i punti

Industria 4.0, Var Group: “Il Governo faccia così nel 2019: quattro misure necessarie”

Il piano Industria 4.0 è stato estremamente positivo, ma ancora molta strada resta da fare per completare la digitalizzazione del parco imprese italiano. Fermo restando che non esiste un progetto disruptive, serve piuttosto puntare su ecosistemi e formazione e una volontà politica che supporti il cambiamento. Vediamo come

Pubblicato il 28 Dic 2018

Fabio Marchetti

Coordinatore e Responsabile sviluppo del business di Digital Industries di Var Group

Digital-Transformation-hype

Una parte delle imprese industriali italiane non ha ancora ben compreso che la digitalizzazione non è una moda ma può essere considerato un “mega trend” ovvero un cambiamento che accade a prescindere dalla nostra volontà.

In questo contesto chi non si allineerà rischia fortemente di essere fuori dal business e di perdere competitività o di essere superato da modelli di business più evoluti, che richiedono logiche di approccio molto diverse da quelle tradizionali. Parliamo di piattaforme cloud, di ecosistemi e formazione. Ma oltre alla cultura delle aziende, serve anche la volontà politica di supportare e valorizzare il percorso di trasformazioni.

Ma partiamo dallo stato dell’arte della trasformazione digitale in Italia.

Industria 4.0 e digital transformation

Solo il 47% delle grandi imprese e il 35% delle PMI ha già effettuato dei progetti nella direzione della trasformazione digitale (indagine MISE luglio 2018), mentre guardando al volume complessivo delle imprese italiane la percentuale si riduce all’ 8%. Un’analisi fatta dall’Osservatorio Industria 4.0 del Politecnico di Milano evidenzia che solo l’8% delle aziende ancora non conosce i temi di Industria 4.0 e quindi della digital transformation industriale.

In questo contesto complessivo – anche sulla base delle valutazioni di Var Group derivanti dalla conoscenza diretta di circa 7000 aziende nostre clienti principalmente nel comparto delle medie e piccole aziende del Made in Italy – possiamo affermare che il piano Industria 4.0 è stato sicuramente un piano estremamente positivo tanto da poterlo considerare una vera e propria politica industriale. È importantissimo, però, sottolineare che siamo solo all’inizio di un percorso che deve essere perseguito ed esteso a tutto il comparto industriale.

Le tecnologie per la trasformazione digitale

Una ulteriore considerazione riguarda le tecnologie che rendono possibile la trasformazione digitale delle imprese industriali.

Molte volte ci sentiamo dire che da anni si parla della connettività con le macchine, dell’integrazione totale tra i sistemi di gestione del business e quelli di gestione delle operations, della gestione dei dati e dell’uso dell’AI per capire i trend futuri, ma alla fine non si è fatto molto. A questo, oggi, possiamo rispondere che con un approccio basato sull’uso delle nuove tecnologie e soprattutto sull’uso delle piattaforme in cloud si creano i presupposti effettivi per ottenere dei risultati in tempi molto rapidi. Un altro fattore positivo che deriva da questo approccio è un’accessibilità estesa, che può essere sfruttata anche dalle piccole medie aziende. Piccole medie aziende che sono il patrimonio industriale del nostro Made in Italy.

È un fenomeno che ci piace chiamare “democratizzazione della tecnologia” e che rende possibile anche alle PMI l’utilizzo di tecnologie avanzate in particolar modo nel mondo delle advanced analytics.

La logica di ecosistema

La terza considerazione è sulla modalità di approccio all’Industria 4.0.

La digital transformation industriale non è l’adozione di una tecnologia specifica ma di un insieme complesso di tecnologie abbastanza differenziate, un mix di soluzioni frutto di scelte di persone che devono avere le giuste competenze per poterne identificare in modo corretto l’adozione e successivamente il corretto utilizzo, in considerazione degli impatti sui criteri organizzativi dell’azienda e sul modello di business.

La digitalizzazione delle imprese non si fa in modo “disruptive” con un singolo progetto ma deve essere affrontata con un piano di azione definito che implementi per passi le principali tematiche proposte dai nuovi paradigmi. In questo contesto prende una valenza estremamente significativa la logica di ecosistema dove attraverso le sinergie operative di diverse strutture si crea la giusta complementarietà per supportare le aziende di qualsiasi dimensione nel percorso.

In questa direzione, in Var Group abbiamo costruito un ecosistema denominato Digital Industries che attraverso le competenze che derivano sia dalle strutture appartenenti al gruppo ma anche dai vendors, dalle Università, dalle start-up e da altri operatori professionali, riesce a supportare in modo esteso il percorso della digital transformation delle imprese industriali creando delle partnership di lungo periodo.

La formazione

L’ultima considerazione riguarda la formazione.

Riteniamo che una delle azioni su cui si debba insistere in modo consistente è la costruzione di competenze diffuse delle tecnologie digitali e del loro utilizzo anche in ambito industriale. Dal nostro punto di vista, anche guardando a come è strutturato il nostro tessuto industriale, oltre a sviluppare le competenze 4.0 occorre che le stesse siano poi ulteriormente declinate nelle logiche dei distretti o delle filiere che sono la base del nostro Made in Italy. Questo permetterebbe di strutturare dei modelli di riferimento da utilizzare per impostare e rendere semplice il percorso di trasformazione digitale di aziende che alla fine hanno scopi e mercati molto simili tra loro.

Quattro misure per il futuro di Industria 4.0

Per concludere, facendo sintesi di quanto sopra, auspichiamo che il decisore politico possa:

  • proseguire con il piano industria 4.0 creando delle actions che possano fare capire maggiormente quali siano i rischi per le aziende che non si evolvono;
  • supportare il percorso con la conferma degli incentivi allargando la copertura al software e ai servizi erogati as a service quale elemento di abilitazione all’uso di tecnologie avanzate per le piccole medie imprese;
  • valorizzare gli ecosistemi che creano proposte integrate per accompagnare le imprese nei percorsi di trasformazione digitale;
  • non abbandonare il percorso dedicato alla formazione delle competenze costruendo intorno a questo concetto delle logiche di distretto/filiera magari facendo perno sulle aziende leader in quell’area specifica.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
Analisi
Video
Iniziative
Social
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati