l’analisi

Intelligenza artificiale: il segreto per data center più efficienti e sicuri



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L’intelligenza artificiale (AI) sta rivoluzionando molti settori industriali, inclusi i data center, automatizzando attività di routine e liberando tempo per i manager. Resta però cruciale una supervisione umana per garantire accuratezza e sicurezza dei dati. Investimenti in cybersecurity e aggiornamenti normativi sono essenziali per un’integrazione efficace

Pubblicato il 10 giu 2024

James Carmillet

Director of Cost Management di BCS



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L’intelligenza artificiale (IA) sta diventando una componente sempre più cruciale nei moderni data center, agendo come un motore di trasformazione ed efficienza. L’implementazione dell’AI non solo libera i manager da compiti onerosi e ripetitivi, ma offre anche potenziali miglioramenti significativi nella gestione dei processi amministrativi.

Nonostante le sue promesse, l’applicazione dell’IA solleva una serie di domande legate alla sicurezza e alla protezione dei dati. Allo stesso tempo, la questione del suo impatto sull’occupazione continua a essere al centro del dibattito: in che misura il ruolo umano rimarrà centrale nell’era dell’automazione?

Intelligenza Artificiale: una realtà nei data center

L’intelligenza artificiale (IA) è ormai una realtà che sta rimodellando in modo significativo numerosi settori, compreso quello dei data center. Nel pieno dell’era della trasformazione digitale, essa emerge come un potente strumento per far fronte alle carenze di competenze in questa come in altre industrie.

L’AI e la “liberazione” del tempo per i manager

Uno degli impatti immediati offerti dall’AI è dato dal suo potenziale di liberare tempo per i manager: automatizzando le attività di routine consente loro di concentrarsi sulla formazione della prossima generazione di professionisti dei data center, aspetto essenziale per garantire una forza lavoro futura dotata delle competenze necessarie. Ma non solo.

Un esempio emblematico dell’implementazione dell’intelligenza artificiale è rappresentato da ChatGPT, un modello di AI regolarmente utilizzato nelle aziende per vari scopi. Dalla stesura di report dettagliati che spaziano dagli investimenti al consumo di energia, offre livelli di efficienza prima irraggiungibili: ciò che prima richiedeva sei mesi di lavoro può essere, ora, realizzato addirittura in una sola settimana. Lo stesso strumento mostra tutto il suo potenziale anche nell’automazione delle attività amministrative. Gestendo il processo di redazione iniziale dei documenti, consente alle persone di concentrarsi su revisione e perfezionamento, migliorando in modo significativo il flusso di lavoro quotidiano e la produttività complessiva, oltre che la qualità del prodotto finale.

La necessità di supervisione critica dei risultati dell’AI

Se da un lato, tuttavia, l’AI porta numerosi vantaggi, è fondamentale, dall’altro, che i dipendenti esaminino in modo critico i risultati da essa prodotti. Questa esigenza evidenzia l’importanza di disporre di team di supervisione specializzati all’interno delle organizzazioni che posseggano le competenze necessarie per esaminare efficacemente i risultati prodotti dall’intelligenza artificiale, garantendone accuratezza e affidabilità.

Le preoccupazioni legate all’utilizzo dell’AI: sicurezza e protezione dati

Nonostante il promettente potenziale dell’AI, le preoccupazioni legate al suo utilizzo sono molteplici. La sicurezza rimane una delle principali, soprattutto per quanto riguarda la protezione dei dati dei clienti. Le aziende sottolineano l’importanza di policy chiare sull’uso dell’intelligenza artificiale e di revisioni costanti in base alla sua evoluzione. Va da sé che queste policy debbano essere sufficientemente solide e flessibili per adattarsi ai rapidi progressi della tecnologia basata su intelligenza artificiale.

È interessante notare come alcune realtà stanno prendendo in mano la situazione sviluppando i propri prodotti di AI investendo massicciamente in risorse di data science convinte di un solido ritorno sull’investimento. Agendo in questo modo, possono utilizzare dati affidabili e conosciuti, potenziati e affinati dall’intelligenza artificiale. Questo approccio non solo attenua problematiche legate alla fiducia in questo supporto emergente, ma contribuisce a spegnere sul nascere i timori di una possibile sostituzione del lavoro umano da parte dell’AI.

L’AI e l’impatto sull’occupazione: il ruolo umano rimane centrale

L’introduzione dell’AI nella forza lavoro solleva anche questioni relative al suo impatto sui ruoli e sulle competenze professionali. Sebbene sia ancora nelle sue fasi iniziali, le aziende devono monitorarla e valutarla attentamente. Man mano che la fiducia si consolida sulla base dell’esperienza, i ruoli professionali inevitabilmente cambieranno. Questo è già evidente nel settore manifatturiero, dove il controllo manuale si è notevolmente ridotto a favore degli impianti automatizzati.

Nonostante questi progressi, l’introduzione dell’AI avviene con cautela. E sebbene sia in grado di accelerare i modelli di costo e di implementare stress test sui programmi, gli esperti sostengono che non possa sostituire le conoscenze e le peculiarità sviluppate in 20 anni di carriera. La percezione è che non dovrebbe gestire il lavoro di progettazione perché potrebbe non comprenderne tutti gli elementi, a ulteriore testimonianza del valore insostituibile del fattore umano.

In prospettiva, il futuro dell’AI sembra luminoso, ma non privo di sfide. Chi la adotta per primo si troverà sicuramente in vantaggio e per questo il successo futuro nel settore dei data center sarà guidato da coloro che investiranno in essa, abbracciandone il potenziale e comprendendone i limiti.

In un mondo ideale, si dovrebbe sviluppare uno standard AI per il settore che sia convalidato da tutte le parti in causa. Questo approccio unificato è fondamentale per evitarne il fallimento ma è necessario uno sforzo collettivo di tutti gli stakeholder, compresi gli sviluppatori, gli investitori e gli utenti finali.

L’obiettivo finale è infatti quello di utilizzare l’AI e trarne i benefici, dato che la carenza di personale rimane un problema reale. È indispensabile esplorare questa possibilità e valutare se sia in grado di contribuire ad alleggerire il carico di lavoro sul personale attualmente disponibile. Solo così, è possibile dedicare del tempo alla formazione e all’aggiornamento di altri dipendenti o nuovi colleghi, promuovendo una cultura di apprendimento e sviluppo continui.

Il futuro dell’AI nei data center: opportunità e sfide

Ora che ci troviamo nel momento cruciale di questa rivoluzione AI, è chiaro che il viaggio che ci attende è al tempo stesso entusiasmante e impegnativo.

Sebbene la sua integrazione nei data center prometta notevoli vantaggi, non è, come abbiamo visto, priva di sfide. La sicurezza dei dati rimane fondamentale, poiché i sistemi di intelligenza artificiale richiedono l’accesso a grandi quantità di informazioni. Per contrastare questo problema, le aziende devono investire in misure avanzate di cybersecurity, come la crittografia, l’archiviazione sicura dei dati e le verifiche periodiche dei sistemi.

Anche l’integrazione dell’AI con i sistemi esistenti rappresenta una sfida, poiché spesso richiede aggiornamenti o sostituzioni significative. Una potenziale soluzione può essere rappresentata da un approccio graduale, iniziando dai sistemi non critici prima di passare alle operazioni più essenziali.

Infine, tenersi al passo con le complesse leggi e normative relative all’uso dell’AI è fondamentale ai fini della compliance. Consultare regolarmente esperti legali e partecipare a forum di settore può aiutare le aziende a rimanere aggiornate.

Affrontando proattivamente queste sfide, implementando soluzioni efficaci e sfruttando le opportunità, il settore dei data center può guardare a un futuro in cui l’AI non sarà solo uno strumento, ma un partner strategico per la crescita e l’innovazione.

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