L’AI generativa, o GenAI, è diventata in poco tempo un mezzo capace di creare valore grazie ai benefici che porta alle aziende: è capace di incrementare l’efficienza dei processi rimodellando le funzioni aziendali e i modelli di business, migliora l’esperienza d’acquisto virtuale dei clienti attraverso consigli sui prodotti o servizi su misura, infine, genera nuovi flussi di ricavi.
Stando ai dati BCG, grazie all’uso della GenAI, un’organizzazione con un fatturato di 20 miliardi di dollari può generare profitti compresi tra 500 milioni e 1 miliardo di dollari, di questi, quasi un terzo già nei primi 18 mesi.
La maggior parte delle aziende, però, risulta ancora indietro nell’implementazione di questo strumento innovativo, anche a causa di una scarsa conoscenza dei passi da compiere per recuperare tale ritardo. Una recente analisi di BCG, dal titolo What GenAI’s Top Performers Do Differently, ha rilevato 3 categorie di aziende sulla base del proprio livello di adozione della GenAI, da cui emerge che il 90% di esse non l’ha ancora implementata.
Solo il 10% sta infatti già portando su scala almeno un’applicazione di GenAI in tutta l’azienda, traendone un reale vantaggio. Ad esempio, un’azienda energetica statunitense ha lanciato una piattaforma conversazionale basata sulla GenAI per assistere i tecnici in prima linea, aumentando la produttività del 7%.
In questo contesto, le aziende virtuose possono quindi essere prese a esempio per la definizione di pratiche e strategie vincenti.
Le capacità chiave dei top performer
Sono cinque le capacità specifiche che distinguono il 10% delle aziende più preparate e che traggono valore dall’uso della GenAI dalle altre:
- Un chiaro legame con le prestazioni aziendali. Oltre il 70% delle aziende virtuose ha adattato i propri progetti di GenAI alla creazione di valore, ottenendo aumenti nei ricavi e riduzioni nei costi, nonché una migliore client experience, grazie anche alla combinazione di AI predittiva e generativa.
- Infrastruttura tecnologica moderna. Le aziende leader hanno una probabilità tre volte maggiore di avere un’infrastruttura IT moderna, essenziale per sviluppare nuovi servizi basati su GenAI, lavorare con sviluppatori esterni e rendere la tecnologia un asset fondamentale per l’organizzazione.
- Forti capacità di gestione dei dati. I top performer hanno il doppio delle probabilità di disporre di solide pratiche di management e storage di dati di alta qualità, elementi critici per il corretto funzionamento dei modelli di GenAI.
- Sostegno della leadership. I leader delle aziende pioniere nel campo comprendono l’impatto della tecnologia nel proprio settore e danno priorità all’innovazione, sostenendo attivamente l’adozione di GenAI in tutta l’azienda.
- Linee guida e processi per un’AI responsabile (RAI). La GenAI non è priva di rischi, ma operare nel rispetto dei principi dell’AI Responsabile (RAI) può aiutare a mitigarli.
Cosa possono fare le aziende in ritardo
Del restante 90% di aziende del campione, il 50% si trova nella fase di pilota di tool basati su GenAI, con progetti sperimentali mirati per testare la capacità della tecnologia di creare valore (aziende pilota). Il restante 40%, invece, è ancora fermo (aziende no action). Si tratta, nella maggior parte dei casi, di aziende tuttora alle prese con precedenti iniziative digitali e di AI, che non dispongono delle capacità necessarie per realizzarle con successo o di una solida comprensione della GenAI, al punto di non vedere la necessità di intraprendere passi più ambiziosi per implementarla.
BCG ha stilato una serie di indicazioni per le aziende che hanno tardato ad avvicinarsi alla GenAI, affinchè possano intraprendere azioni coraggiose e aumentare la fiducia nei suoi confronti.
Priorità per le aziende “no action”
Il 40% delle aziende ferme in tema GenAI, dovrebbe:
- innanzitutto concentrarsi sul supporto della leadership, ancora non sufficientemente informata sulle tematiche legate alla nuova tecnologia;
- dovrebbe poi identificare un piccolo numero di applicazioni prioritarie in base alle proprie esigenze, dedicando team specifici all’individuazione dei dati e dei mezzi necessari per accedervi;
- lavorare con partner esterni per ovviare alla mancanza di stack tecnologici moderni e adottare più rapidamente le soluzioni AI;
- infine, riadattare il proprio approccio di governance, spesso debole nei confronti dei progetti tecnologici, ma essenziale per consentire decisioni e interventi rapidi assicurando il coinvolgimento delle funzioni necessarie, come quella del team di Risk and Compliance.
Priorità per le aziende “pilota”
Il 50% delle aziende in fase di sperimentazione della GenAI dovrebbe:
- ridefinire le priorità dei progetti già in corso dando priorità a quelli con il potenziale maggiore;
- migliorare l’infrastruttura tecnologica, imparando dalle iniziative già portate a termine;
- ancora, assicurarsi che i lavoratori abbiano le competenze necessarie per lavorare con la nuova tecnologia,
- infine, collaborare con questi ultimi facendo formazione sulle potenzialità dello strumento e supportandoli nell’adozione, che sarà quindi più veloce.
Conclusioni
La GenAI sta diventando parte integrante degli ecosistemi aziendali, in quanto fonte di valore e di vantaggio competitivo per i player che hanno imparato a portare la tecnologia su scala nel modo vincente. Il rischio per chi non l’ha ancora fatto è di rimanere indietro, mentre i più virtuosi aumentano ulteriormente il proprio vantaggio. Osservare i punti di forza dei pionieri nel campo, permetterà di cogliere i benefici di questa tecnologia trasformativa, tanto a chi è ancora fermo quanto a chi ne sta già sperimentando le potenzialità.