Tecnologia 5G, ci siamo quasi. Ma non ancora. Sicuramente è partito l’hype di comunicazione e marketing da parte dei principali operatori di telefonia, di cui Tim e Vodafone già in poche città hanno i servizi. Ma l’hype rende difficile comprendere quale sia l’effettivo livello di maturità della tecnologia in modo da pianificarne l’adozione.
La promessa del 5G è senz’altro quella di aumentare in modo radicale la velocità delle connessioni internet rispetto alla generazione di tecnologie precedenti, e.g., 4G LTE. La nuova rete dovrebbe consentirci di scaricare ad una velocità sino a 20 Gbps e di fare upload a 10 Gbps. Per fornire un’idea di cosa questo significhi, pensiamo al tempo impiegato per scaricare un film: se con una rete 3G si impiegavano 26 ore, con una 4G il tempo si è ridotto a 6 minuti mentre con quella 5G passerà a 3,6 secondi.
Tra i benefici della nuova rete, oltre alla velocità, potremmo beneficiare di una minore latenza (elemento fondamentale per tutte le comunicazioni business critical) che dovrebbe arrivare alla soglia di 1 millisecondo e una maggiore densità delle connessioni (endpoint) IoT, fatto questo che consentirà di spostare parte dei processi di calcolo più vicino a dove i dati sono generati.
La tecnologia 5G è ancora un work in progress
La tecnologia è ancora oggi sostanzialmente un work in progress. La prima versione (release 3GPP R15) è stata rilasciata a giugno 2018 e i primi servizi commerciali sono stati lanciati a dicembre dello scorso anno. Per la nuova release prestazionalmente superiore, la R16, le specifiche tecniche dovrebbero essere completate entro la fine di quest’anno e i primi servizi vedranno la luce indicativamente nel primo trimestre del 2021. Siamo dunque davvero solo agli inizi di un percorso con una roadmap di almeno cinque anni.
I primi paesi che si sono mossi con investimenti e piani di diffusione sono Stati Uniti, Cina e Corea del Sud. Negli Stati Uniti Verizon coprirà con il 5G 20 città entro quest’anno mentre la Cina ha messo in campo i principali tre operatori di Stato per arrivare a coprire 40 città entro ottobre. La Corea del Sud è stata la prima a lanciare un servizio commerciale a dicembre e si è data l’obiettivo ambizioso di coprire il 90% della popolazione entro il 2026. Tra gli altri paesi si segnala la Svizzera che ha lanciato con Swisscom servizi in aprile, con l’obiettivo di arrivare alla copertura del 90% della popolazione entro fine anno.
5G, le raccomandazioni per la sua adozione in azienda
Primo punto: occorre maturare una riflessione strategica per comprendere se, come e quanto la nuova tecnologia potrà diventare fonte di vantaggio competitivo. Ed in funzione di questo adottare una postura che potrebbe variare da un approccio di tipo “Do Nothing / Wait & See” a quello di “Fast Follower” o di “Early Adopter”.
La strategia dovrebbe includere l’identificazione e valutazione dei possibili casi d’uso e una quantificazione degli investimenti da sostenere. Solo una parte minoritaria dei casi d’uso oggi qualificati dalle aziende (e.g., operazioni chirurgiche remotizzate, connected vehicles, precision manufacturing, smart cities) richiede le performance di banda e latenza proprie di una rete 5G. Tecnologie come la LTE-A supportano infatti già oggi 1 Gbps di banda ed una latenza prossima ai 30 millisecondi. Occorre dunque riconoscere che nei prossimi mesi il 5G sarà una tecnologia che andrà a integrare il 4G piuttosto che a sostituirla. Dobbiamo attenderci un ecosistema di tecnologie nel quale coesisteranno 4G LTE, evoluzioni del 4G (“Proto 5G”) e nuove componenti realmente 5G. Ed evitare il rischio di acquisire ad un premium price servizi 5G ancora non pienamente maturi e con limiti di usabilità.
Secondo punto. Occorre monitorare l’evoluzione degli standard, la maturità tecnologica dei device che saranno lanciati sul mercato e soprattutto l’evoluzione degli aspetti regolatori. In ambito automotive per esempio è ancora in corso il dibattito a livello europeo per disciplinare gli standard di comunicazione per il connected vehicle tra Wi-Fi e 5G.
5G, definire una strategia di sourcing
Terzo punto. Va considerato l’aspetto del sourcing. I primi servizi lanciati sul mercato si sono incentrati sul mercato consumer e meno su quello corporate. E’ necessario dunque approfondire gli aspetti di servizio e contrattuali dedicati alle corporate. I carrier stanno posizionando la tecnologia sul mercato come un “game changer”: è quanto meno lecito per chi sta valutando la tecnologia pretendere trasparenza e informazioni e dati di dettaglio.
Va definita una strategia di sourcing laddove vi sia l’esigenza di dotarsi di servizi di connettività evoluta, e.g. a fronte di una rete di siti produttivi e stabilimenti (Industry 4.0) presenti in diversi continenti e paesi. Il livello di copertura da parte degli operatori è molto variabile e ad oggi anche i grandi operatori non dispongono di soluzioni tecnologiche consistenti a livello globale. E questo in relazione alle diverse situazioni delle reti nei diversi paesi e del piano di investimento che intendono effettuare.
Un altro aspetto da considerare è quello relativo al modello di pricing. Va compreso e analizzato il modello standard di pricing offerto, negoziando condizioni personalizzate in presenza di requisiti specifici. Infine, in caso di nuovi contratti, va prestata attenzione ai livelli di servizio (SLA). Storicamente gli operatori sono stati estremamente riluttanti ad impegnarsi su SLA sulle reti 3G e 4G, considerate come servizi in “best effort”. Il previsto utilizzo del 5G per servizi business critical necessariamente comporta una modifica di paradigma. E’ quanto mai opportuno negoziare SLA con penali in caso di non conformità e dotarsi della capacità di monitorare la qualità del servizio ricevuto.
Quarto punto: vanno realizzate partnership strategiche. Il suggerimento per una grande azienda è quello di identificare una o più partnership strategiche con operatori di telecomunicazioni, fornitori di tecnologie di rete, system integrator. Questo con la possibilità di testare specifici casi d’uso, eventualmente nell’ambito di Early Adoption Program, toccando con mano benefici ma anche limitazioni della tecnologia.
Adozione del 5G, focus sulla rete esistente
In qualsiasi caso occorre evitare di partire con iniziative su larga scala, privilegiando iniziative focalizzate da scalare a livello organizzativo nel tempo.
In sintesi occorre settare verso il Top Management aziendale aspettative realistiche in termini di disponibilità della tecnologia per specifici casi d’uso e per gli investimenti associati. Nel frattempo è opportuno massimizzare gli investimenti fatti sulla rete esistente secondo un principio di tipo “squeeze the asset”, ossia portando a fine vita utile i device e la rete attuale, monitorando attentamente il rischio operativo.
Le opportunità da cogliere e al tempo stesso la necessità di non sprecare risorse impongono uno scrutinio serio per discernere tra hype e realtà.