Il capitolo competenze del piano Industria 4.0 prevede Competence center e digital Innovation hub. Le associazioni territoriali di Confindustria stanno ragionando sui digital innovation hub, che possono essere adeguatamente distribuiti sul territorio, con l’obiettivo di assistere le aziende su due temi principalmente: la digitalizzazione, indicando il percorso da intraprendere, e i contributi del governo, fornendo quindi supporto in materia di iperammortamento, superammortamento, credito d’imposta, le altre misure fiscali previste dal Piano. Quest’ultima è un’attività importante perché l’impresa per fare un investimento deve essere messa al riparo da eventuali contestazioni. In Italia di digital Innovation Hub ne sono già stata annunciati diversi: Torino, Brescia, Belluno, Macerata viene presentato la settimana prossima.
Vorrei sottolineare un aspetto: tutti iniziano a parlarne, ma questi digital innovation hub poi in realtà partiranno quando inizieranno a dare i servizi alle imprese. In Assolombarda lavoriamo da un anno sui contenuti, e quando apriremo (saremo pronti per marzo-aprile, dunque entro un paio di mesi), forniremo subito i servizi agli associati. Punteremo in primo luogo sull’awareness, per aiutare l’azienda ad avere una visione del proprio futuro nel mondo digitale, e a definire il relativo percorso.
Il Digital Innovation Hub di Assolombarda ha come mission la creazione di consapevolezza nelle aziende delle evoluzioni digitali in atto e delle opportunità ad esse legate. Offrirà competenze e network per indirizzare le aziende verso il servizio più adatto alle loro esigenze. I servizi saranno declinati per ambiti tecnologici e settori di mercato, sulla base del concetto che ogni industria ha le sue peculiarità: ad esempio alimentare, automotive, energia hanno tagli diversi. Assolombarda ha un vicepresidente con delega allo Sviluppo del Manifatturiero e un ufficio dedicato a Industria e Innovazione con un grosso focus su Industria 4.0. Il team è formato da persone che sono tra l’altro anche andate in Germania a toccare con mano le applicazioni e a confrontarsi con i principali player industriali e della ricerca protagonisti del piano tedesco Industrie 4.0. Per produrre una base di conoscenza e sostenere il posizionamento di Assolombarda sul tema abbiamo organizzato tavoli di lavoro per tipologia di imprese, per costruire un modello italiano che sia adatto alle esigenze del mercato italiano. Sulla base dell’ascolto di tutti questi tavoli, abbiamo prodotto il white paper Industria 4.0 presentato nello scorso mese di novembre. Da lì siamo partiti per creare organismo e contenuti del digital innovation hub.
E’ importante il rapporto con i competence center e con il mondo della università e della ricerca, così come il capitolo formazione: in ottica Industria 4.0 si dovranno formare nuove competenze, o prevedere l’aggiornamento professionale delle persone che già lavorano. Per quanto riguarda i giovani, ritengo molto importante il ruolo non solo delle università, ma anche degli istituti tecnici. In Assolombarda lavoriamo molto sull’alternanza scuola lavoro. Sottolineo a questo proposito che il Digital Innovation Hub di Belluno, presentato la settimana scorsa, ha base in un istituto tecnico. In generale, sono ottimista, il piano ha già avuto il grosso merito di sensibilizzare le imprese. Devono capire che o ce la fanno, o sono fuori. Noi in Assolombarda siamo molto scrupolosi nel verificare i numeri sul nostro territorio. In occasione di ogni consiglio generale facciamo il confronto fra Lombardia e principali distretti industriali europei (Baden-Württemberg, Baviera, Auvergne-Rhône-Alpes, Catalogna): in termini di pil, esportazione, produzione, siamo molto competitivi. Ma rispetto ai tedeschi siamo molto carenti per numero di brevetti. E questo è un dato interessante da legare al tema dell’innovazione, perché vuol dire che i tedeschi sono più attenti di noi a certificare le cose che fanno, mentre noi le facciamo ma non le brevettiamo. Come non siamo bravi ad andare a prendere i finanziamenti in Europa, per cui fra i soldi che versiamo e quelli che prendiamo c’è un gap di diversi miliardi.