L’Intelligenza Artificiale Generativa può diventare una delle rivoluzioni tecnologiche più importanti degli ultimi decenni e offre un’opportunità senza precedenti per l’Italia, in un contesto di produttività stagnante e di quadro demografico avverso.
La produttività italiana è infatti diminuita dell’1% tra il 1995 e il 2023 e, guardando al futuro, il Paese dovrà sostenere un ulteriore pressione competitiva data da un calo demografico senza precedenti, con una previsione di perdita di 3,7 milioni di lavoratori entro il 2040. In questo contesto, l’Italia Paese è da sempre un simbolo di innovazione, dall’arte alla scienza, dal design alla manifattura e oggi è possibile costruire un posizionamento distintivo nel panorama dell’Intelligenza Artificiale grazie a questa eredità culturale e questa sensibilità per una Intelligenza Artificiale umano-centrica. La partita è di straordinaria importanza: secondo le stime di TEHA Group, l’IA Generativa ha il potenziale di spingere il PIL italiano fino al 18%: una vera e propria rivoluzione dopo oltre due decenni di stagnazione.
Per riuscire a coglierne tutti i benefici, è necessario comprendere gli ambiti tecnologici e industriali legati all’IA in cui l’Italia può guadagnarsi un posizionamento di leadership a livello internazionale, così da direzionare le scelte di investimento tecnologico degli operatori pubblici e privati nel medio-lungo periodo. Bisogna sostenere l’innovazione nei settori strategici della nostra economia, continuando a investire in maniera sistematica e pervasiva nella formazione sulle competenze digitali e IA, vero elemento di competitività e su cui rischiamo nuovamente di restare un passo indietro.
La ricerca AI 4 Italy
La ricerca “AI 4 Italy: from theory to practice – Verso una politica industriale per l’Intelligenza Artificiale”, condotta da TEHA Group in collaborazione con Microsoft Italia, si propone di analizzare e quantificare le implicazioni economiche e industriale dell’Intelligenza Artificiale Generativa nel contesto italiano, esaminando i driver competitivi di tale tecnologia e le implicazioni di policy ed evidenziando l’importanza e l’urgenza di un intervento strutturale per posizionare l’Italia come leader nell’innovazione e per sfruttare appieno le opportunità offerte dall’IA.
L’IA Generativa e il nuovo rapporto con il digitale
L’approdo sul web di ChatGPT ha innescato una profonda trasformazione nel modo di creare e interagire con il mondo digitale. Lanciata nel novembre 2022, la piattaforma sviluppata da OpenAI consente di interfacciarsi in modo conversazionale con un algoritmo che comprende ed elabora qualsiasi richiesta dell’utente e genera risposte pressoché indistinguibili da quelle di un umano. Un esperimento condotto da AI21 Labs nel maggio 2023, che ha coinvolto 1,5 milioni di partecipanti in chat anonime, ha messo in luce la capacità di questi modelli di linguaggio. Nel test, gli utenti dovevano indovinare se stessero interagendo con un’altra persona o con un’IA: solo nel 60% dei casi sono riusciti a distinguere correttamente le conversazioni avute con i chatbot AI. I risultati di questo esperimento – che richiama il celebre “imitation game” ideato da Alan Turing negli anni ’50 – dimostrano quanto l’IA abbia raggiunto livelli di realismo senza precedenti. L’incapacità di riconoscere i contenuti generati dall’intelligenza umana da quelli creati dall’intelligenza artificiale è un segnale evidente del progresso tecnologico e del potenziale rivoluzionario dell’IA Generativa sul sistema economico globale, trasformando in modo significativo le modalità di lavoro e di interazione tra uomo e mondo digitale.
La particolare architettura e la grande mole di dati con cui questi modelli vengono addestrati consentono di eseguire in pochi minuti attività quotidiane che richiederebbero ore di lavoro manuale. Dalla traduzione di un documento alla generazione di un logo, dalla scrittura di una mail alla programmazione di un sito web, dalla creazione di una canzone all’itinerario della prossima vacanza: i modelli di IA Generativa dimostrano un potenziale economico senza precedenti grazie alla loro flessibilità e trasversalità, consentendo incrementi di produttività in quasi tutte le tipologie di attività, funzioni aziendali e settori economici.
AI Race: pronti, partenza, IA
A meno di due anni dal suo rilascio, ChatGPT ha raggiunto più di 200 milioni di utenti mensili, dimostrando l’impatto e utilità di queste nuove soluzioni generative per lavoratori e imprese. Il forte entusiasmo verso l’IA Generativa ha innescato l’inizio di una sfida serrata tra aziende tecnologiche, grandi e piccole, impegnate nello sviluppo di algoritmi e piattaforme in grado di conquistare una fetta di un mercato in rapida espansione.
L’IA Generativa non si limita alla sola generazione di testo: la creazione automatica di immagini, video e audio sta spingendo importanti investimenti in ricerca e infrastrutture. Nonostante un calo complessivo degli investimenti privati nell’IA nel 2023, i finanziamenti per l’IA Generativa sono aumentati notevolmente raggiungendo i 25,2 miliardi di dollari, un aumento di 8 volte rispetto all’anno precedente.
Grandi player del settore, come OpenAI, Anthropic, Hugging Face e Inflection, hanno ottenuto importanti round di finanziamenti. Una grande parte di questi stimoli è destinata alla costruzione e all’alimentazione energetica dei data center, fondamentali per l’apprendimento ed esecuzione dei modelli di IA. Un esempio di questa tendenza è il recente annuncio di Microsoft, che intende investire 4,3 miliardi di Euro per l’espansione della propria infrastruttura in Italia, sottolineando l’importanza strategica di promuovere lo sviluppo e l’adozione su larga scala delle tecnologie generative per mantenere la competitività del nostro Paese.
Ciò nonostante, l’Italia e l’Unione Europea non riescono ad inserirsi all’interno di questo nuovo mercato con le proprie aziende nazionali. Nel 2023, l’UE ha contribuito a sviluppare solo il 4% dei modelli di IA Generativa a livello globale, evidenziando un chiaro divario rispetto agli Stati Uniti, che guidano la rivoluzione con il 69% dei nuovi modelli sviluppati. L’ecosistema dell’IA Generativa in Italia si colloca nelle posizioni di retroguardia, piazzandosi in 20ª posizione per investimenti in startup e scaleup e contando solo due università tra le prime 70 a livello mondiale per corsi di studio di IA. Questi dati dimostrano che l’Italia e l’UE devono incrementare significativamente i loro sforzi se vogliono colmare il gap con le principali potenze mondiali. L’attuale ritmo di ricerca, sviluppo e investimento non è sufficiente a garantire una posizione competitiva e potrebbe compromettere la capacità del Paese di beneficiare appieno della rivoluzione dell’IA Generativa.
Dalla transizione digitale alla AI transformation
Sul fronte dell’adozione, i potenziali benefici in termini di produttività offerti dall’IA Generativa rendono indispensabile per le aziende compiere un ulteriore passo nell’evoluzione della digitalizzazione, spostando l’attenzione verso una vera e propria AI Transformation. Le imprese devono prepararsi all’implementazione di assistenti digitali basati su IA in grado di svolgere in maniera sempre più autonoma compiti specifici, ottimizzando l’efficienza operativa, migliorando modelli di business e generando maggiore valore aggiunto.
Questi sistemi non solo eseguiranno task in maniera più efficiente, ma saranno capaci di comunicare autonomamente i loro risultati a una rete di agenti intelligenti all’interno dell’azienda, creando un ecosistema collaborativo di IA. Questo approccio permetterà alle imprese di ottimizzare l’intero ciclo produttivo e decisionale. L’AI Transformation non è più un’opzione, ma una necessità per le aziende che vogliono diventare più flessibili, efficienti e competitive.
Gli impatti economici dell’IA Generativa in Italia
In questo contesto, le PMI italiane, insieme al Made in Italy, si configurano come i beneficiari principali di questa rivoluzione tecnologica. I modelli di impatto sviluppati da TEHA Group evidenziano come l’adozione di queste tecnologie possa avere un impatto significativo sull’economia italiana, sia in termini di valore aggiunto che di competitività internazionale. Le stime indicano che l’introduzione su vasta scala dell’Intelligenza Artificiale Generativa potrà generare un incremento fino a 312 miliardi di euro nel valore aggiunto annuo dell’economia italiana nei prossimi 15 anni, pari a una crescita fino al 18,2% del PIL. Nello specifico, le PMI potranno beneficiare fino a 122 miliardi di Euro di crescita del valore aggiunto, dimostrando come anche le realtà di dimensioni più contenute possano trarre importanti vantaggi da queste tecnologie.
Figura 1. I due scenari dell’impatto potenziale dell’IA Generativa in Italia entro il 2040.
Fonte: elaborazione TEHA Group su modelli proprietari, 2024.
Inoltre, l’adozione dell’Intelligenza Artificiale Generativa potrà avere effetti tangibili anche sull’export italiano, con un possibile aumento dei margini di profitto fino al 19,5%. Settori come la meccanica e il farmaceutico potranno beneficiare di incrementi dei margini fino a 20 miliardi di Euro e 13 miliardi di Euro rispettivamente. Questi numeri consolidano l’idea che l’IA Generativa non sia solo una tecnologia emergente, ma una leva strategica cruciale per il rafforzamento del sistema economico italiano nel contesto globale, con particolare rilevanza sulle PMI e sul Made in Italy.
Inoltre, le evidenze emerse dalla survey condotta nell’ambito della presente ricerca indicano che l’IA Generativa sta già entrando con decisione nel panorama aziendale italiano, con la totalità delle imprese che ha già adottato o intende adottare queste soluzioni nel breve-medio termine. Attraverso l’IA Generativa, le imprese italiane registrano già da oggi guadagni di produttività: superiori al 5% nel 47% dei casi e superiori all’1% nel 74% (pari a tutto l’aumento di produttività dell’Italia dell’ultimo ventennio). Questi dati confermano che l’IA Generativa è già una realtà in grado di ridefinire le operazioni aziendali e che il suo impatto sulla produttività sarà cruciale per il successo competitivo delle imprese in Italia.
Le competenze come asset strategico
Tuttavia, l’Italia è in ritardo in uno dei fattori chiave per la corsa all’Intelligenza Artificiale: le competenze. Paesi leader come gli Stati Uniti e la Germania mostrano una capacità molto più sviluppata nel formare e trattenere le risorse con competenze avanzate sull’Intelligenza Artificiale, mettendo in evidenza il ritardo italiano in questo settore strategico che registra valori inferiori alla media OCSE. Questo ritardo è percepito anche dagli imprenditori intervistati all’interno della survey della ricerca, il 63% dei quali considera il know-how sull’IA Generativa poco diffuso. Fattore determinante di questo ritardo di competenze è l’offerta limitata di corsi di studio per l’IA: l’Italia si posiziona settima in Europa per numero di corsi di studio sull’IA, mentre l’Europa stessa è in ritardo rispetto ad altre aree geografiche. L’UE offre complessivamente poco più di 1.000 corsi in IA, dato inferiore agli Stati Uniti, che contano oltre 2.000 programmi.
In aggiunta, il fenomeno della fuga di cervelli continua a rappresentare una sfida significativa, con l’Italia che perde talenti con competenze sull’IA a vantaggio di Paesi che offrono migliori opportunità professionali e condizioni di lavoro più attrattive. Al contrario dell’Italia, altri paesi, come Portogallo e Belgio, sono riusciti a colmare il gap di competenze IA attraendo talenti dall’estero. Questa tendenza non solo indebolisce la capacità del Paese di innovare, ma mette anche a rischio la sua competitività futura in un’era sempre più dominata dall’Intelligenza Artificiale.
Figura 2. Flussi migratori di talenti in ambito IA nei principali Paesi OCSE (talenti IA emigrati ogni 10,000 lavoratori), 2022.
Fonte: elaborazione TEHA Group su dati OECD, 2024.
I principali driver per la crescita
Per colmare questi divari e sfruttare appieno le opportunità offerte dall’IA, l’Italia deve intervenire su tre fronti principali: competenze, innovazione e governance.
Sul fronte delle competenze, è necessario lanciare un Piano Nazionale di Alfabetizzazione sull’IA che diffonda la conoscenza di base su questa tecnologia a tutti i livelli scolastici e incentivando piani formativi sull’IA per le aziende, attraverso forme di cooperazione tra associazioni sindacali e datoriali. In parallelo, occorre moltiplicare l’offerta formativa universitaria per sviluppare talenti e rafforzando la forza lavoro nazionale, favorendo anche l’attrazione di talenti digitali dall’estero.
Per quanto riguarda l’innovazione, l’Italia deve adottare una Strategia dell’IA per l’Industria 5.0 che incentivi l’adozione dell’IA Generativa anche e soprattutto nel comparto manifatturiero, mettendo a disposizione delle imprese i fondi specifici per accelerare i percorsi di adeguamento tecnologico. La creazione di IA factory nei distretti industriali può stimolare un ecosistema capace di promuovere la leadership italiana nell’IA Generativa, sfruttando strutture già esistenti come i Competence Center. Infine, è fondamentale potenziare le strutture di ricerca esistenti, con l’obiettivo di coordinare in modo efficace la ricerca, l’adozione e lo sviluppo industriale dell’IA.
Da ultimo ma non meno importante, l’Italia deve dotarsi di un modello di Governance che attribuisca una maggiore centralità alle istituzioni esistenti deputate al coordinamento e allo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale, attribuendogli un ruolo strategico nella programmazione economica e industriale di medio-lungo periodo.
Con un intervento coordinato e lungimirante, l’Italia può non solo colmare i ritardi accumulati, ma anche emergere come leader in un panorama tecnologico in rapida evoluzione. Il futuro competitivo dell’Italia dipenderà dalla capacità di agire con decisione e visione strategica, integrando in modo sostenibile e innovativo le opportunità offerte dall’Intelligenza Artificiale nel sistema economico nazionale.