L’industria è chiamata ad offrire un contributo importante al percorso del Paese verso la neutralità climatica. Per farlo sono richieste strategie e investimenti in innovazioni atte a ridurre le emissioni e ottimizzare l’utilizzo delle materie nei processi industriali. La recente proposta del pacchetto “fit-for-55” da parte della Commissione Europea e l’apertura della COP26, che dal 31 ottobre avrà il compito di accelerare l’azione verso il conseguimento degli obiettivi dell’accordo di Parigi, avranno un impatto diretto sull’agenda delle imprese e dei governi.
A questo contesto si allineano anche le attività dei cluster. Interessante approfondire il caso del Cluster Fabbrica intelligente, in quanto ciò che ha già realizzato ed è pronto a mettere a disposizione come supporto alla più efficace implementazione del PNRR e, in particolare, alla Missione 4 di competenza del MUR , sembra assolutamente in linea con quanto dallo stesso indirizzato nelle Linee Guida recentemente pubblicate. Vediamo di cosa si tratta.
Il ruolo dei cluster e il caso di Fabbrica intelligente
Il Cluster Fabbrica Intelligente (CFI) è uno dei 12 Cluster Tecnologici Nazionali (CTN) che sono stati avviati dal MIUR con la missione di sviluppare Partenariati Pubblico – Privati a supporto delle politiche di Ricerca e Innovazione del Paese. Attualmente il sistema dei CTN ha sviluppato nelle aree di specializzazione di competenza una serie di ecosistemi collaborativi che coinvolgono più di 1.000 soci diretti tra Università, Centri di R&S, grandi aziende e PMI, Distretti, Cluster Regionali ed Associazioni che rappresentano più di 20.000 realtà che partecipano ai processi di sviluppo ed applicazione di tecnologie innovative nel sistema economico italiano. I CTN hanno sviluppato ad oggi:
- 12 Roadmap tecnologiche nazionali sulle aree di specializzazione aggiornate annualmente;
- 42 grandi progetti di Ricerca e Sviluppo con investimenti complessivi superiori a 400M€;
- Più di 500 eventi nazionali ed internazionali di promozione, disseminazione e trasferimento tecnologico.
Come emerso in un recente incontro promosso da Cristina Messa, Ministro dell’Università e della Ricerca (MUR), finalizzato ad approfondire il ruolo dei CTN nell’ambito delle iniziative di sistema della Componente 2 “Dalla ricerca all’impresa” della Missione 4 “Istruzione e ricerca” del PNRR di competenza del MUR, i CTN sono pronti a mettere a disposizione del Paese una grande capacità di focalizzazione sui temi specializzazione e un ecosistema attivo per la messa in rete di tutti sostegno della Transizione Digitale ed Ecologica.
Una manifattura “verde” grazie al digitale: è possibile, ma la politica si svegli
In questo quadro, il CFI conta oggi su più di 300 associati tra imprese di grandi e medio-piccole dimensioni, università e centri di ricerca, associazioni imprenditoriali e altri stakeholder attivi nel settore del manufacturing avanzato. Fin dalla sua creazione, la visione del CFI è stata quella di proporre, sviluppare e attuare una strategia nazionale basata sulla ricerca e l’innovazione finalizzata allo sviluppo e all’applicazione di tecnologie innovative per la competitività del manifatturiero avanzato nello scenario industriale internazionale (l’Italia è sempre la seconda manifattura europea).
Le attività
Questa visione si è focalizzata su due principali filoni di attività:
- La “Roadmap per la ricerca e l’innovazione” che individua i macro-scenari di sviluppo (Linee di Intervento) all’interno dei quali il manifatturiero sarà chiamata a programmare specifiche attività di ricerca e innovazione per i prossimi anni. È in via di completamento l’aggiornamento 2021 della Roadmap, che ha potuto contare sul supporto di 60 esperti designati da università, centri di ricerca, imprese manifatturiere e partner tecnologici, che verrà presentata ufficialmente entro la fine dell’anno. Nel corso del 2020, inoltre, a fronte del drammatico cambiamento di scenario indotto dall’emergenza COVID, il CFI ha prodotto il Il Documento Strategico “Produrre un Paese Resiliente e Sostenibile” realizzato con il supporto di più di 50 esperti del mondo industriale e della ricerca che propone l’evoluzione della visione strategica del CFI, con azioni di breve e medio/lungo termine da collegare al quadro di intervento dello scenario del PNRR. Grazie a tali attività il CFI ha garantito nel tempo un costante supporto agli stakeholders dell’innovazione nel settore manifatturiero: in particolare al MUR nella predisposizione del PNR 2015-2020 e della nuova bozza del PNR 2021-2027; al MISE nella predisposizione e divulgazione del Piano Industria 4.0 (facendo parte della Cabina di Regia a suo tempo istituita) e nei successivi aggiornamenti fino all’attuale Piano Transizione 4.0, dove a contribuito ad allargare lo scopo verso gli obiettivi di sostenibilità industriale e, in particolare, di come le nuove tecnologie digitali possono costituirne un importante fattore abilitante.
- Lo sviluppo del Lighthouse Plant (Fabbrica Faro), dimostratore tecnologico basato sull’applicazione delle Linee di Intervento della Roadmap dell’Innovazione su un impianto produttivo completamente basato su tecnologie Industria 4.0, realizzato ex-novo o profondamente rivisitato con l’obiettivo di trasformarlo in un impianto che evolve negli anni ed è destinato a diventare un riferimento a livello nazionale e internazionale per la fattibilità di percorsi di sviluppo tecnologico. A partire dal 2018 è stato sviluppato un network di 6 Progetti di Lighthouse Plant (Ansaldo Energia nel 2018; ABB, Tenova/ORI Martin e Hitachi Rail nel 2019; Wartsila e HSD Mechatronics nel 2021) basati su Piani di Ricerca e Sviluppo Industriale, predisposti con il supporto di Università e Centri di Ricerca, per un investimento complessivo di oltre 135 mln€ di cui 30 mln€ finanziati dal MISE e più di 10 mln€ dalle Regioni. Complessivamente sono stati coinvolte 11 impianti produttivi di 8 regioni in settori manifatturieri che spaziano dall’energia all’automazione industriale, dalla meccatronica alla siderurgia, dalla propulsione navale al trasporto ferroviario.
Le iniziative di filiera
A supporto dei Progetti Lighthouse Plant e, in particolare, di quelli di Ansaldo Energia e ABB, il CFI in collaborazione con il Network dei DIH di Confindustria e i Competence Center ha dato impulso alle Iniziative di Filiera con l’obiettivo di coinvolgere nel processo di trasformazione digitale anche i fornitori italiani della filiera. Tali iniziative, che hanno coinvolto complessivamente più di 120 fornitori italiani (con una quota significativa di PMI), hanno permesso di misurare il livello di maturità digitale della filiera e di mettere a fuoco il gap tecnologico e di competenze da colmare sulla base di roadmap personalizzate.
Altra importante iniziativa di supporto ai Lighthouse Plant di Ansaldo Energia, ABB e Tenova/ORI Martin è quella di Open Innovation denominata XFactory che ha permesso di selezionare startups e PMI innovative da coinvolgere nella realizzazione dei Progetti di Lighthouse Plant ed alla quale hanno preso parte più di 200 aziende. Grazie al successo di tale iniziativa, il CFI ha lanciato recentemente la realizzazione di una piattaforma di Open Innovation aperta a tutti gli associati, dove le aziende manifatturiere possono lanciare delle challenges per indirizzare soluzioni innovative a supporto dello sviluppo della competitività dei processi produttivi e Startup e PMI Innovative possono presentare le loro proposte in collaborazione con Università, Centri di R&S e Partner Tecnologici (c.d. Pathfinder che hanno sottoscritto accordi di collaborazione con il CFI quali SAP, Siemens, Deloitte, Cisco e E&Y).
I partenariati estesi
Le Linee Guida del MUR sono indirizzare a governare gli investimenti per circa 6 miliardi di euro per i prossimi 5 anni destinati alla ricerca in filiera, attraverso il finanziamento di circa 60 progetti relativi a 4 misure chiave: Partenariati Estesi, Centri Nazionali, Ecosistemi dell’Innovazioni ed Infrastrutture di Ricerca ed Innovazione.
Per quanto riguarda i Partenariati Estesi i requisiti individuati dalle Linee Guida (reti diffuse di università, enti pubblici di ricerca, altri soggetti pubblici e privati impegnati in attività di ricerca, riconosciuti come altamente qualificati; organizzati in consorzi secondo un modello Hub & Spoke; finanziano almeno 10 grandi programmi di ricerca fondamentale e/o applicata trasversale con un finanziamento previsto tra 80-160 milioni di euro) sembrano del tutto allineati a quanto realizzato dal CFI come attore chiave dell’ecosistema collaborativo dell’innovazione e della sostenibilità del settore manifatturiero.