Il Covid-19 ha colpito duramente l’artigianato e le misure governative di sostegno al settore si sono rivelate farraginose, oltre che insufficienti. Per quanto più ingenti, le risorse pubbliche disponibili non sono un pozzo di San Patrizio, né tanto meno possono risollevare nella sua interezza un settore da tempo in fase di ridimensionamento, almeno sotto il profilo quantitativo.
Comprensibile la lamentela: è velleitario stanziare 60 milioni per erogare assegni a una platea potenziale che ne dovrebbe ricevere mille. Sotto questo aspetto, il decreto Cura Italia è parso beffardo fin dalla denominazione per tantissimi maestri del nostro artigianato, ridotti alla canna del gas dal lockdown. La prospettiva? In alcuni comparti, come l’artigianato orafo, dipende dalla capacità di metabolizzare l’innovazione.
Oreficerie 4.0: il caso dei gioielli 3D
Superata la fase dell’emergenza, per chi riuscirà a sopravvivere, la nuova stagione per la piccola oreficeria dell’artigianato d’eccellenza potrebbe essere quella da tempo delineata da Stefano Micelli. Il guru della Ca’ Foscari indica proprio nell’artigianato, inteso come saper fare, personalizzazione del lavoro, creatività e nuova manualità, la via italica all’Impresa 4.0. L’artigianato digitale orafo, quello delle stampanti 3D e del connubio tra antichi linguaggi della manifattura e software di ultima generazione, può fare da ponte tra passato e futuro, salvaguardando tanti comparti che devono alla cultura del lavoro in bottega il segreto del loro successo.
Il gioiello 3D è una evoluzione della produzione orafa, ricca di una tradizione millenaria, che evidenzia possibili ulteriori scenari di pari passo con la diffusione di un innovativo design tecnologico. I vantaggi sono diversi, dai tempi della prototipizzazione, che si abbattono rispetto a quelli del design e della creazione del prototipo tradizionale, alla possibilità di utilizzare materiali che consentano una maggiore definizione delle forme e una rigorosa corrispondenza dei risultati rispetto alle dimensioni prescelte.
Il ruolo delle infrastrutture
Ma perché la diffusione dell’artigianato orafo del terzo millennio possa concretarsi, nella sua nuova veste digitale che non si limita ovviamente alla stampa tridimensionale, occorrono quanto meno due presupposti. Il primo è costituito dalle piattaforme tecnologiche. Paradossalmente, il segreto della sopravvivenza dell’antico sta nella rapida evoluzione dell’infrastruttura digitale, nella connessione, nella stessa diffusione pervasiva del 5G. L’artigianato, insomma, in tanto ha senso, in quanto sapere che si rinnova, che non si limita a adeguarsi ma inventa nuovi prodotti, con la complicità della tecnologia. Quello orafo in particolare, legato com’è da sempre alla capacità di creare emozione proponendo in forme ogni volta nuove l’arte di stupire, di esaltare il proprio look con l’accessorio raffinato, ammiccante, suggestivo.
La creazione di un contesto favorevole a queste dinamiche dipende in primo luogo dalle condizioni politico istituzionali. Se l’innovazione sarà davvero al centro della ‘grande riforma’ governativa, l’infrastrutturazione digitale e la politica di incentivazione delle imprese operanti sui fronti avanzati dello sviluppo si porranno come due facce della stessa medaglia.
L’importanza della formazione
La seconda condizione è determinata dalla formazione. È un discorso che vale per tutto il processo di evoluzione dei nuovi profili lavorativi, ma che, nel ricambio generazionale in tanti settori dell’artigianato, acquisisce una rilevanza strategica peculiare. Per l’artigianato orafo in particolare, bisogna tracciare percorsi formativi che creino figure di apprendista-innovatore, destinate non a subentrare o meramente sostituire bensì a trasformare il ruolo del maestro di bottega, aiutandolo a gestire gradualmente un passaggio di consegne che, in tante circostanze, è prima o poi obbligato, per chi non sia un nativo digitale e non sappia competere con gli strumenti della rete nel mercato globale.
Lo scenario futuro
La via d’uscita per l’artigianato, quella cui non può sottrarsi l’artigianato digitale orafo, è l’internazionalizzazione. L’incidenza dell’export sul fatturato, con lo sviluppo dell’e-commerce, è destinato a lievitare, superando ritardi pesanti che ancora caratterizzano il settore in Italia, specie nel Mezzogiorno. L’effetto lockdown, con la costrizione a una maggiore familiarizzazione con le modalità dello smart working, potrebbe agevolare un passaggio critico ma necessario per l’artigianato del prossimo futuro.