Una visione di Industria 4.0 unicamente orientata alla tecnologia rischia di acuire il gap tecnologico (Digital Divide) tra settori high- e low-tech, tra vecchie e nuove generazioni e tra aziende grandi con notevoli capacità di investimento ed aziende piccole che non si possono permettere in questo periodo grandi e costose rivoluzioni.
L’Osservatorio Industria 4.0 del Politecnico di Milano nel suo rapporto 2016 infatti osserva che la penetrazione di Industria 4.0 anche solo come concetto e modello è assolutamente insufficiente, con il 34% delle aziende intervistate che non ne hanno mai sentito parlare (“so di non sapere”), un altro 31% che ha solo letto qualcosa e meno del 20% che ne hanno veramente fatto pratica. Ma Industria 4.0 non e’ solo una rivoluzione tecnologica, è anche, e soprattutto, una rivoluzione del business ed un nuovo modo di approcciare in mercato.
In effetti, nato in Germania nel 2011 come mera adozione nella fabbrica dei CPS ed abilitatore della Internet delle Cose e della Internet dei Servizi (Internet der Dinge, Internet der Dienste), il paradigma Industria 4.0 si è evoluto nel tempo, diventando il leit motif dell’Innovazione Digitale nel manifatturiero. Durante il World Manufacturing Forum di Barcellona 2016, Roland Berger ha presentato le sette caratteristiche fondamentali di Industria 4.0, abbracciando in essa la mass customisation, le reti di micro impianti produttivi, i workplace adattativi, le produzioni agili make-to-order, le organizzazioni flessibili della forza lavoro e la transizione da modelli di business prodotto-centrici a modelli di business basati sull’uso e sul servizio. Le tecnologie abilitanti sono sì fondamentali per l’abilitazione di Industria 4.0, ma non sono la forza trainante, che deve essere una chiara visione di innovazione del business e dell’organizzazione di impresa.
A livello europeo, nella Comunicazione della Commissione Europea al Parlamento Europeo del 19 aprile scorso “Digitising EU Industry: reaping the full benefits of the Digital Single Market” si suggerisce un approccio evolutivo a Industria 4.0 che passi per prodotti intelligenti (digital inside), processi digitali (factory automation) e nuovi modelli di business, abilitati dalle nuove tecnologie digitali, come l’Economia dei Servizi, l’Economia della Condivisione e la Economia Circolare. Quindi anche a livello dei programmi di ricerca ed innovazione europei, spesso accusati di essere troppo guidati dalla tecnologia ed avere poca sensibilità di mercato (la “Valley of Death” tra ricerca e mercato), ultimamente si è fatta strada la necessità di farsi guidare dal business e di ascoltare con estrema attenzione il mercato anche nelle attività più tecniche di sviluppo e produzione.
Diverse iniziative sono in corso per misurare la maturità dell’azienda rispetto ai parametri Industria 4.0 ed a suggerire percorsi di migrazione verso le nuove tecnologie digitali. Ma come far evolvere il proprio business verso modelli orientati al servizio, pur mantenendo la centralità dei processi di sviluppo e fabbricazione del prodotto? Come evitare il rischio di concentrarsi esclusivamente sul servizio, che normalmente richiede investimenti minori e consente ritorni nel breve periodo, e di lasciare il prodotto in mano a Paesi a minor costo di manodopera? In sintesi, come conciliare modelli di business e di innovazione così diversi come quelli propri dell’industria manifatturiera e dell’industria ICT in un nuovo concetto di Prodotto-Servizio? Il giorno 25 novembre, il Ministero tedesco per l’Economia e l’Energia ha organizzato infatti il primo convegno nazionale “Smart Service Welt” fase II, dando impulso alla visione business e orientata al servizio di Industrie 4.0.
Nel progetto europeo PSYMBIOSYS (Product-Service sYMBIOtic SYStems), appartenente a Horizon 2020 Fabbrica del Futuro, il Manufacturing Group del Politecnico di Milano sta studiando come conciliare la visione tecnologica di Industria 4.0 con la visione business propria dell’Economia dei Servizi in una piattaforma multi-disciplinare di supporto al Prodotto-Servizio particolarmente orientata alle Piccole Medie Imprese industriali.
Il progetto nasce da una visione che prevede la nascita di nuovi ecosistemi di business non solo collaborativi, ma partecipativi e simbiotici tra il mondo del prodotto ed il mondo dei servizi. Le prossime sfide che questo nuovo paradigma di collaborazione simbiotica tra innovazione di impresa e mondo della ricerca si troverà ad affrontare sono vaste e di grande respiro, abbracciando tutti i settori industriali e le gran parte dei loro processi più critici, ma possono essere riassunte (figura 1) dalle cinque priorità elencate di seguito:
· Prodotto-Servizio: la necessità di strutturare ed ingegnerizzare i processi di interazione tra ciclo di vita del prodotto e ciclo di vita del servizio sia a livello impresa singola, sia a livello ecosistema di business;
· Progettazione-Realizzazione: la necessità in fase di progettazione di una nuova soluzione di sviluppare strumenti di supporto decisionale che estraggano la conoscenza dalle esperienze passate e dal ciclo di vita di precedenti esperienze di prodotto-servizio;
· Conoscenza-Sentimento: la necessità in un mondo digitale dominato dalle reti sociali di creare nuovi canali di comunicazione tra pubblico e impresa, tra consumatori ed ingegneri in un’ottica partecipativa di co-creazione di nuovi prodotti-servizi;
· Reale-Digitale: la necessità per il mondo dell’informatica di abbattere i silos concettuali e tecnologici tra Internet delle Cose ed Internet dei Servizi dove prodotto fisico e servizio digitale possano integrarsi in soluzioni e sistemi cyber-physical;
· Business-Innovazione: la necessità di studiare bene all’interno dell’azienda la compatibilità e complementarietà di una nuova economia dei servizi (innovazione) con il business e l’organizzazione correnti, cercando di evitare frizioni, competizioni ed al limite lanciando start-ups per il nuovo business;
Figura 1: Le nuove sfide per l’impresa nell’economia dei servizi (www.psymbiosys.eu per dettagli)
Alla base del progetto PSYMBIOSYS c’è un nuovo concetto di sistema prodotto-servizio (PSS) come elemento abilitante un’innovazione sia tecnologica sia di business, che si può sintetizzare nella figura 2 seguente. Riguardo all’Innovazione Tecnologica caratteristica dei PSS, sono state identificate tre direzioni di azione: quella dei CPS, dove il prodotto grazie al software progressivamente diventa più intelligente sino a diventare una piattaforma di servizi (es. lo smartphone o la vettura autonoma); quella dei modelli e della simulazione che consentono di generare e di valutare (User Experience) combinazioni innovative di prodotto-servizio prima di realizzarle nel mondo reale; quella dei sistemi informativi, ed in particolare dei sistemi di PLM, che devono ancora recepire appieno le dinamiche, le tempistiche ed i diversi modelli di sviluppo ed innovazione delle diverse combinazioni di prodotto-servizio.
Nel campo dell’Innovazione di Business, la prima dimensione concerne la necessità di modelli di innovazione collaborativi e partecipativi (ecosistemi e LivingLabs); la seconda dimensione attiene alla ri-organizzazione dei processi e delle competenze necessarie per inserire il Servizio nel disegno dei nuovi Prodotti; la terza indirizza l’industria manifatturiera europea a non abbandonare il prodotto al momento della vendita, ma a seguirlo in tutto il suo ciclo di vita, abilitando modelli di business nuovi come la Economia della Condivisione e estendendo le proprie attività sino al fine vita di prodotto ed alla Economia Circolare.
La piattaforma PSYMBIOSYS, in corso di prima valutazione in quattro casi d’uso nelle industrie tessile, aeronautica, arredamento ed utensileria, racchiude metodi, strumenti, processi e piattaforme ICT per indirizzare l’industria manifatturiera, ed in particolare le Piccole e Medie Imprese, a sviluppare e realizzare combinazioni innovative di prodotto-servizio sia a livello di sistema fisico, sia a livello di sistema di business. L’obiettivo finale del progetto, che si concluderà nella primavera del 2018, sarà quello di creare, con la collaborazione di altri cinque progetti europei dello stesso cluster, una rete europea di centri di eccellenza ed acceleratori di business per la Innovazione di Prodotto-Servizio, il cosiddetto Product-Service Innovation Hub (PSIH).