Il futuro del lavoro in fabbrica e fuori da essa oggi presenta sfide importanti. I Competence center, concepiti con l’intento di supportare le micro, piccole e medie imprese nel comprendere come gestire i propri processi di produzione nella transizione digitale ed ecologica, devono essere in grado di rispondere alla necessità di concretezza ed efficacia che le PMI richiedono per essere supportate anche nel lungo periodo.
Il panorama tecnologico è quanto mai complesso e in velocissima evoluzione. Un cambiamento di paradigma che vede molti attori ancora incerti sul da farsi, talvolta fermi su convinzioni lasciate in eredità da generazioni di gestori avveduti ma non più attuali.
La centralità delle persone nel mercato 4.0
Per essere competitivo a livello nazionale e internazionale, il mercato del lavoro nel nostro Paese richiede figure professionali specializzate: in particolare, le imprese manifatturiere sono alla ricerca di competenze che sino a qualche anno fa erano impossibili da immaginare. Si prevede che entro tre anni nasceranno nuove professioni che oggi ancora non esistono: un tema rilevante sia per gli operatori, i “colletti blu” in diretto contatto con la tecnologia, che per i manager, coloro che sono chiamati a gestirla. Il cosiddetto skill mismatch, ovvero il divario che intercorre tra le competenze richieste e quelle disponibili sul mercato del lavoro, pone un freno alla crescita economica delle PMI.
Incentivi e politiche per gestire le nuove tecnologie sono già diffuse e recepite dalle imprese. Al centro della rivoluzione di Industria 4.0, però, ci sono le persone, senza le quali le nuove tecnologie non possono dispiegare il proprio potenziale. In questo ambito, la formazione è il pilastro del cambiamento e attraverso il Piano Transizione 4.0 sono stati introdotti incentivi e politiche per gestire anche questo aspetto.
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Il ruolo dei Competence center
La vera sfida, quindi, non consiste solamente nel capire chi sia necessario formare e riqualificare ma anche come farlo. Il ruolo dei Competence center è quello di mettere in contatto l’avanzamento tecnologico e gli atenei con le imprese, soprattutto di piccole o piccolissime dimensioni. Il modello del mostrare, spiegare e provare, validato dal lavoro in corso in questi Centri è già realtà, potenziato dall’approccio “dalle imprese per le imprese” che lo contraddistingue. Il “mostrare” – la cosiddetta fase di orientamento – consiste nel coinvolgimento di imprenditori, manager e personale, che in larga maggioranza prendono atto dell’ineluttabilità della transizione digitale. Un tema da affrontare su due piani: le risorse umane, attraverso le attività di formazione, e i processi, attraverso la trasformazione tecnologica, perché in questo modo si abbassano le barriere in entrata per la trasformazione digitale e green come obiettivo fondamentale in questo percorso.
Made, il bilancio del primo anno
Dove riunirsi, dunque? L’esperienza diretta di lavoro nel primo anno di operatività dei Competence center determina una prima conclusione, vera in particolare per le attività di orientamento e formazione: gli spazi fisici adibiti a vere e proprie scuole per la qualificazione e la riqualificazione degli operatori rappresentano un vero e proprio fattore aggregante. Nel primo anno di operatività di Made, Competence Center per l’Industria 4.0, oltre 8.600 persone hanno partecipato ad attività di orientamento e dati simili si riscontrano da parte di tutti i Competence Center. Le imprese hanno oggi un luogo dove ritrovarsi e condividere esperienze, confrontandosi: la fabbrica diventa un luogo inclusivo e determinante per formare gli operatori del futuro (“teaching factory”) facilitando così l’accesso alle tecnologie e la comprensione per tutte le categorie professionali. Un concetto compreso anche dalle aziende produttrici di tecnologie, soluzioni e fornitori di consulenze nell’ambito di Industria 4.0, che nei Competence Center hanno investito in modo considerevole.
Nel lavoro di MADE con le imprese ci si trova di fronte a generazioni diverse, dal baby boomer al millennial, alle generazioni Z nate con il cellulare in mano. La transizione digitale ha un impatto su ognuna di esse: pensiamo a chi è già impiegato da anni e si trova a fronteggiare le novità (le nuove tecnologie cambiano un modo di lavorare che si riteneva maturo) ma anche a chi si inserirà a breve nel mondo del lavoro, nuovo sotto tutti i punti di vista.
Il rapporto con gli ITS
Nuove generazioni di lavoratori beneficiano di un nuovo approccio alla formazione. Su questo terreno cresce la collaborazione dei Competence Center con gli ITS con l’obiettivo di creare nuova forza lavoro, che così avrà già le conoscenze che servono al mercato del lavoro. Una nuova generazione di competenze in un contesto dove non occorre modificare quelle già esistenti, ma crearne di nuove. Tutto questo rappresenta un enorme impegno e una grandissima opportunità.
Spazio quindi agli ITS e alla formazione diretta dei nuovi operatori. 109 ITS in Italia – di cui una quota rilevante ubicata in Lombardia – coprono temi centrali per la crescita del Paese: dall’efficienza energetica alla mobilità sostenibile, dalle nuove tecnologie della vita e per il Made in Italy (Sistema agroalimentare, Sistema casa, Sistema meccanica, Sistema moda, Servizi alle imprese) alle tecnologie innovative per i beni e le attività culturali – turismo, tecnologie dell’informazione e della comunicazione.
Conclusione
È necessario che tutti – dai “colletti blu”, ai manager, ai lavoratori di domani – parlino la stessa lingua per trasferire conoscenza tecnologica: solo così saremo in grado di creare un tessuto industriale pronto alla digitalizzazione. In questo scenario, il ruolo dei Competence Center è quindi cruciale: nonostante siano nati da poco stanno già raccogliendo risultati importanti traducibili in nuovi progetti di transizione digitale, formazione, affiancamento strategico alle PMI. I Competence Center sono stati in grado, in pochissimo tempo, di abbattere le barriere che bloccavano la strada delle imprese verso l’Industria 4.0, dando loro la possibilità di accedere alle informazioni, alle tecnologie e alle innovazioni, come mai prima d’ora.