L'analisi

Fase 2 coronavirus, l’innovazione per il rilancio del Made in Italy

Approfondiamo il contributo che la digitalizzazione e le nuove tecnologie possono apportare nella Fase 2 dell’emergenza coronavirus, per la ripresa delle aziende

Pubblicato il 04 Mag 2020

Paola Generali

Presidente Assintel

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Il mondo a causa del coronavirus è cambiato per sempre e l’economia con esso: le aziende che pensano di ripartire ricostituendo il proprio business ante-Covid fallirebbero nel brevissimo. Eppure questa “nuova normalità”, di cui la Fase 2 sarà un preludio, non è ancora affatto delineata: non sappiamo esattamente come ci riorganizzeremo, e nemmeno come si riassesterà il Sistema.

Un adattamento 5.0 alla complessità

La suggestione del mondo cosiddetto V.U.C.A. è più che mai alla ribalta: Covid ci ha dimostrato che viviamo tutti in un contesto volatile, incerto, complesso, ambiguo, in cui l’organizzazione e la pianificazione così come la conosciamo oggi ci dimostrano la loro fragilità. E allora, seguendo la suggestione “antifragile” di Taleb, quel che possiamo fare è progettare “come se” tutto potesse essere sotto il nostro normale controllo, ma sapendo che potrebbe anche non esserlo. Questa è la vera evoluzione culturale che mi immagino e che risulta essere indispensabile alle aziende Italiane e mondiali: un adattamento 5.0 al mondo complesso.

La tecnologia oggi ci sta dimostrando di essere la vera autostrada digitale che ci sta abilitando ad andare avanti nonostante il lock down: il sistema si è già riadattato, a modo suo si è già evoluto, ma per ora solo in una fase emergenziale, mentre dobbiamo pensare ad un’evoluzione che probabilmente sarà una Rivoluzione nella fase post emergenza che parte da oggi.

Progettare la Fase 2: il “bene sociale” al primo posto

Progettare la Fase 2 è molto complesso, molte sono le variabili in gioco e pochi i modelli di riferimento, ma il confronto costruttivo come sempre è l’arma vincente. Ritengo che il Governo in questo momento annaspi, proceda per tentativi, sfornando un numero spropositato di Task Force che creano ulteriore complessità informativa e organizzativa, e dunque inefficienza e inefficacia, anche perché spesso composto da persone inadatte a dare il giusto apporto (mancando ad esempio imprenditori e referenti del Turismo).

Sono certa che in questo momento se al tavolo mettessimo un imprenditore, un dipendente ed un sindacalista, in circa due ore – dopo aver discusso, magari anche animatamente – si metterebbero d’accordo per il bene comune, che è sia di natura sociale che di natura economica. Dico di proposito “bene sociale”, perché sono molto preoccupata per la tenuta sociale del nostro meraviglioso Paese, e ricordo al nostro Governo che il “bene sociale” non esiste senza un corretta e sana politica economica, che sino ad oggi non si è vista.

Noi imprenditori ci sentiamo smarriti: vorremmo delineare scenari chiari e certi sui quali poter investire, anche se ovviamente la nostra propensione al rischio è di per sé alta, e da qui riprogettare il nostro business, spesso ex novo, per uscire dalla catastrofe. La chiave di volta per fare questo é senza dubbio il connubio con il mondo digitale, che sarà indissolubile, il COVID19 gli ha spianato la strada, gridando al Mondo che è ora di cambiare utilizzando il Digitale, con il quale si può sostanzialmente fare quasi tutto.

Fase 2 e Fase 3: innoviamo le filiere del Turismo

Ho un punto di vista privilegiato: il mio ecosistema di lavoro è quello di Confcommercio, entro cui Assintel è l’associazione nazionale di riferimento delle imprese digitali. Ecco perché stiamo immaginando e studiando una Fase 2 ma soprattutto una Fase 3 in cui utilizzare la spinta digitale per fare evolvere radicalmente alcune fra le filiere oggi più in sofferenza: il Turismo, il Retail, i Servizi. Filiere che, in una visione di sistema, possono far ripartire l’Italia facendola diventare il Paese più desiderato al mondo, sotto tutti i punti di vista, come già espresso in una ricerca di fine 2019. Nella Fase 2 ci stiamo immaginando un grande cambiamento del marketing turistico che potrebbe diventare il nuovo motore di ricchezza del Paese. Per ora è una visione, ma stiamo già lavorando insieme alle altre associazioni per creare un contesto di sistema che la renda realizzabile:

  • grazie alla realtà aumentata ed alla realtà virtuale, in questa fase dobbiamo riuscire a far commuovere, gioire ed emozionare i turisti di tutto il Mondo facendogli vivere l’Italia da remoto, così che non vedranno l’ora di viverla “fisicamente”, creando un’aspettativa “esplosiva” una volta che i viaggi saranno di nuovo come prima.
  • Potremo creare piattaforme turistiche completamente Italiane dove non saranno presenti solamente le strutture recettive italiane, ma anche l’accoglienza, la ristorazione, i negozi, i servizi, tutte coordinate e gestite da un’unica e sola piattaforma globale “Italiana”. Non è una riedizione del flop di italia.it, o peggio di verybello, ma un progetto concreto che deve partire dalle imprese per arrivare in alto ad un coordinamento nazionale.
  • Anche il delivery non sarà più quello di oggi, potremo usare droni e mini Robot (come quello che un’azienda Italiana sta testando in Giappone, ma che avrebbe dovuto avere l’opportunita’ di testare o in Italia!)
  • La Logistica, oggi uno dei pochi settori in positivo, dovrà evolversi per dare il necessario supporto a questa grande riprogettazione.
  • Anche noi aziende del Digitale dovremo evolverci, insieme alle altre aziende e questo porterà ad innescare un ciclo virtuoso e costante del dare ed avere e di un processo di Ricerca e Sviluppo continuo, che renderà l’economia Italiana competitiva nel Mondo ed esempio da seguire.

Il doppio binario

Per fare questo serve un grande sforzo di coordinamento e di coraggio che parte proprio dalle imprese e dalle associazioni. Ma anche uno sforzo da parte di un Governo che dovrà sostenerci, per farci riprogettare il futuro in modo sereno. Quello che serve è un doppio binario: da un lato vera liquidità per progetti di ampio respiro (contributi a fondo perduto, sospensione del pagamento delle tasse, sburocratizzazione dell’accesso al credito, Fondo nazionale per l’innovazione nelle piccole imprese), dall’altro un’unica cabina di regia per il rilancio del Made in Italy costituita in gran parte da Imprenditori delle MPMI, che vivono l’economia vera, che conoscono le storie personali dei propri dipendenti, che non si danno nessun emolumento per pagare gli stipendi dei propri dipendenti e che reinvestono il proprio denaro personale per innovare.

L’Italia a causa di questo “maledetto” virus ha – paradossalmente – un’enorme opportunità di evoluzione che può cogliere grazie all’innovazione e al Digitale: ricordiamoci che abbiamo il DNA di Leonardo, di Raffaello, di Caravaggio, ma anche della Montessori e dei Nobel Marconi, Golgi, Rubbia, Rita Levi Montalcini… il cambiamento non ci deve spaventare ma stimolare!

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