L'approfondimento

Riforma ITS, come cambia il mondo della formazione verso Industria 5.0

La riforma degli ITS avviata in estate in linea con gli obiettivi del PNRR orienta i percorsi formativi verso le competenze più richieste dalle imprese, per colmare il divario tra domanda delle aziende e mancanza di personale specializzato disponibile sul mercato del lavoro: ecco i dettagli

Pubblicato il 28 Ott 2022

Ilaria Pozzoli

Responsabile Capitale umano e Lavoro Confindustria Lombardia

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Dopo undici anni dalla nascita in Italia degli ITS, la riforma mette mano alla ridefinizione delle aree tecnologiche relative agli indirizzi dell’offerta formativa. In linea con quanto richiesto dal PNRR e in coerenza con i settori più strategici per lo sviluppo del Paese, i futuri decreti attuativi delineeranno i futuri percorsi all’interno degli ambiti relativi a sicurezza digitale, transizione ecologica e infrastrutture per la mobilità sostenibile.

Un deciso orientamento, quindi, verso le discipline inerenti Industria 4.0, con gli ITS come snodo cruciale per la formazione e la riqualificazione delle competenze fondamentali per tutti i processi di innovazione e sviluppo.

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Cosa cambia con la riforma degli ITS

Lo scorso 26 luglio è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale la Legge che modifica l’assetto degli ITS, da oggi ITS Academy o Istituti Tecnologici Superiori. La Riforma fa parte del pacchetto di azioni cosiddette settoriali previste dal PNRR e ha come obiettivo il potenziamento dell’organizzazione e dell’offerta formativa per un consolidamento e sviluppo delle competenze tecnologiche abilitanti tanto richieste dal mercato del lavoro: si rafforza dunque il legame con il tessuto produttivo del territorio, da sempre alla base del successo delle realtà ITS più strutturate, con un’attenzione rivolta alle nuove prospettive del lavoro e dell’economia.

Una vicinanza al mondo dell’imprenditoria che si sostanzia, ad esempio, nel coinvolgimento di docenti provenienti dal mondo del lavoro per una percentuale di almeno il 60% del monte orario complessivo e nell’obbligo di dedicare almeno il 35% a stage aziendali e tirocini formativi, con un occhio di riguardo alle esperienze all’estero.

La sperimentazione

Una prima sperimentazione era già stata portata avanti – e in Lombardia ne abbiamo molti esempi – all’interno del Piano Industria 4.0, che aveva finanziato la progettazione di percorsi ITS finalizzati a costruire professionalità dotate di competenze abilitanti. Nel 2020-2021 Confindustria Lombardia e ADAPT avevano approfondito questa esperienza all’interno di un report Gli ITS lombardi e il Piano di sviluppo nazionale Industria 4.0”, individuando le principali innovazioni di carattere organizzativo e didattico. Ciò che era emerso dalla ricerca era la consapevolezza diffusa che Industria 4.0 non fosse un fenomeno esclusivamente tecnologico ma a tutti gli effetti un nuovo paradigma produttivo i cui effetti si propagavano a livello non solo economico, ma anche sociale e soprattutto formativo. Un paradigma che implica un nuovo modo di lavorare e – a monte – di imparare.

La twin transition

Una consapevolezza che oggi acquista ancora più significato all’interno della twin transition: la doppia transizione (digital e green) comporta la modernizzazione, in ambito industriale, dei processi produttivi, attraverso lo sviluppo di nuove soluzioni per aiutare la società a diventare più sostenibile. Si tratta dunque di un approccio assolutamente trasversale che necessita di professionalità adeguate che sappiano guidare e sostenere l’implementazione di una nuova visione del business.

Il percorso per formarle passa – come sappiamo – da uno stretto rapporto tra mondo del lavoro e mondo della scuola, affinché avvenga una rapida curvatura dei curricula scolastici con un forte investimento nella formazione continua dei lavoratori. Oggi gli ITS si candidano ad essere questa fondamentale cinghia di trasmissione.

Affinché questa osmosi diventi ancora più pervasiva, è importante considerare il contesto in cui le Academy si trovano oggi ad operare: non parliamo solo di contesto normativo ma anche di ambiente fisico vero e proprio.

Il caso CIMA

È la riflessione che ha portato alla creazione di CIMA (Campus ITS MIND Academy), il primo campus degli ITS della Lombardia.

Avrà sede a MIND, Milano Innovation District, raccogliendo l’eredità del sito di Expo 2015 e nasce dall’unione di quattro Fondazioni dell’area milanese: Fondazione ITS Angelo Rizzoli per le Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione, Fondazione ITS Lombardo per le Nuove tecnologie Meccaniche e Meccatroniche, Fondazione ITS Mobilità Sostenibile e Fondazione ITS Tech Talent Factory, con il supporto di Regione Lombardia.

L’obiettivo è quello di offrire alle nuove generazioni di studenti una proposta formativa multidisciplinare e orientata all’innovazione in un contesto urbano, come quello di MIND, vocato alla ricerca e allo sviluppo economico e sociale.

Nel MIND Village hanno infatti sede, oltre a CIMA, importanti realtà industriali come Astrazeneca e Rold, Università, Centri di ricerca e start-up, in una complessa contaminazione di saperi che siamo certi rappresenterà un ulteriore elemento di attrattività per i ragazzi e le ragazze che devono compiere scelte importanti per il proprio futuro.

Ci auguriamo che la formula dei Campus – di cui CIMA si prefigura come uno dei primi esempi – possa rappresentare una realtà consolidata, individuando all’interno dello stanziamento PNRR (circa un miliardo e mezzo) le risorse necessarie per lo sviluppo di queste piattaforme per l’innovazione.

Conclusione

In conclusione, possiamo affermare che gli effetti della riforma degli ITS si vedranno con chiarezza nel medio-lungo periodo: innanzitutto è importante sottolineare come molto dipenderà dall’attuazione dei diciassette decreti cui la legge fa riferimento per l’implementazione di diversi aspetti di assoluta rilevanza – come ad esempio la definizione delle nuove aree tecnologiche – ma anche nel rapporto tra una legislazione di livello nazionale che si interfaccia con una strutturazione dei percorsi a livello regionale.

Riteniamo che l’esperienza maturata in Lombardia – prima regione in Italia per numero di iscritti e per tasso di occupazione – debba rappresentare un punto fermo per tutto il Sistema ITS, puntando ad essere apripista di soluzioni innovative in linea con le specificità del contesto territoriale e delle principali filiere, traghettando il nostro sistema produttivo verso l’Industria 5.0.

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