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Innovation manager, un registro per fare la Pmi 4.0: ecco come

La strada per l’innovazione passa dall’adozione di nuovi modelli di business. Per questo il sistema camerale istituisce un registro di professionisti a disposizione di piccole e piccolissime imprese che potranno beneficiare dei voucher erogati dal Mise. L’analisi di Giuseppe Tripoli segretario generale di Unioncamere

Pubblicato il 04 Set 2019

Giuseppe Tripoli

segretario generale di Unioncamere

manager IT

Anche per le micro, piccole e medie aziende la vera sfida è cogliere il treno di Impresa 4.0: acquisendo skill innovative e facendo evolvere le proprie strategie verso la digital transformation. Va in questa direzione l’iniziativa di Unioncamere che mette disposizione innovation manager capaci di assicurare lo sviluppo culturale e la diffusione di un pensiero innovativo. Vediamo di cosa si tratta, nel dettaglio, analizzando le condizioni per ottenere il beneficio dei voucher.

A fare più fatica a parlare il linguaggio digitale sono soprattutto le piccole e piccolissime imprese che pur comprendendo i vantaggi delle tecnologie 4.0 stentano ad “impossessarsene”. E’ spesso proprio la mancanza di skill adeguate a frenare il cammino verso la digitalizzazione di queste iniziative imprenditoriali.

Eppure ancora solo pochi imprenditori investono sulla formazione del proprio capitale umano per superare questo gap. Secondo i nostri dati meno di 10 imprese su 100 hanno realizzato corsi su tematiche connesse ad Impresa 4.0 a partire dai vertici della propria organizzazione. Nel 63% dei casi infatti l’attività di formazione è stata rivolta a dirigenti e manager. Mentre nel 56% delle imprese i corsi hanno coinvolto responsabili di processo e solo nel 29% gli operai. E’ quanto abbiamo rilevato attraverso un campione di quasi 13mila imprese che hanno effettuato il test di maturità digitale SELFI4.0 messo a disposizione online dalle Camere di commercio attraverso i Punti impresa digitale, la rete fisica e virtuale realizzata dal sistema camerale proprio per favorire presso gli imprenditori la consapevolezza dei vantaggi legati al digitale e all’adozione delle tecnologie abilitanti da parte delle aziende.

Pmi innovative: digital skill e business model 4.0

E investire nella formazione, paga. Sono proprio queste imprese più virtuose infatti ad aver raggiunto i migliori risultati all’assessment con un punteggio mediamente superiore del 30% rispetto alle altre imprese. Più della metà delle imprese si è concentrata in termini formativi sui temi che riguardano principalmente le tecnologie per la gestione dei dati come big data, analytics, cloud. Mentre solo il 21% dei casi ha fatto formazione su tecnologie hard come la robotica, la stampa 3D.

Ma accanto alla formazione serve lavorare anche sulla managerialità e sull’evoluzione dei modelli di business aziendali. È questa la vera “sfida” del prossimo futuro che vede il sistema camerale in prima linea per mettere a disposizione delle imprese Innovation Manager capaci di assicurare lo sviluppo culturale e la diffusione di un pensiero innovativo che orienti un costante cambiamento dei processi in chiave Impresa 4.0.

Innovation manager, il registro Unioncamere

Per questo è stato istituito presso Unioncamere un elenco dei Manager dell’Innovazione mettendo a punto i requisiti necessari ai candidati per iscriversi, a garanzia della professionalità dei profili contenuti nel registro. Avere le competenze, la visione e la formazione per riuscire in tutto questo non è cosa da poco e soprattutto non si può improvvisare.

E’ necessario avere oltre a una buona dose di esperienza consolidata, una certa multidisciplinarietà e una adeguata capacità di previsione degli scenari futuri, oltre che una sviluppata sensibilità per cogliere le informazioni rilevanti e necessarie a maturare una conoscenza ampia e approfondita delle diverse tecnologie emergenti. La sfida sarà quella di individuare professionalità in grado di fare realmente la differenza al fianco delle micro, piccole e medie imprese, abilitandole sulla strada dell’innovazione.

I professionisti che fanno parte di questo registro, previsto all’interno del decreto emanato dal ministero dello sviluppo economico lo scorso 7 maggio e dal decreto direttoriale del 29 luglio, alimenteranno l’apposito elenco del Mise cui le imprese potranno attingere per l’acquisizione di consulenze specialistiche finalizzate all’adozione di processi di trasformazione tecnologica e digitale 4.0, beneficiando dei voucher erogati dallo stesso ministero dell’importo massimo di 40.000 euro per le singole imprese e di 80.000 euro per le reti d’imprese.

L’iscrizione a quest’elenco permetterà ai professionisti di attestare le proprie competenze digitali da mettere a disposizione delle imprese che vorranno beneficiare dei voucher del ministero per innovare il proprio modello di business in chiave 4.0. Questa nuovo compito che è stato assegnato all’Unioncamere è un riconoscimento dell’importante lavoro che le Camere di commercio stanno svolgendo per favorire la svolta 4.0 attraverso i Punti impresa digitale (Pid) e la certificazione dei Centri di Trasferimento Tecnologico.

Unioncamere, il bilancio della rete dei Pid

In particolare con la rete dei Pid, coerentemente alle iniziative messe in campo dal Governo italiano a partire dal lancio del Piano Impresa 4.0, le Camere di commercio italiane hanno realizzato, solo quest’anno, quasi 500 eventi dedicati alla formazione, informazione e all’orientamento delle micro, piccole e medie imprese per favorire l’adozione delle tecnologie abilitanti. Per questo, come già accennato, hanno messo a punto anche un test di autovalutazione disponibile gratuitamente online su www.puntoimpresadigitale.camcom.it che permette alle imprese di conoscere il proprio livello di maturità digitale ed individuare gli eventuali gap da colmare e le strategie più efficaci da intraprendere per elevarlo. Inoltre, attraverso il sistema dei voucher viene dato agli imprenditori un contributo tangibile per consentire loro di acquistare servizi di formazione, consulenza e tecnologie in ambito 4.0.

Dal 2017, anno di avvio del progetto, i PID hanno già coinvolto circa 70.000 imprese. Di queste 43mila hanno partecipato ad eventi (in)formativi, quasi 13mila hanno effettuato il self-assessment, più di 7mila hanno utilizzato i voucher digitali stanziati per un valore complessivo di oltre 44 milioni di euro.

Ma se molto si è fatto, tanto lavoro ancora si dovrà fare per portare le nostre imprese a cavalcare la quarta rivoluzione industriale. Stando ai risultati dei test di autovalutazione effettuati dalle aziende, 3 su 5 stanno appena cominciando a familiarizzare con gli strumenti digitali. Per questo le Camere di commercio intendono continuare a dare il loro contributo per aiutare a modernizzare il nostro tessuto imprenditoriale e a supportare i processi innovativi.

Le figure formate dalle imprese che hanno fatto formazione su tematiche connesse ad Impresa 4.0(1)

Figure %(2)
Dirigenti Manager63%
Responsabili Processo56%
Operai29%

1) Ha svolto attività di formazione quasi il 10% delle oltre 13mila imprese che hanno effettuato online il SELFI4.0, il test di autovalutazione della maturità digitale.

2) risposte multiple

Fonte: elaborazione DINTEC su dati Unioncamere (dati al 30 luglio 2019)

I numeri dei Pid

Fonte: elaborazione DINTEC su dati Unioncamere (dati al 30 luglio 2019)

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