Dalla quarta edizione della Relazione Annuale del Ministro al Parlamento sullo Startup Act italiano presentata dal Direttore generale per la politica industriale (Mise) Stefano Firpo, emerge che:
- le startup innovative registrate sono ormai più di 8mila, oltre il doppio rispetto alla popolazione rilevata due anni fa (e le PMI innovative sono quasi triplicate nell’ultimo anno);
- il valore della produzione cumulativamente espresso da startup e PMI innovative ha superato nel 2016 i due miliardi di euro;
- le imprese iscritte come startup innovative nel 2015 hanno in media raddoppiato il loro fatturato nel 2016;
- quelle iscritte nel 2013 e nel 2014 lo hanno addirittura triplicato;
- 27 scale-up – ex startup innovative che hanno superato la soglia dei cinque milioni di fatturato annuo – hanno espresso nel 2016 un valore aggregato della produzione di 230 milioni di euro;
- grazie all’intervento semplificato del Fondo Centrale di Garanzia le startup innovative hanno ricevuto in quattro anni oltre mezzo miliardo di euro di credito bancario, la metà di tale ammontare solo negli ultimi 12 mesi;
- la metà delle campagne di equity crowdfunding ad oggi avviate in Italia sono state lanciate nel solo 2017, per una raccolta complessiva di investimenti che supera di tre volte il dato registrato solo un anno e mezzo fa;
- il programma Italia Startup Visa, che dal 2014 ha semplificato la procedura di concessione dei visti d’ingresso per cittadini non UE che intendono avviare una startup in Italia, ha fatto registrare oltre 250 candidature da 34 Paesi, la metà delle quali giunte nel 2017.
Le analisi dei dati su startup
Cosa leggiamo in questi dati? Le startup aumentano, crescono, riescono a ottenere investimenti dal sistema bancario e dalla nuova finanza come crowdfunding. Certo, ancora nulla se paragonato al resto d’Europa.
Il secondo aspetto significativo è quello legato al trasferimento dell’innovazione creata sul territorio – c’è una startup innovativa in ogni provincia, e in oltre 1.500 comuni italiani – alle imprese, ancora troppo diffidenti di fronte alla parola startup. Come? Attraverso una rete nazionale di centri di eccellenza per il trasferimento tecnologico e grazie a persone formate e competenti, in grado di riconoscere e mettere a fattor comune l’innovazione, creando valore, portata da imprese all’apparenza ancora troppo giovani, ma in grado di aiutare le PMI a tornare a essere competitive. Il Piano 4.0 sta già andando in questa direzione.
Oltre all’obiettivo dichiarato di favorire l’accesso alle fonti finanziarie delle PMI mediante la concessione di una garanzia pubblica nel 2017 il rifinanziamento del Fondo di Garanzia per circa 1 miliardo di euro ha garantito finanziamenti alle PMI per 17,5 miliardi di euro. Facendo arrivare le risorse. E lavorerà per incentivare i competence center. Ai quali nel piano industria 4.0 è attribuito un ruolo strategico per promuovere e sostenere la ricerca applicata, il trasferimento tecnologico e la formazione sulle tecnologie avanzate. Mettendo in rete università, centri di ricerca di eccellenza e aziende private sotto la forma del partenariato pubblico-privato. Abbiamo già esempi virtuosi come il distretto della meccatronica tra Modena e Reggio. Fondamentale infatti è anche la posizione: questi punti di contaminazione devono essere facilmente raggiungibili, sul modello di quanto fatto a Parigi o Lione.
La strada intrapresa è quella giusta. E auspichiamo che questo new deal tra istituzioni e imprese inaugurato nelle ultime legislature possa aiutare il Paese a lasciarsi finalmente alle spalle la crisi.
Il censimento e la fotografia del settore sono fondamentali per costruire una normativa adeguata a sostegno. E per coninuare un percorso di crescita. Per questo per concludere segnaliamo due iniziative che vanno in questa direzione. La Survey Starsup sull’equity Crowdfunding: in un’ottica di continua attenzione alle esigenze della innovation community StarsUp, in collaborazione con il gruppo di ricerca Fintech del Dipartimento di Economia e Management dell’Università di Trento, ha avviato una ricerca avente ad oggetto l’equity crowdfunding ed in particolare le motivazioni alla base della scelta di investire in campagne di equity crowdfunding, analizzando anche eventuali remunerazioni ottenute tramite tale forma di investimento e la ormai annuale raccolta dei dati relativamente alle operazioni effettuate da business angel nell’anno appena trascorso (2017), con riferimento, in ogni caso, all’attività di disinvestimento e deal origination. La tradizionale Survey IBAN (quest’anno giunta alla sua 15ª edizione), svolta con la consueta supervisione del Prof. Vincenzo Capizzi della SDA Bocconi, è tra gli strumenti migliori che la nostra associazione ha a disposizione in un’ottica di diffusione del fenomeno del business angels investing nel nostro Paese ma anche in Europa per il tramite della federazione europea Business Angels Europe – BAE. L’indagine on-line con il questionario su Survey IBAN Investimenti2017 si concluderà il 21 aprile 2018. Anche quest’anno abbiamo deciso di coinvolgere imprese e startup nella compilazione del questionario per verificare se sono state oggetto di un investimento e/o disinvestimento da parte di Business Angel nel corso del 2017 e a tal proposito è stato predisposto un questionario apposito, Survey IBAN Investimenti2017-Startup