Sulla lunga e faticosa strada della Fabbrica4.0 qualcosina sembra muoversi, dopo alcuni mesi di stallo. L’Europa indica in più di 50 miliardi di euro l’investimento complessivo da qui al 2020 su Industry4.0; di questi circa un terzo ad investimento privato.
Intanto il Governo italiano, tramite il nuovo Ministro allo Sviluppo economico Carlo Calenda, riparte da un cantiere che dovrà stabilire le tappe del processo per la trasformazione digitale della manifattura italiana. Obiettivo, la stesura entro l‘estate, di un documento strategico, aggiornando quello che doveva partorire circa dieci mesi or sono l’allora Ministro Federica Guidi. Il dato di partenza è la cifra preventivata: fra i 6 e gli 8 miliardi l’anno per i prossimi 5 anni favorendo investimenti privati.
Il documento si articolerà intorno a dei temi guida per macrosettori: formazione del capitale umano e riqualificazione del personale; mercato del lavoro; strumenti per favorire gli investimenti; infrastrutture abilitanti (banda ultralarga); sistemi aperti per superare la standardizzazione; finanza d’impresa.
Saggiamente (sapendo come vanno le cose in Italia e specie tra ministeri…) il Ministro dello Sviluppo Economico Calenda fa sapere che coinvolgerà anche i ministeri dell’Economia, del Lavoro e dell’Istruzione e ricerca. Insomma, per una sfida che richiede assolutamente grande gioco di squadra, e tratta la trasformazione del sistema industriale del Paese, Carlo Calenda giustamente cerca il massimo coinvolgimento dell’intero Governo.
Sono d’accordo che arrivati a questo punto meglio aspettare qualche mese in più, dopo tanto ritardo, ma fare le cose per bene, ovvero coinvolgendo davvero i principali attori di impresa e della consulenza che abbiano qualcosa di interessanbte da dire sul percorso della trasformazione digitale del Paese.
Fondamentale che questo piano tenga conto davvero dell’immensa platea delle PMI e non solo dei grandi gruppi, ma vada anche oltre, indicando la tanto auspicata “via italiana alla Fabbrica 4.0”, fatta non solo di IT, ma del cosiddetto cyber physical, di grande flessibilità e soprattutto con l’uomo al centro. Non mi voglio infatti stancare di ripetere che l’impegno totale di associazioni, governo, imprenditori deve essere indirizzato verso il vero tessuto connettivo dell’impresa italiana, quello del 98% di PMI che rappresentano la principale platea, sana, dell’industria italiana.