Quanto l’investimento in Industria 4.0 ha contribuito alla produttività delle PMI italiane? Questa domanda si inserisce all’interno di un ampio dibattito internazionale che da tempo si interroga sul contributo dell’innovazione tecnologica alla produttività del lavoro. Si tratta di un tema non banale, tanto che non a caso l’economista e premio Nobel Solow già alla fine degli anni Ottanta affermava che “puoi vedere l’età dei computer dappertutto tranne che nelle statistiche sulla produttività”.
Gli studi economici recenti hanno dimostrato come le tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT) favoriscano la produttività del lavoro, analizzando questa relazione da diverse prospettive. Gli approfondimenti hanno contributo a riconoscere il ruolo positivo delle ICT in particolare in relazione ai cambiamenti nella struttura organizzativa interna alle aziende e all’uso più efficace delle ICT, contribuendo con questo a spiegare ad esempio il divario di produttività tra Stati Uniti ed Europa.
Le analisi sin qui condotte hanno usato principalmente dati aggregati confrontando le diverse caratteristiche degli investimenti – tecnologici e non – sul fronte della produttività. Al contrario, solo pochi studi si sono concentrati sulle imprese, analizzando come l’ICT può stimolare la produttività del lavoro a livello aziendale, e ancora meno ricerche sono state fatte sulle PMI specializzate in attività manifatturiere. Proprio dalle ricerche nell’ambito delle PMI sono emersi risultati molto contrastanti e non convergenti in merito alle implicazioni degli investimenti in ICT sulla produttività del lavoro. La mancanza di prove convincenti sugli effetti di performance economica delle tecnologie per le PMI è ancora più evidente ora che siamo nel bel mezzo della quarta rivoluzione industriale, che è innescata dalla disponibilità di soluzioni più flessibili che combinano tecnologie digitali e fisiche.
PMI e Industria 4.0, lo scenario
Quando si parla di Industria 4.0 è importante ricordare come si faccia riferimento ad una combinazione ed integrazione di diverse tecnologie. La novità chiave dell’Industria 4.0 si basa sul fatto che le singole tecnologie non operano come macchine stand-alone, ma possono essere interconnesse con il sistema informativo dell’azienda. L’Industria 4.0 promette di trasformare diversi processi aziendali, soprattutto nell’industria manifatturiera. Tecnologie come stampa 3D, robotica avanzata, Internet of Things (IoT), big data e analytics, e realtà aumentata/virtuale hanno il potenziale per influenzare i processi produttivi, dall’innovazione e prototipazione dei prodotti così come l’organizzazione delle attività produttive.
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Data la rilevanza di questo processo di trasformazione, diventa fondamentale capire se e in che misura le tecnologie dell’Industria 4.0 – analogamente alle ICT – rappresentino un fattore di incremento della produttività delle imprese. Ciò è ancora più rilevante nel caso delle PMI, in quanto esse tendono ad essere meno innovative e mostrano un livello di adozione delle nuove tecnologie più lento rispetto alle grandi imprese, nonostante siano considerate motori di creazione di posti di lavoro e di crescita.
La ricerca dell’Università di Padova
In questo quadro, il Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali, Università degli studi Padova ha svolto uno studio che mira a valutare in che misura le tecnologie dell’Industria 4.0 aumentino la produttività del lavoro nelle PMI e, in seconda battuta, se la specializzazione industriale possa essere rilevante nell’adozione delle tecnologie Industria 4.0. Il Made in Italy ha mostrato specificità nel processo di innovazione e di competizione a livello internazionale, così come di organizzazione delle attività produttive ed organizzazione delle filiere. Al suo interno emergono però anche delle differenze, con settori come quello della moda che hanno dinamiche di produzione e relazionali differenti rispetto ad esempio al comparto dell’automotive.
La ricerca ha riguardato un panel sbilanciato di 907 imprese manifatturiere osservate nel periodo 2010-2017, per un totale di 6.460 osservazioni anno-impresa. Queste imprese fanno riferimento al campione di imprese specializzate nei diversi comparti del Made in Italy (arredo, moda, automotive) localizzate nel Nord Italia (Piemonte, Lombardia, Veneto, Trentino-Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Emilia-Romagna) ed intervistate nel 2017 nell’ambito dello studio condotto dal Laboratorio Manifattura Digitale del Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali “Marco Fanno” dell’Università di Padova.
Per analizzare gli impatti sulla produttività sono state confrontate le imprese adottanti le tecnologie dell’Industria 4.0 e le non adottanti, per stimare il premio di produttività del lavoro per le adottanti rispetto alle non adottanti nel corso del periodo di osservazione. Sono state analizzate 7 tecnologie raggruppate in tre cluster tecnologici tramite un’analisi fattoriale – tecnologie legate alla produzione (robotica e realtà aumentata), tecnologie legate alla customizzazione (manifattura additiva, laser cutting e 3D scanner) e tecnologie di tipo data-driven (big data/cloud e IoT) – per valutare l’impatto dell’adozione di una tecnologia sulla produttività. Inoltre, è stato valutato l’impatto dell’adozione additiva di nuove tecnologie (considerando cioè l’intensità tecnologica da 1 a 7 tecnologie). Abbiamo poi cercato di capire se ci fossero delle differenze dal punto di vista settoriale, confrontando imprese manifatturiere a bassa o alta tecnologia.
L’impatto positivo dell’innovazione
I risultati che abbiamo ottenuto evidenziano in generale un effetto positivo derivante dall’adozione di tecnologie dell’Industria 4.0. Le PMI che adottano tecnologie 4.0 hanno aumentato la loro produttività del lavoro del 7%, in media nel periodo considerato, rispetto alle imprese non adottanti. Le imprese che adottano una nuova tecnologia sperimentano un aumento della produttività del lavoro non solo durante l’anno di adozione (di circa il 5,8%), ma anche un anno dopo (di circa il 6,1%). Tuttavia, i ritorni positivi della nuova tecnologia sembrano diventare statisticamente trascurabili due anni dopo l’adozione. Questo suggerisce che l’adozione di una nuova tecnologia ha un effetto positivo ‘di shock’ sulla produttività del lavoro che, tuttavia, non sembra essere duraturo.
In aggiunta, i risultati suggeriscono che un premio di produttività maggiore esiste per le imprese che adottano (simultaneamente o nel tempo) due tecnologie. Al contrario, sembra che le imprese che adottano (simultaneamente o nel tempo) tre o più tecnologie non traggano beneficio in termini di produttività del lavoro rispetto alle imprese che non adottano. Quest’ultimo risultato offre una prima visione dell’esistenza di non linearità legate all’adozione delle tecnologie.
Il calo nel corso del tempo
In sintesi, possiamo affermare che l’adozione del 4.0 ha un impatto significativo sulla produttività del lavoro delle PMI. Questo rendimento è, tuttavia, decrescente nel tempo. Inoltre, emerge una forma a U invertita dei ritorni sulla produttività in relazione alla varietà di tecnologie adottate: una varietà eccessiva di nuove tecnologie potrebbe ostacolare la produttività del lavoro delle imprese, ad esempio se un’impresa non possiede internamente (o non è in grado di acquisire esternamente) le risorse (ad esempio in termini di gestione, lavoratori specializzati) necessarie per combinare “armoniosamente” i diversi progressi tecnologici introdotti nel processo produttivo.
Anche dal punto di vista settoriale emergono delle differenze. L’effetto sulla produttività del lavoro è maggiore per le imprese a bassa tecnologia (low-tech industry) anche se le imprese ad alta tecnologia (high-tech industry) beneficiano di una maggiore varietà di tecnologie adottate. L’effetto positivo dell’adozione della tecnologia sulla produttività del lavoro delle imprese a bassa tecnologia sembra persistere fino a un anno dopo l’adozione e, inoltre, l’effetto sembra essere maggiore un anno dopo l’adozione che nell’anno della prima adozione. Al contrario, l’adozione di nuove tecnologie sembra avere un effetto “di shock” sulla produttività del lavoro delle imprese high-tech. Infatti, l’effetto positivo dell’adozione della tecnologia sulla produttività del lavoro delle imprese high-tech diventa trascurabile già a partire da un anno dopo l’adozione. In ogni caso, sembra che l’adozione della tecnologia non abbia un effetto duraturo sulla produttività del lavoro di entrambi i tipi di imprese.
Le scelte tecnologiche delle PMI
Che cosa si può dire invece riguardo alla diversa tipologia di tecnologie adottate? Rispetto ad una narrativa che sottolinea l’importanza di un investimento ampio delle tecnologie Industria 4.0, i dati analizzati mostrano un altro scenario. Le imprese selezionano le tecnologie che sono più adatte al loro business: le imprese low-tech investono in tecnologie di personalizzazione mentre le high-tech in tecnologie di efficienza produttiva. I risultati suggeriscono l’esistenza di un premio di produttività del lavoro per le imprese che adottano un gruppo tecnologico rispetto a quelle che non lo adottano, così come che la varietà tecnologica che consiste nell’adozione di tecnologie appartenenti a due diversi gruppi tecnologici rende un’impresa ancora migliore in termini di produttività del lavoro rispetto ai non adottanti. Al contrario, sembra che “troppa varietà”, cioè la combinazione di tecnologie appartenenti a tutti e tre i gruppi tecnologici, non porti le imprese adottanti a registrare un premio di produttività del lavoro rispetto alle non adottanti.
Conclusione
Dal punto di vista manageriale i risultati mostrano che l’adozione della tecnologia 4.0 guida la produttività del lavoro per le PMI, ma a causa dei suoi rendimenti decrescenti le imprese devono investire regolarmente, introducendo nuove tecnologie nel tempo. Inoltre risulta importante selezionare le tecnologie che sono in linea con le caratteristiche del settore di appartenenza. Dal punto di vista delle politiche emerge come l’aver favorito investimenti in Industria 4.0 abbia avuto un effetto positivo sull’adozione delle PMI (accesso alle risorse finanziarie). Diventa quindi importante continuare a sostenere l’adozione da parte delle PMI nel lungo periodo, considerando le dinamiche illustrate.