L'analisi

PMI lanciate verso il digitale: perché le politiche industriali sono leva per gli investimenti

Le PMI italiane stanno affrontando una fase importante della transizione digitale, in cui si registra una propensione agli investimenti per competere sul medio-lungo termine: complice di questa condizione è il contesto di incentivi e agevolazioni messe in campo dalle politiche industriali 4.0

Pubblicato il 28 Mag 2022

Alvise Biffi

consigliere della Camera di Commercio di Milano Monza Brianza Lodi

voucher consulenza innovazione

Le PMI italiane, forzate dalle difficoltà della pandemia, hanno accelerato i processi di digitalizzazione che per lungo tempo sono rimasti chiusi nel cassetto e oggi stanno attraversando una fase cruciale della transizione digitale. Mai come in questo periodo sono pronte a fare investimenti che abbiano come prospettiva un incremento della competitività di medio-lungo termine, grazie anche agli incentivi messi in campo dalle misure a sostegno degli investimenti.

La creazione di un contesto orientato ad agevolare e indirizzare le scelte di investimento delle imprese (in varie forme: incentivi, credito d’imposta, sgravi) è stata e permane una componente fondamentale per dare fiducia agli imprenditori, in quanto dà la percezione di una direzione, una tendenza, una visione di lungo periodo dell’intero sistema Paese.

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Il valore della Nuova Sabatini

A testimonianza di questo circolo virtuoso vi è l’oggettivo successo della Nuova Sabatini del Ministero dello Sviluppo Economico, una misura che – come anticipato nelle considerazioni di Confindustria fornite nel 2021 – è stata sin da subito apprezzata dalle imprese italiane che hanno approfittato dello strumento per ammodernare i macchinari. In particolare, a distanza di un anno dall’avvio della ‘Nuova Sabatini’ sono ben 100 mila le PMI che hanno ottenuto contributi, di queste il 70% delle operazioni finanziate sono state destinate al rinnovo di macchinari finalizzati ai processi di digitalizzazione mentre il 30% all’acquisto di beni strumentali. Come emerge dal report diffuso mensilmente dal Ministero dello Sviluppo Economico la regione che in questi 12 mesi ha maggiormente beneficiato della Nuova Sabatini è la Lombardia, con 10 milioni di finanziamenti ottenuti, e le aziende manifatturiere sono di gran lunga la tipologia di imprese che ne hanno fatto richiesta.

Tra gli elementi che rendono questa misura molto apprezzata tra le micro, piccole e medie imprese vi sono: la chiarezza dei requisiti dei potenziali beneficiari, l’ampia gamma di beni ammissibili al finanziamento, l’automaticità delle modalità di accesso, le scadenze certe e la possibilità di cumulare il finanziamento ottenuto con la Nuova Sabatini con altri incentivi, spesso complementari come i voucher digitali delle camere di commercio in sinergia con le regioni.

Aspetti critici

L’unica criticità riscontrata, e che ci viene segnalata dai territori, è rappresentata dalle tempistiche di erogazione: talvolta queste non sono in linea con le aspettative dell’aziende.

È fuori di dubbio, comunque, che in un periodo come questo in cui si registrano degli innalzamenti dei tassi di interessi una misura come questa che li mantiene a valori stabili e favorevoli per le imprese risulta particolarmente utile e appetibile e rappresenti uno strumento che accompagna concretamente le piccole e medie imprese nell’affrontare la transizione digitale.

L’importanza di sviluppare una politica industriale

Quando le imprese, attraverso le rappresentanze come Confindustria, si appellano alla politica e alle istituzioni affinché sviluppino una vera politica industriale si intende esattamente quello che è avvenuto, nel campo della transizione digitale, dall’approvazione del Piano Industria 4.0 in poi: creazione di un percorso (Piano Industria 4.0 / Transizione 4.0 / Nuova Sabatini) in grado di orientare con decisione le imprese verso investimenti più innovativi e verso la modernizzazione dei processi produttivi con conseguenti vantaggi in termini di aumenti di produttività e competitività, migliore capacità organizzativa, miglioramento della qualità dei prodotti e innovazione dei prodotti stessi e conseguente aumento del numero di dipendenti. Effetti da cui trae beneficio l’intera economia italiana.

Perché adeguare il modello di business

Avendo un tessuto industriale prevalentemente manifatturiero è stato culturalmente prevedibile che l’investimento principale di partenza della trasformazione sarebbero stati i macchinari di nuova generazione, tuttavia per trarne il massimo beneficio occorre anche adeguare il modello di business ed i processi aziendali partendo da strategie data driven. Elemento imprescindibile per muoversi su questa rotta sono le nuove competenze necessarie alla forza lavoro e una revisione importante nel design organizzativo. Il nuovo Dl Aiuti e Transizione 4.0 segue il percorso virtuoso tracciato ampliando gli incentivi sulla formazione dedicata alle nuove competenze e introducendo migliori sostegni anche per lo sviluppo e l’ acquisizione software, confermando lo strumento del credito d’ imposta come leva di stimolo, il piu apprezzato dalle PMI .

L’auspicio di Confindustria Lombardia è che lo stesso approccio pragmatico e di visione venga utilizzato per accompagnare le imprese nella transizione energetica che, in una fase di trasformazioni forzate, in parallelo è fortemente minacciata dall’aumento dei prezzi e dalle conseguenze del conflitto russo-ucraino con l’instabilità dei mercati di approvvigionamento energetici. Il tema energia e’ particolarmente delicato perche’ spesso oggetto di posizioni ideologiche piuttosto che pragmatiche e figlio di programmazioni fissate su obiettivi idealistici che non considerano tempi realistici di evoluzione sostenibile, non solo per l’ambiente ma anche per l’economicità.

Conclusione

In questo periodo di forte incertezza e di tensioni internazionali che stanno mettendo sotto pressione la tenuta del tessuto industriale italiano ed europeo è importante incoraggiare le imprese, soprattutto PMI – che costituiscono la spina dorsale dell’economia italiana –, assicurando un supporto costante. In pandemia tutti guardavamo con speranza e prospettiva al futuro e i risultati della ripresa insieme ai dati degli investimenti dimostrano che le imprese hanno avuto fiducia gettando il cuore oltre l’ ostacolo. La crisi asimmetrica di caro energia, materie prime e semiconduttori che oggi fiacca l’ Italia in modo molto maggiore rispetto ad altri Paesi ha fatto crollare la fiducia degli imprenditori frenando la crescita… proteggere l’impresa, come dichiarato recentemente dal Presidente di Confindustria Carlo Bonomi, è una questione di sicurezza nazionale, oggi piu che mai.

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