In questa prima fase, per cogliere la sfida della quarta rivoluzione industriale, molte imprese si sono incamminate lungo la strada della digitalizzazione concentrando i propri sforzi prioritariamente sull’adozione delle tecnologie abilitanti. Ma ora sono maturi i tempi per dare avvio, collateralmente, a una sorta di “fase 2” che (ri)metta al centro le persone. Perché è necessario disporre di personale qualificato per sapere cogliere appieno i vantaggi della digital transformation, che non è certo solo tecnologica. E’ un modo di essere e di pensare.
Formazione, motore della digital transformation
Oggi, dunque, serve lavorare sulle competenze. E per questo è cruciale puntare sulla formazione che costituisce un tassello importante di questa rivoluzione in atto. Parlo di una formazione continua, perché continue e rapide sono le evoluzioni tecnologiche a cui le imprese, e non solo, vanno incontro. La conoscenza, quindi, possiamo dire sia la vera “killer application” per competere sui mercati globali da protagonisti e non da semplici follower.
Sono ancora pochi gli imprenditori che hanno già fatto proprio questo concetto, avviando processi di qualificazione e riqualificazione del personale impiegato.
Solo 1 impresa su 10 ha già realizzato corsi di formazione sul 4.0. Un’attività formativa che ha coinvolto in questo stadio soprattutto i vertici aziendali, tra dirigenti (42%) e responsabili di processo (38%), ma anche, pur se in misura minore, gli operai (20%). Ce lo confermano i risultati dell’assessment sulla maturità digitale svolto online da quasi 14mila imprese attraverso i Punti impresa digitale (PID) – la rete, fisica e virtuale, che abbiamo creato per favorire la transizione del nostro sistema imprenditoriale verso la quarta rivoluzione. E nei prossimi 12 mesi altre 3.500 realtà imprenditoriali hanno in programma di realizzare in merito percorsi formativi.
Ma ancora 3 imprese su 5 non hanno valutato questa possibilità. Ed è un vero peccato! Perché sono proprio le imprese che hanno già avviato un processo di formazione del proprio personale interno a mostrare livelli più elevati di maturità digitale.
Competenze, best practice Unioncamere
Le Camere di commercio sono in prima linea per aiutare le imprese a fare un salto di qualità verso la digitalizzazione. E per questo loro stesse hanno avviato già tre anni fa un “progetto di potenziamento delle competenze digitali per il lavoro” rivolto al personale camerale impegnato nelle attività di e-government e di innovazione digitale delle imprese. Un percorso appositamente studiato per elevare la loro capacità di pianificazione, sviluppo ed erogazione di questi servizi alle aziende. All’interno di questo percorso formativo è stata prevista un’apposita sessione online completamente dedicata al potenziamento e alla certificazione delle competenze digitali articolata in 10 moduli: dal project management alla trasformazione digitale, dall’open data alla sicurezza dei dati.
Abbiamo già formato complessivamente oltre 330 persone nelle tre diverse edizioni che si sono susseguite, erogando più di 80 ore di autoformazione attraverso la nostra piattaforma digitale. Un percorso che è culminato per 266 lavoratori camerali con la certificazione delle competenze rilasciata da un autorevole ente terzo, l’AICA, con la denominazione “e4job”, riconosciuta da Accredia.
Si tratta dunque di un programma importante che ha ottenuto tra l’altro il patrocinio dell’Agenzia per l’Italia digitale (AgID). Uno sforzo che è stato apprezzato anche a livello europeo, dove il nostro progetto formativo è stato riconosciuto una best practice per incrementare le competenze digitali in Europa dalla Commissione europea alla Digital Assembly di Sofia.
Se digitale fa rima con sostenibilità
Abbiamo migliorato la capacità digitale del personale camerale per metterlo nella condizione di aiutare in modo sempre più efficace il passaggio delle imprese al 4.0. E ora dopo aver lavorato sul proprio capitale umano, il sistema camerale è pronto a fare ancora un altro passo avanti.
Stiamo infatti mettendo a punto un nuovo strumento rivolto, questa volta, ai dipendenti delle imprese per consentire loro di auto-valutare le proprie conoscenze e capacità non solo in ambito di digitalizzazione ma, anche, di sostenibilità. Perché è importante imparare a coniugare le tecnologie digitali con il tema della sostenibilità dove emergono ampi spazi di mercato per le imprese.
Basti pensare che un terzo delle future assunzioni previste dagli imprenditori nei prossimi 5 anni riguarderanno proprio il green e il digitale. Ma già ora non è facile trovare figure professionali con le competenze adeguate. E’ perciò importante anche per i lavoratori scoprire i propri punti di forza sui cui fare leva e le aree di miglioramento sui cui potenzialmente investire.
Stiamo perciò sviluppando questo modello di autovalutazione facendo tesoro proprio di quell’esperienza di successo del programma di self-assessment che abbiamo già ampiamente testato con le imprese. E che ha dimostrato di sapere funzionare bene. Tanto che i Punti impresa digitale sono stati certificati tra le 40 best practice a livello europeo della PA, dall’Istituto europeo della Pubblica amministrazione (EIPA) nell’ambito del premio dell’EPSA (European Public Sector Award).
Questo sforzo per la digitalizzazione che le Camere di commercio stanno facendo è stato riconosciuto anche dal Governo con la recente approvazione del nuovo Piano triennale dei Pid da parte del Ministero dello Sviluppo Economico. E le competenze sono uno dei punti cardine di questo piano. Perché il passaggio aziendale al 4.0 sarà possibile solo se ci saranno persone veramente capaci di sapere gestire le tecnologie e anticiparne le evoluzioni. Le Camere di commercio sono pronte a fare la loro parte e ad investire altri 100 milioni per assistere la trasformazione digitale delle Pmi.