La rivoluzione digitale impone alle imprese una profonda trasformazione nella tecnologia, nell’organizzazione, nel modello di business, nel rapporto con il mercato. Ne sono coscienti molte, anche se ancora troppo poche, aziende private, soprattutto di alcuni settori più esposti alla concorrenza internazionale, che hanno cominciato a gestire queste novità. Il messaggio appare ormai aver fatto breccia anche nella pubblica amministrazione, normalmente meno pronta ad introdurre nuovi modelli organizzativi. In questo caso, digitale e 4.0, la trasformazione sarà un passaggio inevitabile per tutti. L’unica variabile, da cui però dipende il successo complessivo per il sistema Paese, sarà il tempo, la rapidità con cui si realizzerà il cambiamento. Per avere successo, e cioè essere veloce, il processo di trasformazione digitale deve essere chiaramente percepito come win-win, capace cioè di creare per le amministrazioni e per le imprese più opportunità che svantaggi.
Anche il sistema camerale ha questa sfida d’avanti, ed essendo una amministrazione di front-end nel rapporto con le imprese è esposto ai venti di entrambi i versanti. Per di più, oltre a ciò, esso sta gestendo, come effetto della recente riforma, una profonda trasformazione, indirizzandola lungo tre linee, che credo di qualche utilità riepilogare.
Gli output. Anzitutto il sistema delle camere di commercio sta implementando un vasto programma volto a favorire la rivoluzione digitale per aiutare le imprese a confrontarsi con l’economia 4.0. In tutta Italia si stanno attivando i Punti Impresa Digitale (PID), una rete composta da 77 desk che punta ad offrire alle PMI servizi di formazione, informazione, orientamento ed assistenza sul tema del digitale. Questo progetto si colloca nell’ambito del Network Nazionale Industria 4.0, presentato dal Ministro Calenda, e in questo pienamente integrato.
I PID saranno il primo livello di contatto con le imprese soprattutto quelle più piccole per aiutarle a comprendere le potenzialità e acquisire le competenze necessarie per il passaggio al digitale. Tali finalità saranno realizzate attraverso i seguenti servizi:
- informazione sulle tecnologie 4.0, sulle loro applicazioni pratiche, sui benefici che le imprese potranno ottenere e sugli incentivi previsti dal Piano Impresa 4.0 del Governo;
- valutazione della maturità digitale delle imprese, il primo indispensabile passo per individuare le aree d’intervento prioritarie e valutare le migliori soluzioni applicabili;
- sostegno economico “tangibile” per fruire dei servizi di consulenza e formazione finalizzati a favorire l’adozione delle tecnologie 4.0. Il 40% delle risorse finanziare del progetto è destinato a coprire la realizzazione di questi interventi attraverso voucher che le imprese potranno spendere presso strutture specializzate previste dal programma Industria 4.0;
- prima assistenza e orientamento verso le strutture più specialistiche presenti sul territorio, come i DIH – Digital Innovation Hub, gli EDI – Ecosistemi Digitali d’Impresa, i Competence Center.
Saranno le Camere a contattare “porta a porta” le imprese, a proporre la partecipazione ai vari momenti e servizi proposti dal network, ad accompagnare le pmi nell’accesso alla digital trasformation, a presentare le modalità con cui finanziare i relativi investimenti. E questo sarà possibile anche attraverso figure professionali, i digital promoter, in grado di rendere la tecnologia a portata di tutti.
Il modello di servizio. Altra novità riguarda il cambio radicale dell’approccio con gli utenti che le Camere stanno operando, in primo luogo trasformando in App i servizi attuali per renderli più fruibili e sempre più a portata di “click”. Cioè divenendo esse stesse “Camere digitali”. Chi ha bisogno di un’informazione aggiornata su un’impresa, la vuole subito, dovunque si trovi, qualsiasi sia il device utilizzato. In questa direzione va ad esempio il “cassetto digitale” che il sistema camerale ha presentato qualche giorno fa, un servizio che permette a ogni imprenditore di accedere in qualsiasi momento, da smartphone o tablet, alle informazioni e ai documenti ufficiali della propria impresa. Ciò è inevitabile se si deve dialogare con le generazioni dei giovani imprenditori (1/10 delle imprese italiane è gestito da operatori di meno di 35 anni) per i quali l’ambiente operativo normale è quello che combina fisico e virtuale.
Le human resources. La chiave del successo di questa trasformazione che il sistema delle camere di commercio sta portando avanti è soprattutto nella natura delle relazioni con l’utente. E ciò comporta necessariamente un cambiamento culturale, oltre che tecnologico, rilevante all’interno del sistema camerale. Per far questo il sistema camerale ha puntato sulla valorizzazione del capitale umano, la principale risorsa di cui dispone, con un vasto programma di formazione che coinvolge circa 2.500 dipendenti e che in un triennio coprirà pressoché la totalità del personale. Un’operazione con pochi precedenti di tali dimensioni nel panorama della P.A., in grado di dare vita ad una vera e propria digital community, orientata alle necessità dell’utente.
In sintesi: fare cose diverse, con modalità diverse, ma soprattutto con collaboratori diversi e più qualificati. È quest’ultima, quella delle risorse umane, in particolare una chiave per il successo? Credo proprio di sì. Il resto, tecnologie, servizi sono più facilmente recuperabili. Ma realmente strategico per fare cose diverse in modo diverso, e farle con successo, è il campo del fattore umano.