politecnico di milano

La manifattura dopo il coronavirus: verso l’industrial smart working 4.0

L’emergenza sanitaria ha messo in luce come la digitalizzazione delle operation non sia più un surplus, ma un aspetto fondamentale per garantire la business continuity di ogni settore produttivo. In questo contesto, le tecnologie di Industria 4.0 contribuiscono all’adozione dello smart working anche in ambito manifatturiero

Pubblicato il 26 Giu 2020

Anna De Carolis

Ricercatrice Post-Doc e Industry 4.0 advisor e trainer

Andrea Poletti

PhD candidate

Marco Spaltini

PhD candidate

Marco Taisch

Politecnico di Milano e World Manufacturing Forum Scientific Chairman

smart-working

I sistemi industriale e manifatturiero sono stati scossi, come tutta l’Economia italiana, dalla pandemia. Prima con il lockdown, poi con le nuove stringenti normative in termini di distanziamento sociale e sanificazione, la situazione di emergenza ha messo in luce come la digitalizzazione delle organizzazioni, dei processi e delle fabbriche giochi un ruolo chiave nell’affrontare efficacemente situazioni di crisi, dando consistenza, flessibilità e dinamicità ai processi aziendali. Nel linguaggio delle operation, diremmo che la tecnologia cambia ruolo, passa da order winner ad order qualifier; la tecnologia diventa un must-have per sopravvivere nel contesto di business di oggi e di domani.

In questi ultimi mesi, il termine “smart working” ha riempito telegiornali, articoli, quotidiani e talk show, mostrandosi efficace nel garantire la continuità di attività ad alcuni lavoratori. Il concetto infatti nasce pensando a mansioni tipicamente di gestione e “da scrivania”. Oggi, invece, cresce la necessità di estendere questo principio anche a ruoli diversi, inclusi quelli di fabbrica. Le tecnologie dell’industria 4.0 giocano un ruolo decisivo in questa direzione e permettono quindi l’inizio dell’era dell’industrial smart working 4.0.

Remote monitoring e remote execution

Siamo in un’epoca caratterizzata da continua e sempre più rapida innovazione e cambiamento, lo svolgimento da remoto di mansioni gestionali rimane fondamentale ma potrebbe non essere più sufficiente per un’efficace risposta a situazioni emergenziali, quali l’ondata pandemica di questi mesi. Cresce quindi l’esigenza di ampliare il raggio d’azione di questa modalità di lavoro, applicandola anche a mansioni tipiche della fabbrica. La pandemia ha reso infatti espliciti alcuni bisogni nascosti. Ad oggi, alcune delle aziende più innovative nel settore manufatturiero svolgono attività afferenti alla dimensione del remote monitoring che, come suggerisce il termine, consiste nel monitoraggio di attività di fabbrica rimanendo fisicamente distanti dal processo.

Tabella 1 Benefici smart working – adattato da presentazione IBM – workshop MADE: Industrial smart working

AziendaLavoratoreSocietà Civile
Maggiore produttivitàMigliore work-life balanceDecongestione del traffico
Minore assenteismoMaggiore soddisfazioneRiduzione del numero di incidenti
Maggiore coinvolgimentoRisparmio del tempo per il trasferimento casa-lavoroMigliore vita famigliare
Maggiori competenze digitaliMigliore produttività individualeCreazione nuovi spazi di co-working nelle città
Maggiore condivisione delle informazioniMigliore comunicazione e distribuzione delle informazioniRiduzione emissioni di Co2
Ottimizzazione degli spazi
Maggiore resilienza del business

Per esempio, si parla di monitoraggio e controllo da remoto di processi di operations quali la gestione e l’avanzamento della produzione, il controllo della logistica interna, la manutenzione e la qualità del prodotto. Il concetto di remote monitoring, come abbiamo potuto vedere in questi ultimi mesi, non è però più sufficiente per garantire la continuità del business in situazioni emergenziali di difficile previsione. Da qui, l’esigenza verso cui si tenderà è quella che viene definita remote execution, ovvero l’esecuzione e non solo il monitoraggio da remoto di attività di fabbrica. Questo sarà possibile grazie a sostanziali piani di innovazione tecnologica ed automazione dei processi industriali. Infatti, i pilastri della remote execution sono rappresentati dalle tecnologie dell’industria 4.0 quali l’industrial internet of things, big data analytics, cloud computing per la gestione dei dati e cloud manufacturing per l’esecuzione delle attività di produzione, manifattura additiva, robotica autonoma, realtà aumentata, realtà virtuale e modelli di simulazione, 5G e altre tecnologie abilitanti.

Le caratteristiche dello smart working industriale

Il remote monitoring e il remote execution rappresentano quindi i concetti fondamentali per un passaggio verso lo smart working di tipo industriale, che può essere brevemente definito come “un sistema di metodi e tecnologie che permettono la gestione e l’esecuzione dei processi da remoto”. Sicuramente lo smart industrial working porterà con sé non solo una grande innovazione dal punto di vista tecnologico ma anche una grande ondata di cambiamento dal punto di vista organizzativo e gestionale della fabbrica e dei suoi lavoratori. Infatti, nuovi indicatori di prestazioni (KPIs) dovranno essere definiti, il layout di fabbrica dovrà essere ripensato, i processi e le competenze dovranno essere riviste e non da ultimo un cambiamento della cultura aziendale dovrà essere implementato.

Più nel dettaglio, a titolo esplicativo, cambierà lo stile di leadership. Similmente al già esistente concetto di smart working, anche nell’implementare il paradigma dell’industrial smart working bisognerà dotare i collaboratori di maggiore libertà ed autonomia, bisognerà seguire modelli manageriali basati sulla responsabilizzazione del lavoratore il quale, a sua volta, dovrà assumere un atteggiamento di tipo “imprenditoriale”. A questo proposito, dovranno essere ridefinite le policy organizzative per esplicitare le modalità con cui si offrirà maggiore autonomia al lavoratore. Con un allargamento delle mansioni, l’operaio di fabbrica passerà da blue collar a light blue collar. A proposito del layout di fabbrica, ad oggi questi sono pensati principalmente prediligendo la postazione del personale. In un’ottica di industrial smart working essi dovranno essere pensati e assegnati non più prioritizzando il singolo individuo ma l’esecuzione efficace dell’attività.

Volendo riportare un esempio concreto a proposito del concetto di industrial smart working, possiamo citare una delle comuni pratiche implementate dalle aziende più innovative. Ci si riferisce all’utilizzo di tecnologie di realtà aumentata e realtà virtuale per il monitoraggio, la manutenzione di macchinari e il test su componenti o prodotti. Questa pratica porta benefici quali la riduzione dei tempi di lavoro e dei costi, un’aumentata facilità di condivisione della conoscenza e, letta in relazione al periodo epidemico attuale, una significativa riduzione del rischio di diffusione dei contagi facilitando il mantenimento della distanza di sicurezza garantendo quindi la continuità del business ed evitando la creazione di affollamenti. L’implementazione di tecnologie di realtà aumentata e virtuale per fini industriali deve essere disegnata ad hoc e richiede tempo e un’attenta analisi del processo produttivo.

Cosa fare per adottare l’industrial smart working

Gli step da seguire per un’efficace introduzione dell’approccio di industrial smart working, possono essere riassunti sostanzialmente in 4 fasi:

  • Assessment as-is: bisogna dapprima conoscere lo stato attuale della fabbrica, capire quali sono gli aspetti organizzativi e manageriali presenti in fase di prima analisi, quali sono le tecnologie adottate e quali sono e come sono organizzati gli spazi fisici attualmente disponibili.
  • Definizione to-be: è importante successivamente confrontarsi con i business leaders per chiarificare gli obiettivi che si mira a raggiungere a fine intervento e per esplicitare raccomandazioni da tenere in considerazione. In questa fase può essere utile fare un sondaggio tra collaboratori per raccogliere i primi consigli e feedback eventualmente presenti.
  • Scelta degli indicatori chiave: è di fondamentale importanza la definizione di indicatori al fine di monitorare l’evoluzione del progetto di adozione dell’industrial smart working, è corretto raccogliere indicatori che misurino il livello di produttività, di qualità, di soddisfacimento dei collaboratori, di condivisione dell’informazione. È fondamentale capire come questi valori stanno cambiano e cambieranno durante l’implementazione del progetto.
  • Definizione di una Roadmap: infine è significativo definire una roadmap delle attività che costituiscono i passi effettivi del cambiamento. La roadmap comprenderà tematiche quali l’adeguamento degli spazi, la formazione di managers e collaboratori, la presenza di nuove tecnologie. Un chiaro piano d’azione è fondamentale per completare il processo di change management.

Conclusione

La pandemia, a livello industriale, ha quindi esplicitato una serie di bisogni nascosti, la cui risposta, tra le tante, è rappresentata dal tema dell’industrial smart working. In conclusione, in accordo con la teoria del change management, è importante ricordare come un’efficace trasformazione digitale e quindi anche un’efficace introduzione dell’approccio innovativo presentato in questo articolo, potranno avere luogo solo se il top-management affiancherà ad innovazione tecnologica un intenso programma di formazione del lavoratore.

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