Di proclami, idee, proposte su 4.0 e dintorni ne abbiamo viste tante in questi mesi, ma a noi piace discutere su decreti che sono diventati legge e non su frasi spezzettate del Ministro di turno, a maggior ragione quando si parla di fondi europei, tanti, che dovrebbero arrivare al nostro Paese.
Da spendere con grande attenzione perché non ci sarà una seconda possibilità per un’Italia già con l’economia in ginocchio.
Gli interventi del MISE e gli scenari che ci attendono
Comunque facciamo i conti con quello che ci è dato di sapere, ovvero una delle ultime dichiarazioni del Ministro allo Sviluppo Economico Stefano Patuanelli. E su questo immaginiamo gli scenari che ci attendono.
Si parla attualmente di utili detassati, 4.0 rafforzato e nuovo piano banda per la ultralarga. Quante volte abbiamo sentito questo menu, salvo poi ridursi a poca roba o addirittura sparire dal tavolo.
Il Ministro parla di detassazione degli utili reinvestiti dalle aziende, potenziamento del piano Impresa4.0, sgravi per attrarre sia imprenditori italiani che avevano delocalizzato le produzioni sia investitori stranieri, riproposizione del Piano banda ultralarga e pure si parla di impiego dell’idrogeno come energia pulita nell’industria.
Ma già sul primo punto traballa ogni ipotesi: detassazione degli utili delle imprese? Ma quali utili? Quelli fatti durante il lockdown? Le nostre imprese oggi hanno solo debiti, sentir parlare di detassazione degli utili è veramente poco rispettoso di quanto stiamo vivendo. Ma siamo seri per favore!
E alle nostre osservazioni, ci è stato risposto che si tratta dei principali assi di intervento allo studio del ministero dello Sviluppo economico (Mise) per il Recovery Plan.
I primi tre interventi citati si baserebbero sulla leva fiscale. Punto assurdo, come già detto, anche se la detassazione degli utili reinvestiti fosse totale.
Sul secondo intervento, Impresa4.0, oggi chiamato dal Governo Transizione 4.0 il Mise (qui siamo d’accordo) punta ad uscire dalla logica dei rinnovi annuali e propone le agevolazioni su base triennale o quinquennale. Quindi si punterebbe all’innalzamento delle aliquote del beneficio fiscale che oggi dopo la riforma dell’ultima manovra fatta nonostante le perplessità delle imprese, di fatto è diventata una forma del credito di imposta al posto dell’iperammortamento/superammortamento.
Il ritardo sul bando EDIH
Nel frattempo, con le scadenze europee imminenti il MISE tarda ad uscire con il bando sugli EDIH, i digital innovation hub europei, treno che non possiamo permetterci di perdere perché sul tavolo ci sono tantissimi soldi!
Prendiamo testualmente dal sito della UE: “Gli Hub europei per l’innovazione digitale svolgeranno un ruolo centrale nel programma Europa digitale per stimolare l’ampia assunzione dell’Intelligenza Artificiale, dell’High Performance Computing (HPC) e della Cybersecurity, nonché di altre tecnologie digitali da parte dell’industria (in particolare PMI e midcap) e delle organizzazioni del settore pubblico in Europa.
La Commissione europea ha proposto la creazione del primo programma per l’Europa digitale, che investirebbe 9,2 miliardi di euro per allineare il prossimo bilancio a lungo termine dell’UE 2021-2027 alle crescenti sfide digitali. In questa cornice. Gli European Digital Innovation Hub (EDIH) fungono da negozi one-stop che aiutano le aziende a rispondere dinamicamente a queste sfide e a diventare più competitive… In seguito ai negoziati in corso sul quadro finanziario pluriennale in generale e sul programma Europa digitale in particolare, è previsto un primo invito limitato a lanciare EDIH nel quarto trimestre del 2020, per consentire a determinati EDIH di avviare la loro attività nel 2021. Ciò implica che gli Stati membri dovrebbero essere pronti a designare i loro hub alla Commissione entro settembre/ottobre 2020.”
In conclusione
Bene dunque, anzi male. Siamo in ritardo e settembre è domani mattina, MISE se ci sei batti un colpo.
Noi, unica certezza, su questi argomenti staremo sul pezzo per far sapere a chi ci legge cosa va avanti e cosa no in questo Paese!