Gli incentivi Industry 4.0 stanno andando bene, a quanto risulta dalle prime stime. Le nostre, ancora preliminari, rilevano un aumento del 50 per cento delle macchine oggetto del super ammortamento. Tuttavia è già il momento di guardare oltre.
Oggi abbiamo un problema che chiediamo al Governo di risolvere e riguarda il fatto che per le norme le consegne delle macchine devono avvenire entro il giugno 2018. Ed è un problema proprio in presenza di un aumento consistente degli ordini. Le nostre aziende infatti ci dicono che gli ordini stanno maturando in questo periodo e che non riusciranno a fare le consegne entro giugno 2018.
Abbiamo quindi bisogno che il Governo intervenga già con la manovrina che attualmente è in discussione in Parlamento per allungare i termini di consegna. Cioè non chiediamo la proroga dell’incentivo, ma l’allungamento del termine di consegna, perché questo ci consente di essere in linea con quello che è l’andamento di mercato.
Secondo elemento sul quale secondo me il Governo deve ragionare, in un’ottica di medio lungo termine o quanto meno nell’ambito della prossima manovra di stabilità, riguarda il sistema di incentivazione che ad oggi si è concentrato giustamente sul tema della fabbrica 4.0. Tutti gli interventi fiscali che sono stati fatti erano, cioè, molto concentrati sul rinnovamento della fabbrica e hanno pertanto tagliato fuori o relegato ai margini alcuni settori che invece secondo noi sono determinanti in ambito 4.0. Faccio riferimento in particolare a tutto ciò che riguarda il mondo dell’Edilizia 4.0: noi abbiamo un enorme problema che riguarda le sinergie tra gli incentivi sull’efficienza energetica che già abbiamo da alcuni anni e gli interventi che in qualche modo prevedano tecnologie 4.0. Prendiamo ad esempio i famosi incentivi sull’efficienza energetica che ormai sono prorogati da 10 anni: hanno avuto grossi risultati però sono costruiti su un modello che non valorizza bene contributo delle tecnologie.
Il terzo tema che abbiamo di fronte è sicuramente quello della mobilità 4.0. Sappiamo benissimo che noi dobbiamo raggiungere obiettivi molto ambiziosi in termini di riduzione delle emissioni che riguardano in particolare settore dell’edilizia e della mobilità rispetto al quale siamo molto indietro mentre invece il sistema industriale ha raggiunto risultati molto efficienti.
Io credo che questi due comparti debbano essere posti al centro dell’attenzione nei prossimi provvedimenti.
Volevo infine rivolgere al Governo un ultimo invito, quello di valorizzare il patrimonio dei Digital Innovation Hub, che Confindustria come anche altre associazioni si stanno impegnando a creare e a mettere a disposizione del Paese per attuare il piano Industry 4.0.
In qualche modo dobbiamo far sì che i Digital innovation hub diventino veramente i poli di aggregazione di un’offerta di servizi, innovazione, trasferimento tecnologico estremamente frammentata sul territorio.
In questi anni abbiamo inventato distretti tecnologici, parchi scientifici: uno scenario estremamente frammentato. I Digital Innovation Hub non devono diventare un’ulteriore struttura di offerta, altrimenti sarebbe un fallimento totale, ma devono essere valorizzati in questa capacità o necessità di fare massa critica. L’impresa deve quindi accedere a quel sistema di eco innovazione attraverso i digital innovation hub perché questo consente di qualificare l’offerta di scremare quello che effettivamente non ha funzionato e di rendere queste infrastrutture pubbliche e private effettivamente al servizio delle piccole e medie imprese. Credo che queste siano le tre richieste che Confindustria mette sul campo e che presenterà anche all’interno delle prossime cabine di regia.