Decolla la fase di Industria 4.0 dedicata alle competenze, con cui si concretizzano le azioni per individuare e formare esperti capaci di supportare le aziende nel percorso di innovazione. In questo contesto stanno per entrare in azione gli innovation manager prospettati dalla Legge di Bilancio 2019. Per capire come hanno cominciato ad attecchire presso le aziende del territorio, può essere utile raccontare l’esperienza di Confindustria e Federmanager: stanno promuovendo la figura dell’esperto manager 4.0 dedicato alle filiali regionali delle associazioni, per poi portare queste competenze nelle aziende competitive e innovative.
Lo scenario: perché è utile un manager 4.0
La trasformazione digitale è una sfida complessa, che richiede un grande impegno per le imprese in termini di progettazione e realizzazione degli investimenti e di acquisizione delle competenze. Proprio sul nodo delle competenze, sia quelle nuove da acquisire nell’impresa, sia la riconversione di figure esperte già esistenti in azienda, si gioca buona parte della partita di Industria 4.0. È per questo che Confindustria si è attivata negli ultimi mesi per sviluppare gli strumenti più utili a sensibilizzare e diffondere la conoscenza delle opportunità che il 4.0 può offrire.
Grazie alla partnership tra Confindustria e Federmanager viene data la possibilità a tutte le Confindustrie regionali e ai DIH collegati di avere di un manager 4.0, opportunamente formato, a disposizione delle associazioni territoriali e delle imprese associate, per sostenere la crescita dei dirigenti delle associazioni e delle stesse imprese. Obiettivo, contribuire a generare uno sviluppo sostenibile e duraturo. Anche in Veneto stiamo acquisendo una di queste figure, con caratteristiche che ora proverò a descrivere.
Le caratteristiche del Manager 4.0
Intanto va detto che la selezione dei manager avviene sulla base delle specifiche competenze ed esperienze indicate da ogni DIH o Confindustria regionale. Il primo bacino di riferimento per l’individuazione dei manager è quello di Federmanager, che seleziona i profili più idonei e li propone al DIH, ma non dovesse bastare si potrà anche uscire da questo recinto. Infatti se i profili selezionati non rispondessero alle esigenze del DIH, Federmanager insieme a Unimpiego e al DIH stesso provvedono ad individuare altre soluzioni al di fuori del loro bacino e il DIH può eventualmente proporre proprie candidature.
Nel caso il DIH abbia già contatti con Federmanager sia a livello locale che nazionale può segnalare i nominativi di interesse. Ritengo si tratti di una metodologia interessante che crea certamente qualità, ma non preclude nemmeno eventuali orizzonti da cui individuare la figura idonea.
Come funziona la collaborazione
Al momento dell’avvio della collaborazione con il manager verrà definito un contratto di consulenza, della durata, come il progetto di 2 anni, incluse anche le fasi preliminari per il suo avvio (profilazione e selezione dei manager, giornate di aggiornamento).
La somma messa a disposizione di ogni DIH o Confindustria regionale servirà a coprire i costi interi del manager 4.0. Tale somma può essere eventualmente anche integrata con ulteriori risorse da parte del DIH per prolungare (extra progetto) la durata del contratto di consulenza o per altre esigenze organizzative del DIH stesso (es. per prevedere un impegno più assiduo del manager o per coinvolgere profili più qualificati, ecc.).
Le competenze necessarie
Ma quale dovrebbe essere il profilo del manager 4.0 ? Tendenzialmente laureato in Ingegneria, meglio se con conoscenze economico/finanziarie e con conoscenze del digitale. Una minima specializzazione in project management, ovvero una conoscenza approfondita dei processi aziendali manifatturieri e competenze IT (sistemi e uso di social) è fortemente apprezzata; Utile se ha esperienza in aziende manifatturiere (meglio se anche Pmi) con presidio di aree tecniche (produzione, logistica, progettazione, supply
chain…).
Serve anche una certa conoscenza del tessuto produttivo afferente al territorio della provincia/della regione di riferimento. Importante la conoscenza sistemi di gestione delle informazioni:
- CRM (customer relationship management),
- ERP (enterprise resource planning),
- SCM (supply chain management),
- CAPP(computer aided production planning),
- MES (manufacturing execution systems),
- PLM (product lifecycle management),
- PDM (product data management),
- CMMS (Computerized Maintenance Management System).
Tra le altre competenze sono necessarie:
- conoscenza di soluzioni di Business Intelligence sia delle componenti di reporting di base che di soluzioni di Analytics/Big Data per la gestione di fonti dati eterogenee,
- modelli funzionali alla base di soluzioni Cloud (es. SaaS, PaaS, Ancora meglio se ha conoscenze specifiche (es. cyber security, strategie europee di trasformazione digitale, piattaforme digitali, modelli di business tradizionali e 4.0. ecc..),
- competenze trasversali (es: change management, team working, problem solving, comunicazione, etc…..): team working, comunicazione, capacità di relazionarsi con l’Università,
- competenze informatiche (es: MS-Office, MS-Project, ecc.),
- esperienze specifiche (es: partecipazione a progetti di ricerca, sviluppo e innovazione; partecipazione a iniziative di collaborazione tra imprese, università e centri di ricerca, etc…),
- gestione di progetti di ricerca cooperativi (tra imprese e tra imprese e
università) e conoscenza / gestione di progetti finanziati.
Queste in sintesi le caratteristiche ricercate.
Gli obiettivi del manager 4.0
L’output di progetto atteso consiste nella descrizione delle attività svolte e dei risultati per ognuna delle imprese affiancate. L’output deve riguardare le seguenti attività considerate essenziali per la partecipazione al progetto:
- compilazione del Test Industria 4.0 per la valutazione della maturità
digitale (disponibile on line sul sito di Confindustria); - elaborazione dei risultati del test con l’indicazione dei punti di forza e
di debolezza; - individuazione delle possibili linee di intervento con riferimento sia
alle soluzioni tecnologiche, con l’individuazione dei potenziali fornitori, sia alle competenze; - presentazione al management dell’impresa dei risultati del test e delle
indicazioni derivanti dall’analisi degli stessi in termini di possibilità di sviluppo sul fronte tecnologico e delle competenze; - informativa di base sugli strumenti fiscali e finanziari di supporto alla
trasformazione tecnologica.
Tuttavia, il DIH o Confindustria regionale potrà indicare anche altre attività aggiuntive (es. organizzazione di workshop, attività informative, organizzazione visite centri tecnologici, ecc.), che possono solo integrare, ma non sostituire quelle sopra elencate. Nel progetto dovranno essere coinvolte non meno di 15 imprese, nei confronti di ognuna delle quali dovrà essere realizzato il percorso di affiancamento basato sulle attività che rissumo qui di seguito.
La roadmap delle attività
Una volta individuati i manager, la prima fase operativa consiste nel loro aggiornamento. In particolare, sono state previste 2 giornate dedicate ad approfondire la conoscenza di:
- Test Industria 4.0 per la valutazione della maturità digitale;
- incentivi del Piano Nazionale Industria 4.0 a supporto degli investimenti;
- strumenti messi a disposizione dei DIH e delle imprese attraverso gli
accordi realizzati da Confindustria con alcune banche; - tecnologie 4.0 e megatrend di crescita.
La formazione viene svolta da LUISS, Politecnico, Assoconsult, Confindustria, diverse banche. L’obiettivo del percorso di aggiornamento è fornire ai manager tutte le informazioni necessarie per collaborare al meglio con i DIH e per poter diventare operativi in tempi rapidi.