L’ultima edizione dello studio 5G Observatory Biannual Report, “scatta” la foto del mercato, delle tecnologie e della diffusione del 5G nell’Unione Europea al 31 marzo 2024, per valutare l’avanzamento sul percorso verso gli obiettivi europei.
“Qualcosa si muove” potrebbe essere il motto dello scenario che viene descritto da questo studio. Si evidenziano i progressi europei fatti rispetto alle autorizzazioni per l’uso della banda 5G – in particolare 700 MHz e 3,6 GHz, assegnate largamente nei paesi membri (a differenza della banda 26 GHz, attualmente autorizzata in 12 stati, solo uno in più rispetto a 2 anni fa) – ma l’obiettivo che era stato inizialmente fissato per la fine del 2020, ovvero l’assegnazione di tutte le frequenze nel 100% dell’Unione non è ancora raggiunto (73%).
Detto ciò, si potrebbe discutere all’infinito su cosa freni lo sviluppo più rapida dell’offerta più evoluta e su come uscire dal cul de sac causato, a livello commerciale, da margini sempre più risicati che rendono difficile agli operatori investire – privandosi così però della possibilità di andare a monetizzare grazie alle potenzialità delle reti standalone e delle frequenze di banda media in termini di affidabilità, latenza e capacità.
La realtà dei fatti è che, nel quadro di un mercato che sta attraversando vari cambiamenti, è necessario che l’ecosistema nel suo insieme si dia il coraggio di gettare il cuore oltre l’ostacolo – con razionalità e mettendo a fattor comune il supporto di investimento pubblico, l’efficienza degli investimenti – e tenendo d’occhio costantemente l’evoluzione tecnologica.
L’opportunità del 5G mid-band
L’Osservatorio 5G della Commissione Europea evidenzia che la copertura della popolazione UE con la connettività 5G si è ampliata ulteriormente, ma l’implementazione di reti 5G stand-alone è in ritardo e il 5G non soddisfa i requisiti di qualità delle aziende e degli utenti finali. Il dato emerge anche dall’Ericsson Mobility Report – citato come fonte nell’Osservatorio: in Europa la copertura 5G ha raggiunto il 70% della popolazione, ma quella del 5G Mid-Band è al 30%, con un progresso importante rispetto a due anni fa (quando si arrivava appena al 10%) ma comunque largamente insufficiente, considerando che vi sono aree del mondo come il Nord America in cui la copertura mid-band a fine 2023 era già all’85% (fonte Ericsson Mobility Report).
Questo dato è particolarmente preoccupante per la competitività delle imprese che fanno uso di connettività, perché è proprio il 5G in banda media a essere, tecnologicamente parlando, la scelta ideale per offrire l’esperienza d’uso completa e differenziante che il 5G può offrire.
Nell’edizione del Mobility Report di giugno 2024, Ericsson ha riportato un’analisi realizzata da un importante operatore telco in Nord America. Lo studio condotto ha evidenziato che la quasi totalità (il 97%) delle attività degli utenti supportate da una connettività 5G mid-band hanno un time-to-content inferiore a 1,5 secondi nel 67% dei casi; questo dato sul 4G in qualsiasi frequenza è del 38%. Le prestazioni più elevate del 5G mid-band rendono possibili applicazioni avanzate come la realtà aumentata (AR), la realtà virtuale (VR) e i servizi di streaming ad alta definizione in mobilità, offrono una latenza inferiore rispetto alle tecnologie precedenti e permettono di supportare applicazioni industriali che richiedono una reattività quasi istantanea.
Mid-band 5G, un’opportunità chiave per il tessuto produttivo europeo e i consumatori
Gli operatori che stanno implementando la banda media 5G a livello nazionale stanno costruendo le basi per la loro competitività, garantendo un’esperienza utente superiore anche nei contesti più difficili, come i luoghi in cui numerosi dispositivi sono attivi contemporaneamente con momenti di picco nel corso della giornata: assicurandosi la copertura, possono fidelizzare l’utente e proporgli il livello di qualità richiesto per i servizi evoluti, aumentando la capacità di monetizzazione – così importante per sostenere ulteriori investimenti – e rendendo sempre più evidente al consumatore quale sia il vero valore aggiunto della connettività 5G.
L’aggregazione di portanti in banda media con portanti in banda bassa esistenti estende la copertura della banda media, scaricando al contempo la banda bassa, spesso congestionata: questo migliora l’esperienza dell’utente su entrambe le bande dello spettro.
La mid-band 5G si distingue dunque come un’opportunità chiave per il tessuto produttivo europeo e per i consumatori, nel garantire un equilibrio ottimale tra copertura e capacità e prestazioni mirate.
La definizione delle strategie future
Riconoscendo il ruolo chiave delle policy europee in questo percorso, il 21 febbraio 2024, la Commissione Europea ha pubblicato un white paper intitolato “How to master Europe’s digital infrastructure needs?” Questo documento rappresenta un importante passo avanti nella definizione delle strategie future per la gestione delle infrastrutture digitali a livello europeo, infatti, affronta una vasta gamma di temi cruciali, tra cui la gestione dello spettro radio. Due mesi dopo, il 18 aprile 2024, Enrico Letta ha presentato al Consiglio Europeo il suo rapporto intitolato “Much more than single market – speed, security, solidarity to the European Council, as an input for the EU strategic agenda for 2024–2029”, un contributo fondamentale per l’agenda strategica dell’UE per il periodo 2024-2029 su diverse questioni chiave, tra cui la necessità di una maggiore armonizzazione nella gestione dello spettro radio e una revisione degli oneri per l’assegnazione delle concessioni per favorire la fornitura di servizi all’avanguardia piuttosto che la generazione di entrate immediate per gli Stati.
Entrambi i documenti, sebbene differenti per natura e scopo, convergono sulla necessità che solo un approccio più coordinato e armonizzato nella gestione delle infrastrutture digitali, della sicurezza e dello spettro radio in Europa potrà rafforzare la posizione dell’Europa come leader globale nell’innovazione nelle telecomunicazioni e migliorare la competitività di tutto il tessuto imprenditoriale europeo.
La chiamata è dunque collettiva e la spinta è verso modelli integrati di infrastrutture telco – dal cloud all’edge – capaci di facilitare un cambio di paradigma e in grado di sostenere la competitività delle imprese nel continente.