Nel 2021 Confindustria sarà in prima linea per promuovere la conoscenza del Piano Transizione 4.0 che per il tessuto industriale rappresenta una priorità e una responsabilità al tempo stesso. Una priorità perché è assolutamente necessario orientare con decisione le imprese nella realizzazione di investimenti 4.0 e favorire così la trasformazione del sistema industriale verso modelli più produttivi e competitivi. Una responsabilità perché il piano Transizione 4.0 accoglie in larga parte le proposte di Confindustria ed è necessario dimostrare la capacità delle industrie di rispondere a questa sfida.
Transizione 4.0, gli investimenti in numeri
I dati sugli investimenti negli anni scorsi ci danno fiducia perché confermano la validità del nuovo corso di politica industriale avviato con il Piano Nazionale Industria 4.0 nel 2017, in cui le nostre imprese hanno dimostrato grande vitalità, cogliendo i vantaggi offerti dal Piano. Il Centro Studi Confindustria e la Direzione Studi e Ricerche Economico Fiscali del MEF, infatti, hanno evidenziato che gli incentivi fiscali nel solo 2017 hanno attivato circa sette miliardi di euro di investimenti in macchinari e attrezzatture industriali avanzate, realizzati da società di capitali italiane. Un ammontare considerevole, corrispondente all’8,5% degli investimenti privati medi annui in macchinari e attrezzature (esclusi autoveicoli) in Italia, che sale al 16,0% se la quota è calcolata nel solo settore manifatturiero.
Peraltro, dai dati emerge anche come il 66,7% degli investimenti sia stato realizzato da imprese di piccola e media dimensione nel settore manifatturiero (82,6%) e la maggior parte di queste realtà imprenditoriali (84,7%) non aveva mai effettuato investimenti in tecnologie 4.0 prima dell’introduzione dell’agevolazione fiscale. Ma c’è anche un secondo aspetto di grande interesse e riguarda l’impatto sull’occupazione. Secondo le stime, le imprese che hanno realizzato questi investimenti, hanno registrato un incremento aggiuntivo di 7 punti percentuali tra fine 2016 e marzo 2019.
Transizione 4.0 e PNRR
Sono dati di assoluto rilievo, ma ci sono ancora tante realtà produttive da coinvolgere in questo percorso di modernizzazione. Il 2021 deve essere l’anno della svolta. In primo luogo, serve recuperare un 2020 che ha colpito duramente la nostra economia. Ma soprattutto occorre utilizzare le ingenti risorse del piano Transizione 4.0., che era già stato rafforzato in Legge di Bilancio e che oggi rappresenta uno degli assi portanti del PNRR. Il nostro sistema produttivo, quindi, ha una grande opportunità di upgrading tecnologico non solo sul versante della domanda, ma anche dell’offerta di tecnologie, grazie al significativo supporto anche nell’attività di ricerca e sviluppo. Inoltre, il Piano rappresenta l’opportunità per il Paese di riavviare un percorso di ripresa economica solida e duratura fortemente ancorato agli investimenti privati, al rilancio della domanda interna e all’industria, che resta un motore essenziale dell’economia italiana e lo snodo dei processi di innovazione in tutti i settori produttivi.
L’impatto della pandemia
A questo si aggiunge la “lezione” che abbiamo appreso con la pandemia. Abbiamo sempre parlato di Industria 4.0 come leva per la competitività, mettendo in evidenza i tanti aspetti positivi dell’integrazione delle tecnologie digitali nei processi produttivi. Il riferimento, tanto per citare qualche esempio, è al recupero di efficienza, alla possibilità di fare manutenzione predittiva, al controllo della produzione da remoto, al miglioramento della qualità dei prodotti e servizi offerti, alla flessibilità e allo sviluppo del business.
Ebbene, l’esperienza drammatica di questo anno ha messo ancora di più in evidenza la strategicità delle tecnologie digitali per la stessa sopravvivenza delle imprese e, di conseguenza, per la resilienza di intere filiere. Un tema che ormai è diventato ineludibile e che va affrontato con politiche industriali mirate.
Formazione e consapevolezza sulle risorse di Transizione 4.0
È sulla base di queste considerazioni che Confindustria ritiene essenziale velocizzare la conoscenza degli strumenti del piano Transizione 4.0 e sensibilizzare quante più imprese possibile ad orientare le loro scelte sugli investimenti tecnologici. A tal fine la nostra Associazione ha avviato un roadshow che prevede oltre 40 appuntamenti nell’arco di poche settimane con un fitto calendario che si concluderà all’inizio di aprile. In questi incontri, che per ora si svolgono online, vengono illustrati nel dettaglio tutti gli strumenti di incentivazione e realizzati approfondimenti sulle tecnologie con l’illustrazione delle best practice adottate dalle imprese che hanno già investito in chiave 4.0.
Le attività dei Digital Innovation Hub
In questo percorso ci stiamo avvalendo anche dei Digital Innovation Hub della nostra rete, che a partire dal 2017, anno della loro costituzione, hanno indubbiamente ampliato il loro raggio d’azione. Infatti, la loro attività era inizialmente dedicata soprattutto alla sensibilizzazione delle imprese, ma con il tempo i Digital Innovation Hub di Confindustria hanno sviluppato un ulteriore ambito di competenza. Oggi questi centri tecnologici affiancano le imprese nella valutazione della maturità digitale dei loro processi produttivi attraverso uno strumento molto approfondito, realizzato dal Politecnico di Milano. In questo ruolo, i Digital Innovation Hub supportano le PMI nella comprensione dei gap da colmare, dei possibili obiettivi e dei relativi investimenti necessari a raggiungerli, per poi svolgere un’attività di orientamento verso centri di competenza e di trasferimento tecnologico, e altri soggetti che offrono soluzioni in tal senso. Questo nuovo ruolo dei Digital Innovation Hub sta portando risultati importanti sia in termini di volumi di attività e che di qualità delle iniziative intraprese.
Per avere un’idea del lavoro svolto fino a oggi, basta citare qualche dato: più di 15.000 imprese coinvolte in workshop, incontri one to one, “visite studio” e circa 1.200 assessment realizzati con lo strumento del Politecnico di Milano.
E oggi i nostri Digital Innovation Hub si stanno proiettando in una dimensione europea. Tutti, infatti, fanno parte di aggregazioni di soggetti (es. Università, competence center, centri di ricerca, ecc.) che hanno partecipato alla call del Ministero dello Sviluppo economico per la selezione degli Europen Digital Innovation Hub italiani. Le realtà selezionate entreranno a far parte del network europeo dei Digital Innovation Hub che sarà costituito nell’ambito del Programma Digital Europe e potranno partecipare al bando UE atteso tra fine maggio e metà giugno. La partita è ancora aperta a livello nazionale e il nostro auspicio è che si costituiscano European Digital Innovation Hub che abbiano l’effettiva capacità di offrire i servizi previsti dal programma europeo e supportino in modo incisivo e concreto la trasformazione delle imprese in chiave 4.0.
La rete dei Digital Innovation Hub di Confindustria è inoltre impegnata con importanti player industriali nell’elaborazione di progetti che prevedono un capofiliera che, con il supporto dei Digital Innovation Hub, promuova un’azione di sensibilizzazione su tutte le imprese della filiera. Le potenzialità di sviluppo dei Digital Innovation Hub sono evidentemente molto elevate e per questo dovrebbero avere un ruolo anche nell’attuazione del programma Next Generation EU, affiancando le imprese nella definizione di progetti e orientandole verso l’ecosistema dell’innovazione.
Conclusione
Sono temi organici al lavoro che stiamo realizzando nell’ambito del Gruppo Tecnico di Confindustria dedicato allo sviluppo delle filiere e delle medie imprese, che ha l’obiettivo di delineare percorsi e strumenti per il rafforzamento di quello che è l’elemento caratteristico del nostro sistema produttivo. Per questo è necessario accompagnare le filiere con specifiche politiche volte ad assicurarne la resilienza e la crescita. Si tratta di un ecosistema prezioso ma fragile, che va supportato attraverso processi aziendali più efficienti, investimenti costanti e sostenibili e un incremento delle competenze tecniche e manageriali.