblicati dal competence center Cim 4.0. Del resto l’industria italiana, per poter competere con i migliori ecosistemi internazionali, deve assolutamente allinearsi rapidamente agli standard di digitalizzazione e di implementazione dei processi 4.0. Occorre quindi considerare l’eterogeneità dimensionale delle imprese nazionali, basti ricordare che l’80% di queste rientra nella definizione di PMI, e l’impatto sociale ed economico di quelle filiere produttive che saranno strategiche per la ripresa del Paese.
Il ruolo dei competence center
Le imprese oggi più che mai hanno bisogno di un Piano di rilancio straordinario che a 360 gradi le supporti, finanziariamente e operativamente, sia dal punto di vista del trasferimento tecnologico, sia sotto il profilo dell’upskilling e del reskilling dei lavoratori, sia con aiuti economici a sostegno di progetti di ricerca dal forte carattere innovativo e coerenti con le roadmap tecnologiche e di filiera.
Tra i protagonisti del piano di transizione 4.0 ci sono i Competence center nazionali che operano su mandato del MISE per aiutare le imprese a innovare i propri processi produttivi, a formare manager e responsabili tecnici nella trasformazione digitale, a finanziare, attraverso bandi pubblici, la ricerca applicata accompagnando pmi e startup innovative italiane a competere e svilupparsi sui mercati globali.
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I bandi di Cim 4.0
Cim 4.0, uno degli otto centri di competenza nazionale, con sede a Torino, focalizzato sulla manifattura additiva e sulla digital factory, ha pubblicato due bandi utilizzando 3.4 milioni di euro, ossia l’intero plafond messo a disposizione dal Ministero dello Sviluppo Economico, selezionando e finanziando, in poco più di un anno dalla costituzione, 33 progetti innovativi e 53 aziende (di cui il 50% PMI spesso in partnership con Grandi Imprese) che operano sul territorio italiano nei settori della meccatronica, dei sistemi per la manifattura e dell’informativa. Si è voluto, nonostante il periodo pandemico che si stava attraversando, essere tempestivi, dimostrando al Paese e alle imprese il valore reale e potenziale dei Competence center. In sei mesi sono state attribuite le risorse di ciascun bando attraverso un processo rigoroso di scrittura e pubblicazione, di analisi e valutazione delle proposte progettuali. Un modus operandi in linea con i migliori ecosistemi internazionali, dalla vicina Germania alla più lontana Corea del Sud.
Il bando per PMI e startup
In particolare, come Competence Industry Manufacturing 4.0 nell’ultimo trimestre del 2019 è stato pubblicato un primo bando per un valore superiore al milione di euro, finanziato al 50% a fondo perduto, dedicato esclusivamente alle piccole e medie imprese e alle startup. In quell’occasione sono state selezionati e finanziati, considerando le progettualità dall’alto Technology Readiness Level (da livello 6 a livello 8), 16 progetti che coinvolgono 18 aziende, 4 startup innovative, 3 microimprese e 11 PMI, provenienti da tutta Italia.
Il secondo bando
Nel secondo trimestre del 2020 è stato invece lanciato il secondo bando, per un valore di oltre 6 milioni di euro a cui hanno partecipato 162 imprese tra grandi, micro, pmi e start-up innovative, spesso in sinergia tra loro, localizzate in ogni parte d’Italia, presentando 108 progetti, rappresentativi di filiere industriali d’eccellenza, dall’aerospace all’automotive, dal medicale alla gioielleria, passando per i servizi e l’energia.
La valutazione scientifica e industriale dei progetti anche per questa seconda selezione ha tenuto conto del loro impatto innovativo sui territori, sia dal punto di vista della creazione di nuovi posti di lavoro sia in termini di sviluppo economico. Sono stati quindi valutati positivamente e selezionati 80 progetti, 17 di questi, frutto del lavoro in partnership di 35 aziende, e focalizzati – 3 sull’Additive Manufacturing, 2 su applicazioni di tecniche di intelligenza artificiale per rendere più efficaci i processi produttivi, 7 su IoT e Big Data, 5 relativi a nuovi prodotti e processi produttivi – hanno ottenuto il finanziamento da parte del CIM4.0.
Alla fine di questo secondo bando sono stati avviati 17 nuovi progetti in un momento molto critico per tutti, con il rammarico di non aver potuto sostenere tutti i progetti valutati positivamente sia dal punto di vista scientifico che industriale e di business. Ci fossero state ulteriori risorse disponibili, si sarebbero potuti finanziare altri 63 progetti. Un’occasione persa per recuperare il gap dai migliori. Auspico veramente che ciò non accada e che la rete degli otto Competence center nazionali sia sfruttata per accelerare la risposta alla domanda di innovazione delle imprese italiane. Una concreta opportunità per finalizzare le risorse del PNRR sul fronte del trasferimento tecnologico e dell’innovazione.
Le gare vinte dal competence center
C’è poi, sempre sul fronte dei progetti di ricerca applicata, la capacità dei Competence center di sviluppare proprie progettualità, sia in Italia che in Europa, per sostenere le Imprese Italiane. Nel 2020 Cim 4.0 ha partecipato e vinto un bando nazionale per un progetto sulla sicurezza ed ergonomia del posto di lavoro e uno europeo sul tema del risparmio energetico nella manifattura. Inoltre è stato tra i coordinatori, coinvolgendo tutti gli attori del territorio, del progetto EXPAND (Extended Piedmont and Aosta Valley Network for Digitalization) preselezionato dal MISE per il Bando che definirà gli European digital innovation hub.
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La sfida degli European digital innovation hub
L’industria italiana ha ben compreso quanto il 4.0 sia una leva strategica determinante per reagire alla crisi pandemica e tornare a competere: ci sono imprese importanti, filiere competitive, know-how specializzato, è il momento di investire grandi risorse per arricchire l’indice di innovazione e contribuire allo sviluppo economico del nostro Paese.
Proprio lo sviluppo degli European Digital Innovation Hub rappresenta la prima sfida italiana per connettere sempre più le imprese all’innovazione 4.0, il che si traduce in supporto tecnologico ma anche economico. Servono coordinamento e monitoraggio, flessibilità e agilità di intervento, in sostanza occorre avere una visione sistemica che valorizzi tecnologie, persone e investimenti. I Competence center in questo senso sono il collettore ideale tra le università, le imprese e il mercato, tra il trasferimento della conoscenza e il trasferimento tecnologico, tra l’ingegno e la sua applicazione reale e preformante.