La neutralità climatica e la leadership digitale sono tra le priorità dell’Europa. Sebbene il tasso di adozione della digitalizzazione nelle PMI proceda a ritmi modesti, gli investimenti in R&S siano poco sviluppati e non standardizzati, le aziende più performanti nei settori scientifici e tecnologici sono già proiettate verso gli scenari e i vantaggi prospettati dall’Industria 5.0 e dalle sue tecnologie abilitanti chiave[1]: parliamo di ospedali intelligenti con funzionalità in tempo reale, di industrie manifatturiere concentrate sull’iterazione uomo-macchina, sull’utilizzo di piattaforme in cloud che controllano i servizi di produzione e vengono utilizzate in modo ottimizzato in termini di costi, sull’implementazione di processi che riutilizzano e riciclano le risorse riducendo gli sprechi e aumentando l’impatto positivo per l’ambiente. Vediamo alcuni casi aziendali di interesse in questo ambito.
No digitale, no transizione ecologica? Tutti i nodi della contraddizione
Industria 5.0, i casi concreti
A seguire, alcuni esempi di progetti, sviluppati a livello europeo, che hanno approcciato l’individuazione di competenze e lo sviluppo di tecnologie o metodologie di collaborazione uomo-macchina e di produzione sostenibile.
CoLLaboratE – Co-production Cell performing Human-Robot Collaborative Assembly
CoLLaboratE ha inteso sviluppare un nuovo modo in cui i robot industriali imparano a cooperare con i lavoratori umani per eseguire nuove attività di produzione, con particolare attenzione all’area impegnativa delle operazioni di assemblaggio. Il sistema previsto per l’assemblaggio collaborativo sarà in grado di allocare risorse umane e robotiche per l’esecuzione del piano di produzione condividendo i compiti in base alle capacità degli attori disponibili. A tal fine, è stato sviluppato un framework per dotare i robot e le piattaforme mobili AGV di abilità di collaborazione di base, come la condivisione del carico, il riconoscimento del tocco umano e il rilevamento dell’intenzione umana. Particolare attenzione viene prestata alla implementazione di efficaci strategie di sicurezza che consentano l’utilizzo di un approccio senza barriere all’interno della cella di produzione. Ciò renderà possibile realizzare una collaborazione più stretta ed eseguire piani di produzione efficienti che facciano un uso ottimale delle risorse disponibili.
I sistemi di produzione tradizionali in effetti mancano della necessaria flessibilità e riconfigurabilità tali da consentire cicli di produzione brevi e una rapida implementazione di aggiornamenti. Sebbene l’uso di tecnologie di automazione basate su robot industriali possa aumentare l’adattabilità di una linea di produzione, la flessibilità desiderata non può essere raggiunta fino a quando non saranno sviluppate le capacità per un’autentica collaborazione dei robot con i lavoratori umani.
FIT4FoF – Making our Workforce Fit for the Factory of the Future
Il progetto mira a soddisfare le esigenze dei lavoratori analizzando le tendenze tecnologiche nelle aree industriali quali robotica, produzione additiva, meccatronica/automazione delle macchine, analisi dei dati, sicurezza informatica e interazione uomo-macchina, per creare nuovi profili professionali capaci di definire i necessari requisiti di istruzione e formazione. FIT4FoF intende sviluppare un nuovo quadro di istruzione e formazione che ponga i lavoratori (donne e uomini) al centro di un processo di co-progettazione e sviluppo che risponda alle loro esigenze di competenze. Applicando approcci educativi basati sulle pratiche adottate, FIT4FoF consentirà ai lavoratori di essere motori della progettazione, dello sviluppo e della fornitura dei propri programmi di miglioramento delle competenze, creando strategie di replica che consentano il trasferimento di pratiche di progettazione e sviluppo educativo/formativo tra le comunità regionali in tutta Europa.
HUMAN – HUman MANufacturing
Lo scopo del progetto HuMan è quello di creare un ambiente di lavoro sano per supportare le capacità dei lavoratori in modo da aumentare la competitività delle aziende manifatturiere attraverso la creazione di un ambiente ottimale per l’integrazione e la cooperazione dell’automazione umana. La Realtà Aumentata viene impiegata per supportare il lavoratore nella linea di produzione dando istruzioni specifiche su come eseguire attività specifiche. La tecnologia indicherà in modo visivo i passaggi necessari per completare le attività da svolgere in un determinato punto della catena di produzione. Il lavoratore sarà in grado di apprendere o ricordare i compiti coinvolti migliorando la formazione e la produttività in officina.
Analogamente, è possibile aumentare il benessere del lavoratore attraverso l’uso di un esoscheletro, per aiutare il lavoratore a compiere sforzi specifici e prevenire ed evitare possibili infortuni, il che ha anche un effetto positivo sulla produttività. Anche l’uso di modelli virtuali di fabbrica mira a monitorare le prestazioni produttive in officina secondo i valori ricavati da una rappresentazione virtuale dell’impianto basata sull’ambiente di produzione reale. In questo modo sarà possibile rilevare le incidenze e correggerle misurando le prestazioni complessive dell’impianto di produzione, rilevando i punti deboli e fornendo uno strumento chiave per supportare il processo decisionale durante la regolazione di specifici parametri di produzione in officina.
KYKLOS 4.0
KYKLOS 4.0 mira a sviluppare un innovativo ecosistema di produzione circolare basato su CPS e AI, potenziato con nuovi meccanismi e algoritmi di produzione, puntando su prodotti personalizzati con ciclo di vita esteso e promuovendo processi di produzione intra-fabbrica efficienti dal punto di vista energetico e a basso consumo di materiali.
L’intento è quello di dimostrare in modo realistico, misurabile e replicabile, gli effetti trasformativi che le tecnologie/metodologie CPS (Circular Production System), PLM (Product Life Management), LCA (Life Cycle Analysis), AR (Augmented Reality) e AI (Artificial Intelligence) avranno nella produzione circolare, dove i produttori trovano il modo di eliminare gli sprechi riutilizzando e riciclando materiali e merci. Il progetto KYKLOS 4.0, finanziato dall’UE, dimostra come i sistemi cyberfisici, la gestione del ciclo di vita del prodotto, la valutazione del ciclo di vita, la realtà aumentata e le tecnologie e i metodi di intelligenza artificiale siano in grado di trasformare la produzione circolare. Raggiungerà questo obiettivo attraverso sette progetti pilota su larga scala che renderanno evidenti i miglioramenti nell’efficienza operativa e forniranno soluzioni per il riutilizzo delle risorse. Garantirà inoltre la scalabilità delle nuove tecnologie di produzione circolari, coinvolgerà oltre 100 attori dell’industria europea, trasferirà il know-how e mobiliterà ulteriori investimenti nel settore. L’ecosistema avanzato del progetto può rimodellare i processi ei servizi di fabbrica in modo da avvantaggiare la produzione in tutta Europa.
JARVIS – Just-in-time ARtificial Intelligence for the eValuation of Industrial Signals
Il progetto JARVIS si pone l’obiettivo di realizzare un framework HW e SW in grado di supportare l’integrazione, la conduzione e la manutenzione di sistemi. JARVIS prevede lo studio e la realizzazione di un prototipo di scheda HW capace di controllare sottosistemi fisici, con capacità di telemetria, calcolo at-the-edge ed integrazione con schemi e tecnologie di industrial internet. Il progetto è realizzato in partenariato da un’associazione di 4 imprese (Lascaux Srl, Sismic Sistemi Srl, Jaewa Srl, Beenomio Srl) ed un organismo di ricerca pubblico (Università di Firenze – Dipartimento di Ingegneria Informatica) con competenze legate al software, ai sistemi HW per la telemetria ed il controllo di apparati fisici e alla pratica della manutenzione.
B-Lean
Sviluppata anche sulla base della esperienza JARVIS, la nuova piattaforma B-LEAN promette un controllo della produzione su commessa flessibile e reattivo. B-LEAN consente una interazione in tempo reale e senza interruzioni con i componenti del sistema cognitivo (digital twin e risorse virtualizzate e tecniche guidate dai dati e da modelli matematici e fisici) per consentire la diagnosi dei problemi all’interno della linea di sviluppo prodotto e produzione su commessa, portando al rispetto dei tempi di consegna, dei budget di progetto e della conformità del prodotto. Favorisce inoltre decisioni accurate sullo sviluppo della commessa e sulla programmazione della produzione, in coordinamento con le suite CAD/PLM/ERP/MES.
B-LEAN punta a sviluppare un innovativo ecosistema di oggetti di business potenziato con nuovi meccanismi e algoritmi di progettazione e produzione, puntando sulla realizzazione di prodotti personalizzati con ciclo di vita esteso, contribuendo alla riduzione degli sprechi e promuovendo processi di produzione intra-fabbrica efficienti dal punto di vista energetico, a basso consumo di manodopera e di materiali. Persegue il controllo degli scarti di fabbrica e una riduzione delle emissioni di gas serra e di inquinanti atmosferici.
B-LEAN incorpora un’architettura innovativa per soddisfare i seguenti scopi:
- individuare modelli di efficienza dell’impiego di manodopera e materie prime
- supportare linee di produzione dinamica, compreso il controllo dell’assemblaggio, sfruttando configurazioni predefinite (intra-fabbrica) e
- perseguire la riutilizzabilità di parti (ad es. processi, componenti, attrezzature) dell’attuale modello di officina attraverso template e strumenti di classificazione.
Vengono presi in considerazione anche il design e i materiali del prodotto, i fornitori, la strategia manifatturiera, le componenti del prodotto-servizio. Infine, il riciclo/riutilizzo dei prodotti ed i requisiti di sicurezza completano i processi di gestione dei dati. L’ecosistema BLEAN utilizza un motore di workflow innovativo e sfrutta tecnologie semantiche per la raccolta, la descrizione e la formalizzazione di “Regole di gestione commessa e di sviluppo prodotto”, accoppiando un sistema di compliance volontaria (le regole che l’azienda decide di dare a se stessa) al sistema di conformità cogente (le regole imposte dalle leggi vigenti e dal mercato). Tutto ciò, avendo cura di permettere una facile integrazione con sistemi legacy aziendali che consenta di non sostituire applicazioni di consolidato utilizzo ma di integrarle in maniera incrementale, trasformando l’azienda in modo scalabile.
Rossini
Il progetto vuole sviluppare una piattaforma modulare e scalabile per l’integrazione di tecnologie robotiche incentrate sull’uomo in ambienti di produzione industriale. Tale obiettivo viene perseguito sia sviluppando componenti tecnologici e metodologie innovative in tutti i campi relativi alla robotica collaborativa (rilevamento, controllo, attuazione, aspetti umani, metodologia di valutazione del rischio), sia integrando tutti questi componenti in una piattaforma aperta che assicuri una rapida accelerazione ed una facile integrazione.
So What
L’obiettivo principale di “SO WHAT” è sviluppare un software integrato che supporti le industrie ed i relativi servizi energetici nella selezione, simulazione e confronto di tecnologie alternative di sfruttamento del calore di scarto e del freddo di scarto (WH/C) che potrebbero bilanciare in modo conveniente le previsioni locali di domanda anche attraverso l’integrazione delle fonti energetiche rinnovabili (FER). Lo strumento integrato SO WHAT sarà progettato per supportare le industrie e i servizi energetici in attività di:
- auditing del processo industriale per capire dove potrebbe essere valorizzato WH/WC
- mappatura del potenziale delle fonti FER disponibili localmente da integrare con il potenziale WH/WC
- mappatura della domanda locale prevista per riscaldamento e raffrescamento
- definizione e simulazione di scenari economici alternativi basati su tecnologie WH/WC sfruttando anche l’introduzione di FER
- valutazione degli impatti (in termini di KPI energetici, economici e ambientali) che l’adozione dei nuovi scenari genererà rispetto alla situazione attuale (i.e. baseline) sia a livello industriale che locale
- promozione di modalità contrattuali e modelli di finanziamento innovativi per garantire soluzioni economicamente sostenibili e investimenti meno rischiosi.
Spire-sais
Skills Alliance for Industrial Symbiosis (SAIS) – A Cross-sectoral Blueprint for a Sustainable Process Industry (SPIRE). Il progetto SPIRE-SAIS ha implementato una strategia proattiva di competenze orientata all’industria che aiuterà l’introduzione più ampia della simbiosi industriale e dell’efficienza energetica nei settori industriali ad alta intensità energetica rappresentati in SPIRE: prodotti chimici, acciaio, ingegneria, metalli non ferrosi, minerali, acqua, cemento e ceramica. Le nuove competenze sviluppate aiuteranno a sviluppare il potenziale della trasformazione digitale all’interno delle aziende SPIRE e oltre. Il progetto si baserà sul coordinamento esistente, sui progetti e sulle attività di SPIRE in un approccio intersettoriale ed affronterà le possibili carenze di competenze nelle industrie ad alta intensità energetica, fornendo al tempo stesso ai cittadini dell’UE le competenze necessarie per futuri profili professionali. Riguarderà l’aggiornamento dei curricula, delle qualifiche, delle conoscenze e delle competenze necessarie per supportare la collaborazione intersettoriale essenziale e le attività di simbiosi industriale.
AI Regio
Regions and Digital Innovation Hubs alliance for AI-driven digital transformation of European Manufacturing SMEs. AI Regio è una rete collaborativa di 13 regioni e dei loro corrispondenti Digital Innovation Hub (DIH) e Competence Centre, che coinvolge attivamente le autorità e le agenzie regionali, con un portafoglio di diverse migliaia di PMI e che rappresentano il 15% del PIL dell’UE.
Le regioni dei quattro motori d’Europa:
- Lombardia
- Baden-Württemberg
- Alvernia-Rodano-Alpi
- Catalogna
Le regioni europee all’avanguardia in termini di PIL, industrializzazione e innovazione, collaborano strettamente e trasferiscono conoscenze ed esperienze ad altre nove regioni d’avanguardia.
L’attuale toolkit di 64 risorse tecnologiche abilitate all’intelligenza artificiale sarà ulteriormente ampliato dagli esperimenti di bando aperto AI REGIO. In totale, verranno condotti più di 30 esperimenti applicativi guidati da DIH e orientati alle PMI nell’ambito di un quadro unificato comune per la misurazione, la valutazione e il benchmarking dell’impatto etico-sociale-aziendale.
Cosa cambia con Industria 5.0
Parliamo di una visione dell’industria europea guidata dalla ricerca e dall’innovazione, automatizzata e interconnessa ma anche sostenibile, incentrata sull’uomo e resiliente. Il giusto bilanciamento volto alla ricerca dell’equilibrio ottimale tra efficienza e produttività .
- Alfabetizzazione digitale
- Progettazione e analisi critica delle applicazioni di Intelligenza Artificiale
- Approcci di gestione e di leaderhip Problem Soving e Design Thinking
- Sicurezza tecnologica organizzativa e ambientale degli ambienti di lavoro
- Mentalità interculturale, multidisciplinare
- Consapevolezza e cultura della protezione dei dati personali
- Doti comunicative
- Capacità di gestire la complessità
Sono queste le sfide da cogliere per il successo delle organizzazioni. Altrettanto le stesse rappresentano i fattori chiave di quel circolo virtuoso che, solo, potrà rivelarsi in grado di accelerare tanto la ripresa economica quanto la previsione di modelli di business di valore e di progresso sostenibile in vista di una migliore integrazione dei bisogni sociali ed ecologici, della loro percezione e contribuendo, allo stesso tempo, ai valori europei proprio attraverso l’impiego esperto delle nuove tecnologie. Portare ad un livello superiore produttività ed efficienza, semplificare i processi e incrementare i ricavi è il traguardo da tagliare.
Lo scenario per CEO e CFO
Aree strategiche cruciali in cui CEO e CFO potranno misurare la loro leadership in modo costruttivo e vantaggioso per tutti. Fondamentale sarà infatti il ruolo di manager dotati delle giuste capacità di intuizione e di mediazione; leader consapevoli di quanto la trasformazione della società necessiti di approcci sistemici e di “interazioni” che – sebbene in certa misura continuino ad essere orientati da leggi e normative – per la gran parte dipenderanno comunque da buoni comportamenti che vanno molto oltre le norme cogenti della Legge.
È, dunque, in piena fase evolutiva la percezione della sostenibilità sia sociale che ambientale che, per quelle organizzazioni che vogliono rimanere attraenti per gli investitori, da mero adempimento cogente di conformità, diviene abilitatore strategico e catalizzatore di primaria importanza. Un percorso che dalla convergenza cyber-fisica, resa possibile dall’IoT, dalla trasformazione digitale industriale, dall’iper-automazione, dalla robotica avanzata e dall’analisi dei Big Data, si sposta inesorabilmente verso una dimensione più umana, sociale e ambientale. Piuttosto una logica continuazione dell’ambiente Industria 4.0, guidato dai due parametri sviluppo tecnologico e ritorno dell’investimento con in più la presa di coscienza sull’urgente necessità di procedere verso un cambio di paradigma che riduce l’enfasi sulla tecnologia e presuppone, invece, che il progresso si basi sul perfezionamento delle interazioni collaborative tra umani e macchine, migliorando al contempo sia la capacità di “gestione agile” della leadership e dei lavoratori, sia la soddisfazione del cliente attraverso la fornitura di prodotti finemente personalizzati.
Le stesse metriche ESG, acronimo per Environmental, Social and Governance (ovvero attenzione ai fattori ambientali, sociali e di buon governo), indicatori ambientali e sociali della riduzione del rischio e del miglioramento delle prestazioni finanziarie, diventano mainstream e stanno catturando la migliore attenzione dei consigli di amministrazione e degli investitori.
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I vantaggi di Industria 5.0
Sfide a parte, alcune caratteristiche oggettive incoraggiano le organizzazioni imprenditoriali a implementare l’Industria 5.0
- Intanto il miglioramento dell’interazione uomo-macchina lascia intendere una rilevante riduzione dell’inefficienza produttiva. I robot collaborativi – COBOT- svolgono lavori ripetitivi e pericolosi mentre le persone si concentrano sulla creatività e su soluzioni aziendali efficienti.
- Il contenimento degli errori e degli sprechi ridurrà i costi e aumenterà la sostenibilità e l’attenzione verso il Pianeta. I sensori intelligenti e connessi e il software personalizzato forniscono una panoramica predittiva in tempo reale del clima, della temperatura, del consumo di energia e altro.
- L’incremento del potenziale umano contribuirà a promuovere l’aggiornamento e la riqualificazione delle competenze, favorendo innovazione e ricerca in chiave problem solving. Le competenze, l’efficienza delle persone e la produttività vanno di pari passo. I nuovi ruoli di responsabilità hanno nomi altisonanti come: Digital Ethics Officer, Lean 4.0 Engineer, Industrial Big Data Scientist, Collaborative Robots Expert, IT/OT Integration Manager, Digital Mentor.
- Le tecnologie innovative e le relative applicazioni, la robotica, l’intelligenza artificiale, potranno così contare su implementazioni consapevoli e corrette dal punto di vista del rispetto dei principi e dei diritti umani, prima fra tutti quelli del rispetto della dignità .
- La competitività e la reputazione sul mercato delle aziende ne risulterebbe accresciuta.
Insomma un cambio di paradigma che, inoltre, riflette alla perfezione tanto il pensiero “post-Covid” e gli insegnamenti tratti dalla pandemia, quanto il contesto geopolitico in cui le aziende si trovano ad operare. Lo studio The European Double Up di Accenture, presentato nella cornice di Davos 2021, evidenzia come lo scenario sociale ed economico post Covid-19 non possa prescindere da una trasformazione guidata dagli elementi di sostenibilità e digitalizzazione. Un cambiamento ad oggi divenuto inevitabile e necessario. Secondo l’ultimo McKinsey Global Survey i leader finanziari sono, infatti, profondamente coinvolti nel determinare come le aziende si adattano ai cambiamenti imposti dalla pandemia di Covid-19 e alla maggiore attenzione rivolta alle questioni sociali e ambientali, in particolare nei luoghi in cui digitale e finanza si intersecano.
E, dunque, se prima del 2020 gli imperativi del management aziendale si concentravano sul miglioramento dell’efficienza operativa e della resilienza, sull’identificazione dei risparmi sui costi, sulla crescita dei clienti e il rafforzamento dell’integrità della supply chain, oggi, il focus si sposta sulla centralità del fattore umano, sull’attenta valutazione dei fattori sociali e ambientali, sull’implementazione di processi circolari che riutilizzano e riciclano con effetti benefici per l’impatto ambientale e il benessere comune. La parola d’ordine è “personalizzazione”: personalizzazione a partire dalla progettazione e produzione delle applicazioni tecnologiche utilizzate per fornire agli utenti prodotti “sartoriali” e informazioni in tempo reale.
L’importanza delle competenze
Investendo in formazione reale, promuovere competenze digitali anche attraverso percorsi e strumenti di didattica proposti dagli stessi dipendenti – auto-formazione continua – concentrando l’attenzione anche su tematiche come la sicurezza dei trattamenti e la protezione dei dati personali, la corretta gestione dei rifiuti e la compliance ambientale. L’adattamento della tecnologia all’uomo coincide non a caso proprio con l’adeguata formazione delle persone che ne fanno uso: tanto vale per l’interazione uomo-macchina, per il calcolo cognitivo, l’utilizzo di algoritmi di autoapprendimento e il calcolo quantistico. Il World Manufacturing Forum ha individuato una top-10 di competenze che saranno necessarie nella produzione futura. Sorprendentemente, solo quattro di loro fanno riferimento alle competenze digitali; le altre si riferiscono a skills come creatività, intraprendenza, flessibilità e apertura mentale. Communication is the real deal.
Fonte https://worldmanufacturing.org/wp-content/uploads/WorldManufacturingFoundation2019-Report.pdf- Accelerando la digitalizzazione dei processi e l’implementazione di sistemi di pianificazione avanzati attraverso la ricerca di talenti adeguati all’obiettivo.
- Favorendo l’empowerment delle persone attraverso pratiche di responsabilizzazione condivisa, prevedendo strumenti di autonomia decisionale distribuita e diffusa. Valorizzare le attitudini specifiche delle persone impiegate.
- Implementando sistemi premiali gratificanti e stimolanti, che sappiano dare il giusto peso al raggiungimento degli obiettivi.
- Spingendo verso modalità proattive di “lavoro agile e flessibile”, creare task force multifunzionali da attivare prontamente all’occorrenza.
- Progettando e siglando valide metodologie di smart working.
- Incentivando e rendendo disponibile la fruizione di sportelli che offrono servizi gratuiti: supporto psicologico, supporto nutrizionale, palestre aziendali, babysitteraggio.
- Agevolando la comunicazione e la condivisione generazionale, ricercando la contaminazione di competenze in ottica di sviluppo continuo.
- Apportando modifiche strutturali alle reti di fornitura implementando strategie di approvvigionamento multiple per beni e servizi critici. Prevedendo piani di dual sourcing.
- Implementando la tecnologia per potenziare la supply chain digitale.
- Potenziando la sicurezza tecnica ed organizzativa dei processi aziendali, fondamentale per stabilire la fiducia negli ecosistemi interconnessi.
- Riducendo l’emissione di gas serra e contribuendo all’efficienza energetica attraverso il diretto coinvolgimento dei fornitori: previsione di codici di etici e di condotta, mappatura degli impatti ambientali, preferenza per l’impiego di fonti di energia rinnovabile, a cominciare dai mezzi di trasporto aziendali.
- Conducendo una transizione energetica in modo sostenibile attraverso la gestione digitale della distribuzione di energia, consentendo in tal modo visibilità in tempo reale dei dati di utilizzo dell’energia e dello stato di efficienza dei sistemi di distribuzione elettrica.
- Applicando il Legal Design quale metodo interdisciplinare di progettazione legale di qualità delle soluzioni implementate, proattivo ed esteso non solo alle informazioni legali e ai relativi documenti, ma anche ai servizi, ai processi e ai sistemi che ne conseguono.
Un design che incorpora i valori umani ed etici nel processo di sviluppo ed è a questi strategicamente orientato, con evidenti vantaggi in termini di affidabilità e percezione. E’ in questo senso che il modo in cui vengono presentate le informazioni, come la presentazione dei rischi associati alla tecnologia o il grado di affidabilità delle informazioni sul web, si rivela un fenomeno comunicativo carico di valore. Langdon Winner[2] ci insegna che la tecnologia non è neutrale rispetto al valore, ma mostra invece precise scelte morali e politiche. Ne ha fornito un esempio convincente descrivendo, nel suo celebre scritto “Do Artifacts Have Politics?”, i cavalcavia autostradali costruiti negli anno Trenta da Robert Moses, un famoso e influente architetto di pianificazione urbana di New York, che avrebbero dovuto collegare New York a Long Island, portando fino a Long Island Beach.
Si pensa che Moses progettò quei ponti molto bassi in modo tale che consentissero il passaggio solo alle auto mentre il trasporto pubblico (autobus), destinato alle classi meno abbienti, comprese le minoranze razziali, ne fosse di fatto impedito.
Value Sensitive Design
Sebbene ci possano essere diversi dubbi sul fatto che questa conseguenza fosse effettivamente parte del progetto, il potere illustrativo tratto dall’esempio riportato da Winner è perfetto per evidenziare l’importanza politica, morale e reputazionale delle scelte progettuali e della loro percezione. In ambito tecnologico informatico il concetto di design sensibile al valore (VSD) è stato sviluppato dal professor Batya Friedman[3] ed è rappresentato da una metodologia progettuale tripartita integrativa e iterativa, costituita da indagini concettuali, empiriche e tecniche che Friedman e il suo team di studio hanno edificato partendo dall’analisi di tre casi di studio:
- il primo i cookie e il consenso informato nei browser we
- il secondo riguarda la tecnologia di visualizzazione HDTV in un ambiente d’ufficio
- il terzo coinvolge le interazioni dell’utente e l’interfaccia per una simulazione integrata dell’uso del suolo, dei trasporti e dell’ambiente.
attraverso i quali ha inteso tracciare il percorso verso la costruzione della trasmissione del Value Sensitive Design. Un valore che si riversa in chiave proattiva – sia promozionale che preventiva – verso il miglioramento della “salute giuridica” tanto delle persone quanto delle organizzazioni stesse, promuovendo fiducia, consapevolezza e comprensibilità del messaggio legale, e allo stesso tempo evidenziando l’importanza strategica di tanto in ottica di credibilità, apertura, responsabilità e in ultimo di reputazione e risoluzione di problemi reputazionali.
- Comunicazione, nudge marketing, legal (design, tech), tecnologia, sicurezza, attention economy, reputation economy. Sono questi i termini essenziali, da conoscere e con i quali familiarizzare, poichè parte integrante di quel “connubio speciale”, guidato dai dati e dallo specifico contesto, che è alla base della creazione e della percezione di valore dei prodotti e servizi di ogni organizzazione, da quelle più semplici a quelle più complesse. Conoscere e progettare i sistemi di creazione del consenso e della fiducia è, infatti, fondamentale in ogni processo, tanto di customer intelligence quanto di tutela della reputazione e posizionamento strategico. Il World Economic Forum[4] stima che almeno il 25% del valore di un’azienda sia direttamente attribuibile alla sua reputazione, nelle aziende di lusso addirittura si parla del 75%, e che i problemi di tipo reputazionale siano quelli con maggior impatto sul valore aziendale e sul prospetto di fatturato. Si parla di economie di reputazione e di reputation management, dove trust, advocacy e stakeholder sono gli elementi portanti.
Perché la trasformazione digitale è la priorità
In questo contesto accelerare la trasformazione digitale, oltre che una necessità, rappresenterà anche un prerequisito strategico cruciale, giocando un ruolo strumentale di primo piano a vantaggio non solo della conformità, del corretto tracciamento dei dati, come della creazione trasparente, pertinente, affidabile, tempestiva e comparabile dei relativi reporting (dati di qualità uniforme, aggiornati regolarmente e privi di distorsioni, derivanti dalle dimensioni dell’azienda, dall’area geografica o dal settore), ma anche di efficaci dimostrazioni destinate a promuovere tanto la rilevanza dedicata alle questioni di sostenibilità rispetto al modello di business della specifica azienda, quanto la validità della strategia di sostenibilità agli occhi degli investitori, in vista di processi decisionali convinti ed efficaci.
Le organizzazioni coinvolte nel processo verso la sostenibilità volontariamente, come scelta “di responsabilità” del management, saranno sempre di più, e tra queste sono comprese le PMI che, in quanto acquirenti e fornitori di grandi aziende e attori dell’economia reale saranno inevitabilmente chiamate alla percezione delle opportunità legate alla svolta green e all’adozione di modelli di business sostenibili. Per le organizzazioni, la digitalizzazione dei dati sulla sostenibilità è un fattore di supporto interessante, non solo per esigenze di compliance bensì in quanto driver per la creazione di valore.
In tal senso l’impiego delle tecnologie si inserisce a pieno diritto nel processo che mira a migliorare la trasparenza, la conservazione in formato digitale, la qualità e la comparabilità delle informazioni, così come la rendicontazione sulle performance, il rispetto delle garanzie minime, la condotta aziendale e lo stesso monitoraggio continuo richiesto dai parametri ESG. Favorisce, inoltre, il grado di responsabilità dell’intero ambiente societario, finanziario ed economico da cui dipende l’esercizio di scelte strategiche consapevoli e la creazione di valore a lungo termine.
Non solo, poiché sia l’azienda che il lavoratore traggono benefici dagli investimenti in competenze, capacità e benessere dei luoghi di lavoro, favorendo in tal modo il raggiungimento degli obiettivi prefissati. È evidente la necessità di raccogliere e gestire informazioni qualitative su larga scala, in modo economico e rapido così da renderle pienamente tracciabili e dimostrabili. Vale ad esempio in ambiti che riguardano la salute e sicurezza dei lavoratori, la riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra (i cosiddetti GHG) ed il trattamento dei rifiuti, il coinvolgimento della catena dei fornitori e la relativa sostenibilità, la redazione di un report finanziario in modo efficiente ed in tempo reale.
Tutto a beneficio della qualità complessiva dei dati a disposizione: dalla raccolta delle informazioni, allo screening, all’inserimento dei dati estratti nel database; dall’analisi e successiva conversione di un enorme volume di tali dati non strutturati in dati strutturati attendibili e prontamente utilizzabili, alla selezione di informazioni preziose dal set di dati strutturati, fino all’elaborazione degli stessi in chiave di classificazione e tassonomia.
Sostenibilità e approccio umano-centrico richiedono entrambi di poter disporre agevolmente di informazioni che riguardano l’uso e la tipologia di materiali utilizzati, l’efficientamento energetico, l’utilizzo di acqua e lo scarico idrico nei processi produttivi, il rispetto della biodiversità, la conformità alle normative cogenti sugli aspetti ambientali, la valutazione ambientale dei fornitori e le pratiche di approvvigionamento, il comportamento anticorruzione ed anticoncorrenziale. E ancora, in ambito sociale e di gestione delle risorse umane, possiamo evidenziare la rilevanza di aspetti riguardanti le relazioni tra lavoratori e il management in termini di pari opportunità e non discriminazione nell’accesso alle cariche, di pratiche per la sicurezza, di rispetto della privacy, di rispetto dei diritti in termini di gender gap, lavoro minorile, di formazione ed istruzione, etc…
Ciascuno di questi aspetti comporta la necessità di raccogliere evidenze e registrazioni, di analizzare rischi, individuare contromisure ed effettuare azioni preventive o migliorative, di indicatori tempestivi, il tutto in maniera tracciabile, sicura ed incontrovertibile. È chiara l’utilità di validi strumenti digitali che siano un affidabile supporto operativo e decisionale, in grado di fornire notifiche, avvisi, approfondimenti e suggerimenti utilizzabili per migliorare un programma di business sostenibile e costruire roadmap aziendali che allineino gli obiettivi aziendali e climatici. Le iniziative intraprese coinvolgeranno molti stakeholder aziendali ed è, dunque, di vitale importanza semplificare la raccolta dei dati, la collaborazione e l’allineamento alle pratiche, ai framework ed alla tattica decisa, generando report e dashboard centralizzati e condivisi a livello di consiglio di amministrazione, ma anche documenti divulgativi trasparenti, per mostrare l’aderenza alla strategia ed il successo delle iniziative intraprese.
Conclusioni
L’ Industria 5.0 è una metodologia progettuale multidisciplinare dove i confini tra le discipline sfumano e prevale il rigore, un impegno tecnologico, estetico e giuridico, ma anche etico di rilevanza sociale fondamentale. Allo stesso tempo, onestà progettuale, cultura materiale, conoscenza condivisa, etica e rigore creativo, permetteranno alle aziende di successo di promuovere innovazione, efficienza e trasparenza, offrendo alla società una prospettiva incentrata sull’uomo e il suo inserimento sociale.
Il contesto digitale mondiale e la grana informatizzata del nuovo millennio non sono clementi con chi non sa maneggiare le risorse più importanti che ha a disposizione: il tempo, la comunicazione e la consapevolezza.
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Note
- Nel documento firmato dagli esperti dell’UE vengono inoltre individuate le sei tecnologie abilitanti per l’Industria 5.0:
Interazione uomo-macchina personalizzata
Tecnologie ispirate alla natura e materiali intelligenti
Gemelli digitali e simulazione
Tecnologie per la trasmissione, l’immagazzinamento e l’analisi dei dati
Intelligenza artificiale
Tecnologie per l’efficienza energetica, le energie rinnovabili, lo stoccaggio dell’energia e l’autonomia. ↑
- Crf L. WINNER, “Do Artifacts Have Politics?” Daedalus Vol. 109, No. 1, Modern Technology: Problem or Opportunity? (Winter, 1980), pp. 121-136 (16 pages), Published by: The MIT Press on behalf of American Academy of Arts & Sciences. Available at: https://www.jstor.org/stable/pdf/20024652.pdf?casa_token=xb_Vo-M_KjEAAAAA:fCqRVmG0CfD5EJBmAt3VRBRT-5IvmWf_qe2eB4Ye6JXWsfa6opzkoh9qB9PPGIu4YzGgt8Lgz-JEyRQ8gcDo91oIYesNT4SwJkNiJWCvmtlHDi0sQas ↑
- Crf. B. FRIEDMAN, PH. KHAN Jr. e A BORNING “ Value Sensitive Design: Shaping Technology with Moral Imagination” , 2006 . Early engagement and new technologies: Opening up the Laboratory , Philosophy of Engineering and Technology, Springer Netherlands, pp. 55-95. Available at https://link.springer.com/chapter/10.1007%2F978-94-007-7844-3_4 ↑