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Risk management: cos’è e come trasforma i rischi in opportunità



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Il risk management si converte sempre più in una leva strategica per le organizzazioni per fronteggiare scenari complessi: ecco come applicarlo in azienda

Pubblicato il 11 mar 2024



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Il risk management in azienda rappresenta un approccio prioritario. Gli ultimi report sui rischi, pubblicati ad inizio 2024, delineano un futuro incerto e poco ottimistico, segnato da conflitti, crisi economiche e geopolitiche, problemi sanitari, cyber attacchi e un incremento di eventi climatici estremi.

Scenari che minacciano la stabilità sociale ed economica, influenzando negativamente le organizzazioni. Pertanto, in questo contesto, è cruciale per le organizzazioni adottare principi di Risk Management per gestire proattivamente i rischi, cercando di prevenirli, mitigarli sino a trasformarli in opportunità.

Risk Management, cos’è e perché è importante

Il Risk Management, o Gestione del Rischio, si riferisce a un processo orientato alla gestione olistica e integrata dei rischi, che comprende attività sistematiche di identificazione, quantificazione, valutazione e mitigazione dei rischi.

I vantaggi del Risk Management per l’impresa

L’adozione dei principi di Risk Management – in un momento di grandi incertezze come quello attuale – è importante in quanto permette di

  • Affrontare i rischi in modo sistematico, efficace ed efficiente.
  • Effettuare la valutazione dei rischi.
  • Intraprendere il trattamento dei rischi, riconducibile a 4 tipi di risposta, i.e. accettare, evitare, ridurre o condividere il rischio.
  • Cogliere le opportunità.
  • Contribuire al contenimento dei danni.
  • Essere conforme ai requisiti legali e normativi pertinenti e alle norme internazionali.
  • Migliorare la rendicontazione obbligatoria e volontaria.
  • Garantire una migliore Governance.
  • Aumentare la fiducia delle parti interessate interne ed esterne.
  • Migliorare il processo decisionale e la pianificazione.
  • Garantire l’ottimizzazione dei controlli.
  • Allocare ed utilizzare in modo più efficace le risorse per il trattamento del rischio

Normative e Standard sul Risk Management

La pratica del Risk Management è guidata dalla norma ISO31000 – Linee guida per la Gestione del Rischio.

ISO 31000

Questo standard, introdotto per la prima volta nel 2009, è diventato rapidamente un riferimento fondamentale per coloro che aspiravano a generare e preservare il valore all’interno delle loro organizzazioni. La norma enfatizzava l’importanza di gestire i rischi con l’obiettivo di massimizzare le opportunità e minimizzare l’impatto negativo delle minacce.

Diagramma di flusso processo di RM.jpg

Fasi di Implementazione della ISO 31000:2009

Successivamente, l’aumento dei nuovi rischi e la crescente volatilità in un mercato sempre più globalizzato hanno reso indispensabile ampliare l’ambito del Risk Management per includere tutti i rischi aziendali. Questo scenario ha portato, nel 2018, a un aggiornamento della norma ISO 31000, sottolineando la necessità di un approccio ancora più esteso e approfondito in termini di gestione dei rischi.

ISO 31000:2018 –L’ISO 31000:2018 è lo standard internazionale che consente di:

  • Migliorare in modo proattivo l’efficienza gestionale e manageriale in azienda.
  • Fornisce una serie completa di principi e linee guida.
  • Aiuta le organizzazioni a eseguire l’analisi e la valutazione dei rischi.

Secondo quanto si evince dal testo della ISO 31000:2018, «Le organizzazioni di tutti i tipi e di tutte le dimensioni si trovano di fronte a fattori ed influenze esterni ed interni che rendono incerto il conseguimento dei loro obiettivi». Pertanto:

  • La gestione del rischio è un’attività iterativa ed assiste le organizzazioni nello stabilire le strategie, nel conseguire gli obiettivi e nel prendere decisioni consapevoli.
  • La gestione del rischio fa parte della governance e della leadership, ed è fondamentale per il modo in cui l’organizzazione viene gestita a tutti i livelli, contribuendo al miglioramento del sistema di gestione.
  • La gestione del rischio fa parte di tutte le attività riconducibili ad un’organizzazione e comprende l’interazione tra le parti interessate.
  • La gestione del rischio prende in considerazione il contesto esterno ed interno dell’organizzazione, compresi il comportamento umano ed i fattori culturali.

Come implementare un processo di Risk Management efficace

La ISO 31000:2018 è strutturata in clausole così articolate:

  1. Introduzione
  2. Ambito
  3. Riferimenti normativi
  4. Termini e definizioni
  5. Principi
  6. Struttura di riferimento (Framework)

Essa serve da guida per l’implementazione di un sistema di risk management .Vediamo di che si tratta.

Clausola 1- Ambito – La ISO 31000:2018 può essere applicata a qualsiasi tipo di rischio. Essa fornisce le linee guida per la gestione dei rischio con cui l’organizzazione deve confrontarsi. Inoltre, la metodologia del Risk Management:

  • È indipendente dal settore economico e dagli obiettivi dell’organizzazione.
  • Può essere applicata a qualsiasi tipo di azienda indipendentemente dal settore industriale d’appartenenza.

Clausola 2 – Riferimenti Normativi – La Clausola recita: “Nella presente norma non ci sono riferimenti normativi”. Tuttavia, sono numerosi Sistemi Standard di Gestione che seguono la struttura HA), dove si dà maggior peso al concetto della gestione del rischio e, precisamente:

  • ISO 9001:2015 – SISTEMI DI GESTIONE PER LA QUALITA’
  • ISO 14001:2015 – SISTEMI DI GESTIONE AMBIENTE
  • ISO 45001:2018 – SISTEMI DI GESTIONE PER LA SALUTE E LA SICUREZZA SUL LAVORO
  • ISO 27001:2022 – SISTEMI DI GESTIONE DELLA SICUREZZA DELLE INFORMAZIONI
  • ISO 22301:2019 – SISTEMI DI GESTIONE DELLA CONTINUITA’ OPERATIVA

Clausola 3 – Termini & Definizioni – Di seguito alcune delle principali Definizioni & Termini in questa Clausola:

  • Rischio: Effetto dell’incertezza in relazione agli obiettivi aziendali.
  • Gestione del Rischio: Attività coordinate per guidare e tenere sotto controllo una organizzazione con riferimento al rischio.
  • Fonte di rischio: Elemento che da solo o in combinazione possiede il potenziale di dare origine al rischio.
  • Evento: Il verificarsi o il modificarsi di un particolare insieme di circostanze.
  • Conseguenza: Esito di un evento che influenza gli obiettivi, può essere certa o incerta, positiva o negativa.

La ISO 31000:2018 definisce anche le Parti interessate (i.e. Interested Party/Stakeholder), ovvero, come la «parte che può essere influenzata, o che percepisce di essere influenzata da una decisione o attività», tra cui a titolo esemplificativo:

  • Clienti
  • Distributori/Parti Logistiche
  • Fornitori
  • Finanziatori (i.e. banche, Borsa in caso società quotata, fondi, ecc.)
  • Concorrenti
  • Media
  • Mercato
  • Autorità
  • Personale interno
  • Organizzazioni sindacali
  • Comunità locale , ecc

Metodologia per la gestione del rischio

Analizziamo ora le fasi di implementazione della ISO 31000, i.e. Principi, Struttura di riferimento e Processo.

Fonte immagine: ISO3100:2018

Clausola 4 – Principi – Fornisce i fondamenti per un sistema di gestione dei rischi che dovrebbe risultare:

Corso ISO 31000 Gestione del Rischio | Consulenza e Formazione Certificate

Fonte foto: Iso 31000:2019

  1. Integrato con le altre attività dell’organizzazione, a livello di governance.
  2. Strutturato& Globale e multidisciplinare, per poter dare risultati coerenti e confrontabili.
  3. Personalizzato sull’organizzazione e sui suoi obiettivi.
  4. Inclusivo, i.e. che coinvolga gli stakeholder, per poter contare su una consapevolezza e una visione più ampie.
  5. Dinamico, tempestivo, per rispondere agilmente ai cambiamenti del contesto e/o dell’organizzazione.
  6. Basato sulle informazioni qualitativamente migliori a disposizione (che si tratti di dati storici, evidenze correnti o previsioni future).
  7. Considerare i Comportamenti Umani & Fattori Culturali (i.e. insiemi fattori che influenzano l’organizzazione ad ogni livello).
  8. Basato su Miglioramento Continuo, (i.e. costantemente revisionato in ottica di miglioramento).

Clausola 5 – Struttura di riferimento (Framework): Descrive le componenti necessarie per integrare la gestione del rischio nei processi organizzativi.

Immagine che contiene cerchio, testo, logo, CarattereDescrizione generata automaticamente

Fonte foto: Iso 31000:2019

La Struttura si concentra su.

  • Integrazione – Prima che un sistema di gestione del rischio possa essere implementato con successo occorre comprendere la struttura esatta dell’azienda, impostare una strategia e assegnare le responsabilità.
  • Progettazione – Vengono considerati fattori interni ed esterni. In una dichiarazione scritta (policy) la direzione si impegna nella gestione del rischio e chiarisce la strategia e l’allocazione dei ruoli a tutti i dipendenti.
  • Attuazione (Implementazione) – Per implementare il sistema di gestione del rischio in azienda sono necessarie modifiche nei processi aziendali. L’obiettivo è che il sistema sia accettato da tutti i dipendenti e faccia parte del lavoro quotidiano.
  • Valutazione – Per garantire l’efficienza a lungo termine, occorre eseguire regolarmente delle verifiche del sistema di gestione del rischio, confrontando gli obiettivi prefissati con i risultati effettivi.
  • Miglioramento – È possibile utilizzare revisioni periodiche per apportare miglioramenti costanti. Il sistema di gestione del rischio dovrebbe adattarsi dinamicamente ai cambiamenti nell’azienda ed essere quindi sempre più idoneo nel tempo.

Clausola 6 – Processo: Fornisce una guida dettagliata su come gestire il rischio attraverso un approccio sistematico, razionale e tempestivo.

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Fonte foto: Iso 31000:2019

Le fasi del Processo di Risk Management

Il Processo di Risk Management prevede un’applicazione sistematica delle policy e delle procedure in termini di:

Attività di Comunicazione & Consultazione – Si tratta con la Comunicazione di promuovere la consapevolezza e la comprensione del rischio; mentre, la Consultazione implica l’ottenere informazioni di ritorno complete e tali da essere di supporto al processo decisionale.

Comunicazione & Consultazione devono avvenire in modo continuo durante tutto il processo di Risk Management. Pertanto, è necessario: sviluppare Piani & Procedure in termini di canali e mezzi da utilizzare, stabilire il portavoce ed i destinatari, oltre a procedure in termini di contenuti/messaggi/dichiarazioni da comunicare e tempistiche.

Campo di applicazione, Contesto e Criteri – Con la definizione del Campo di Applicazione, il Contesto ed i Criteri, si avvia il processo di Risk Management dell’organizzazione per poi un’efficace valutazione ed un corretto trattamento dei rischi.

Per definire Il Campo di Applicazione e il Contesto si devono considerare i seguenti elementi:

  • Contesto interno & esterno.
  • Obiettivi e decisioni da prendere.
  • Risultati attesi.
  • Strumenti e tecniche di valutazione.
  • Risorse, responsabilità e registri da conservare.
  • Relazioni con altri progetti, processi e/o attività.

I Criteri di Rischio costituiscono termini di riferimento che sono utilizzati per:

  • Valutare la significatività o l’importanza dei rischi dell’organizzazione.
  • Decidere se un determinato livello di rischio è accettabile o tollerabile.

Essi dovrebbero:

  • Riflettere i valori, le politiche e gli obiettivi dell’organizzazione.
  • Essere basati sul suo contesto esterno e interno.
  • Considerare le opinioni delle parti interessate.
  • Essere derivati da standard, leggi, politiche e altri requisiti.

Di fatto, la definizione dei Criteri di Rischio implica:

  • Precisare entità e tipo di rischio che l’organizzazione intende assumere vs. obiettivi aziendali.
  • Considerare i valori, gli obiettivi e le risorse dell’organizzazione
  • Considerare:
  • La natura e le tipologie di incertezzache possono influenzare i risultati e gli obiettivi.
  • Come misurare conseguenze e probabilità.
  • Fattori correlatial tempo.
  • La determinazione del livello di rischio.
  • Come tener conto delle combinazioni e della sequenza di più rischi.
  • La capacità dell’organizzazione a reagiread essi.

In base a quanto sopra ogni organizzazione stabilirà, in termini di livello di rischio, quanto segue:

Risk ProfileLivello attuale di rischio cui risulta essere esposta l’organizzazione in un determinato momento
Risk AppetiteLivello di rischio che l’azienda può accettare per creare valore ed è considerato parte imprescindibile della gestione del rischio aziendale.
Risk ToleranceRappresenta il rischio massimo specifico che un’azienda è disposta a correre per ogni tipo di rischio. La tolleranza al rischio definisce i confini entro i quali l’azienda è a proprio agio nell’operare data la sua propensione al rischio complessiva.
Risk CapacityAmmontare massimo di rischio che organizzazione è in grado di assumere, senza compromettere vincoli, requisiti regolamentari o la continuità aziendale stessa

I livelli sopra indicati possono variare nel tempo rispetto alla loro definizione o rilevazione. Pertanto, l’organizzazione dovrà eseguire un monitoraggio frequente, coinvolgendo tutti i livelli gestionali sia strategici che tattici che operativi.

Valutazione dei rischi

In questa fase si tratta di effettuare:

  • Identificazione del rischio – Per individuare, riconoscere e descrivere rischi che potrebbero aiutare o impedire il raggiungimento di obiettivi, unitamente alla varietà di obiettivi tangibili o intangibili conseguenze.
  • Analisi del rischio – Comprendere la natura e le caratteristiche del rischio, compreso il livello di rischio, le fonti di rischio, le conseguenze, probabilità, eventi, scenari, controlli e la loro efficacia;
  • Ponderazione del rischio – Fungere da supporto alle decisioni, confrontando i risultati dell’analisi dei rischi con i criteri di rischio stabiliti per determinare l’importanza del rischio ed evidenziare se sono necessarie ulteriori azioni.

Nella fase di Valutazione si tratta di definire, altresì i Parametri di Rischio, ovvero, valutare, classificare e dare priorità ai rischi in termini di:

  • Probabilità di rischio (i.e., probabilità di verificarsi del rischio).
  • Impatto del rischio (i.e., conseguenza e gravità del rischio).
  • Soglie del rischio per attivare le attività di gestione.

I Parametri di ischio sono utilizzati per fornire criteri comuni e coerenti per confrontare i vari rischi da gestire. Senza questi parametri, sarebbe molto difficile:

  • Misurare la gravità della modifica indesiderata causata dal rischio.
  • Assegnare priorità alle azioni necessarie per la pianificazione della mitigazione del rischio.

È doveroso sottolineare che Risk Tolerance & Risk Appetitedevono essere sempre posti in relazione tra loro per comprendere il profilo di rischio di un’organizzazione. Inoltre, la Valutazione di ogni rischio individuato avviene in termini di:

  • Probabilità di Accadimento
  • Magnitudo dell’impatto

ovvero

RISCHIO = f(Magnitudo dell’impatto x Probabilità di accadimento)

Immagine che contiene Segnale stradale, cartelloDescrizione generata automaticamente Ogni organizzazione, nell’effettuare la valutazione, prenderà coscienza se il rischio individuato e valutato possa essere considerato una minaccia – e quindi necessario preservare il valore dell’organizzazione, intervenendo con azioni di mitigazione – oppure una opportunità – i.e. in grado di creare valore per l’organizzazione, come illustrato nella figura che segue.

Lo scopo della valutazione del rischio è, di fatto, quello di:

  • Supportare le decisioni.
  • Confrontare i risultati dell’analisi del rischio con i criteri di rischio stabiliti per determinare dove è necessaria un’azione aggiuntiva.

Ciò può portare a una decisione per:

  • Non fare altro.
  • Considerare altre opzioni di trattamento del rischio.
  • Intraprendere ulteriori analisi per comprendere meglio il rischio.
  • Mantenere i controlli esistenti.
  • Riconsiderare gli obiettivi.

Analisi del rischio

L’analisi del rischio è una componente critica della gestione del rischio, che consente alle organizzazioni di identificare, valutare e prioritizzare i rischi ai quali sono esposte. Questo processo aiuta a prendere decisioni informate su come meglio allocare le risorse per minimizzare, monitorare e controllare la probabilità e/o l’impatto degli eventi avversi o per massimizzare la realizzazione di opportunità. L’analisi del rischio può essere di tipo qualitativo ei quantitativo. Vediamo di che si tratta.

  • Analisi Qualitativa del Rischio – L’Analisi Qualitativa del rischio valuta e assegna categorie ai rischi basandosi sulla loro natura e sull’impatto potenziale che possono avere sull’organizzazione. Questo tipo di analisi spesso utilizza tecniche, quali:
    • Brainstorming – Si identificano i potenziali rischi attraverso sessioni di gruppo.
    • Checklist – Si utilizzano liste predefinite basate su esperienze passate.
    • FEMEA (Failure Mode and Effects Analysis , i.e. Modalità di guasto e analisi degli effetti) – È un metodo di analisi che permette alle aziende di determinare l’impatto che un potenziale guasto avrebbe su un prodotto o su un processo e valutarne i rischi.
    • HAZOP (Hazard and Operability Study) – Le analisi HAZOP sono studi di gruppo sviluppati per consentire un esame formale, sistematico e critico degli intenti progettuali e processuali di un sistema. Tali studi consentono l’individuazione e la valutazione di possibili rischi e malfunzionamenti di singole parti del sistema e le conseguenze per l’intero sistema.
    • Matrice di Probabilità e Impatto – I rischi sono classificati in base alla loro probabilità di occorrenza e al loro impatto potenziale.
    • SWOT (Strengths, Weaknesses, Opportunities, and Threats) – Si identificano le Forze, Debolezze, Opportunità e Minacce in termini positivi e negativi del contesto interno e del contesto esterno.

L’obiettivo dell’Analisi Qualitativa è di prioritizzare i rischi in base alla loro gravità e alla loro probabilità di occorrenza per determinare quali richiedono ulteriori analisi quantitativa o azioni immediate.

  • Analisi Quantitativa del Rischio – L’analisi quantitativa del rischio cerca di assegnare valori numerici ai rischi per valutare il potenziale impatto finanziario o operativo sull’organizzazione. Questo tipo di analisi spesso utilizza tecniche, quali:
    • Analisi del Valore Atteso – Si calcola l’impatto medio di un rischio moltiplicando la probabilità di ogni esito per il suo impatto finanziario.
    • Simulazione di Monte Carlo – Si utilizzano modelli computazionali per simulare migliaia di scenari possibili e valutare le distribuzioni di probabilità degli esiti.
    • Analisi degli Alberi di Decisione (Decision Tree Analysis) – È una tecnica visuale e analitica utilizzata per prendere decisioni in condizioni di incertezza. Consente di valutare una serie di decisioni alternative, i possibili risultati e le probabilità associate a ciascun risultato. Gli alberi di decisione sono rappresentati graficamente come una struttura ad albero, dove ogni nodo rappresenta una decisione o un evento casuale e i rami rappresentano le possibili scelte o esiti.

L’Analisi Quantitativa è particolarmente utile per i rischi che possono essere espressi in termini numerici e per cui sono disponibili dati sufficienti ed aiuta a comprendere l’entità del rischio in termini finanziari, oltre a stabilire un ordine di priorità per le azioni di mitigazione basate su un’analisi costi-benefici.

Si consiglia di consultare l’ISO/IEC 31010:2019 – “Risk assessment techniques” che fornisce maggiori indicazioni sulla selezione e l’applicazione di tecniche per la valutazione del rischio in un’ampia gamma di situazioni.

È doveroso evidenziare che spesso l’analisi del rischio richiede un bilanciamento tra l’Analisi Qualitativa e quella Quantitativa, utilizzando la prima per una rapida valutazione e prioritizzazione dei rischi e la seconda per una comprensione più profonda dei rischi a cui dare priorità di gestione. Inoltre, l’analisi del rischio non è un evento una tantum, ma un processo continuo che deve essere aggiornato regolarmente per riflettere i cambiamenti nel contesto operativo e strategico dell’organizzazione.

Ponderazione del rischio

La Ponderazione dei rischi implica l’assegnazione di un punteggio o peso a ciascun rischio, basato sulla sua valutazione. I rischi con la maggiore combinazione di alta probabilità e alto impatto ricevono la priorità più alta. Questo processo aiuta a stabilire un ordine di priorità tra i vari rischi, guidando l’allocazione delle risorse verso le aree di maggiore preoccupazione. Le organizzazioni, attraverso un processo sistematico di identificazione, valutazione e Ponderazione dei rischi, possono migliorare la loro resilienza e la capacità di raggiungere gli obiettivi strategici nonostante l’incertezza.

Trattamento del rischio

In questa fase si tratta di:

  • Selezionare il trattamento del rischio più appropriato .
  • Progettare i piani di trattamento del rischio e come saranno attuate le varie opzioni di trattamento.

A tal proposito risulta fondamentale:

  • Formulare e selezionare le opzioni di trattamento.
  • Pianificare e attuare il trattamento scelto.
  • Decidere se il rischio residuo sia accettabile.
  • Intraprendere un nuovo trattamento in caso il rischio residuo non sia accettabile.

È doveroso sottolineare che ogni scelta di trattamento del rischiosi deve basare sulla ratio costi/benefici rispetto agli obiettivi stabiliti, ai costi o agli svantaggi.

Inoltre, il Piano di Trattamento del rischio deve indicare:

  • La logica della scelta delle opzioni, inclusi benefici attesi.
  • Chi deve ed è responsabile per l’attuazione.
  • Le competenze necessarie e pianificazione del training o altre azioni per soddisfare queste esigenze.
  • Le azioni da eseguire.
  • Le misure, le risorse e i vincoli.
  • Le modalità di registrazione e reporting.
  • Data d’inizio attività e data di fine attività.

Registrazione e rendicontazione dei rischi

Si tratta di:

  • Comunicare le attività e i risultati della gestione del rischio in tutta l’organizzazione
  • Fornire informazioni per il processo decisionale
  • Migliorare le attività di Risk Management
  • Fornire informazioni sui rischi e interagire con le parti interessate

Registro dei Rischi

L’organizzazione dovrà, altresì, redigere un registro dei rischi, contenente le informazioni raccolte per documentare i rischi che l’organizzazione deve affrontare e le risposte che sta assumendo per affrontarli. Inoltre, ogni rischio documentato nel registro dei rischi dovrebbe almeno contenere i seguenti campi:

  • Descrizione
  • Probabilità,
  • Potenziale impatto,
  • Prioritizzazione vs. tutti gli altri rischi,
  • Azioni di mitigazione,
  • Responsabile del rischio (risk owner).

Monitoraggio e revisione

In questa fase si tratta di:

  • Migliorare la qualità e l’efficacia della progettazione e sua attuazione.
  • Monitorare il processo di Risk Management e relativi risultati, individuando opportunità di miglioramento
  • Pianificare, raccogliere e analizzare le informazioni e registrare i risultati.
  • Fornire feedback sulle attività svolte, sui risultati ottenuti, a supporto del processo decisionale.
  • Incorporare i risultati del monitoraggio e delle misurazioni e del reporting per facilitare azioni correttive, ove necessario.

Di fatto, ogni fase del processo di gestione del rischio è interconnessa e iterativa. Inoltre, un’efficace gestione del rischio richiede un impegno continuo, con l’obiettivo di migliorare continuamente la capacità dell’organizzazione di affrontare i rischi in modo proattivo e sistematico.

Software per il Risk Management: strumenti per la gestione del rischio

Nell’era della digitalizzazione e innovazione, il Risk Management evolve in Intelligence Risk Management, richiedendo ai Risk Manager di adottare nuove strategie e strumenti in termini di software e piattaforme strutturate.

Funzionalità dei software di Risk Management

I software di risk management consentono di:

  • Riprogettare i processi di gestione del rischio utilizzando Intelligenza Artificiale e Machine Learning per anticipare e mitigare i rischi. I Risk Manager diventano una seconda linea di difesa, concentrando gli sforzi sull’automazione per un monitoraggio del rischio in tempo reale e sull’uso di dati predittivi anziché retrospettivi.
  • Migliorare il monitoraggio e la visibilità dei rischi a livello aziendale, implementando meccanismi efficaci di gestione del rischio sia a livello di dipartimento che aziendale. Ciò richiede un accesso rapido a informazioni, metriche e report.
  • Ottimizzare e automatizzare l’attività di reporting, allineando la rendicontazione del rischio con la resilienza e gli obiettivi strategici dell’organizzazione. Un processo più agile fornirà al Top Management una visione in tempo reale dell’esposizione al rischio.
  • Apportare modifiche al framework di gestione del rischio per un approccio olistico che prioritizzi le aree strategiche, migliorando la resilienza e considerando i rischi tecnologici, di terze parti e di processo. Ciò include migliorare la comunicazione di crisi, condividere informazioni tra varie funzioni e il Top Management, e investire in software per ottimizzare l’analisi del rischio.

Di fatto, l’obiettivo non è più predire il futuro basandosi sul passato, ma utilizzare modelli e software basati su scenari predittivi che considerino effetti domino e collaterali, integrandoli nella gestione del rischio e nelle pianificazioni aziendali.

L’automazione della modellazione del rischio e la digitalizzazione del Risk Management trasformano profondamente l’approccio alla gestione dei rischi nelle organizzazioni. La tecnologia assume un ruolo centrale, quasi da guida, offrendo supporto essenziale alle organizzazioni per navigare nel complesso panorama dei rischi.

Scelta del software di Risk Management

Secondo la piattaforma indipendente di selezione di software SelectHub, si elencano di seguito i top 5 software di Risk Management da tenere in considerazione per il 2024 e, precisamente:

Segue tabella schematica delle principali caratteristiche dei software fornita sempre da SelectHub

Confronto degli attributi dei migliori strumenti di gestione del rischio

La selezione di un software di Risk Management rappresenta un passo cruciale per qualsiasi organizzazione. Pertanto, è essenziale considerare vari elementi nella fase di selezione, tra cui:

  • Esigenze ed obiettivi specifici della organizzazione per la gestione del rischio al fine di individuare le funzionalità e le competenze essenziali che il software dovrebbe possedere.
  • Comparazione delle varie alternative di software disponibili, valutando caratteristiche, costi e feedback dei consumatori, per identificare una soluzione che si allinei alle esigenze finanziarie e operative dell’organizzazione.
  • Software che fornisca adeguato supporto e materiali formativi, assicurando così che il team possa velocemente apprendere come utilizzare il programma e trarne il massimo vantaggio. Il fornitore dovrebbe mettere a disposizione risorse educative come tutorial online, manuali per l’utente e forum di assistenza.
  • Funzionalità di integrazione del software, verificando se di facile integrazione con i sistemi e i processi in uso, in modo da garantire che si adatti al workflow dell’organizzazione e fornisca un quadro completo dei rischi.
  • Fornitore con una solida esperienza e reputazione nel settore, per assicurarsi di affidarsi a un prodotto sicuro, affidabile e supportato da un servizio clienti di alta qualità.
  • Disponibilità di una demo o di un test preliminare del software prima dell’acquisto, per constatarne l’efficacia pratica e confermare che risponda alle aspettative dell’entità.

In sintesi, un processo di selezione ben ponderato è fondamentale per trovare il software di Risk Management più adatto ed in grado di rispondere efficacemente alle specifiche esigenze dell’organizzazione.

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PNRR dalla teoria alla pratica: tecnologie e soluzioni per l’innovazione in Sanità
Skill
Competenze digitali, partono le Reti di facilitazione
Gli obiettivi
Scuola 4.0, PNRR ultima chance: ecco come cambierà il sistema formativo
Sistema Paese
PNRR 2, è il turno della space economy
FORUM PA 2022
FORUM PA 2022: la maturità digitale dei comuni italiani rispetto al PNRR
Analisi
PNRR: dalla Ricerca all’impresa, una sfida da cogliere insieme
Innovazione
Pnrr, il Dipartimento per la Trasformazione digitale si riorganizza
FORUM PA 2022
PA verde e sostenibile: il ruolo di PNRR, PNIEC, energy management e green public procurement
Analisi
PNRR, Comuni e digitalizzazione: tutto su fondi e opportunità, in meno di 3 minuti. Guarda il video!
Rapporti
Competenze digitali e servizi automatizzati pilastri del piano Inps
Analisi
Attuazione del PNRR: il dialogo necessario tra istituzioni e società civile. Rivedi lo Scenario di FORUM PA 2022
Progetti
Pnrr, fondi per il Politecnico di Torino. Fra i progetti anche IS4Aerospace
Analisi
PNRR, Colao fa il punto sulla transizione digitale dell’Italia: «In linea con tutte le scadenze»
La Svolta
Ict, Istat “riclassifica” i professionisti. Via anche al catalogo dati sul Pnrr
Analisi
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUM PA 2022
Ecosistema territoriale sostenibile: l’Emilia Romagna tra FESR e PNRR
Il Piano
Innovazione, il Mise “centra” gli obiettivi Pnrr: attivati 17,5 miliardi
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PNRR: raggiunti gli obiettivi per il primo semestre 2022. Il punto e qualche riflessione
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PNRR: dal dialogo tra PA e società civile passa il corretto monitoraggio dei risultati, tra collaborazione e identità dei luoghi
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PA e Sicurezza
PA e sicurezza informatica: il ruolo dei territori di fronte alle sfide della digitalizzazione
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PNRR e servizi pubblici digitali: sfide e opportunità per Comuni e Città metropolitane
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Water management in Italia: verso una transizione “smart” e “circular” 
LE RISORSE
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Analisi
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Decarbonizzazione
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