Dalle difficoltà nasce l’innovazione: questa è una lezione che abbiamo imparato da secoli. E questa è la lezione che le aziende di tutto il mondo hanno appreso, ancora una volta, dopo l’arrivo del Covid-19 nel mondo.
Le aziende, in molti casi, non si sono arrese, ma hanno intensificato la trasformazione digitale, tramite investimenti e implementazioni tecnologiche. Ma non solo: molti non si sono fatti fermare dalla crisi pandemica e sono stati addirittura in grado di dare forma a nuove idee avviando progetti ex novo. Un’altra dinamica interessante è quella che ha portato a nuove partnership e alleanze per perseguire opportunità, anche inedite, rafforzare le reti di approvvigionamento e far crescere i mercati serviti.
Lo dimostrano i dati che emergono dalla survey globale di Deloitte Private sulle aziende private, secondo cui i leader aziendali intervistati hanno utilizzato la crisi innescata dalla pandemia convertendola a proprio vantaggio come “catalizzatore”, in grado di accelerare il cambiamento da tutti i punti di vista.
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Una trasformazione iniziata prima del Covid e accelerata dalla pandemia
Uno dei primi elementi che emerge dall’indagine[1] è che le aziende private, a prescindere dall’area geografica di provenienza, stanno aumentando i loro sforzi per trasformare nel complesso la propria organizzazione. In quasi tutte le aree di business, i leader intervistati affermano che la loro azienda ha in un certo qual modo accelerato l’esecuzione delle proprie strategie, che si tratti di trasformazione digitale, integrazione di nuovi obiettivi nella propria strategia, focalizzazione su priorità importanti come la sostenibilità, o leve per rinforzare la competitività. Ancora più interessante: dall’indagine emerge che molte aziende stavano già abbracciando la strategia di cambiamento in molte aree aziendali e che la pandemia abbia rappresentato una molla che ha accelerato la maggior parte delle iniziative in essere.
E forse è proprio grazie a questa strategia pre-Covid che queste aziende sono state in grado di emergere dalla pandemia.
Cambiamenti permanenti indotti dalla pandemia e nuovi rischi
La pandemia da Covid-19 ha provocato un momento di discontinuità per le aziende private di tutto il mondo e in quasi tutti i settori. Le catene di fornitura e produzione – che il 60% dei nostri intervistati a livello globale ritiene debbano essere riprogettate come conseguenza diretta della pandemia – sono risultate un punto di attenzione come mai prima d’ora, con corridoi commerciali temporaneamente interrotti e capacità produttiva notevolmente ridotta. Molte aziende, infatti, hanno deciso di accorciare le distanze rispetto alle proprie reti di approvvigionamento. Inoltre, le imprese stanno sfruttando la crisi attuale per comprendere meglio le loro interdipendenze e aumentare gli investimenti in aree come le reti di fornitura digitale, così da essere in grado di anticipare, percepire e rispondere a eventuali cambiamenti imprevisti.
Guardando ai rischi, i leader intervistati ritengono che gli impatti di ampia portata della pandemia continueranno a essere avvertiti non solo nei prossimi dodici mesi, ma anche nei prossimi anni. I rischi correlati alla pandemia da COVID-19 sono stati classificati al primo posto tra le preoccupazioni degli intervistati sia guardando ai prossimi dodici che trentasei mesi. La pandemia, infatti, non solo ha ampliato il numero di rischi che le Aziende Private devono affrontare, ma ha anche alterato la loro natura e le loro priorità di impatto, rendendone alcuni più difficili da misurare e gestire. Sebbene sia relativamente chiaro valutare e quantificare l’impatto di una catena di fornitura compromessa dalla pandemia da COVID-19, o di un attacco cyber in una azienda ad alta digitalizzazione, alcuni rischi, come i cambiamenti delle preferenze e stili di consumo dei clienti, sono più difficili da misurare e mitigare e possono quindi avere un impatto ancora maggiore sull’azienda se non gestiti.
La fiducia crescente in attesa della ripresa
Il contesto operativo ancora incerto conduce i leader intervistati a mantenere una linea prudente rispetto alle aspettative di crescita dei dodici prossimi mesi. Ad esempio, il 17% degli intervistati ritiene di non avere alcuna crescita del fatturato quest’anno, rispetto al 5% di due anni fa. Nonostante ciò, l’indagine dimostra che la maggior parte degli intervistati ritiene che le loro aziende reagiranno alla crisi, con più di due terzi che esprimono una elevata fiducia nel successo della propria azienda nei prossimi dodici mesi. Inoltre, ritengono che la maggior parte delle metriche aziendali miglioreranno.
A tal proposito, le organizzazioni più resilienti risultano anche quelle più ottimiste: tre quarti di esse si aspettano che le loro metriche aziendali miglioreranno, mentre se si guarda al cluster di aziende meno resilienti, solo meno della metà risulta ottimista rispetto all’andamento dei propri KPI. Anche sulle prospettive di crescita a lungo termine, le organizzazioni altamente resilienti sono più ottimiste, con il 52% che è estremamente fiducioso guardando ai prossimi tre anni, rispetto ad appena il 20% delle aziende con livello di resilienza basso. Ma cosa si intende esattamente quando si parla di resilienza di una impresa?
Affrontare le crisi puntando sulla resilienza
L’indagine di Deloitte Private ha analizzato il livello di resilienza delle imprese valutando sette priorità operative (tecnologia, strategia, operation, crescita, capitale, lavoro, impatto sociale e ambientale). Utilizzando questo mix di indicatori che definisce ad alta, media e bassa resilienza le aziende – le quali rispetto a questi sette parametri si sono auto-valutate posizionandosi su un range che va da 7 a 35 – in Italia le aziende che possono essere definitive a elevata resilienza sono il 31%, a media resilienza il 59% e solo un restante 10% risulta essere a bassa resilienza. Tecnologia (73%), crescita (69%) e operation (68%) sono le tre priorità ritenute imprescindibili dalle aziende stesse per potersi dichiarare resilienti. Al momento, solo una quota ristretta di imprese ha già finalizzato o pienamente implementato azioni per strutturarsi al meglio rispetto a tali priorità, (15% per la tecnologia, 7% per la crescita e per le operation), tuttavia la maggior parte delle imprese dichiara di aver già intrapreso un percorso di implementazione oppure si trova a metà della fase di trasformazione.
La chiave della trasformazione digitale
Dopo il Covid-19 la trasformazione digitale è diventata un’area di interesse cruciale per le aziende di tutto il mondo. L’indagine ha rilevato che i leader hanno ampie aspettative sui vantaggi che questi investimenti tecnologici possono offrire alle loro organizzazioni, tra cui quello di migliorare il coinvolgimento dei clienti, incrementare i volumi di vendita, rafforzare la loro capacità di gestione di futuri lock-down e ridurre i costi. L’aspetto rilevante è che molti leader intervistati ritengono che la propria azienda sia più vicina alla realizzazione di queste ambizioni rispetto a prima della pandemia.
Quasi sette aziende su dieci intervistate nel mondo hanno dichiarato che la loro trasformazione digitale ha registrato un’accelerazione significativa durante la crisi. In effetti se più di un quarto aveva iniziato la loro trasformazione già prima della pandemia da Covid-19, più della metà invece ha dichiarato di aver accelerato la digitalizzazione proprio in risposta alla crisi o si trova attualmente in questa fase. Tra le organizzazioni altamente resilienti, i leader che dichiarano che il loro processo di trasformazione digitale è stato condotto prima della crisi o è attualmente in corso risultano quasi il doppio rispetto a quelli delle aziende con bassi punteggi di resilienza (80% contro 43%).
Questo senso di urgenza da parte delle imprese sui temi digitali testimonia come la pandemia da Covid-19 abbia guidato alcuni cambiamenti nel comportamento e stili di consumo dei clienti, spostando una parte significativa dell’economia online e aumentando la comodità e la disponibilità delle persone a interagire digitalmente. Fattori questi che si sono rivelati fondamentali e che hanno messo le aziende nella condizione di doversi “adeguare” a tali cambiamenti.
Note
- [1] Deloitte Private si rivolge alle imprese familiari, ai family office e agli investitori privati, alle Piccole Medie Imprese quotate e non, ai Private Equity e alle medio-imprese che rientrano nella definizione di Aziende Private. ↑