industria 4.0

Trattori connessi e ceramiche hi-tech: le eccellenze dell’Emilia Romagna in chiave 4.0

Aster, ente per l’innovazione e il trasferimento tecnologico che ha come partner la Regione Emilia-Romagna e l’Università di Bologna, sta studiando come finanziare progetti dimostrativi per creare dei casi di buone pratiche industriali nei settori chiave dell’economia della Regione

Pubblicato il 14 Mar 2017

Roberto Saracco

coordinatore Gruppo di lavoro “Intelligenza Artificiale” di Anitec-Assinform

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Il governo italiano ha messo a punto e lanciato un piano per l’Industria 4.0. È stato presentato di recente dal Ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda.

Il piano punta a incentivare le relazioni fra industria e mondo accademico, per stimolare l’innovazione in un’area ritenuta cruciale per lo sviluppo economico dell’Italia. Invero, l’economia italiana si basa in larga parte sulle piccole e medie imprese, sulle quali la rivoluzione in arrivo avrà probabilmente un impatto rilevante. Allo stesso tempo, vi è la possibilità concreta che parecchie di loro si pongano alla guida di questa rivoluzione e questo è l’obiettivo del piano del governo.

Non è un piano che nasce dal nulla; al contrario, vi sono diverse iniziative in corso in quest’ambito, in cui possiamo vedere questa capacità di “thought leadership” in azione, come l’iniziativa europea Vanguard, che raggruppa circa 30 regioni della Ue, fra cui, in Italia, Lombardia ed Emilia Romagna.  Quest’ultima, dal luglio 2016, presiede l’iniziativa.

Aster, un ente per l’innovazione e il trasferimento tecnologico che ha come partner la Regione Emilia-Romagna e l’Università di Bologna, assieme ad altri attori della regione partecipa all’iniziativa ed era anche uno dei proponenti che concorrevano al bando per lo Smart Manufacturing KIC*(Knowledge and Innovation Community) bocciato dall’EIT lo scorso anno.

Sta ora studiando come finanziare progetti dimostrativi che possano “guidare” con l’esempio. L’idea è quella di creare dei casi di buone pratiche industriali che possano essere usati allo stesso tempo come laboratori dove effettuare dei test, essendo dei veri propri “impianti produttivi”. Un approccio simile a quello perseguito in Lombardia attraverso la creazione dei FabLabs.

Il tessuto economico dell’Emilia Romagna è particolarmente forte nella produzione di macchinari agricoli –  trattori, mietitrebbia, aratri – e nella produzione di ceramiche (piastrelle per pavimenti e pareti). In entrambe queste aree vi è stata un’innovazione molto forte negli ultimi cinque anni, ed è probabile che essa acceleri nel quadro dell’Industria 4.0.

I macchinari agricoli aggregano sempre più svariate tecnologie che vengono spesso fornite da diverse parti, che devono essere coordinate attraverso una catena logistica e produttiva molto più complessa, che arriva fino al post-vendita. Si stanno trasformando sempre più in robot flessibili e autonomi, consapevoli dell’ambiente in cui sono immersi e che nel futuro non svolgeranno più un “compito”, ma perseguiranno un obiettivo.

Diventando consapevoli del pregresso e dell’ambiente circostante si connetteranno attraverso Internet a dei service point e si comporteranno come intelligenze locali, connettendo l’IoT sul campo con dei servizi Web che implementeranno la policy locale definita dall’agricoltore 4.0. Questo complesso intreccio di IoT, filiere logistiche e implementazione e attuazione flessibile del servizio è al centro del paradigma dell’Industria 4.0.

La manifattura della ceramica ha subito dei profondi cambiamenti nel corso dell’ultimo decennio. L’Emilia Romagna ha un export che eccede i 5 miliardi di euro, ed è uno dei leader mondiali in questo campo. Il design e la produzione della ceramica sono ormai quasi del tutto digitalizzati. È oggi possibile copiare qualsiasi modello o motivo creando delle piastrelle che sono indistinguibili, per esempio, dal legno.

Le ceramiche possono incorporare dei sensori e delle luci e questo consente agli architetti di creare ambienti originali, con atmosfere ed emozioni che cambiano dinamicamente come mai prima d’ora. Inoltre, vi è in questo modo la possibilità di far collaborare architetti di tutto il mondo al design delle ceramiche, che possono essere personalizzate fino all’ultima piastrella.

Oltre a ciò, esiste la possibilità di trasformare il pavimento in un servizio che il padrone di casa può cambiare a piacimento usando servizi di terze parti. Questo dà vita a una catena di fornitura consegna e messa in opera molto più complessa, che è l’essenza stessa dell’Industria 4.0.

L’Università di Bologna, un centro di competenze per l’Industria 4.0 in Emilia-Romagna e uno dei 7 centri di competenze in quest’ambito selezionati dal governo italiano è partner di EIT Digital ed è molto interessata alla linea di azione sulla Digital Industry portata avanti da questa KIC.

La linea d’azione sulla Digital Industry comprende le aree della produzione e del commercio ed è ben collegata a quella sulla Digital Infrastructure che tratta Internet delle Cose e connettività, oltre a aspetti del Cloud e della sicurezza informatica che sono cruciali per la messa in opera di servizi nell’ambito dell’Industria 4.0.

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