Case study

Diventare green smart factory: vademecum per il manifatturiero



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Sostenibilità ambientale, attenzione e cura per i lavoratori, processi digital: il settore manifatturiero può diventare portabandiera di questi valori. Francesco Bosisio, AD di Impea, che produce lamiere, racconta la sua esperienza

Pubblicato il 28 feb 2025

Nicoletta Pisanu

Giornalista professionista, redazione AgendaDigitale.eu



Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CS3D): le sfide della sostenibilità di filiera

La presentazione da parte della Commissione Ue del Clean industrial deal, un pacchetto di azioni concrete per rendere gli obiettivi di decarbonizzazione un fattore di crescita delle imprese europee, sottolinea ancora una volta che gli indirizzi politici ed esecutivi comunitari sono rivolti ai valori della sostenibilità ambientale, oltre che sociale, lavorativa ed economica.

La comprensione e la cura rispetto a questi ambiti e il loro forte legame con la digitalizzazione, a livello nazionale in Italia sono supportati dal piano Transizione 5.0, che valorizza la transizione ecologica. E del resto, nel nostro Paese, questi principi sembrano essere condivisi anche da una buona parte delle aziende stesse come spiegano i dati di febbraio 2025 dell’Osservatorio Digital & Sustainable della School of Management del Politecnico di Milano per cui l’84 per cento delle grandi aziende italiane, tra il campione coinvolto, investe con intensità sia nella sostenibilità che nell’innovazione.

Per diventare una green smart factory innovativa, attuando il paradigma di Industria 5.0 è necessaria una strategia radicale che rivaluti in ottica green e digital ogni attività. Nel manifatturiero, settore che comprende, ad esempio, numerose categorie di aziende energivore, “è fondamentale integrare tecnologie digitali avanzate con pratiche sostenibili in ogni fase del processo produttivo”, spiega Francesco Bosisio, amministratore delegato di Impea, azienda del Cremonese che si occupa di stampaggio e assemblamento di lamiere.

Sostenibilità e digitale, cosa dicono i dati

Sempre secondo i dati dell’Osservatorio, nonostante un’ampia percentuale di grandi aziende investa in digitale e sostenibilità, è ancora poco sondata la sinergia tra i due ambiti. Per quanto riguarda le PMI, poi, il 35 per cento investe poco o niente in ciò, il 31 per cento investe in modo significativo sia in digitale che in sostenibilità, ma anche in questo caso la sinergia è limitata.

Lo scenario

Tra gli imprenditori però, il sentiment è che la consapevolezza sull’importanza di un approccio sostenibile per innovare e crescere sia presente: “La sostenibilità è diventata una priorità strategica per molte aziende, che stanno integrando i principi dell’economia circolare e della responsabilità sociale d’impresa nei loro modelli di business – racconta Bosisio -. Inoltre, molte molte imprese stanno investendo in tecnologie digitali sostenibili per migliorare l’efficienza, ridurre i costi e ottimizzare i processi produttivi”. Tra le tecnologie oggetto di investimento delle imprese c’è l’IIoT – Industrial internet of things, oltre all’intelligenza artificiale che trova molte applicazioni in fabbrica e, a livello di infrastruttura di rete, il cloud computing che permette di rendere flessibili e innovativi i processi.

Secondo Bosisio inoltre “Le aziende stanno collaborando con altre aziende, centri di ricerca e università per sviluppare nuove soluzioni e condividere le migliori pratiche in materia di sostenibilità e digitalizzazione e si sta investendo anche nella formazione dei dipendenti, per garantire che abbiano le competenze necessarie per gestire le nuove tecnologie e implementare pratiche sostenibili”. Molti stanno inoltre “adottando sistemi di misurazione e monitoraggio delle performance ambientali e produttive per valutare i progressi e identificare aree di miglioramento“.

Sostenibilità e innovazione, il ruolo del manifatturiero

Il settore manifatturiero, che nel contesto economico italiano ha grande rilevanza, ha un ruolo importante nel perseguire gli obiettivi di sostenibilità e innovazione tracciati dalle politiche UE e sostenuti dalle misure nazionali. Per Bosisio, il settore può contribuire “riducendo i consumi energetici attraverso l’adozione di tecnologie e processi produttivi più efficienti, come l’utilizzo di fonti rinnovabili, l’ottimizzazione dell’illuminazione e del riscaldamento, e la riduzione degli sprechi energetici. Importante anche scegliere materiali a basso impatto ambientale, riciclati o riciclabili, e riducendo l’utilizzo di materie prime non rinnovabili“. E a proposito di riciclo, “è necessario implementare modelli di produzione che prevedono il riutilizzo, il riciclo e la rigenerazione dei prodotti e dei materiali, riducendo al minimo la produzione di rifiuti”.

L’impiego di tecnologie pulite e processi a basse emissioni aiutano la riduzione delle emissioni, ma si valorizza la sostenibilità anche “investendo in ricerca e sviluppo per lo sviluppo di nuove tecnologie e processi produttivi più sostenibili, come l’utilizzo di intelligenza artificiale e big data per ottimizzare i processi produttivi e ridurre l’impatto ambientale – prosegue Bosisio -. Non bisogna scordare poi di adottare pratiche di responsabilità sociale d’impresa, come il coinvolgimento dei dipendenti e della comunità locale nella promozione della sostenibilità, e la trasparenza nella comunicazione delle performance ambientali”. La collaborazione e la formazione sono leve prioritarie per far questo.

Come diventare una green smart factory

Attuare una virtuosa trasformazione verso la green smart factory richiede un approccio che contempli diversi aspetti, da quelli operativi ai processi. Per esempio, per trasformare in chiave sostenibile e innovativa la propria impresa è importante implementare un ERP: “Implementare sistemi di gestione integrata come gli ERP, utilizzare software di progettazione e simulazione e piattaforme di gestione del ciclo di vita del prodotto sono azioni che aiutano a ottimizzare l’efficienza, ridurre gli sprechi e migliorare la tracciabilità dei materiali”, racconta l’AD di Impea.

Nella smart factory è molto importante l’automazione industriale: “Adottare robot e sistemi automatizzati permette di efficientare i processi produttivi, ridurre i consumi energetici e minimizzare l’impatto ambientale”. E ancora, è utile impiegare la connessione tra macchine, l’uso di sensori, tramite IIoT “per raccogliere dati in tempo reale sulle performance produttive e ambientali, consentendo un monitoraggio costante e un’ottimizzazione continua dei processi. Bisogna inoltre utilizzare algoritmi di AI e analisi dei Big Data per identificare pattern, prevedere problemi e ottimizzare i processi produttivi, riducendo gli sprechi e migliorando l’efficienza energetica”.

Tra gli strumenti, “la stampa 3D consente di realizzare prototipi e componenti personalizzati in modo rapido ed efficiente – sottolinea Bosisio -, riducendo gli sprechi di materiale e ottimizzando i processi produttivi”.

Green smart factory, l’esperienza di Impea

Portando l’esperienza della sua azienda, Bosisio ha spiegato i punti seguiti da Impea per diventare più sostenibile: “Impea, attraverso un approccio strategico alla digitalizzazione, ha compiuto significativi passi avanti verso la sostenibilità dei propri processi produttivi manifatturieri, con benefici sia ambientali che per il benessere dei lavoratori”. Sul fronte della sostenibilità ambientale, “grazie a sistemi di monitoraggio e analisi dei dati, Impea è in grado di ottimizzare l’utilizzo di materie prime riducendo gli sprechi e l’impatto ambientale. Inoltre, l’adozione di tecnologie digitali, come sensori intelligenti e sistemi di gestione dell’energia, consente a Impea di monitorare e ridurre i consumi energetici, con conseguente diminuzione delle emissioni di gas serra”, ha sottolineato l’amministratore delegato.

L’azienda ha lavorato per valorizzare la sicurezza sul lavoro: “L’adozione di processi di automazione e robotica, guidate da tecnologie digitali, hanno permesso a Impea di ridurre l’esposizione dei lavoratori a compiti pericolosi e ripetitivi, migliorando la sicurezza e il benessere sul luogo di lavoro – ha commentato Bosisio -. Siamo inoltre attenti al tema dell’ergonomia delle postazioni di lavoro, riducendo il rischio di lesioni e disturbi muscolo-scheletrici, mediante applicazione dello standard 3S“. Al riguardo, i dipendenti seguono percorsi di formazione 5.0: “Investiamo nella formazione dei dipendenti sulle nuove tecnologie digitali e sulle competenze necessarie per un ambiente di lavoro sostenibile, promuovendo la crescita professionale e personale”.

Sul fronte della sostenibilità lavorativa delle persone, “Impea ha ottenuto la certificazione UNI/PDR 125:2022 per la parità di genere in azienda che attesta l’impegno che da sempre mettiamo per garantire ambienti di lavoro inclusivi e rispettosi – conclude Bosisio -. Inoltre, abbiamo adottato un sistema di regole, procedure e controlli che mira a prevenire il rischio di commissione di reati nell’ambito aziendale e a promuovere una cultura della legalità e della trasparenza: uno strumento che costituisce una guida per tutte le nostre attività, garantendo conformità alle norme e responsabilità etica”.

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