I processi digitalizzati e automatizzati, insieme alla centralità dei dati, rappresentano una leva strategica del comparto Human Resources. In particolare – in base a quanto emerge da un recente studio i primi, ottimizzando i tempi e snellendo le procedure, consentiranno di focalizzarsi sempre di più sulle persone, mentre i dati, nel corso del 2023, saranno destinati a divenire uno strumento prezioso in mano ai manager del settore.
E tra le sfide che, quest’anno, vedranno impegnate le Risorse Umane, figura proprio l’HR Analytics, ossia la raccolta, l’analisi e l’organizzazione puntuali dei dati HR.
Cosa sono e a cosa servono i dati HR
I dati che provengono dal reparto Human Resources riguardano, in generale, tutti coloro i quali, a vario titolo, sono impiegati in azienda. Dai semplici dati quantitativi e dalle informazioni base sulla persona e sul ruolo svolto, fino ad arrivare a informazioni più complete relative ai comportamenti lavorativi – tra cui gestione del tempo, modalità di interazione e di coordinamento col team, condivisione ed engagement – dati HR corretti e continuamente aggiornati sono ritenuti basilari nell’ottica del potenziamento del business.
Più in particolare, secondo lo studio citato, in questo 2023 tali dati andranno sempre di più a costituire la base sulla quale i responsabili delle Risorse Umane potranno definire strategie, prendere decisioni e compiere scelte efficaci per l’intera organizzazione.
Anche attraverso l’ascolto dei dipendenti, la comprensione dei loro bisogni e delle loro problematiche, nonché tramite la raccolta delle loro opinioni e feedback in merito a determinati aspetti dei processi e delle attività, sarà possibile raccogliere dati e informazioni utili ad avviare azioni HR mirate, nonché a definire i Key Performance Indicators, vale a dire gli indici di performance circa il raggiungimento degli obiettivi aziendali.
Conoscere le persone che lavorano in azienda per arrivare a conoscere più a fondo le dinamiche che la caratterizzano e, dunque, il proprio business, sarà un’altra sfida importante di quest’anno per i team delle Risorse Umane.
Focus su employee experience e talent retention
Un altro fattore cardine indicato dallo studio come via maestra, nel 2023, per il raggiungimento di più alti traguardi da parte delle imprese, è dato dall’esperienza del dipendente, dalle sue percezioni a contatto con determinate realtà dell’azienda.
E, anche in questo caso, i dati raccolti dai team HR giocano un ruolo cruciale, il cui obiettivo è quello di fornire ai responsabili indicazioni finalizzate non solo a valutare le specifiche esigenze di organizzazione del lavoro, bensì anche a prendere atto delle aspettative e del grado di soddisfazione delle persone che vi sono coinvolte. Lo scopo finale è giungere a creare nuovi equilibri in azienda e dare vita a modelli lavorativi volti ad aumentare la produttività e il coinvolgimento del singolo.
C’è un filo che lega la qualità dell’employee experience a quella che, nell’attuale quadro socio-economico, è una delle tematiche centrali in ambito Human Resources, ovvero la retention dei talenti. Filo che correla l’ascolto e la conoscenza del singolo dipendente, le informazioni di tipo quantitativo e qualitativo che il reparto HR possiede su di lui, con la capacità di trattenerlo, di motivarlo nel tempo, facendo in modo che si instauri un rapporto solido e duraturo tra lui e l’azienda.
Ecco che i dati, anche in questo caso, diventano per le Risorse Umane una fonte da cui attingere per individuare i bisogni della persona, i suoi i valori e le sue eventuali difficoltà, al fine di prevenire il rischio di dimissioni.
Criticità e valori
Guardando alla specificità del settore HR in Italia, emergono alcune difficoltà in tema di semplificazione del lavoro quotidiano mediante ladigitalizzazione dei processi e la centralizzazione dei dati.
Un’indagine realizzata da Personio ha rilevato che, nel nostro Paese, ben il 59 per cento dei responsabili delle Human Resources dichiara di non avere a disposizione tempo sufficiente per occuparsi come vorrebbe della gestione dello sviluppo delle persone in azienda. E il 55 per cento sottolinea come il fatto di dedicare gran parte del proprio lavoro alle procedure amministrative li limiti in quelle che sono le attività più strategiche legate alla gestione del personale.
Gli HR manager ritengono anche che, per guidare l’azienda nel modo migliore anche nei momenti più difficili, occorre un approccio sostenibile e a lungo termine alla gestione strategica delle persone ed è bene inoltre che il team responsabile possa disporre di validi strumenti e sistemi IT per la gestione delle risorse umane, oltre che avere accesso a dati e statistiche per poter prendere decisioni informate. Disporre dei coretti strumenti digitali permette alle aziende di ottimizzare i processi e di concentrarsi sulle persone che sono il vero valore di un’azienda. Su un mercato come quello italiano, fatto essenzialmente di piccole imprese che non hanno in media un elevato livello di digitalizzazione, è importante l’offerta di piattaforme software che sostengano ogni tipo di azienda nella transizione digitale.
Conclusioni
Se liberiamo i responsabili delle risorse umane dalle attività di routine, consentiamo loro di concentrarsi su ciò che aggiunge valore reale al business, come prendere decisioni informate e strategiche sull’attrazione e la fidelizzazione dei talenti o sullo sviluppo di un Employer Brand.