L’Intelligenza Artificiale Generativa o GenAI sta ridefinendo i paradigmi economici e la produttività, accelerando processi, ottimizzando risorse e creando nuove opportunità.
Tuttavia, il percorso verso un’integrazione efficace della GenAI nel proprio business non è lineare: molte aziende si trovano ancora in una fase di esplorazione, mentre altre hanno già strutturato strategie avanzate per sfruttarne il potenziale. La chiave del successo risiede nella capacità di combinare competenze umane e avanzamenti tecnologici, all’interno di una trasformazione che coinvolge skill, processi e cultura organizzativa.
Secondo l’International Cegos Barometer Transformations Skills and Learning, il 63% delle aziende ha indicato l’AI e Big Data come le skill prioritarie da sviluppare per i dipendenti. Questo scenario sottolinea la necessità di strategie strutturate per favorire una transizione efficace.
Dall’ultimo white paper di Cegos Group “Comprendere l’IA: formazione per un uso etico ed efficace nel business” rivolto ai HR Manager e Direttori Generali e Operativi per supportare i dipendenti nell’adozione efficace e responsabile dell’IA, emergono linee guida, approcci procedurali e metodologici che partono da un modello proprietario sviluppato dagli esperti Cegos.
Indice degli argomenti
Un modello per l’adozione della GenAI in azienda
Sulla base di principi e case study, abbiamo progettato, infatti, un “AI Profiler” che permette alle organizzazioni di identificare quattro profili di maturità nell’ambito dell’AI. Una volta individuato il proprio profilo, l'”AI Profiler” funge da bussola per guidare l’integrazione progressiva dell’IA, facendo leva sullo sviluppo delle competenze per ottimizzarne il valore aggiunto. Si tratta di:
- Explorer: aziende in fase sperimentale, con utilizzi sporadici e non strutturati.
- Learner: imprese che iniziano a definire progetti e a sensibilizzare i team.
- Adopter: organizzazioni che hanno integrato l’IAin vari processi, con governance chiara.
- Transformer: realtà che hanno reso l’IAun pilastro della strategia e della riorganizzazione del business.
L’AI maturity model consente alle organizzazioni di determinare il proprio punto di partenza, stabilire una visione chiara degli obiettivi della GenAI, elencare le competenze da sfruttare e le azioni concrete da intraprendere per raggiungerli gradualmente.
Dalla consapevolezza all’azione: un percorso strutturato verso la GenAI
L’integrazione dell’IA generativa dipende, innanzitutto, da una solida base culturale. In questa fase, non si tratta ancora di formare esperti, ma di rendere ogni dipendente consapevole di ciò che la GenAI rappresenta, delle sue opportunità e dei rischi associati. Ad esempio, un professionista potrebbe utilizzare uno strumento come ChatGPT senza mettere in dubbio la riservatezza dei dati inseriti o l’affidabilità delle risposte generate.
Per evitare un’adozione frammentata dell’IA e al fine di implementarla correttamente, le aziende devono progettare un percorso chiaro, che includa:
- Onboarding e formazione diffusa: workshop interattivi, moduli di micro-learning e mentoring interno per favorire un primo approccio consapevole all’IA.
- Sperimentazione e test di utilizzo: identificazione di processi aziendali dove l’IA può apportare benefici misurabili, attraverso progetti pilota mirati.
- Governance e policy aziendali: definizione di linee guida etiche, procedure di sicurezza e best practice per un utilizzo responsabile.
Il ruolo strategico della formazione: sviluppare le competenze per il futuro
Oltre alle abilità tecniche e strategiche, il successo dell’adozione della GenAI dipende dalla diffusione di un’alfabetizzazione digitale a tutti i livelli aziendali; ciò non significa solo saper utilizzare software avanzati, ma anche sviluppare la capacità di interpretare i dati generati dall’IA, comprendere i rischi legati alla privacy e applicare un pensiero critico alle informazioni prodotte dagli algoritmi.
Una forza lavoro preparata e consapevole è il presupposto fondamentale per garantire un’adozione dell’IA che sia efficace, sicura e sostenibile nel lungo periodo. L’IA generativa non sostituisce le competenze umane, ma le amplifica. Affinché diventi un vantaggio competitivo, però, è necessario investire nella formazione su tre livelli fondamentali:
- Competenze cognitive e analitiche: pensiero critico, valutazione dei dati e gestione dei bias cognitivi per un uso consapevole dell’IA.
- Skill socio-emotive: leadership empatica, capacità di collaborazione e comunicazione efficace per guidare team ibridi uomo-macchina.
- Capacità di apprendimento continuo: un approccio di crescita costante (growth mindset) per adattarsi all’evoluzione tecnologica senza subirla passivamente.
Questi tre pilastri sono essenziali per trasformare l’IA da semplice strumento operativo a leva strategica per il business.
Nella fase preliminare, è essenziale sensibilizzare le persone per ridurre le resistenze all’adozione della GenAI, promuovendone un uso consapevole. Questo processo aiuta a superare il pregiudizio di fissazione e di automazione, a dissipare eventuali timori legittimi e a creare un terreno fertile per l’innovazione collettiva.
Etica, sicurezza e riservatezza devono naturalmente essere integrate nella formazione operativa, affinché l’IA sia utilizzata in modo sicuro e conforme alle esigenze aziendali.
Dalla teoria alla pratica: uso responsabile e sostenibile del prompt
La qualità dei risultati forniti da GenAI dipende in larga misura dai prompt, ovvero le istruzioni fornite all’Intelligenza Artificiale. Un buon prompt, chiaro e preciso, fornirà risposte più pertinenti e adeguate alle esigenze specifiche dell’utente, oltre a determinare un risparmio di tempo e contribuire alla salvaguardia dell’ambiente. Tra le numerose sfide etiche legate all’uso dell’Intelligenza Artificiale, una delle più rilevanti riguarda, infatti, il bilanciamento tra IA e imperativi ambientali.
Secondo il barometro dell’eco-design digitale 2024[1], un prompt complesso è meno costoso per l’ambiente di 5 prompt di fila su interfacce di Intelligenza Artificiale generativa. Saper scrivere un prompt efficace potrebbe far risparmiare 1.644.249 litri di acqua e 109.616 kg equivalenti di CO2.
Sembra, quindi, essenziale che ogni organizzazione investa nella formazione e nell’addestramento dei propri dipendenti all’ “arte di scrivere le richieste“.Si tratta di imparare a formulare correttamente le richieste e di capire come perfezionarle mano a mano che si ottengono risultati ottimali.
Un modello per ottimizzare l’uso della GenAI
Per garantire un utilizzo ottimale della GenAI, Cegos ha progettato il metodo DIALOG. Un approccio in 6 fasi che guida gli utenti nello sviluppo di prompt più efficaci e adatti ai loro obiettivi.
- Definire gli obiettivi e redigere un prompt iniziale: chiarire cosa si vuole cercare, fornendo all’IA il maggior numero di elementi possibile.
- Interpretare le risposte in modo critico: sapere quali informazioni sono necessarie e riformulare la richiesta.
- Adeguare e approfondire la conversazione: adattare le query ai requisiti aziendali.
- Limitare i rischi: rispettare le safeguard fin dalla prima richiesta, evitando la divulgazione di dati sensibili.
- Ottimizzare la conversazione: affinare le indicazioni via via che si ottengono i risultati al fine di ottenere l’accuratezza desiderata.
- Garantire come priorità il mantenimento dei contenuti (o meno): convalidare il contenuto finale o reimpostare una nuova conversazione.
Applicazioni pratiche della GenAI nel business
È la combinazione di tecnologia e conoscenza umana che sta trasformando le nostre attività e aprendo nuovi orizzonti. Automatizzando alcune operazioni e arricchendo l’analisi dei dati, la GenAI permette di guadagnare efficienza e di liberare tempo per attività ad alto valore aggiunto.
Ecco alcuni esempi delle applicazioni e delle “competenze potenziate” da GenAI nelle pratiche aziendali e professionali.
- Gestione dei progetti: l’IA può supportare il Project Management ottimizzando la pianificazione delle risorse, anticipando criticità e riducendo imprevisti grazie a modelli predittivi.
- Sales e marketing: gli algoritmi di GenAI analizzano i dati sui consumatori per personalizzare offerte e campagne pubblicitarie in tempo reale, aumentando l’engagement e il tasso di conversione.
- Comunicazione e content creation: la capacità della GenAI di generare testi, immagini e contenuti multimediali consente ai team di marketing di velocizzare la produzione di materiali e mantenere un alto livello di creatività.
- Risorse umane: chatbot e strumenti di IA automatizzano i processi di selezione e onboarding, migliorando l’esperienza del candidato e riducendo il carico di lavoro amministrativo.
- Customer service: l’IA conversazionale permette di rispondere in modo rapido ed efficace alle richieste dei clienti, offrendo supporto 24/7 e migliorando la customer experience.
Imparare ad apprendere per affrontare la GenAI
L’adozione efficace ed etica delle GenAI richiede lo sviluppo di competenze cognitive e interpersonali specifiche. L’emergere e la crescente diffusione di queste tecnologie spingono le persone a formarsi e ad adattarsi, generando un circolo virtuoso in cui tutti gli stakeholder sono chiamati ad assumersi la responsabilità del proprio sviluppo e, di conseguenza, della propria occupabilità. Per poter scegliere consapevolmente il proprio percorso di crescita e agire con autonomia, è fondamentale “imparare a imparare”.
Coltivare un growth mindset permette di riconoscere il proprio valore e il potenziale di crescita, abbracciando un approccio di apprendimento continuo. Questa mentalità orientata allo sviluppo rafforza anche la resilienza e la capacità di adattamento, qualità essenziali per navigare un contesto in continua evoluzione, segnato da trasformazioni tecnologiche e organizzative.
Ecco sei passi basilari per sviluppare un growth mndset:
- Acquisire consapevolezza di sé: conoscere i propri punti di forza, le proprie risorse e le aree di miglioramento. Trasformare ciò che manca in un’opportunità di crescita.
- Essere coraggiosi: prendere iniziative e rischi è parte integrante del percorso di sviluppo e crescita professionale e personale.
- Cambiare il modo di vedere i fallimenti: le battute d’arresto e gli insuccessi possono essere visti come fonti di crescita e apprendimento.
- Mantere flessibilità e perseveranza: considerare lo sforzo come parte del processo, sapersi adattare all’imprevisto e gestire la propria energia.
- Accogliere le critiche e i feedback: usare gli occhi degli altri per identificare i propri punti deboli.
- Ispirarsi:a coloro che hanno successo ed evitare di confrontarsi con gli altri.
Dunque, per sfruttare appieno il potenziale della GenAI, le aziende devono ripensare i workflow, ridefinire ruoli, competenze e identificare i punti in cui l’IA può effettivamente generare valore.
Nell’era dell’IA è cruciale per le aziende trovare un equilibrio tra performance ed etica, tenendo conto delle loro sfide specifiche e del loro livello di maturità in questo campo.
Una cosa è certa: anche questa volta, lo sviluppo delle competenze è una leva strategica che deve essere attivata rapidamente per accompagnare questa profonda trasformazione, che comporta un cambio di prospettiva.
Non si tratta solo di ottimizzare le attività esistenti, ma di trasformare i modelli di business, creando nuove sinergie tra tecnologia e capitale umano affinché la GenAI sia un motore di crescita.
Note
[1] 2024 Digital Eco-design Barometer – La bataille de l’environnement est-elle perdue pour le digital? (La battaglia ambientale è persa per il digitale?) Razorflsh – Green IT – So good