approfondimento

Metaverso industriale, ecco come può esser leva per le imprese verso il 5.0

Ancora molto c’è da capire sulle funzioni del metaverso, ma già si incomincia a declinare il concetto in ottica aziendale: analizziamo l’impatto industriale sullo scenario socio economico, per capire l’influenza sulle imprese e in particolare la confluenza con il nuovo paradigma Industria 5.0

Pubblicato il 26 Set 2022

Antonio Grasso

Entrepreneur, technologist, sustainability passionate

impresa digitale

Non abbiamo ancora ben compreso il metaverso nelle sue funzioni effettive – a parte la realtà virtuale – ed ecco che alcuni player globali declinano il concetto nell’ottica aziendale regalandoci altre domande. Ma a parte le attività di marketing delle multinazionali, vediamo in maniera indipendente cosa si intende per metaverso e cosa potrebbe rappresentare per le nostre imprese.

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Metaverso, le differenze tra consumatori e imprese

Analizziamo come cambia il metaverso quando approcciamo in veste di consumatori e quando invece interagiamo come industrie e organizzazioni private. Secondo una ricerca Deloitte, i due modelli di metaverso confluiranno in un unico ecosistema simbiotico dove le persone potranno interagire sia con la componente industriale che con quella consumer – come la definiscono loro. Per visualizzare il concetto, ho incluso la seguente immagine estratta dalla loro ricerca.

L’elemento comune è la trasposizione del mondo fisico nel mondo virtuale, cuore del metaverso. Qui la realtà virtuale consente un doppio ruolo alle persone: essere produttori o consumatori e, qualche volta, unire i due ruoli ed essere contemporaneamente produttori e consumatori ovvero, prosumer, un neologismo anglosassone generato dalla fusione dei termini producer e consumer. Nell’interpretazione di Deloitte, la divisione tra metaverso industriale e metaverso dei consumatori è legata all’utilizzo del servizio. Nello specifico, in riferimento al metaverso industriale, le industrie che nascono o si diffondono in quel contesto possono poi avere un riscontro pratico nella realtà fisica generando un valore economico reale.

Le tecnologie coinvolte nel metaverso industriale

Gli amici del Sol Levante hanno approfondito i dettagli delle tecnologie utilizzate nel metaverso industriale creando una matrice visionaria di quello che utilizzeremo come imprese nella realtà virtuale per produrre ed erogare i nostri servizi. EqualOcean Intelligence ha forgiato un nome specifico, Meta-X, per questo set di tecnologie, includendo:

  • Mixed Reality: per scenari industriali complessi che necessitano di basse latenze operative e che permettano la collaborazione remota, la diagnosi delle apparecchiature in tempo reale e la progettazione di modelli industriali;
  • Compute Engine: intesa come potenza computazionale disponibile as-a-service per le operazioni a bassa latenza;
  • Digital Twin: che offre la possibilità di ricreare un gemello digitale non solo del singolo macchinario ma anche della fabbrica e di tutta la filiera produttiva fino ad arrivare al sistema economico complessivo;
  • AIoT: che nasce dalla confluenza dell’intelligenza artificiale (AI) e dell’Internet of Things (IoT) e consente una migliore gestione dei dispositivi e delle macchine direttamente in prossimità;
  • Computer Graphics: intesa come fattore abilitante per la generazione di modelli 3D da utilizzare, in seguito, anche nelle interazioni virtuali del metaverso industriale;
  • Blockchain: una tecnologia che permette la gestione delle transazioni rimodellate in ottica decentralizzata. Ciò favorisce la costruzione di una “fiducia senza fiducia”, ovvero genera maggiore sicurezza tra le controparti impegnate nella filiera produttiva. Le caratteristiche della blockchain che consentono un affidamento maggiore sono l’immutabilità e la trasparenza.

Il tutto è sintetizzato in questa immagine:

La confluenza con l’industria 5.0

Osservando da vicino le tecnologie afferenti al metaverso industriale, notiamo che molte di esse sono considerate affini anche al paradigma dell’industria 4.0 – quello dei sistemi ciber-fisici per intenderci. Se però allarghiamo la visione, notiamo che il metaverso si estende oltre i confini tecnologici regalando un nuovo ruolo alle persone. La centralità degli umani sembra ormai diventata un obiettivo ineluttabile in tutte le evoluzioni tecno-economiche che mi sono trovato ad analizzare insieme alla sostenibilità – strenuo baluardo di qualsiasi prospettiva futuribile.

Ma la visione umano-centrica che permea il metaverso industriale, non è solo espressione dei tecnologi. Anche la Commissione Europea ha disegnato la propria visione al riguardo. Collaborando a stretto contatto con loro – da qualche mese sono diventato Digital EU Ambassador – ho avuto la possibilità di analizzare le traiettorie dei prossimi sviluppi sul tema industria e società.

Industria 5.0, la visione della Commissione Europea – Image credit Regesta Lab

La Commissione Europea immagina l’industria 5.0 come catalizzatore di resilienza, proiettata alla sostenibilità e che assegna un ruolo centrale alle persone nella creazione di valore. Non potrei essere più d’accordo. Ed è proprio questa visione trasformativa, umano-centrica, resiliente e sostenibile che mi permette di affermare la confluenza degli obiettivi di industria 5.0 con quelli del metaverso industriale. Nei fatti, porre le persone al centro del sistema produttivo è una strategia vincente in quanto permette l’adozione delle tecnologie di automazione come supporto al lavoro umano e non come sostituzione. Questo concetto mi piace molto e si allinea al nuovo ruolo che le persone avranno nel sistema economico e, di conseguenza, nel metaverso.

L’accresciuta robustezza del sistema produttivo, grazie alla creazione di un ecosistema integrato e resiliente, mi sembra un altro elemento che accomuna i due paradigmi. Il metaverso e l’industria 5.0 si alimentano grazie alle fondamenta tecnologiche e alla spinta verso l’interoperabilità e la cooperazione applicativa che supportano il sistema. La sostenibilità, nel cuore di ognuno di noi, potrà così emergere in tutte le sue forme grazie al nostro nuovo ruolo, responsabile e consapevole.

La simbiosi con l’additive manufacturing

Credo che la convergenza tra additive manufacturing e metaverso industriale sia possibile e anzi, con il tempo, si trasformerà in una vera e propria simbiosi. Avremo infatti un nuovo modello di business fatto di progettisti-creator che modelleranno il manufatto e lo invieranno a centri stampa 3D industriali che produrranno il pezzo.

Oltre alla flessibilità operativa, si pensi anche al risparmio di emissioni legato alla possibilità di non spedire il pezzo ma solo il suo modello digitale. La produzione avverrà in loco, limitando i trasporti non necessari. Tutto questo si realizzerà, magari, attraverso delle Decentralized Autonomous Organization (DAO) – pregnanti nel metaverso – che diventeranno parte integrante anche delle imprese manifatturiere.

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Capacità tecniche, scenari aziendali e valore applicativo

Siamo arrivati al punto di doverci soffermare sulle nuove opportunità che il metaverso industriale regalerà alle imprese in vari scenari specifici. Le possibilità sono svariate, come:

  • Una formazione rapida e sicura dei dipendenti attraverso la metarappresentazione del reale ambiente di lavoro. Con la realtà mista (Mixed Reality) o virtuale le aziende potranno creare ambienti virtuali che rappresentano fedelmente le reali condizioni in cui dovranno operare le risorse. Questo, oltre ad accelerare i tempi, migliora anche la sicurezza delle persone in caso di condizioni ambientali rischiose.
  • Poter simulare prima di eseguire o consegnare. Avere la possibilità di attuare una simulazione del comportamento di una macchina attraverso il digital twin, ad esempio, consentirà alle imprese di velocizzare la messa a punto o evitare problemi imprevisti alla messa in produzione.
  • Utilizzare la realtà virtuale per eseguire degli interventi di manutenzione. Che sia una realtà aumentata o mista, il metaverso offre la possibilità di operare a distanza senza lo spostamento fisico dell’esperto. Come avviene nella chirurgia a distanza dove il medico si trova fisicamente in Olanda e il paziente da operare in Somalia.
  • Collaborare con altri soggetti sulla progettazione e produzione senza limiti fisici. Come precedentemente detto in riferimento all’additive manufacturing, un’azienda manifatturiera potrà utilizzare servizi di terzi per la progettazione del manufatto per poi produrlo direttamente dove serve attraverso il centro servizi di stampa 3D industriale. Oltre all’accresciuta capacità produttiva, potremmo pensare a nuovi modelli operativi per la nostra impresa.

Questi sono solo una parte degli scenari operativi possibili che creeranno un valore applicativo senza precedenti. Ogni impresa, sulla base del proprio modello di business, potrà creare nuove strategie e tattiche per migliorare la propria efficienza e fluidità operativa.

La sinergia con blockchain e le DAO industriali

Un DAO mira a codificare le regole operative di un’organizzazione in un programma per computer (lo smart contract). Ciò permette di ottenere trasparenza e disintermediazione da un ente centralizzato. Praticamente, le DAO ci consentono di digitalizzare non solo le transazioni ma il vero e proprio funzionamento di un’organizzazione a partire da regole preimpostate. Ecco che vedremo nascere organizzazioni autonome decentralizzate di tipo industriale o, meglio, di tipo Business to Business (B2B). Si tratta di organizzazioni che servono solo imprese e che adottano la regola del code-is-low come parte integrante della loro struttura organizzativo-procedurale.

Con blockchain e gli smart contract, si aprirà un nuovo scenario ecosistemico dove la collaborazione sarà favorita dalla sua adozione e dall’implicita “fiducia senza fiducia”, ovvero poter collaborare con altre organizzazioni facendo leva sulle caratteristiche di immutabilità e trasparenza proprie di blockchain. In questo modo si ridurrà l’attrito nella concessione della fiducia necessaria per operare con altri soggetti che non si conoscono direttamente. Questo, a mio avviso, aprirà le porte ad un ecosistema di imprese basato sulla collaborazione aperta e trasparente senza discriminazioni, siano esse geografiche o dimensionali. Sarà possibile per tutti partecipare a questo ecosistema produttivo autonomo, trasparente e inclusivo.

L’impatto sulla società: sarà stakeholder capitalism?

Chissà poi che le premesse di inclusività e trasparenza del metaverso industriale non condizionino anche il divenire del Great Reset annunciato dal World Economic Forum che mira proprio a costruire un mondo economico nuovo, basato sul paradigma People – Planet – Prosperity – Partnership degli SDGs delle Nazioni Unite.

Un mondo economico che rinunci allo Shareholder Capitalism – quello dove l’obiettivo primario dell’impresa è creare valore per gli azionisti – promuovendo lo Stakeholder Capitalism dove l’obiettivo primario dell’impresa è creare valore per i “portatori d’interesse” ovvero i lavoratori, i fornitori, i clienti, gli azionisti e le comunità locali. In teoria il metaverso industriale dovrebbe inserirsi perfettamente in questo nuovo modello economico fatto di estremizzazione della decentralizzazione, foriero di inclusività necessaria alla realizzazione di un progresso equo e sostenibile. Staremo a vedere, al momento rimangono solo buone intenzioni. Ai posteri l’ardua sentenza.

La sempre crescente importanza delle persone

Per adesso quel che è certo, è che bisogna favorire la centralità delle persone che dovranno diventare gli attori principali anche della scena economica. Avranno un ruolo chiave che porterà ad un ripensamento delle modalità di realizzazione dei prodotti.

Molti vedono la personalizzazione dei prodotti come elemento centrale dell’evoluzione verso l’industria 5.0 che, come immaginato anche dalla Commissione Europea, sarà umano-centrica, sostenibile e resiliente. E allora che ben venga il metaverso precursore di un nuovo modello economico e promotore di un nuovo modello sociale che ponga noi umani al centro delle attività sociali ed economiche. Sarà un modello molto apprezzato e che condivido a pieno perché pone anche la sostenibilità come obiettivo primario delle imprese.

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