All’indomani della circolare sull’iper ammortamento Industry 4.0, mi limito a commentare la chiave di lettura (industriale e competitiva) che l’Agenzia delle Entrate, tramite le sua intepretazione fiscale, contribuisce a dare a questa materia.
Chiave di lettura che, devo dire, mi ha favorevolmente impressionato.
A mio avviso:
E’ un documento atteso, di cui si sentiva il bisogno data l’articolazione della materie, e che raccoglie e precisa i criteri di applicazione del PNI4.0. Non vi sono cambiamenti o stravolgimenti rispetto al piano, anzi si coglie l’occasione per ribadirne i principi ispiratori (e.g. neutralità tecnologica, attenzione al contesto italiano).
L’Agenzia, dal canto suo, introduce alcuni principi interessanti:
- Protezione dell’interesse nazionale, prestando attenzione affinché il beneficio sia goduto da soggetti con attività reale in Italia
- Protezione del comparto industriale e manifatturiero, concentrando e precisando l’azione del piano a beneficio delle attività del settore primario e secondario. Questo è reso evidente nelle specificazioni relative al software/beni immateriali e alle esclusioni previste (no ERP generico, no document management, no CRM, etc.)
- Una elevata flessibilità operativa: l’Agenzia vuole contemplare casi molto diversi (acquisto, ma anche leasing, comodato, etc.), così come situazioni elaborate (macchine nuove, revamping di beni pre-esistenti, beni parzialmente usati), con l’evidente intento di aprire le opportunità di utilizzo degli incentivi ai numerosi casi che le imprese italiane possano avere.
L’aspetto che mi sembra però più interessante, è il fatto che l’Agenzia dimostra una lettura “intelligente” dello scenario I4.0.
- Ad esempio: l’estensione al 140% dell’ammortamento al SW non è garantita solo al SW relativo all’investimento che ha avuto l’Iper, bensì al soggetto impresa. In questo modo si consente di completare una trasformazione che vede il suo cuore nel macchinario di produzione, ma che deve includere anche ambienti di simulazione, piattaforme di connessione, etc. per poter esprimere il meglio. Questo è quello che, come osservatorio, ormai predichiamo da tre anni. Ovviamente, il SW (bene immateriale) che è parte integrante del macchinario connesso è dato al 250%, essendo parte della macchina.
- La connessione deve avvenire attraverso protocolli e standard riconosciuti e documentati a livello internazionale (a favore di apertura ed interoperabilità, garanzia di assenza di lock in per l’impresa manifatturiera che investe);
- Vi è una attenzione reale al contesto delle imprese medio piccole; ad esempio includendo i beni realizzati in autonomia (anche partendo da parti di beni usati) si tende a riconoscere il caso (non infrequente) della costruzione “artigianale” dei mezzi di produzione, che è una delle capacità distintive delle nostre PMI;
Tuttavia:
- Questa attesa della circolare, assai probabilmente, ha spinto a posticipare le intenzioni di investimenti di molte aziende fino al chiarirsi della norma, con ricadute negative temo sui valori del mercato 2017, oltre che sul 2016;
- La separazione di competenza tra enti (parere sulla eleggibilità del bene in capo al MISE; parere sulla normativa fiscale in caso all’Agenzia). Ne capisco la ragione, ma non è il modo giusto di affrontare la materia, si poteva quantomeno prevedere un unico hub a cui indirizzare le questioni e da cui divulgare / unificare le risposte;
- Il tema del periodo di applicazione del beneficio; anche se è facile comprenderne il razionale (superammortamento legato al solo funzionamento, iperammortamento legato alla connessione), la materia complessiva che ne risulta non brilla certo per semplicità (cascata di casistiche, nettificazioni che andranno calcolate, etc.).
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*L’autore parla a titolo personale