l’analisi

Gestire i flussi informativi: strategie per processi aziendali efficienti



Indirizzo copiato

I flussi informativi sono cruciali per le organizzazioni moderne. La loro complessità richiede metodi innovativi di gestione. Dalla piramide rovesciata alle nuove tecnologie, affrontiamo come migliorare i processi aziendali. Il mito del miglioramento continuo è messo in discussione, riconoscendo la realtà del caos organizzativo

Pubblicato il 20 set 2024

Andrea Tiveron

Economista, ricercatore indipendente e pensatore sistemico



flussi informativi

Che cosa sono i flussi informativi? E come è possibile comprenderli e sviluppare un metodo per governarli? I processi organizzativi possono essere considerati in una ottica sistemica? Le organizzazioni sono ancora in grado di governare i loro processi senza considerare la complessità del loro crescente intreccio inestricabile?

A tutte queste domande vuole dare risposta la ricerca indipendente realizzata in anni di studio e di applicazione. E proprio la separazione logica dei due momenti della ricerca ha condotto alla divisione di questo saggio in due parti: quella teorica scientifica e quella pratica applicativa.

Comprendere i flussi informativi e la complessità dei sistemi attuali

Seguo da diverso tempo la questione dei flussi informativi. È accaduto a più riprese attraverso una serie di spontanee intuizioni. Ora sono arrivato a comprenderli e la complessità che governa tutti gli attuali sistemi, di qualsiasi natura questi siano, suggerisce di ricercare una metodologia per il loro governo.

La mia attitudine ad investigare nella conoscenza ha sempre caratterizzato tutta la mia attività lavorativa e divulgativa. È il contesto della ricerca indipendente, una azione priva di condizionamenti, che può arrivare a risultati di eccellenza attraverso percorsi complementari di ricerca di base e applicata condotti, in alternanza, insieme.

Il percorso di cui si tratterà si è articolato in un susseguirsi di azioni, reazioni e retroazioni di volontà di sapere e necessità di fare, avendo però sempre chiaro lo scopo unico che ha sempre caratterizzato la mia attività e cioè che alla ricerca di base condotta con l’obiettivo di investigare la realtà per generare nuova conoscenza, deve sempre seguire la sua applicazione pratica volta a risolvere necessità specifiche, e/o viceversa.

Partiamo tracciando le tappe di un percorso che ha condotto ad una conoscenza profonda di una materia complessa, ottenuta investigando la realtà delle organizzazioni in uno scenario olistico di insieme. Il fine è quello di consentire a tutti coloro che si trovano a vivere, o lavorare, o semplicemente partecipare in contesti strutturati, di immaginare delle evoluzioni finalizzate a generare un nuovo paradigma della relazione organizzativa, un vero e proprio archetipo capace di fondare una nuova generazione di sistemi di gestione.

I passaggi della conoscenza

Al termine del mio percorso universitario di studi di economia, per la tesi di fine ciclo il mio intento fu quello di lavorare su una ipotesi teorica che avevo elaborato essendo uno studente lavoratore. Ero impiegato nel settore IT di una grande azienda di servizi dove avevo sperimentato quanto i dati digitali, se opportunamente distribuiti ai livelli organizzativi operativi, potevano portare una conoscenza diffusa alla base dell’organizzazione.

L’azzardo della piramide rovesciata

Questa intuizione mi portò a teorizzare la piramide rovesciata, un vero e proprio ribaltamento delle strutture organizzative piramidali favorito dalla diffusione degli strumenti digitali di produzione delle informazioni. Certamente, a quei tempi, si trattava di un vero e proprio azzardo, non proprio facile da comprendere nella sua pienezza. Infatti, quando proposi la piramide rovesciata per la mia tesi, il titolare della cattedra di Organizzazione aziendale mi cacciò dalla sua stanza in malo modo.

Ovviamente l’episodio allora non mi lasciò nemmeno il tempo necessario per elaborare un simile categorico rifiuto. Ritenni semplicemente di aver fantasticato con la mente a sufficienza e la cosa finì con quella triste giornata. Mai e poi mai avrei potuto immaginare cosa sarebbe successo solo alcuni anni dopo.

E così a distanza di tempo a Roma, presso la sede del CNEL, partecipai ad un interessante convegno di studi organizzato dall’UNI dal titolo “Il futuro dei sistemi di gestione”, per un confronto di esperienze su tematiche inerenti alle norme per la gestione della qualità, sicurezza e ambiente, le tecniche di supporto, i progetti allo studio e l’integrazione dei sistemi.

La necessità delle organizzazioni di adottare sistemi di controllo dei flussi informativi

A seguito di quell’evento ho pubblicato un articolo sulla rivista dell’UNI Unificazione & Certificazione dal titolo omonimo nel quale scrivevo “… da tutte queste considerazioni appare che la ricerca dell’evoluzione futura dei sistemi di gestione sia centrata su una palese necessità delle organizzazioni di adottare nuove caratteristiche digitali di funzionamento attraverso l’impiego sempre più diffuso di sistemi di controllo dei flussi informativi sottostanti ai processi aziendali.

D’altra parte, nel 2006, nel mio libro e-facility scrivevo: “L’impatto della tecnologia sui sistemi organizzativi non può essere sottovalutato se si considera quale cambiamento ha subito la stessa nomenclatura nel descriverne il passaggio innovativo nel tempo. Seguendo la terminologia anglosassone, infatti, la tecnologia informatica definita con il termine information tecnologies (IT), si è inizialmente evoluta in tecnologia dell’informazione e della comunicazione definendosi information and comunication tecnologies (ITC), nell’enfatizzare la sua capacità di diffusione dell’informazione e non più solo di produzione e, successivamente, più propriamente in tecnologia del flusso informativo, information flow (IF), proprio per evidenziare al meglio la sua capacità di governare processi di attività” [1].

L’importanza del monitoraggio dinamico del flusso delle informazioni digitali

E così già allora, nella mia attività di ricerca indipendente, era chiaro come questo successivo passaggio, che partiva dal riferimento alla mera tecnologia passando attraverso quello della comunicazione informativa per raggiungere quello del concetto di flusso informativo, fosse estremamente significativo perché evidenziava l’importanza che man mano andava assumendo il monitoraggio dinamico del flusso delle informazioni digitali.

Per rispondere a tale evoluzione strutturale delle caratteristiche dell’innovazione tecnologica, all’interno delle necessità future dei sistemi di gestione, si dovrà quindi dare impulso alla generazione di nuovi strumenti partecipativi di gestione della conoscenza.

Flussi informativi e passaggi di azione

I flussi informativi, infatti, hanno una diretta correlazione con i “passaggi di azione” che diverse parti dell’organizzazione scambiano tra loro e mai come ora questa condizione necessita di una revisione totale dei modi di comprendere il funzionamento dei sistemi.

È proprio a proposito di passaggi di azione che nel 2009 in occasione della pubblicazione della 2a edizione di e-facility scrivevo della “tecnica, denominata metodo analitico delle transazioni, una metodologia di ingegneria del software che utilizza come strumento di analisi le transazioni cliente/fornitore, descritte in linguaggio naturale e disegnate in modalità grafica unificata.

L’approccio transazionale

L’approccio transazionale è uno strumento di analisi e progettazione di sistemi complessi che consiste nella scomposizione del funzionamento generale in scambi elementari di rapporti cliente/fornitore.

L’approccio cliente/fornitore è anche alla base dei principi della qualità totale. La definizione della transazione si basa, quindi, sul ruolo che ciascun attore riveste secondo una scomposizione cliente/fornitore nell’ambito di uno specifico rapporto organizzativo ed interorganizzativo. L’attribuzione dei ruoli organizzativi ed interorganizzativi deve essere chiaramente definita. A livello interorganizzativo, tra organizzazioni, tale attribuzione è desumibile in modo formale dai contratti e pertanto la chiara definizione dei ruoli è più semplice. A livello organizzativo, interno alla singola organizzazione, l’esatta individuazione dei ruoli può, invece, essere molto più complessa dato che ogni attore (singola persona, ufficio, funzione o divisione) può essere simultaneamente coinvolto in relazioni interdipendenti tra loro e che tutte queste difficilmente sono formalizzate in procedure e mansionari.”[2].

È incredibile oggi verificare quanto fossi già così vicino ad interpretare il significato profondo del valore delle relazioni tra gli attori di una organizzazione, una delle caratteristiche fondamentali del pensiero sistemico.

Il mito del miglioramento continuo

Eppure, il modello organizzativo imperante è quello dei i sistemi di gestione per la qualità che prevedono proprio l’esistenza della “direzione”. È questa che provvede ciclicamente ad una supervisione attraverso il “riesame” ed alla concezione del “piano di miglioramento” con un’azione concepita o, meglio, accettata, ancora come top-down.

Questo modo di gestire prevede la capacità della direzione di saper interpretare i sistemi e soprattutto di poterli modificare attraverso una successione di: pianificazione, applicazione di procedure e controllo dei risultati tra pianificato e attuato. Da questo procedimento di modifica, di cambiamento del sistema, ne scaturirebbe un’azione di miglioramento confidando sul fatto che il raggiungimento del risultato pianificato abbia necessariamente un carattere positivo.

La ripetizione di tale agire si concretizza nell’applicazione del principio definito come “miglioramento continuo” e noto come “ciclo di Deming” in cui il carattere di continuità suggerisce una ipotesi di capacità senza fine.

Sembra che la totale accettazione di tale modalità di funzionamento sia tale da impedire lo sviluppo di pratiche alternative di gestione e questo appare particolarmente grave essendo oramai chiaro come sia arrivato il momento di conoscere esattamente come stanno le cose.

Intanto per il fatto che la fase dell’agentività in realtà è diffusamente confusa con quella della pianificazione, mentre l’azione di cambiamento si ha invece proprio nel “riesame” come momento creativo di qualcosa di nuovo o innovativo, diverso da sé. Ed è bene ricordare che il significato di agentività è connesso con quello di autoefficacia, proprio nel senso di una volontà di azione capace di generare cambiamento prescindendo dall’esito finale.

Ma soprattutto perché questo infinito procedere, il miglioramento “continuo” avrebbe un reale significato solo in un contesto di permanenza per il quale sarebbe possibile immaginare che, ferme restando le condizioni generali di base, una organizzazione può realmente verificare il proprio miglioramento.

Ma questo scenario non esiste più oramai da diverso tempo e per questo, in un contesto di complessità, l’idea di un progressivo miglioramento infinito, basato su una ciclica successione di fasi, non ha veramente alcun senso. È evidente, infatti, che la mutazione generale di tutte le variabili di fondo, modificando completamente il contesto di riferimento, annulla di fatto ogni precedente azione definita per una realtà diversa da quella ora esistente.

Tale continua mutazione deriva dalla complessità del contesto di riferimento: un ecosistema globale, mix di sistemi sociali, politici, economici, ambientali, oltre altri, che unisce ogni fenomeno organizzativo ad un unico “tutto” completamente disordinato.

La necessitù di un nuovo modo di comprendere le organizzazioni

È questa complessità generale che deve condurre ad un nuovo modo di comprendere le organizzazioni nelle quali i classici tre livelli organizzativi (strategico, tattico e operativo) ormai non hanno più alcun senso. Nessuna “direzione”, infatti, può più essere capace di comprendere da sola l’ecosistema globale. Se non fosse così, non si spiegherebbe perché la maggior parte dei sistemi, al di fuori di una falsa normalità apparente, non funziona per nulla!

Se poi consideriamo che il contesto di riferimento in realtà è quello della caoticità, cioè quello nel quale non c’è apprendimento ma solo azione e adattamento, allora il significato di agentività, come capacità di determinare il cambiamento senza il controllo preventivo dei risultati, si palesa come unica via di azione.

Ma c’è ancora di più.

La fine delle best practice

Bisogna ricordare che, quando consideriamo i modelli organizzativi di gestione, di fatto ci riferiamo a uno standard, quello del controllo della qualità che, anche se adeguato alle mutevoli realtà dei mercati, proprio perché previsto come processo efficace per qualsiasi tipo di contesto e di organizzazione, si sostanzia in una best practice. Non possono esserci dubbi su questo. Quando si adotta uno standard si diventa conformi ad uno schema di riferimento.

Uno schema in sostanza è una semplificazione della realtà che considera un numero limitato di variabili, relazionate con andamenti lineari e di natura esclusivamente quantitativa.

Così, ogni best practice è basata su uno schema, su un’esperienza che ha dimostrato la sua capacità positiva di agire. E suggerire un passato significa ancora facilitare la soluzione di un problema e in tal senso, in generale, si ritiene di poter consigliare come agire in determinate condizioni per generare opportuni risultati.

Per questo, il dominio di riferimento di una simile impostazione di azione è quello nel quale le relazioni di causa/effetto sono note all’organizzazione o, spesse volte, ad agenti al di fuori dell’organizzazione.

Ebbene, questa condizione di semplicità del contesto nella realtà non esiste più.

La condizione attuale delle nostre società è quella di essere soggetti a continui cambiamenti modificativi in gran parte connessi ad una capacità di innovazione della tecnica e della tecnologia che sembra ormai capace di modificare continuamente e radicalmente il funzionamento delle nostre organizzazioni. Questi cambiamenti determinano la generazione di contesti sempre nuovi che necessitano di nuova conoscenza e esperienza che spesse volte non viene nemmeno raggiunta, tanto è la velocità di ulteriori nuove modifiche generative. In sostanza quindi il dominio in cui esistiamo è quello di una complessità che aumenta a dismisura man mano che ogni cambiamento si trova ad interagire con tutti gli altri sistemi anch’essi in continuo divenire.

Inoltre, per quanto riguarda la capacità di conoscenza delle relazioni di causa effetto da parte dell’organizzazione o di agenti al di fuori dell’organizzazione, occorre dire che alla luce delle evoluzioni dei sistemi socioeconomici dovrebbe oramai apparire chiaro come entrambe queste alternative, accettate come normali fino ad ora, debbano essere severamente criticate perché evidentemente negative.

Un mercato dominato dal gigantismo

Nel primo caso, infatti, la capacità autonoma dell’organizzazione corrisponde all’idea di agire attraverso le buone pratiche, il che ovviamente non fa altro che omologare le organizzazioni. Non è un caso se, in questo senso, la visione strategica che Michael Porter ha delineato con il suo vantaggio competitivo per differenziazione[3]sia quanto di meno applicato nei contesti aziendali più diffusi a livello mondiale.

Nel mercato ormai impera il gigantismo! Le aziende competono solo sulla leva del prezzo e per sopravvivere hanno necessità di conquistare fette di mercato via via sempre maggiori. Per far questo cercano tutti i modi possibili di diminuire i costi della produzione, quasi esclusivamente attraverso la riduzione delle risorse umane, spesso con delocalizzazioni in paesi terzomondisti dove le condizioni di lavoro sono vicine a definirsi disumane e quando non riescono più nella loro unica strategia si fondono tra loro e, approfittando di un modo di funzionamento comune, quella omologazione che funge da collante, crescono di dimensione. Ma tali aggregazioni riducono di fatto la competizione fino a generare un modello per oligopolio diffuso in tutti i settori della produzione di beni e servizi. Un vero danno per la concorrenza, annientata dagli “accordi di cartello” e conseguentemente per gli stati, i governi, le popolazioni, gli utenti e i consumatori.

Nel secondo caso, ancora peggiore, le organizzazioni e, in particolar modo quelle di grande dimensione compresi anche i governi dei paesi, ricorrono a società di consulenza esterne divenendone ben presto dipendenti, fino a generare un vero e proprio fenomeno di infantilizzazione delle loro capacità manageriali, come hanno ben descritto Mariana Mazzucato e ‎Rosie Collington nel loro inquietante libro “Il grande imbroglio”[4].

Non esistono più contesti semplici o complicati: ogni sistema è immerso nella complessità

La verità è che non esistono più contesti semplici o complicati, dove possono essere note le relazioni di causa/effetto dei fenomeni e per questo l’idea di poter procedere con il paradigma del miglioramento continuo: analizzare, pianificare, agire e controllare non può più considerarsi valida. Oggi ogni sistema è completamente immerso nella complessità e molti anzi moltissimi sono i sistemi caotici e in queste configurazioni non c’è proprio nulla che puoi prendere dall’esperienza passata.

In verità, infatti, come ho avuto già modo di dire in altre occasioni, il mondo è nel caos! Non è vero che siamo in un mondo complesso. Il mondo è al collasso e i suoi problemi cruciali: povertà, disuguaglianza, pandemie, guerre, crisi ambientale, etc. nascondono la vera causa del collasso, una miriade di sistemi che non funzionano, il caos!

Non si apprende dal caos

Nella complessità i sistemi consentono di apprendere dall’azione, mentre non è così nel caos.

La pandemia Covid ha dimostrato come non si apprende dal caos. L’”effetto farfalla”[5] si è determinato in una cittadina della Cina e si è propagato a livello globale con una velocità tale da mettere il mondo in ginocchio. Nel dominio caotico non c’è passato: non ci sono dati, né protocolli, né insegnamenti. E non c’è apprendimento. Bisogna agire ed evolvere.

Sono note le posizioni di molte persone rispetto alle decisioni dei governi. I governi hanno agito. Hanno tentennato ma alla fine hanno agito senza nessuna certezza di sapere come sarebbe andata a finire. E lo hanno fatto a più riprese sempre senza avere il timone stretto tra le mani. E così tutti con il fiato sospeso a vedere come la situazione stava evolvendo.

L’insegnamento della pandemia (che non abbiamo appreso)

Oggi, superato il momento del caos, c’è un aspetto fondamentale da considerare. Il più grande insegnamento della pandemia Covid è stato la dimostrazione che l’intera umanità può cambiare completamente le sue abitudini di vita se lo vuole, o se ce ne è bisogno o se è costretta a farlo. Mi riferisco ovviamente al periodo del lockdown. I cittadini di tutto il mondo chiusi per mesi forzatamente nelle loro case. Una unica condizione accettata da tutti nel bene o nel male.

Perché lo hanno fatto i cittadini di tutto il mondo?

Semplicemente perché era un problema che investiva tutti indistintamente nello stesso modo.

Cosa abbiamo imparato da questa esperienza?

L’umanità intera potrebbe affrontare radicalmente la gran parte delle situazioni terribili che affliggono il mondo, in poco tempo con azioni mirate realizzate insieme all’unisono, attraverso la sua capacità di cambiamento totale dimostrata dallo straordinario esempio della pandemia Covid. Ora sappiamo che possiamo fare cambiamenti repentini e radicali. Eppure, cosa ne abbiamo fatto di questa capacità? Nulla!

Non abbiamo imparato perché non abbiamo appreso. Ma non solo, sembra che la nostra volontà manifesta sia di dimenticare anche l’esperienza.

Conclusioni

E allora, come agire?

La risposta viene proprio dall’olismo se comprendiamo che oramai non c’è nessun aspetto dell’”intero” del quale in qualche modo non siamo partecipi. Forse può sembrarci lontano o indiretto. Ma in realtà nella complessità dell’intrecciò che noi stessi abbiamo determinato non è più così. Niente affatto.

Se sapessimo osservare i sistemi realmente, e oggi ne abbiamo diverse possibilità, potremmo verificare quanto è diffuso il potenziale della farfalla.

Invece stiamo verificando esattamente il contrario. Sembra che il tempo stia passando per alimentare nuovi “governatori”, nuove direzioni delle organizzazioni, capaci di sfidare il “tutto” con quella caratteristica sempre più diffusa di tutti coloro che in qualche modo raggiungono vertici di comando: la superbia.

Di fronte a questo scenario occorre immaginare organizzazioni capaci di generare quelle nuove capacità di rinnovamento che tutti i contesti di relazione: politici, istituzionali, aziendali, organizzativi, spirituali, familiari e personali, anelano con sempre maggiore forza.

Note


[1]) Andrea Tiveron, e-facility – modelli organizzativi di e-business per il facility management, Legislazione tecnica editrice, Roma, 2006.

[2]) Andrea Tiveron, e-facility – modelli organizzativi di e-business per il facility management, 2a edizione, Legislazione tecnica editrice, Roma, 2009.

[3]) Michael E. Porter, Il vantaggio competitivo, Einaudi, 2011.

[4]) Mariana Mazzucato, Rosie Collington, Il grande imbroglio, Laterza, 2023.

[5]) Si riferisce in genere al concetto secondo cui, a causa della stretta relazione tra tutti i sistemi, variazioni anche minime in un contesto potrebbero portare a conseguenze gravi e distruttive in altri nel lungo termine. Il termine si attribuisce, infatti, alla famosa frase: “Il battito d’ali di una farfalla in Brasile, potrebbe provocare un tornado in Texas (a distanza di tempo)” attribuita allo studioso Edward Lorenz, matematico e meteorologo statunitense.

Speciale PNRR

Tutti
Incentivi
Salute digitale
Formazione
Analisi
Sostenibilità
PA
Sostemibilità
Sicurezza
Digital Economy
CODICE STARTUP
Imprenditoria femminile: come attingere ai fondi per le donne che fanno impresa
DECRETI
PNRR e Fascicolo Sanitario Elettronico: investimenti per oltre 600 milioni
IL DOCUMENTO
Competenze digitali, ecco il nuovo piano operativo nazionale
STRUMENTI
Da Istat e RGS gli indicatori per misurare la sostenibilità nel PNRR
STRATEGIE
PNRR – Piano nazionale di Ripresa e Resilienza: cos’è e novità
FONDI
Pnrr, ok della Ue alla seconda rata da 21 miliardi: focus su 5G e banda ultralarga
GREEN ENERGY
Energia pulita: Banca Sella finanzia i progetti green incentivati dal PNRR
TECNOLOGIA SOLIDALE
Due buone notizie digitali: 500 milioni per gli ITS e l’inizio dell’intranet veloce in scuole e ospedali
INNOVAZIONE
Competenze digitali e InPA cruciali per raggiungere gli obiettivi del Pnrr
STRATEGIE
PA digitale 2026, come gestire i fondi PNRR in 5 fasi: ecco la proposta
ANALISI
Value-based healthcare: le esperienze in Italia e il ruolo del PNRR
Strategie
Accordi per l’innovazione, per le imprese altri 250 milioni
Strategie
PNRR, opportunità e sfide per le smart city
Strategie
Brevetti, il Mise mette sul piatto 8,5 milioni
Strategie
PNRR e opere pubbliche, la grande sfida per i Comuni e perché bisogna pensare digitale
Formazione
Trasferimento tecnologico, il Mise mette sul piatto 7,5 milioni
Strategie
PSN e Strategia Cloud Italia: a che punto siamo e come supportare la PA in questo percorso
Dispersione idrica
Siccità: AI e analisi dei dati possono ridurre gli sprechi d’acqua. Ecco gli interventi necessari
PNRR
Cloud, firmato il contratto per l’avvio di lavori del Polo strategico
Formazione
Competenze digitali, stanziati 48 milioni per gli Istituti tecnologici superiori
Iniziative
Digitalizzazione delle reti idriche: oltre 600 milioni per 21 progetti
Competenze e competitività
PNRR, così i fondi UE possono rilanciare la ricerca e l’Università
Finanziamenti
PNRR, si sbloccano i fondi per l’agrisolare
Sanità post-pandemica
PNRR, Missione Salute: a che punto siamo e cosa resta da fare
Strategie
Sovranità e autonomia tecnologica nazionale: come avviare un processo virtuoso e sostenibile
La relazione
Pnrr e PA digitale, l’alert della Corte dei conti su execution e capacità di spesa
L'editoriale
Elezioni 2022, la sfida digitale ai margini del dibattito politico
Strategie
Digitale, il monito di I-Com: “Senza riforme Pnrr inefficace”
Transizione digitale
Pnrr: arrivano 321 milioni per cloud dei Comuni, spazio e mobilità innovativa
L'analisi I-COM
Il PNRR alla prova delle elezioni: come usare bene le risorse e centrare gli obiettivi digitali
Cineca
Quantum computing, una svolta per la ricerca: lo scenario europeo e i progetti in corso
L'indice europeo
Desi, l’Italia scala due posizioni grazie a fibra e 5G. Ma è (ancora) allarme competenze
L'approfondimento
PNRR 2, ecco tutte le misure per cittadini e imprese: portale sommerso, codice crisi d’impresa e sismabonus, cosa cambia
Servizi digitali
PNRR e trasformazione digitale: ecco gli investimenti e le riforme previste per la digitalizzazione della PA
Legal health
Lo spazio europeo dei dati sanitari: come circoleranno le informazioni sulla salute nell’Unione Europea
Servizi digitali
PNRR e PA digitale: non dimentichiamo la dematerializzazione
Digital Healthcare transformation
La trasformazione digitale degli ospedali
Governance digitale
PA digitale, è la volta buona? Così misure e risorse del PNRR possono fare la differenza
Servizi digitali
Comuni e digitale, come usare il PNRR senza sbagliare
La survey
Pnrr e digitale accoppiata vincente per il 70% delle pmi italiane
Missione salute
Fascicolo Sanitario Elettronico alla prova del PNRR: limiti, rischi e opportunità
Servizi pubblici
PNRR: come diventeranno i siti dei comuni italiani grazie alle nuove risorse
Skill gap
PNRR, la banda ultra larga crea 20.000 nuovi posti di lavoro
Il Piano
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUMPA2022
PNRR e trasformazione digitale: rivedi i Talk di FORUM PA 2022 in collaborazione con le aziende partner
I contratti
Avio, 340 milioni dal Pnrr per i nuovi propulsori a metano
Next Generation EU
PNRR, a che punto siamo e cosa possono aspettarsi le aziende private
Fondi
Operativo il nuovo portale del MISE con tutti i finanziamenti per le imprese
Servizi comunali
Il PNRR occasione unica per i Comuni digitali: strumenti e risorse per enti e cittadini
Healthcare data platform
PNRR dalla teoria alla pratica: tecnologie e soluzioni per l’innovazione in Sanità
Skill
Competenze digitali, partono le Reti di facilitazione
Gli obiettivi
Scuola 4.0, PNRR ultima chance: ecco come cambierà il sistema formativo
Sistema Paese
PNRR 2, è il turno della space economy
FORUM PA 2022
FORUM PA 2022: la maturità digitale dei comuni italiani rispetto al PNRR
Analisi
PNRR: dalla Ricerca all’impresa, una sfida da cogliere insieme
Innovazione
Pnrr, il Dipartimento per la Trasformazione digitale si riorganizza
FORUM PA 2022
PA verde e sostenibile: il ruolo di PNRR, PNIEC, energy management e green public procurement
Analisi
PNRR, Comuni e digitalizzazione: tutto su fondi e opportunità, in meno di 3 minuti. Guarda il video!
Rapporti
Competenze digitali e servizi automatizzati pilastri del piano Inps
Analisi
Attuazione del PNRR: il dialogo necessario tra istituzioni e società civile. Rivedi lo Scenario di FORUM PA 2022
Progetti
Pnrr, fondi per il Politecnico di Torino. Fra i progetti anche IS4Aerospace
Analisi
PNRR, Colao fa il punto sulla transizione digitale dell’Italia: «In linea con tutte le scadenze»
La Svolta
Ict, Istat “riclassifica” i professionisti. Via anche al catalogo dati sul Pnrr
Analisi
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUM PA 2022
Ecosistema territoriale sostenibile: l’Emilia Romagna tra FESR e PNRR
Il Piano
Innovazione, il Mise “centra” gli obiettivi Pnrr: attivati 17,5 miliardi
Analisi
PNRR: raggiunti gli obiettivi per il primo semestre 2022. Il punto e qualche riflessione
Analisi
PNRR: dal dialogo tra PA e società civile passa il corretto monitoraggio dei risultati, tra collaborazione e identità dei luoghi
Webinar
Comuni e PNRR: un focus sui bandi attivi o in pubblicazione
Analisi
Formazione 4.0: cos’è e come funziona il credito d’imposta
PA e Sicurezza
PA e sicurezza informatica: il ruolo dei territori di fronte alle sfide della digitalizzazione
PA e sicurezza
PNRR e servizi pubblici digitali: sfide e opportunità per Comuni e Città metropolitane
Water management
Water management in Italia: verso una transizione “smart” e “circular” 
LE RISORSE
Transizione digitale, Simest apre i fondi Pnrr alle medie imprese
Prospettive
Turismo, cultura e digital: come spendere bene le risorse del PNRR
Analisi
Smart City: quale contributo alla transizione ecologica
Decarbonizzazione
Idrogeno verde, 450 milioni € di investimenti PNRR, Cingolani firma
Unioncamere
PNRR, imprese in ritardo: ecco come le Camere di commercio possono aiutare
I fondi
Industria 4.0: solo un’impresa su tre pronta a salire sul treno Pnrr
CODICE STARTUP
Imprenditoria femminile: come attingere ai fondi per le donne che fanno impresa
DECRETI
PNRR e Fascicolo Sanitario Elettronico: investimenti per oltre 600 milioni
IL DOCUMENTO
Competenze digitali, ecco il nuovo piano operativo nazionale
STRUMENTI
Da Istat e RGS gli indicatori per misurare la sostenibilità nel PNRR
STRATEGIE
PNRR – Piano nazionale di Ripresa e Resilienza: cos’è e novità
FONDI
Pnrr, ok della Ue alla seconda rata da 21 miliardi: focus su 5G e banda ultralarga
GREEN ENERGY
Energia pulita: Banca Sella finanzia i progetti green incentivati dal PNRR
TECNOLOGIA SOLIDALE
Due buone notizie digitali: 500 milioni per gli ITS e l’inizio dell’intranet veloce in scuole e ospedali
INNOVAZIONE
Competenze digitali e InPA cruciali per raggiungere gli obiettivi del Pnrr
STRATEGIE
PA digitale 2026, come gestire i fondi PNRR in 5 fasi: ecco la proposta
ANALISI
Value-based healthcare: le esperienze in Italia e il ruolo del PNRR
Strategie
Accordi per l’innovazione, per le imprese altri 250 milioni
Strategie
PNRR, opportunità e sfide per le smart city
Strategie
Brevetti, il Mise mette sul piatto 8,5 milioni
Strategie
PNRR e opere pubbliche, la grande sfida per i Comuni e perché bisogna pensare digitale
Formazione
Trasferimento tecnologico, il Mise mette sul piatto 7,5 milioni
Strategie
PSN e Strategia Cloud Italia: a che punto siamo e come supportare la PA in questo percorso
Dispersione idrica
Siccità: AI e analisi dei dati possono ridurre gli sprechi d’acqua. Ecco gli interventi necessari
PNRR
Cloud, firmato il contratto per l’avvio di lavori del Polo strategico
Formazione
Competenze digitali, stanziati 48 milioni per gli Istituti tecnologici superiori
Iniziative
Digitalizzazione delle reti idriche: oltre 600 milioni per 21 progetti
Competenze e competitività
PNRR, così i fondi UE possono rilanciare la ricerca e l’Università
Finanziamenti
PNRR, si sbloccano i fondi per l’agrisolare
Sanità post-pandemica
PNRR, Missione Salute: a che punto siamo e cosa resta da fare
Strategie
Sovranità e autonomia tecnologica nazionale: come avviare un processo virtuoso e sostenibile
La relazione
Pnrr e PA digitale, l’alert della Corte dei conti su execution e capacità di spesa
L'editoriale
Elezioni 2022, la sfida digitale ai margini del dibattito politico
Strategie
Digitale, il monito di I-Com: “Senza riforme Pnrr inefficace”
Transizione digitale
Pnrr: arrivano 321 milioni per cloud dei Comuni, spazio e mobilità innovativa
L'analisi I-COM
Il PNRR alla prova delle elezioni: come usare bene le risorse e centrare gli obiettivi digitali
Cineca
Quantum computing, una svolta per la ricerca: lo scenario europeo e i progetti in corso
L'indice europeo
Desi, l’Italia scala due posizioni grazie a fibra e 5G. Ma è (ancora) allarme competenze
L'approfondimento
PNRR 2, ecco tutte le misure per cittadini e imprese: portale sommerso, codice crisi d’impresa e sismabonus, cosa cambia
Servizi digitali
PNRR e trasformazione digitale: ecco gli investimenti e le riforme previste per la digitalizzazione della PA
Legal health
Lo spazio europeo dei dati sanitari: come circoleranno le informazioni sulla salute nell’Unione Europea
Servizi digitali
PNRR e PA digitale: non dimentichiamo la dematerializzazione
Digital Healthcare transformation
La trasformazione digitale degli ospedali
Governance digitale
PA digitale, è la volta buona? Così misure e risorse del PNRR possono fare la differenza
Servizi digitali
Comuni e digitale, come usare il PNRR senza sbagliare
La survey
Pnrr e digitale accoppiata vincente per il 70% delle pmi italiane
Missione salute
Fascicolo Sanitario Elettronico alla prova del PNRR: limiti, rischi e opportunità
Servizi pubblici
PNRR: come diventeranno i siti dei comuni italiani grazie alle nuove risorse
Skill gap
PNRR, la banda ultra larga crea 20.000 nuovi posti di lavoro
Il Piano
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUMPA2022
PNRR e trasformazione digitale: rivedi i Talk di FORUM PA 2022 in collaborazione con le aziende partner
I contratti
Avio, 340 milioni dal Pnrr per i nuovi propulsori a metano
Next Generation EU
PNRR, a che punto siamo e cosa possono aspettarsi le aziende private
Fondi
Operativo il nuovo portale del MISE con tutti i finanziamenti per le imprese
Servizi comunali
Il PNRR occasione unica per i Comuni digitali: strumenti e risorse per enti e cittadini
Healthcare data platform
PNRR dalla teoria alla pratica: tecnologie e soluzioni per l’innovazione in Sanità
Skill
Competenze digitali, partono le Reti di facilitazione
Gli obiettivi
Scuola 4.0, PNRR ultima chance: ecco come cambierà il sistema formativo
Sistema Paese
PNRR 2, è il turno della space economy
FORUM PA 2022
FORUM PA 2022: la maturità digitale dei comuni italiani rispetto al PNRR
Analisi
PNRR: dalla Ricerca all’impresa, una sfida da cogliere insieme
Innovazione
Pnrr, il Dipartimento per la Trasformazione digitale si riorganizza
FORUM PA 2022
PA verde e sostenibile: il ruolo di PNRR, PNIEC, energy management e green public procurement
Analisi
PNRR, Comuni e digitalizzazione: tutto su fondi e opportunità, in meno di 3 minuti. Guarda il video!
Rapporti
Competenze digitali e servizi automatizzati pilastri del piano Inps
Analisi
Attuazione del PNRR: il dialogo necessario tra istituzioni e società civile. Rivedi lo Scenario di FORUM PA 2022
Progetti
Pnrr, fondi per il Politecnico di Torino. Fra i progetti anche IS4Aerospace
Analisi
PNRR, Colao fa il punto sulla transizione digitale dell’Italia: «In linea con tutte le scadenze»
La Svolta
Ict, Istat “riclassifica” i professionisti. Via anche al catalogo dati sul Pnrr
Analisi
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUM PA 2022
Ecosistema territoriale sostenibile: l’Emilia Romagna tra FESR e PNRR
Il Piano
Innovazione, il Mise “centra” gli obiettivi Pnrr: attivati 17,5 miliardi
Analisi
PNRR: raggiunti gli obiettivi per il primo semestre 2022. Il punto e qualche riflessione
Analisi
PNRR: dal dialogo tra PA e società civile passa il corretto monitoraggio dei risultati, tra collaborazione e identità dei luoghi
Webinar
Comuni e PNRR: un focus sui bandi attivi o in pubblicazione
Analisi
Formazione 4.0: cos’è e come funziona il credito d’imposta
PA e Sicurezza
PA e sicurezza informatica: il ruolo dei territori di fronte alle sfide della digitalizzazione
PA e sicurezza
PNRR e servizi pubblici digitali: sfide e opportunità per Comuni e Città metropolitane
Water management
Water management in Italia: verso una transizione “smart” e “circular” 
LE RISORSE
Transizione digitale, Simest apre i fondi Pnrr alle medie imprese
Prospettive
Turismo, cultura e digital: come spendere bene le risorse del PNRR
Analisi
Smart City: quale contributo alla transizione ecologica
Decarbonizzazione
Idrogeno verde, 450 milioni € di investimenti PNRR, Cingolani firma
Unioncamere
PNRR, imprese in ritardo: ecco come le Camere di commercio possono aiutare
I fondi
Industria 4.0: solo un’impresa su tre pronta a salire sul treno Pnrr

Articoli correlati

Articolo 1 di 4