innovazione in azienda

Klarna e l’era post-SaaS: come la GenAI ridefinisce l’organizzazione aziendale



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La fintech svedese Klarna riduce il personale e abbandona Workday e Salesforce per applicativi “AI driven” interni, supportati da OpenAI. Questa mossa evidenzia l’impatto di GenAI nel favorire un modello “make” rispetto al “buy”, promuovendo l’innovazione interna e lo sviluppo dei talenti tech. Un nuovo paradigma lavorativo si profila all’orizzonte

Pubblicato il 15 ott 2024

Nicolò Boggian

Founder Whitelibra.com



organizzazione aziendale; sicurezza cloud
sicurezza cloud

L’impatto dell’intelligenza artificiale generativa sulla gestione delle risorse umane, la strategia e i servizi digitali emerge chiaramente da una delle notizie più interessanti delle ultime settimane, che riguarda Klarna.

Il “caso” Klarna

La fintech svedese non solo ha dichiarato di voler ridurre della metà il proprio personale, utilizzando strumenti di GenAi, ma ha anche annunciato contemporaneamente di voler dismettere gli applicativi di Workday e Salesforce, due colossi del mondo SaaS.

Il timing delle due notizie, e la risposta immediata di Marc Benioff, Ceo di Salesforce, non sono casuali e confermano quell’intreccio inestricabile fra organizzazione interna, competenze, sistemi tecnologici e processi produttivi.

Klarna ha infatti annunciato di voler sostituire Workday e Salesforce con degli applicativi “Ai driven” sviluppati internamente e supportati da Open Ai.

In particolare, uno degli applicativi già in utilizzo si chiama Kiki, raccoglie il know-how aziendale e lo utilizza per dare suggerimenti e informazioni al personale.

Il ceo di Klarna ha inoltre osservato che creare applicativi dall’interno della propria organizzazione, invece che comprarli, sia anche utile per sviluppare la professionalità dei talenti tech, dandogli occasioni pratiche di sperimentazione.

GenAi e la disruption dei tradizionali SaaS

Se si considera poi come i nuovi strumenti di GenAi, applicati allo sviluppo software, consentono di generare codice in modo semi automatico, riducendo tempi e costi, si capisce come il rapporto fra la decisione di fare “make or buy” degli applicativi possa spostarsi da qui al futuro sempre più verso il “make”.

Oltre al fattore di costo ci sono altri fattori ancora più rilevanti che spiegano perché gli attuali gestionali non soddisfano le esigenze di innovazione portate da GenAi.

Provo a dare qualche suggestione su cui discutere:

  • La struttura di dati che intercettano i sistemi SaaS tradizionali fornisce un’informazione non sempre maneggevole, aggiornata e completa dell’organizzazione, e spesso quindi insufficiente per addestrare in modo significativo un’Ai interna. La possibilità di connetterli con Api non è sempre agevole (Il ceo di Klarna ha per esempio dichiarato difficoltà nell’utilizzare le Api di Workday) e comunque espone il cliente ad uno scarso controllo sulla struttura dei dati di cui si deve nutrire l’azienda e l’AI.
  • Questi strumenti supportano una porzione limitata e standardizzata dei processi gestionali e quindi vanno integrati con altri gestionali andando quindi a creare una complessità notevole di gestione degli applicativi che si aggiunge alla complessità di gestire nuovi progetti, nuovi team, partnership e collaborazioni in un contesto di rapida trasformazione del mercato. Questo non è un problema secondario visto l’impatto che la struttura dell’organizzazione ha sul tipo di prodotti e servizi che l’azienda porta a mercato e sulla velocità/qualità di delivery.
  • Gli attuali gestionali sono strumenti che vengono utilizzati più dal management per controllare il lavoro che non per abilitare iniziative e nuove capacità del personale alla base e alla periferia dell’organizzazione. Non sembrano quindi del tutto efficaci nel generare innovazione continua, autonomia diffusa, ingaggio e sviluppo del personale tech e dei talenti.

La somma di queste considerazioni porta a pensare che questi sistemi non siano così utili nel supportare le organizzazioni nell’introduzione di GenAi e quindi le aziende dovranno rapidamente riorganizzare anche i sistemi gestionali per guadagnare un vantaggio competitivo nell’utilizzo dell’AI.

Il nuovo paradigma del lavoro

Quello che infatti sta emergendo è un nuovo paradigma del lavoro che nasce all’intersezione fra:

  • un nuovo sistema operativo del lavoro, abilitato da piattaforme digitali e strumenti di GenAi
  • l’organizzazione interna, come piattaforma di creazione e gestione di regole, processi, dati e informazioni
  • la creatività dei talenti, applicata a nuovi progetti in grado di creare valore, ma anche opportunità di senso e di sviluppo personale per chi lavora.

Per ogni azienda, indipendentemente che venda software, servizi o prodotti servirà sperimentare e sviluppare capacità interne nel costruire e gestire in modo personalizzato questo nuovo intreccio di AI, strumenti, creatività e processi.

Sta infatti emergendo come un supporto migliore dell’organizzazione interna alla creazione, supervisione e testing dei modelli di Ai possa consentire di generare modelli più piccoli e verticali che offrono risultati altrettanto validi ma con minori costi di training del modello e minore potenza di calcolo.

L’importanza del capitale umano

Il fattore capitale umano diventa non meno importante ma ancora più centrale per creare valore.

Più sono competenti le persone nel proprio dominio contestuale e coinvolte nella strategia di implementazione di GenAi e più aumenta l’efficacia dei modelli.

Le aziende che saranno pronte a riorganizzarsi intorno a dati, piattaforme e GenAi saranno super “umanistiche” in quanto strutturate intorno alla ricerca continua del differenziale umano in termini di creatività e innovazione dei modelli. I sistemi tecnologici dovranno quindi essere molto flessibili e agili nell’accompagnare questa fortissima umanizzazione delle organizzazioni.

I benefici dell’intelligenza artificiale generativa

GenAi quindi contribuirà probabilmente a rendere tutte le aziende e il proprio personale, indipendentemente dal settore, un po’ più tech, in quanto migliori modelli organizzativi e un capitale umano più affini e più preparati sulla tecnologia non verranno sostituiti dall’Ai ma innescheranno con gli applicativi di GenAi un processo virtuoso di miglioramento reciproco.

Allo stesso modo la tecnologia migliore nascerà da una maggiore conoscenza di processi e contesti e da una migliore organizzazione del lavoro.

Manager di aziende e imprenditori avranno l’occasione di costruire un nuovo modo di lavorare che risolva disallineamento, confusione, disaffezione, colli di bottiglia o mancanza di personale, sfruttando in modo esponenziale le capacità dei propri talenti e di GenAi, aumentando la produttività e automatizzando attività anche nel rispetto del benessere e della soddisfazione dei lavoratori.

Un nuovo equilibrio fra lavoro in presenza o da remoto

GenAi contribuirà probabilmente anche ad un nuovo equilibrio fra lavoro in presenza o da remoto, spostando ulteriormente il focus del lavoro da attività sincrone, all’interno di team statici e in presenza ad attività da remoto, asincrone, con team distribuiti e mediati da AI, agenti e chatbot.

In un momento come questo mosse coraggiose come quella di Klarna potrebbero pagare importanti dividendi, ma in attesa che arrivi AGI, devono partire da una combinazione di tecnologia, coraggio, competenze e organizzazione del lavoro

Se infatti le aziende incumbent faranno resistenza nel cambiare i sistemi SaaS e i modelli organizzativi, le aziende di nuova generazione potrebbero trovare una chiave per sviluppare una migliore tecnologia e ottenere un vantaggio competitivo per scalare rapidamente il mercato.

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