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L’offensiva Ue sull’IA: la roadmap per sfidare il dominio USA-Cina



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L’UE lancia InvestAI, un’iniziativa da 200 miliardi di euro, e il Competitiveness Compass per rafforzare la sua posizione nell’IA. Con l’obiettivo di armonizzare le normative e promuovere un ambiente favorevole alle startup tecnologiche, l’Europa cerca di recuperare terreno rispetto a Usa e Cina

Pubblicato il 14 feb 2025

Luca Manuelli

Direttore del GenAI Learning and Innovation Hub e Professore di IA presso Unimarconi



ai ue usa china

Negli ultimi mesi, il panorama globale dell’intelligenza artificiale ha visto sviluppi significativi, con l’Unione Europea e gli Stati Uniti che hanno intrapreso iniziative strategiche per rafforzare la loro posizione in questo settore cruciale.

L’EU Compass e l’innovazione tecnologica

L’EU Competitiveness Compass, presentato dalla Commissione Europea il 29 gennaio 2025, rappresenta il quadro strategico che guiderà il lavoro della Commissione nei prossimi anni per rilanciare la competitività del continente. Questo strumento è stato concepito per tradurre in azioni concrete le raccomandazioni chiave del Rapporto Draghi, affrontando le criticità strutturali che negli ultimi vent’anni hanno impedito all’Europa di tenere il passo con Stati Uniti e Cina in termini di innovazione e crescita economica.

Le cause del gap europeo sull’AI e le soluzioni proposte da Draghi

Il Rapporto Draghi ha evidenziato il significativo ritardo dell’Unione Europea (UE) nello sviluppo e nell’adozione dell’Intelligenza Artificiale (IA) rispetto a Stati Uniti e Cina.

Dal 2017, il 73% dei modelli di IA è stato sviluppato negli Stati Uniti, mentre solo l’11% delle aziende europee ha integrato l’IA nei propri processi operativi, ben lontano dall’obiettivo del 75% entro il 2030 fissato dalla Commissione Europea. Inoltre, il 61% dei finanziamenti globali per le start-up di IA è destinato a imprese statunitensi, il 17% a quelle cinesi e solo il 6% a quelle europee.

Questo divario è da attribuire a fattori come la frammentazione normativa all’interno dell’UE, la mancanza di investimenti significativi e la carenza di talenti specializzati.

Per colmare questo gap, il rapporto ha proposto l’adozione di modelli di IA settoriali, il rafforzamento della rete di supercalcolo Euro-HPC e la creazione di un ecosistema europeo per i servizi cloud e il calcolo quantistico. Inoltre, ha sottolineato la necessità di armonizzare le normative tra i Paesi membri per facilitare lo sviluppo e l’adozione delle nuove tecnologie. In particolare, Draghi ha messo in guardia l’UE sui rischi dell’over-regulation, avvertendo che normative come il GDPR e l’AI Act, pur essendo fondamentali per la protezione dei dati e l’etica nell’IA, potrebbero rappresentare ostacoli all’innovazione se non adeguatamente bilanciate. La complessità delle norme e il rischio di sovrapposizioni potrebbero frenare l’adozione dell’IA, soprattutto tra le piccole e medie imprese.

In sintesi, il Rapporto Draghi ha evidenziato l’urgenza per l’Europa di adottare una strategia unificata e proattiva per l’IA, promuovendo investimenti mirati, semplificando il quadro normativo e sviluppando le competenze necessarie per competere efficacemente a livello globale.

Come colmare il gap di innovazione secondo il Competitiveness Compass

Uno degli obiettivi centrali del Competitiveness Compass è colmare il gap di innovazione che separa l’Europa dai suoi principali concorrenti globali. Per raggiungere questo obiettivo, la Commissione ha delineato una serie di misure specifiche:

  • Promozione di startup innovative e scale-up, riducendo gli ostacoli normativi e finanziari che impediscono la crescita di nuove aziende ad alto contenuto tecnologico;
  • Investimenti in tecnologie di frontiera, con piani d’azione dedicati per AI, quantum computing, biotecnologie, robotica e tecnologie spaziali;
  • Creazione delle ‘AI Gigafactories’, infrastrutture avanzate dedicate allo sviluppo e all’industrializzazione dell’intelligenza artificiale;
  • ‘Apply AI’ initiative, un piano volto a incentivare l’adozione dell’IA nei settori chiave dell’economia europea, come manifattura, sanità e finanza.

L’Iniziativa InvestAI dell’Unione Europea

Durante l’AI Action Summit tenutosi a Parigi il 10 e 11 febbraio 2025, la Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha annunciato il lancio di InvestAI, un’iniziativa ambiziosa volta a mobilitare 200 miliardi di euro in investimenti nell’IA. Di questi, 50 miliardi proverranno da fondi pubblici dell’UE, mentre i restanti 150 miliardi saranno apportati dal settore privato. Un elemento chiave di InvestAI è la creazione di un fondo europeo di 20 miliardi di euro destinato alla costruzione di quattro “gigafabbriche” di IA, ciascuna dotata di circa 100.000 chip di ultima generazione per l’addestramento di modelli complessi. L’obiettivo è replicare il successo del CERN, offrendo alle menti più brillanti un’infrastruttura collaborativa per sviluppare un’IA affidabile e avanzata.

Von der Leyen ha sottolineato l’importanza di un approccio europeo basato su apertura, cooperazione ed eccellenza dei talenti, respingendo l’idea che l’Europa sia in ritardo rispetto a Stati Uniti e Cina nella corsa all’IA. Ha affermato che la corsa è tutt’altro che finita e che l’Europa è solo all’inizio del suo percorso, puntando su applicazioni industriali complesse e su un modello di innovazione cooperativa e aperta.

L’accelerazione dell’IA negli Stati Uniti sotto l’amministrazione Trump

Subito dopo la sua rielezione, negli Stati Uniti, il Presidente Donald Trump ha annunciato un progetto da 500 miliardi di dollari per costruire l’infrastruttura necessaria a consolidare la dominanza americana nell’IA nei prossimi anni. Lo Stargate Project ha come obiettivo quello di rivoluzionare il panorama tecnologico investendo 500 miliardi di dollari in quattro anni per sviluppare data center avanzati e infrastrutture di intelligenza artificiale. Il progetto coinvolge grandi aziende tecnologiche come OpenAI, Oracle e SoftBank, con l’obiettivo di garantire la leadership americana nell’intelligenza artificiale.

Il progetto è già iniziato con un investimento iniziale di 100 miliardi di dollari e si prevede che creerà 100.000 nuovi posti di lavoro. Il primo data center è in costruzione ad Abilene, in Texas. Tuttavia, il progetto ha dovuto affrontare critiche, in particolare da parte di Elon Musk, che ne ha messo in dubbio la fattibilità finanziaria.

In parallelo Trump ha riavviato la sua politica dei dazi, indirizzata anche verso l’Europa, per rafforzare la competitività del Made in USA. Questo fattore potrebbe avere anche un peso nelle strategie delle BigTech per l’Europa.  Da un lato, le aziende tecnologiche statunitensi vedono opportunità di crescita grazie al sostegno presidenziale all’IA e alla deregolamentazione. Dall’altro, l’UE percepisce una maggiore pressione per rafforzare la propria autonomia tecnologica e potrebbe reagire con misure protezionistiche nei confronti dei Big Tech americani, intensificando gli sforzi per sviluppare una capacità tecnologica indipendente nell’IA.

Il ruolo dell’Italia come leader nell’innovazione europea

In questo contesto dinamico, dove Francia e Germania stanno assumendo un ruolo di leadership nell’accelerazione europea dello sviluppo dell’IA e il Regno Unito, storico partner degli Stati Uniti,  sembra adottare una posizione più autonoma (tra l’altro non ha firmato la dichiarazione per un’IA “aperta” ed “etica” al termine dell’AI Action Summit di Parigi), l’Italia ha l’opportunità (e forse la necessità) di assumere anche lei un ruolo di leadership all’interno dell’UE nel promuovere l’IA come driver di competitività industriale.

Con una tradizione di eccellenza in settori come la manifattura avanzata, la robotica e il design, l’Italia può contribuire significativamente allo sviluppo e all’adozione di soluzioni di IA in ambito industriale. Inoltre anche nell’ambito dello sviluppo tecnologico ha registrato alcuni progressi: ad esempio, sul fronte della potenza computazionale nella classifica TOP500 dei supercomputer, l’Italia è passata dall’ottavo posto del giugno 2022 al terzo del novembre 2024; sul fronte dei modelli si registrano alcune iniziative interessanti come i progetti come Colosseum 355B di iGenius, Velvet di Almawave e Vitruvian-1 di ASC27

Partecipando attivamente ad iniziative come InvestAI e collaborando con gli altri Stati membri e in particolare con Francia e Germania, l’Italia può dare un contributo importante a costruire un ecosistema europeo dell’IA forte e competitivo, finalizzato a colmare il divario con Stati Uniti e Cina.

Avanti verso un’IA etica e sostenibile

Gli sviluppi recenti evidenziano una crescente competizione globale nel campo dell’intelligenza artificiale, con l’UE e gli Stati Uniti che adottano strategie ambiziose per rafforzare la loro posizione. L’iniziativa InvestAI rappresenta un passo significativo per l’Europa nel promuovere un’IA affidabile e collaborativa, mentre il piano americano sottolinea l’importanza di investimenti massicci e di un approccio deregolamentato. In questo scenario, l’Italia ha l’opportunità di emergere tra i leader nell’innovazione europea, contribuendo allo sviluppo di un’IA che sia non solo tecnologicamente avanzata, ma anche etica e sostenibile.

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