Il settore delle telecomunicazioni italiane si appresta ad attraversare una fase di rilevanza strategica per il Paese: il rilascio della prima versione dello standard 5G e le misure contemplate nella Legge di Bilancio in materia di spettro radio costituiscono il punto di partenza per lo sviluppo delle reti wireless di quinta generazione.
La disponibilità del nuovo standard offre agli operatori un primo elemento stabile su cui fondare lo sviluppo dei propri piani industriali, all’interno di un contesto caratterizzato da un elevato tasso di incertezza. Infatti, la rivoluzione sistemica prospettata dal 5G, che porterà all’introduzione di nuovi servizi, all’apertura di nuovi mercati e all’ingresso di nuovi attori, impatterà un settore già in forte riassetto a causa del consolidamento tra WIND e H3G, e all’imminente ingresso di Iliad. In un simile scenario, diventa di primaria importanza l’adozione di un impianto regolamentare che fornisca agli operatori ulteriori elementi di stabilità sui cui basare le proprie strategie. In tal senso, la Legge di Bilancio 2018 non solo delinea i criteri che il MiSE dovrà adottare nella definizione del nuovo Piano Nazionale di Ripartizione delle Frequenze, ma stabilisce altresì le linee guida sulle quali AGCOM dovrà definire le nuove regole per l’attribuzione delle risorse spettrali destinate alle reti di quinta generazione[1].
Tali risorse spettrali sono state identificate recependo le indicazioni della Commissione Europea contenute nel “5G Action Plan”; saranno infatti assegnati lotti di frequenze inclusi nelle cosiddette Bande Pioniere, ovvero le bande a 700 MHz, a 3.400 – 3.800 MHz e a 24,5 – 27,5 GHz.
Le caratteristiche delle bande oggetto di assegnazione sono riassunte nella Tabella seguente:
Tutte e tre le bande menzionate saranno inserite in un’unica procedura di assegnazione che dovrà concludersi entro il prossimo settembre 2018, e saranno attribuite attraverso il rilascio di diritti d’uso caratterizzati da una durata verosimilmente ventennale. La Legge di Bilancio definisce infine la valorizzazione minima delle risorse spettrali in oggetto, prevedendo un gettito per lo Stato non inferiore a 2,5 miliardi di euro, che dovranno essere versati dagli operatori licenziatari tra il 2018 e il 2022.
Spetta ora ad AGCOM mettere il prossimo tassello, avendo l’onere di definire entro il 30 aprile l’impianto normativo atto a regolare la procedura di attribuzione delle frequenze. Il compito non è tra i più semplici, poiché l’Autorità dovrà da un lato garantire la tutela dei consumatori, assicurando un opportuno livello di competizione, e dall’altro definire delle regole che non disincentivino gli investimenti, ma che favoriscano al contempo l’innovazione e la velocità di dispiegamento delle nuove reti e dei nuovi servizi.
Sono diversi gli strumenti a disposizione dell’Autorità al fine di perseguire gli obiettivi summenzionati.
Durata del diritto d’uso
Un primo elemento fondamentale è la definizione di diritti d’uso caratterizzati da una durata che consenta agli operatori di fare affidamento sulle risorse spettrali per un tempo sufficiente a valorizzare gli investimenti sostenuti. A tal proposito, è importante tenere in considerazione che gli operatori dovranno affrontare piani di deployment non comparabili con quanto visto in precedenza: ci si attende ad esempio una densificazione della rete fino a 10 volte quella delle reti 4G, specialmente nelle aree urbane più popolate. Al fine di non disincentivare gli investimenti infrastrutturali degli operatori, è opportuno ipotizzare che la minima durata dei diritti d’uso associati allo spettro 5G debba essere non inferiore a 20 anni.
Soggetti ammessi alla gara
Vista l’onerosità del deployment dei sistemi di quinta generazione e l’ampio ventaglio di mercati verticali interessati dai nuovi servizi wireless, non dovrebbe essere preclusa a priori la partecipazione alla gara da parte di soggetti che si costituiscano in forma di consorzio o raggruppamento temporaneo d’impresa.
Criteri di assegnazione
In merito ai criteri di assegnazione dei lotti a gara risulterà strategico coniugare un approccio di natura economica, cioè basato su meccanismi a rilancio competitivo, con elementi di valutazione tecnica, atti a premiare proposte caratterizzate da una forte spinta innovativa o da piani di deployment sfidanti.
Valorizzazione economica
AGCOM dovrà anche debitamente valutare come valorizzare le risorse messe a disposizione tramite la procedura. In particolare, i meccanismi di definizione dei prezzi di riserva dei lotti dovrebbero tenere in considerazione la durata dei diritti d’uso, le differenti caratteristiche di propagazione delle bande in oggetto, la dimensione dei lotti messi in gara, nonché i benchmark rappresentati dalle assegnazioni di bande analoghe nel nostro Paese o negli altri Paese dell’Unione.
In relazione alle modalità di corresponsione dei contributi, sarà opportuno definire meccanismi differenti per le bande 3.600-3.800 MHz e 26,5-27,5 GHz, rispetto a quelli per le frequenze a 700 MHz. In particolare, il ritardo con cui le risorse in banda 700 MHz saranno rese pienamente disponibili (ben tre anni dopo l’assegnazione) rende auspicabile una dilazione di almeno una parte della somma dovuta all’effettiva disponibilità delle risorse. A complemento di tale impianto, dovrebbero essere valutati meccanismi di sconto che mirino a premiare i soggetti che si dovessero impegnare nello sviluppo di soluzioni a maggiore efficienza tecnologica, che dovessero impiegare le risorse per lo sviluppo di servizi innovativi, e che raggiungessero in tempi inferiori a quelli concordati gli eventuali obblighi di sviluppo infrastrutturale previsti per le bande oggetto di attribuzione.
Impegni degli aggiudicatari
Tra gli strumenti che l’Autorità ha a disposizione per sostenere lo sviluppo delle infrastrutture vi è certamente la possibilità di legare i diritti d’uso a dei commitment. Tale misura, già adottata in passato, dovrà tenere in considerazione la differente natura dei servizi 5G rispetto alle precedenti generazioni di reti wireless. In tal senso, sarebbe poco efficace definire degli obiettivi di copertura espressi esclusivamente in termini di popolazione servita, poiché questi porrebbero il focus solamente sulle aree residenziali del Paese. Al contrario, sarebbe utile costruire dei target di copertura e performance che indirizzino anche le necessità delle aree commerciali e industriali, dei siti turistici (parchi, aree archeologiche, etc.), nonché delle direttrici di trasporto del Paese (autostrade, ferrovie). Inoltre, i requisiti di performance dovrebbero essere diversificati sulla base della natura delle aree da coprire; si pensi ad esempio al requisito di mobilità lungo le linee ferroviarie, o alla necessità di collegare migliaia di sensori all’interno di un parco industriale.
Al fine di promuovere competitività e innovazione sarebbe inoltre opportuno affiancare gli eventuali vincoli di copertura/performance, con obblighi di apertura di offerte wholesale verso terzi, sfruttando i nuovi modelli di accesso e interconnessione abilitati dall’infrastruttura 5G. In particolare, la virtualizzazione della rete permetterà la creazione di reti logiche dedicate (Network Slicing), allo scopo di offrire servizi a operatori MVNO e a nuovi player focalizzati su specifici ambiti verticali. In aggiunta, AGCOM non dovrà precludere agli assegnatari la possibilità di effettuare operazioni di trading delle risorse spettrali, o di concedere la gestione del diritto d’uso a terzi.
Misure anti accaparramento
L’inserimento di opportune misure di capping potrà essere utilizzato da AGCOM allo scopo di prevenire l’accaparramento di risorse da parte di uno o più soggetti. Tali provvedimenti potranno concretizzarsi sia sotto forma di cap intra-banda, ovvero all’interno di una stessa banda di frequenza, che di cap inter-banda, ovvero trasversali a più bande. In particolare, nel secondo caso, AGCOM potrà prevedere cap per risorse spettrali con caratteristiche analoghe, raggruppando ad esempio le bande al di sotto di 1 GHz, quelle comprese tra 1 GHz e 6 GHz, e quelle superiori a 6 GHz. In aggiunta, il regolatore potrà prevedere l’adozione di limitazioni differenziate tra nuovi entranti e operatori preesistenti, favorendo così l’ingresso nel mercato di nuovi soggetti. Ciononostante, le misure definite non dovranno impedire agli operatori di ottenere almeno 100 MHz consecutivi, qualora la dotazione frequenziale complessiva lo consentisse. Inoltre, potrà essere valutato l’inserimento di meccanismi “use-it-or-lose-it”, imponendo il rilascio delle risorse frequenziali qualora queste non fossero efficientemente impiegate.
Adeguamento del contesto normativo
Sebbene la definizione di un framework di gara chiaro e focalizzato a promuovere la competizione si configuri come una delle condizioni abilitanti per gettare le basi dell’introduzione del 5G nel Paese, al fine di perseguire l’obiettivo di un rapido ed efficace deployment della tecnologia a livello nazionale sarà inoltre necessario un aggiornamento dell’attuale contesto normativo relativo alle comunicazioni elettroniche. Alcune azioni mirate potrebbero riguardare la semplificazione dell’iter autorizzativo per l’installazione di Small Cell integrate negli arredi urbani, nonché la revisione dell’attuale normativa in ambito di impatto elettromagnetico, prevedendo l’adeguamento dei correnti limiti di emissione alla media Europea e normando le trasmissioni in banda millimetrica.
I prossimi mesi saranno fondamentali per definire il quadro normativo che regolamenterà le prossime assegnazioni spettrali e delineerà l’evoluzione dei servizi wireless nel Paese, impattando trasversalmente consumatori, imprese e Pubblica Amministrazione. Le future consultazioni pubbliche in materia di spettro radio permetteranno ad AGCOM e MiSE di sondare le posizioni dei diversi soggetti di mercato. Sarà fondamentale stabilire delle regole che siano da un lato espressione delle necessità degli operatori e dell’altro tutelino le esigenze degli utenti finali, favorendo l’innovazione nello sviluppo di infrastrutture e servizi.
LEGGI IL QUADRO DELLE FREQUENZE 3.4-3.8 GHz in Europa
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Questo articolo fa parte di un progetto di informazione che la nostra testata sta curando, sul destino delle frequenze per 5G e FWB, con l’aiuto dei nostri partner Fastweb e Tiscali.