i dati

Innovation manager: chi sono e che competenze hanno i 9mila qualificati dal MISE

Chi sono i circa 9000 manager dell’innovazione italiana? Quali competenze hanno? Come sono distribuiti? Scopriamolo grazie ai dati (involontariamente) pubblici dell’elenco Innovation Manager qualificati del Mise. Poche donne, purtroppo

Pubblicato il 22 Nov 2019

Giuseppe Storelli

Presidente di The OpenCyber Foundation, Digital Transformation Expert

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Il 7 novembre 2019 è stato pubblicato, con qualche piccolo problemino di Privacy, l’elenco degli 8956 Innovation Manager che avevano richiesto al Ministero dello Sviluppo Economico di essere qualificati e abilitati in quanto esperti sui temi dell’innovazione afferenti 16 principali categorie:

1.ABig data e analisi dei dati
1.BCloud, fog e quantum computing
1.CCyber security
1.DIntegrazione delle tecnologie della Next Production Revolution (NPR)
1.ESimulazione e sistemi cyber-fisici
1.FPrototipazione rapida
1.GSistemi di visualizzazione, realtà virtuale (RV) e realtà aumentata (RA)
1.HRobotica avanzata e collaborativa
1.IInterfaccia uomo-macchina
1.LManifattura additiva e stampa tridimensionale
1.MInternet delle cose e delle macchine
1.NIntegrazione e sviluppo digitale dei processi aziendali
1.OProgrammi di digital marketing, branding e sviluppo commerciale
1.PProgrammi di open innovation
2.AApplicazione di nuovi metodi organizzativi
2.BAvvio di percorsi finalizzati alla quotazione su mercati regolamentati o non

Oltre il 50% degli iscritti vanta esperienza di tipo organizzativo (4 su 16) e di processo piuttosto che strettamente tecnologica a dimostrazione della scarsa penetrazione (e potenziale impatto) delle tecnologie di industria 4.0 nel tessuto della Piccola, Media (ma anche grande) Impresa italiana.

I dati sugli Innovation Manager

A prescindere dal successo dell’iniziativa o della reale disponibilità dei fondi rispetto al numero di iscritti i dati pubblicati, come codice fiscale e mappa delle competenze, ci permettono comunque di tracciare una interessante analisi e un “profilo tipo” dei manager italiani dell’innovazione.

Non è un’innovazione per donne

Il dato sul genere degli iscritti è forse il più lampante e ci permette di comprendere la reale diffusione di ruoli manageriali purtroppo a favore della sola controparte maschile:

GenereDivisione
Femminile132515%
Maschile763185%
Totale8956

L’85% degli abilitati infatti è uomo con un’età media che si attesta circa sui 46 anni, anche qui, eliminati gli outliers notiamo come oltre il 50% si attesta su una fascia d’età tra i 40 e i 55 anni, pur essendo in un contesto applicativo, come quello di Industry 4.0, in cui la maggior parte delle tecnologie ha una “maturità commerciale” inferiore ai 5 anni.

Una importante polarizzazione è riscontrabile anche nell’ambito territoriale, le prime cinque regioni italiane (di cui 3 del nord, una del centro e una del sud) totalizzano oltre il 57% dei manager qualificati con la Lombardia in testa che da sola sfiora il 21% degli iscritti.

RegioneDivisione%
Lombardia186320,80%
Emilia-Romagna8889,92%
Lazio8399,37%
Campania7978,90%
Veneto7728,62%
Toscana6967,77%
Puglia5636,29%
Piemonte4685,23%
Marche4655,19%
Sicilia3844,29%
Abruzzo2242,50%
Friuli-Venezia Giulia2052,29%
Liguria1721,92%
Calabria1421,59%
Sardegna1261,41%
Umbria1201,34%
Trentino-Alto Adige1051,17%
Basilicata540,60%
Estero390,44%
Molise270,30%
Valle d’Aosta70,08%
Totale generale8956

Interessante anche il dato sul saldo migratorio dato dalla comparazione tra regione di nascita (proveniente dal Codice Fiscale) e regione di residenza (indicato in fase di candidatura), che conferma i recenti dati Svimez e vede un saldo negativo a sfavore delle regioni del sud e delle isole a favore di quelle del nord e del centro.

Area NascitaDivisioneArea LavoroDivisione
Centro1780340Centro2120
Estero215-176Estero39
Isole668-158Isole510
Nord-est1788182Nord-est1970
Nord-ovest2137373Nord-ovest2510
Sud2368-561Sud1807
Totale 8956Totale 8956

Requisiti e certificatori

Per richiedere la certificazione da Innovation Manager era necessario soddisfare alcuni requisiti consistenti in esperienza lavorativa, formazione specialistica o in alternativa si poteva essere certificati, spesso a pagamento, mediante soggetti terzi quali associazioni di categoria, enti pubblici specifici (Unioncamere) o persino mediante regioni e province autonome.

Oltre il 94% degli aderenti ha preferito richiedere l’abilitazione direttamente al Ministero dello Sviluppo Economico, il restante 5% si è orientato principalmente sulle 2 principali associazioni di categoria (ManagerItalia e FederManager) e sull’ente pubblico che più di tutti in questi anni ha lavorato sulla digitalizzazione delle imprese, anche in tema industria 4.0 (Unioncamere).

AbilitazioneN.%Fonte
Possesso di Dottorato/Master/Laurea Magistrale18.4854,58%MISE
Ha svolto almeno per 7 anni incarichi presso imprese12.4440,02%
ManagerItalia1962,19%Enti Terzi
Federmanager1221,36%
Unioncamere1031,15%
Provincia o Regione Autonoma260,29%
APCO130,15%
UniExportManager100,11%
4.Manager70,08%
UNAPPA10,01%
Ferpi10,01%
FenImprese10,01%
Consercenti10,01%
Confcommercio Caserta10,01%
CNA HUB10,01%
Assocontroller10,01%

Quali competenze?

Ad inizio articolo abbiamo anticipato il tema delle competenze dichiarate dai candidati principalmente afferenti i cambiamenti organizzativi e di processo e in forma minoritaria le attività di reale innovazione tecnologica.

Competenza / EsperienzaMedia Anni
2A. Applicazione di nuovi metodi organizzativi6,7
1N. Integrazione e sviluppo digitale dei processi aziendali6,3
1A. Big data e analisi dei dati2,8
1O. Programmi di digital marketing, branding e sviluppo commerciale2,7
1I. Interfaccia uomo-macchina1,6
1P. Programmi di open innovation1,6
1M. Internet delle cose e delle macchine1,5
1C. Cyber security1,3
1B. Cloud, fog e quantum computing1,0
1D. Integrazione delle tecnologie della Next Production Revolution (NPR)0,9
1F. Prototipazione rapida0,9
2B. Avvio di percorsi finalizzati alla quotazione su mercati regolamentati o non0,8
1G. Sistemi di visualizzazione, realtà virtuale (RV) e realtà aumentata (RA)0,5
1E. Simulazione e sistemi cyber-fisici0,5
1H. Robotica avanzata e collaborativa0,4
1L. Manifattura additiva e stampa tridimensionale0,3

Come si evince dal grafico temi come la Stampa 3d, la Robotica, il Digital Twin, VR e AR, IoT e cyber security sono in fondo alla classifica a dimostrazione della scarsa presenza di hard skills afferenti i reali temi di Industry 4.0.

Se chi deve occuparsi di portare l’innovazione hard nel mercato manca di competenze tecniche è legittimo chiedersi quale possa essere il reale impatto di tali misure sul mercato delle imprese e della competitività.

Outlier

Il tema dell’esperienza, delle competenze e dei presunti processi di certificazione degli Innovation manager introduce anche il capitolo outlier[1].

Ai margini opposti delle “classifiche” vi sono, da un lato, Massimo Di Menna, ingegnere bolognese campione italiano di innovazione che a 50 anni di età totalizza ben 280 anni complessivi al servizio delle imprese, anche con tecnologie come la realtà aumentata o la stampa 3d che 20 anni fa erano quasi esclusivamente prerogativa dei loro inventori.

Dall’altro lato della classifica si contendono l’“anti-podio” della totale assenza di anni di esperienza ben 4 Innovation Manager, campioni di umiltà, hanno dichiarato di non avere alcuna esperienza con le specializzazioni richieste nella domanda di adesione.

Nell’ambito delle classi anagrafiche invece separati da ben 60 anni di storia, rispettivamente il più giovane e il più maturo Innovation Manager italiani hanno 23 e 83 anni.

Il primo è Federico Costa, veneto, classe 1996, si dichiara esperto di Big Data e Analisi aziendali svolgerà la sua attività attraverso una società terza, di tutt’altro avviso invece Roberto Falcone, nato il 24 agosto del 1936, preferisce offrire i suoi 47 (!) anni di esperienza in “Applicazione di nuovi metodi organizzativi” senza intermediari o società alcuna.

In sintesi

Ancor prima della reale partenza del bando, questa misura del Ministero dello Sviluppo Economico ci ha permesso di tracciare un quadro generale sullo stato dell’innovazione e delle competenze ad essa legata nel nostro paese.

Vi sono infatti indicatori chiave che da un lato ci spingono a interrogarci sulla reale efficacia di questo voucher all’attuale stato delle cose, dall’altro sono capaci di indirizzare i policy  maker nazionali verso nuove o migliorate misure (più inclusive e bilanciate anche a favore delle hard skills) a sostegno della crescita e della competitività del sistema paese.

________________________________________________________________________

  1. termine utilizzato in statistica per definire, in un insieme di osservazioni, un valore anomalo e aberrante. Un valore quindi chiaramente distante dalle altre osservazioni disponibili. (Wikipedia)

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