scenari geopolitici

5G, per la Cina è strumento di influenza globale: ecco come



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La Cina sta utilizzando la tecnologia 5G come leva strategica per consolidare la propria influenza globale, sfidando il predominio degli Stati Uniti. Con iniziative come la “Digital Silk Road” e “Made in China 2025”, Pechino mira a creare un nuovo ordine mondiale basato su infrastrutture tecnologiche sovrane

Pubblicato il 2 ago 2024

Angelo Alù

studioso di processi di innovazione tecnologica e digitale



tlc, telecom, antenna, rete, reti

La strategia digitale “tecno-nazionalista” della Cina sta progressivamente manifestando le implicazioni – non solo economiche, ma anche politiche – della propria leadership globale, tra l’altro, nella gestione del 5G.

Tecnologia 5G come leva cinese del potere digitale globale?

Con l’intento di mettere in discussione il tradizionale primato degli USA, non solo al fine di emanciparsi digitalmente da possibili interferenze straniere, suscettibili di compromettere la vulnerabilità della sicurezza nazionale, ma, altresì, per raggiungere una preminente posizione di superiorità tecnologica in tutto il mondo, l’attivismo di Pechino diventa sempre più centrale nell’arena internazionale.

L’inarrestabile avanzamento “hi-tech”, fortemente avallato dall’azione politica di Xi Jinping, rientra, peraltro, in una generale crescita del “Dragone” che sta imprimendo una rapida trasformazione socio-economica del Paese, da cui discendono rilevanti ripercussioni globali soprattutto nel settore tecnologico.

Emblematica, in tal senso, l’ambiziosa politica espansiva attuata dalla Cina, che trova una concreta attuazione pratica nella risalente cd. “Belt and Road Initiative” (BRI), ove si formalizza l’obiettivo di realizzare, su scala planetaria, il consolidamento di un potere reticolare volto ad assicurare una crescente sfera di influenza geopolitica nell’ambito di un pervasivo processo di convergenza tecnologica, alternativo al modello occidentale-atlantista di impronta statunitense.

Gli scenari geopolitici

Sul versante tecnologico, infatti, sono molteplici i segnali dell’intraprendenza cinese: Pechino vuole dimostrare, ad esempio, la propria capacità di emancipazione nazionale nella gestione sovrana delle fondamentali catene industriali per la fornitura autosufficiente di semiconduttori e altre utili – ancorché oltremodo rare – materie prime.

La Cina sembra, inoltre, cercare di orientare l’interoperabilità dei servizi digitali verso l’utilizzo di proprie reti di comunicazioni mediante l’edificazione di un nuovo “cyberspazio”, basato sulla fruibilità generale della tecnologia 5G. Al riguardo, la cd. “Digital Silk Road” (predisposta in combinato disposto con l’iniziativa “Made in China 2025”), prevede, tra l’altro, la creazione di satelliti e infrastrutture sotterranee, sottomarine e via etere per fornire sistemi di posizionamento, navigazione e tracciamento, sia a scopi civili che militari, proprio con il verosimile intento di mettere in discussione il primato tecnologico degli Stati Uniti d’America.

Un nuovo ordine politico ed economico globale a trazione cinese?

Prende forma, dunque, un nuovo complessivo ordine politico ed economico globale a trazione cinese?

In tale prospettiva, alla luce dei possibili scenari configurabili nel medio-lungo termine, la prioritaria crescente attenzione rivolta alla capillare implementazione della copertura 5G, come emblema di un riconosciuto dominio mondiale, esprime, sullo sfondo, l’obiettivo strategico di fortificare pervasive “tecno-alleanze” in grado di rimodellare gli equilibri geopolitici esistenti.

La sfida tecnologica e geopolitica

La tecnologia 5G rappresenta un’infrastruttura all’avanguardia che, mediante la disponibilità di banda ad alta frequenza, consente di processare e trasmettere elevati volumi di dati con maggiore velocità ed efficienza connettiva, facilitando, pertanto, la diffusione delle nuove applicazioni sviluppate nell’ambito del costante processo di innovazione digitale realizzato negli ultimi anni (modelli di intelligenza artificiale, robotica, veicoli a guida autonoma, ecc.), a beneficio non solo dell’economia, ma anche del settore militare, di intelligence, sorveglianza e sicurezza.

Il duplice valore economico del 5G

La tecnologia 5G, affermatasi come rete di quinta generazione “trasformazionale”, dotata di caratteristiche tecniche di funzionamento in grado di garantire costanti aggiornamenti a basso costo, presenta un notevole duplice valore economico, determinato sia dalla riduzione dei costi, che dalla proliferazione di nuove entrate generate dalla creazione di svariati servizi innovativi.

L’approccio cinese, basato sul controllo centralizzato dell’ambiente digitale, mira alla progressiva espansione della copertura 5G per costruire un nuovo ecosistema digitale globalizzato mediante lo sviluppo di infrastrutture sovrane che consentano di assicurare la diretta supervisione, in chiave presumibilmente autoritativa, dello Stato nella gestione degli standard tecnici da cui dipende l’architettura operativa della Rete.

Con l’intento di realizzare simili ambizioni, è stato, tra l’altro, costituito un consistente fondo di investimento di creazione governativa, direttamente controllato dalle autorità statali, al fine di potenziare il settore dei semiconduttori, supportando la crescita globale delle aziende locali come importante azione di riposizionamento geopolitico verso il raggiungimento di una compiuta leadership tecnologica mondiale in grado di facilitare l’ascesa planetaria della Cina.

Le implicazioni globali del dominio 5G

Parimenti decisiva risulta, altresì, la corsa alla tecnologia 5G come leva cinese di un potere globale sempre più radicato nell’arena geopolitica, al punto da indurre gli Stati Uniti d’America (notoriamente considerati i principali competitor tecnologici di Pechino nello scacchiere mondiale) a considerare la rete 5G una “priorità nazionale” proprio per impedire il predominio cinese, a presidio della propria sicurezza nazionale contro il rischio di possibili attacchi alle infrastrutture critiche del Paese. Ciò si evince, ad esempio, dalle stringenti prescrizioni stabilite nel cd. “Innovation and Competition Act”.

La strategia d’attacco di Xi Jinping sul 5G

Mentre, dunque, si definiscono le più appropriate azioni statunitensi, nel frattempo, Xi Jinping sta procedendo a pieno ritmo alla progressiva copertura di 5G, con quasi 3 milioni di stazioni base installate presso le principali aree urbane e più di 600 milioni di utilizzatori delle relative applicazioni, unitamente al rafforzamento di svariate partnership strategiche, soprattutto localizzate in contesti ove l’influenza politica degli USA risulta tendenzialmente più debole (Africa e Medio Oriente), grazie ad un corposo finanziamento statale, pari a circa 600 miliardi di yuan (corrispondenti a 84 miliardi di dollari), generando una produzione economica di 9,4 trilioni di yuan soltanto nel 2023 (secondo le cifre riportate dall’articolo citato).

Peraltro, a conferma della menzionata analisi empirica dei dati indicati, il Report “Mobile Economy China 2024” prevede un’ulteriore crescita delle connessioni mobili cinesi 5G entro la fine del 2024, con un incremento del PIL di 260 miliardi di dollari nel 2030, pari al 23% dell’impatto economico annuo complessivo della telefonia mobile, quando le connessioni 5G in Cina rappresenteranno quasi un terzo del totale globale (ossia 1,6 miliardi di connessioni), raggiungendo la quota del 90%, così da rendere Pechino uno dei mercati leader a livello mondiale.

L’iniziativa “Beyond 5G”

Continuando a passare in rassegna le principali azioni predisposte dalla Cina, merita di essere segnalata l’iniziativa “Beyond 5G” volta al graduale miglioramento esponenziale delle prestazioni di rete mediante l’introduzione della tecnologia 5.5G, propedeutica all’ulteriore successivo avvento del 6G, previsto entro il 2025 come priorità del governo cinese nell’ambito dell’adozione di nuovi standard internazionali che consentiranno al Paese di esprimere appieno le proprie capacità innovative di leadership globale, per ridurre integralmente la dipendenza tecnologica esterna e garantire un vantaggio competitivo nazionale all’intera catena produttiva di fornitura nazionale.

La strategia “China Standards 2035”

A tal fine, la strategia “China Standards 2035” mira allo sviluppo di nuovi standard tecnici globali, con l’obiettivo, ispirato dalla visione economica “a doppia circolazione” annunciata dal Presidente Xi Jinping, di sostenere le esportazioni verso i mercati esteri e ridurre, al contempo, la dipendenza tecnologica estera a livello nazionale.

Gli standard tecnologici cinesi

In attuazione della strategia “Made in China 2025”, tenuto conto del Piano d’azione per lo sviluppo della standardizzazione nazionale, e dello Schema di sviluppo della standardizzazione nazionale (NSD), il documento “China Standards 2035” formalizza esplicitamente l’obiettivo di definire standard globali per le tecnologie emergenti (come, appunto: 5G, Internet of Things e intelligenza artificiale), per rafforzare, sul piano interno, la crescita delle aziende impegnate nel processo di standardizzazione tecnica con l’intento di migliorare l’ecosistema digitale nazionale, nonché, sul piano della politica estera, valorizzare il ruolo di Pechino negli organismi internazionali preposti alla definizione di protocolli tecnologici grazie ad una maggiore spinta di influenza esercitata facendo ampio ricorso al cd. “soft power”.

In questo senso, è stata istituita, tra l’altro, l’Alleanza strategica per l’innovazione e la standardizzazione della Cina, nonché approvata la legge sulla standardizzazione della Repubblica popolare cinese.

Le implicazioni geopolitiche dell’espansione 5G

Le implicazioni geopolitiche derivanti dall’espansione planetaria della copertura 5G possono essere interpretate sulla base di molteplici chiavi di lettura.

La corsa alla tecnologia 5G, infatti, postula obiettivi strategici di affermazione e consolidamento di potere dalla rilevante portata globale.

Sono numerosi gli interrogativi che si pongono al riguardo.

La realizzazione di forme di sorveglianza virtuale

In primo luogo, si paventerebbe, davvero, a livello mondiale il rischio di realizzare forme sofisticate di sorveglianza virtuale in grado di rilevare e identificare il posizionamento di oggetti e utenti in tempo reale per finalità di monitoraggio politico? In altre parole, la rete 5G potrebbe essere utilizzata per esportare forme di “autoritarismo digitale” su larga scala?

Espandendo la costruzione di una capillare rete 5G, sarebbe, quindi, davvero possibile diffondere un modello di sorveglianza digitale, replicandolo, a macchia di leopardo, con finalità di controllo, monitoraggio e censura, anche in una prospettiva di pervasiva “repressione transazionale digitale”?

Il vantaggio tecnologico nei settori innovativi

Inoltre, lo sviluppo di una capillare rete mondiale 5G controllata dal Paese in grado di raggiungere la propria leadership tecnologica in una posizione di superiorità digitale, consentirebbe di catalizzare, con modalità pressocché esclusive o comunque prevalenti, l’enorme sfruttamento economico dei vantaggi generati dalla commercializzazione della tecnologia 5G, determinando un significativo impatto, pressoché monopolistico e predatorio, sulla complessiva competitività economica dei principali settori innovativi, destinati a un’inarrestabile crescita esponenziale nell’imminente futuro, soprattutto grazie alla disponibilità di una tecnologia all’avanguardia, come l’infrastruttura 5G.

Le opinioni espresse nel presente articolo hanno carattere personale e non sono, direttamente o indirettamente collegate, in alcun modo, alle attività e funzioni lavorative svolte dall’Autore, senza, quindi, impegnare, in alcun modo, l’Amministrazione di appartenenza del medesimo.

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