Nell’ambito militare, l’effetto “moltiplicatore di forza” consiste nella combinazione di singoli fattori che, una volta uniti, conferiscono agli individui la capacità di conseguire un’efficacia operativa straordinariamente elevata.
Per quanto riguarda la circolazione delle merci, il moltiplicatore di forza consiste nell’unificazione della supply chain.
Si tratta del superamento dei limiti tecnologici e dei processi aziendali per consentire a ogni elemento della supply chain di comunicare simultaneamente e di operare insieme in maniera continuativa per ottenere maggiore efficienza, trasparenza, sostenibilità e redditività – un processo che Manhattan Associates definisce “supply chain commerce”.
Lo scopo del supply chain commerce
Sebbene il supply chain commerce sia una tipologia di mercato emergente, il suo scopo principale è quello di risolvere la questione storica della domanda che incontra l’offerta. Con questo si intende riprogettare le supply chain sia fisiche che digitali, in modo da connetterle e allinearle ai desideri dei consumatori e della società, al fine di ottenere un servizio più efficiente ed affidabile. Certo, le tecnologie, le aspettative dei consumatori, le tendenze del momento e i flussi commerciali macroeconomici globali di oggi sono in continuo cambiamento (e rendono indispensabili i processi di innovazione), ma un discorso chiave è sempre stato lo spostamento dei beni dal punto A al punto B.
In termini di domanda, negli ultimi due anni centinaia di milioni di consumatori hanno sviluppato una maggiore consapevolezza digitale. Il tempo è uno dei vantaggi più importanti per i consumatori moderni, i quali si aspettano che i brand conoscano i loro gusti e le loro preferenze, che li soddisfino e realizzino i loro acquisti come, quando e dove vogliono, indipendentemente dai canali.
Eppure, se si considera la catena di distribuzione, molti retailer gestiscono ancora supply chain obsolete rispetto alle capacità omnichannel e alle aspettative dei consumatori post-COVID, e alcuni continuano a mantenere la gestione dell’e-commerce e degli store fisici in modo indipendente l’uno dall’altro.
Ottimizzati per singoli casi d’uso e non sufficientemente agili per soddisfare le esigenze in continuo cambiamento dei consumatori moderni, questi sistemi tradizionali non funzionano più in uno scenario retail in cui il digital-first è la chiave del successo in termini economici, ma anche dal punto di vista ambientale e della customer experience.
Per sottolineare ulteriormente questo punto, in un recente sondaggio solo il 6% dei retailer intervistati ha dichiarato di sapere dove si trova ogni singolo articolo dello stock il 100% delle volte, mettendo ulteriormente in evidenza le sfide reali presentate da processi che non comunicano tra le varie funzioni, ancora oggi.
Supply chain commerce: le nuove opportunità per i brand
Tuttavia, il supply chain commerce rappresenta molto di più della semplice evoluzione del processo di fulfillment diretto della domanda e dell’offerta: crea nuove opportunità per i brand di essere più abili ed efficienti nei loro processi e nelle loro operazioni, fornendo al contempo ai consumatori opzioni che consentono loro di scegliere prodotti, modalità di spedizione e opzioni di reso più ecologiche e più sostenibili.
È attivo dal momento in cui un utente clicca sul tasto “acquista ora”. Dalle funzionalità digitali di self-service che permettono ai consumatori di modificare un ordine fino al momento in cui lascia lo stock; ai processi di confezionamento più ecologici che riducono gli sprechi di spazio per le spedizioni; fino all’ottimizzazione dei percorsi per il trasporto che riducono i chilometri percorsi, i veicoli su strada e gli aerei in volo. I risultati finali sono esperienze eccellenti per i clienti, un maggiore allineamento con i desideri dei consumatori e risultati più ecologici per il pianeta.
Le tematiche ambientali
Il raggiungimento di questi risultati non è però qualcosa che avviene per magia. Solo unificando tutti gli elementi del percorso d’acquisto (dal sito web allo stock e al trasporto, fino al punto vendita e al fulfillment), i retailer possono offrire ai propri consumatori ciò che desiderano in modo da non penalizzare i profitti o la salute del pianeta.
Infatti, le tematiche ambientali rappresentano ormai un elemento imprescindibile sia per i retailer sia per consumatori, soprattutto quelli più giovani, della GenZ, sempre più attenti e aggiornati sugli sviluppi culturali come la sostenibilità. Questa nuova generazione di consumatori si sente più vicina ai brand che si impegnano a sostenere i valori che loro ritengono fondamentali, come l’ambientalismo, l’uguaglianza e il commercio equo e solidale.
In sintesi, il supply chain commerce si propone come uno strumento utile per guidare il consumatore finale verso decisioni di acquisto più ecologiche e sostenibili. Nonostante la circolazione delle merci sia estremamente importante per il mantenimento e il benessere di miliardi di persone in tutto il mondo, è necessario riconoscere che tale flusso, senza le giuste accortezze, può essere dannoso per l’ambiente.
Una nuova strada per il consumismo
Il supply chain commerce, quindi, offre alle aziende, ai retailer e ai consumatori di tutto il mondo un momento ideale per intraprendere una nuova strada. Rappresenta una possibilità per il consumismo di ritrovare la propria consapevolezza e di generare un futuro più green e sostenibile, in cui le aspettative dei clienti e la salute del nostro pianeta possono coesistere, e di fatto lo fanno.
Infine, che si tratti di analisi strategica o di procurement, di pianificazione operativa della forza lavoro, di visibilità dello stock, di self-service digitale o persino di pagamento del trasporto, quando si combinano i singoli sistemi in una piattaforma convergente si possono ottenere successi significativi e variegati. Che si tratti di un minor numero di chilometri percorsi per le consegne, di un minor tempo di permanenza nel traffico o di un numero ridotto di resi elaborati, i sistemi di supply chain unificati consentono ai brand di migliorare la fidelizzazione dei clienti, di promuovere la sostenibilità e di migliorare anche i profitti.
Conclusioni
A prescindere dalle funzionalità omnichannel che incoraggiano un comportamento più ecologico da parte dei consumatori e forniscono una maggiore visibilità dello stock sia ai dipendenti del punto vendita che ai clienti, o dalle soluzioni più smart per la gestione dello stock e dei trasporti che lavorano fianco a fianco per fornire risultati superiori alla somma delle loro singole parti, il supply chain commerce è qui per restare.
Ed è un’occasione per ripensare i processi aziendali tradizionali e per intraprendere un percorso verso un futuro più ecologico e sostenibile, in cui le aspettative dei consumatori in evoluzione, la redditività e la salute del nostro pianeta riescono a convivere.