Alla fine la logica ha avuto il sopravvento e il Parlamento ha approvato la proroga al credito di imposta sulla formazione (nella conversione della legge di bilancio) colmando una delle lacune più clamorose sulla prosecuzione del Piano Industria 4.0.
Tale vicenda conferma la sensazione che sui temi dell’innovazione si stia procedendo senza una chiara strategia e in assenza di un confronto con le parti interessate: dall’impresa ai sindacati fino al settore della ricerca.
Nonostante quindi l’assenza di un chiaro quadro di riferimento sulle intenzioni del governo di proseguire nel medio termine l’impegno sul programma industria 4.0 e in attesa della ripresa delle attività della cabina di regia possiamo registrare con soddisfazione che la manovra di bilancio ha confermato i principali strumenti di sostegno alla digitalizzazione del sistema industriale: proroga, seppure depotenziato del Superammortamento e del credito d’imposta alla formazione.
Per completare il quadro occorrerebbe intervenire anche sugli incentivi per i servizi in cloud superando un limite evidente dell’attuale aspetto di incentivazione. Su questo tema strategico per affiancare gli investimenti in macchinari 4.0 con l’acquisto di servizi in cloud a partire da quelli sulla cyber security